giovedì 21 settembre 2023

Unione Italiana Ciechi all’Expo Aid a Rimini: “La prima barriera è l’inclusione”

Redattore Sociale del 21/09/2023

Durante il nuovo evento dedicato al Terzo Settore il 22 e 23 settembre 2023 al Palacongressi di Rimini, UICI intende sottolineare il legame indissolubile tra dimensione sanitaria e sociale. In programma, laboratori Braille, dimostrazioni di addestramento di cani guida e controlli oftalmologici gratuiti.

RIMINI. “In Italia il rischio di cecità cresce perché le malattie che minacciano la vista sono collegate all’invecchiamento. La prevenzione e la diagnosi precoce sono gli strumenti più efficaci per preservare la vista ma, spesso, le persone fragili che avrebbero più bisogno di visite regolari, o dei servizi riabilitativi dopo aver perso la vista, sono anche quelle che hanno più difficoltà ad accedervi. Nell’orizzonte della salute visiva, dell’ipovisione e della cecità, il piano sanitario non è mai distinto da quello sociale e gli interventi per la salute non possono essere distinti da quelli per l’inclusione”. Lo sostiene Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Sarà questo il messaggio che l'UICI porterà a Expo Aid 2023, la prima edizione di un grande evento nazionale dedicato al mondo del Terzo Settore e dell’associazionismo italiano. Si svolgerà venerdì 22 e sabato 23 settembre 2023 al Palacongressi di Rimini e prevede attività sportive e ricreative, area espositiva, seminari di confronto e momenti partecipativi e di formazione. L’evento, al quale hanno dato la loro adesione sia la Presidenza della Repubblica che quella del Consiglio, vuole essere un’occasione per parlare di piena attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, della partecipazione alla vita sociale, politica e civile di ogni persona con la valorizzazione dei propri talenti e competenze.

“La perdita totale o parziale della vista è un grandissimo dolore personale e un altissimo costo sociale sia per l’assistenza necessaria che per la perdita di lavoro e ricchezza che comporta - riprende Mario Barbuto – Quando una persona perde la vista, infatti, perde anche una parte importante della sua autonomia e libertà. Per questo le prime barriere da superare sono quelle che limitano l’inclusione. La persona che non vede può riconquistare la sua libertà e creare ricchezza e valore per la società esattamente come chiunque altro, a patto che si riescono a creare le condizioni per farla accedere ai servizi, alla riabilitazione e alle attività di tutti i giorni; un obiettivo di salute pubblica, di giustizia sociale e di civiltà”. L’UICI sarà presente presso lo stand 31, mentre presso gli stand 51 e 52 si troveranno le aree dedicata ai Laboratori Braille a cura della Federazione delle Istituzioni Pro Ciechi e le dimostrazioni di addestramento di cani guida a cura della Scuola Regionale e Polo per l’autonomia “Helen Keller”. All’esterno, lato ingresso A, sarà presente l'unità mobile della Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia Onlus che offrirà controlli oftalmologici gratuiti per individuare le condizioni che possono rivelarsi lesive della vista e necessitano di ulteriori controlli diagnostici. Sempre lato Ingresso A, in prossimità della Sala dell’Arco, ci sarà uno spazio esibizione che ospiterà “Leti Smart”, il Progetto di “bastone intelligente per ciechi e ipovedenti”.

mercoledì 20 settembre 2023

Giusi Parisi e L’Italia in tandem… alla cieca

L’Espresso del 20/09/2023

Finalmente domani 19 settembre le ragazze in tandem partiranno per il viaggio che hanno chiamato L’Italia in tandem… Alla cieca. È un progetto intrigante che mi ha spinto ad intervistare la sua promotrice Giusy Parisi. Mi ha emozionato sentirla parlare del suo rapporto con il viaggio, del suo «sentirsi parte dell’universo, del tutto» quando è in mezzo alla natura, del suo vivere la vita al di là della cecictà.

Chi è Giusy Parisi?

Sono una ragazza di 35 anni e vivo a Milano da qualche anno, ma sono originaria della Puglia. Mi piace molto stare all’aria aperta e mi piacciono gli sport che mi permettono di muovermi stando in mezzo alla natura. Fra questi c’è il cicloturismo, ma anche la speleologia, subacquea, trekking.

Che lavoro fai?

Lavoro da qualche anno come centralinista alla Soprintendenza delle Belle Arti e Paesaggio di Milano. La considero la cosa meno interessante di me, però mi permette comunque di fare tutto il resto.

Sei fidanzata?

Sono fidanzata da quasi un anno.

Sei una donna cieca?

Sì, esatto, sono cieca da poco dopo la nascita, praticamente dall’età di due anni circa.

Quindi hai dovuto confrontarti ben presto con un mondo senza luci.

Esatto. Infatti non ho ricordi coscienti visivi. Non ricordo che cosa sia la luce a livello visivo o i colori, o tutto ciò che è legato alla vista.

Quali sono le maggiori difficoltà del vivere in un mondo senza luce, nel vivere da persona cieca?

A livello prettamente visivo mi manca un po’ conoscere cosa sia un tramonto, cosa siano le stelle, le cose legate alla natura che sono sì riproducibili tattilmente. Però per quanto si cerchi di dare una riproduzione completa credo che vederle sia tutt’altra cosa. Questa alla fine è una cosa che accetto, tutto sommato non è un grosso peso. Le difficoltà derivano più dalla percezione che la gente ha verso di noi. Cioè quando iniziano a trattarti come qualcuno che non può. Insomma, quando i cosiddetti normodotati non ti ritengono in grado di essere autonomo, di avere una capacità di comprensione. Questo più che difficile è fastidioso.

Quindi non soltanto non ti ritengono capace di fare delle cose, ma addirittura non ti ritengono capace di comprendere appieno le cose?

Esatto. Ti parlano come ad un bambino piccolo in una stanza. Se prima mi dava fastidio, crescendo è diventato ancora più fastidioso. Però diciamo che anche questo tutto sommato ho imparato a farmelo scivolare di dosso. Perché non si può sempre vivere con il sangure amaro. Le altre difficoltà possono essere quando ci si trova di fronte a situazioni di non accessibilità. Banalmente davanti a un sito internet o a delle app che in quel momento ti servono e che non sono accessibili dalle persone cieche. Ovviamente non si può avere sempre qualcuno accanto, un occhio disponibile. Quindi lì cominciano le imprecazioni varie. Anche con questo si vive alla fine in qualche modo. Però diciamo che il mio progetto L’Italia in tandem… alla cieca che fa parte del più ampio progetto che ho chiamato Ragazze in Tandem tra i vari obiettivi mira a sensibilizzare, a migliorare tutte queste situazioni.

Quali sono le caratteristiche del progetto L’Italia in tandem… alla cieca?

È un viaggio in tandem. La partenza è fissata per il 19 settembre. Questo viaggio in tandem mi porterà in giro per tutta l’Italia. L’ho dovuto dividere in due parti fondamentalmente per motivi economici. Nella prima parte partirò da Milano e arriverò a Lecce in una quarantina di giorni. Mentre l’anno prossimo nella primavera percorrerò il versante opposto dell’Italia, da Reggio Calabria a Milano passando per il Piemonte. Per fare la prima parte ho preso un mese di aspettativa non retribuita e qualche giorno di ferie.

Hai degli sponsor?

Non ho uno sponsor. Però l’azienda di abbigliamento Nalini ci ha fornito del materiale tecnico, per me e chiaramente per chi guiderà il tandem.

Tu sarai sul sellino di dietro?

Esatto. E poi anche Givi Bike mi ha confermato che ci fornirà le borse da cicloturismo.

Chi vi fornisce il tandem?

Il tandem è il mio, che ho acquistato un anno e mezzo fa. Userò quello.

Chi ti accompagna?

Mi accompagnerà Chiara nei primi diciassette giorni. Poi mi accompagnerà Pietro per dieci giorni. Nell’ultima parte il tandem lo guiderà Laura.

Chiara è una mia cara amica che ho conosciuto con un post su Facebook l’anno scorso, proprio quando ho acquistato il tandem. Ho postato in diversi gruppi ciclistici cercando qualcuno che volesse condividere con me un giro in bici, e perché no, prima o poi anche un viaggio. Chiara è fra le persone che hanno risposto a uno di questi post. Da allora si è innamorata del tandem. Abbiamo fatto ormai diverse esperienze insieme in tandem e non solo. Guiderà il tandem nella prima parte del giro dell’Italia, utilizzando e finendo totalmente le sue ferie. Chiara fa parte anche del progetto Ragazze in tandem.

Pietro l’ho conosciuto poco tempo fa, un paio di mesi fa circa, l’ho conosciuto per caso ad una cena con il Rotary Club. Parlando del viaggio è venuto fuori che anche lui avrebbe fatto un suo giro dell’Italia con tappe diverse. Alla fine si è offerto di guidare il tandem per una decina di giorni.

Laura invece la conosco ormai da diversi anni. L’ho conosciuta a Firenze perché prima di trasferirmi a Milano ho vissuto un po’ di anni lì. Lei è da tanti anni impegnata nell’educazione di persone con disabilità di diverso tipo, in particolare con i non vedenti, a volte anche con qualche disabilità aggiuntiva. Anche lei recentemente si è appassionata al cicloturismo. Addirittura ha venduto l’auto per scegliere di andare solo in bici. Ha contribuito anche lei alla creazione del progetto Ragazze in Tandem.

Perché hai chiamato il tuo progetto L’Italia in tandem… alla cieca?

L’ho chiamato L’Italia in tandem… alla cieca, un po’ per fare dell’ironia, ma anche perché effettivamente mi sto muovendo un po' alla cieca. Perché è tutto nuovo per me, dal contattare associazioni, enti, ad essere intervistata così tanto, a dover fare presentazioni nei locali, registrazioni in tv. Insomma è tutto abbastanza nuovo, così come viaggiare per così tanto tempo. Quindi alla cieca anche per questo.

Dove dormirete? Quanti chilometri farete al giorno?

I chilometri giornalieri saranno circa una sessantina, poi in alcune tappe saranno ottanta, in altre quaranta. Questo per poter anche incontrare persone. Potevamo concludere il viaggio in minor tempo però non siamo velociste. Inoltre pedalando per un centinaio di chilometri al giorno non ci sarebbe stata la possibilità di fare anche degli incontri.

Quanto al giorno pedalerete? Che velocità pensate di tenere?

Non faremo più di quattro, cinque ore al massimo di pedalata al giorno. La velocità dipende un po’ anche dalla strada, però essendoci abbastanza asfalto potremmo toccare anche i quindici, venti chilometri orari. Poi se c’è da correre possiamo anche superarli.

Per quanto riguarda gli alloggi abbiamo deciso di non usare tende questa volta. Essendo il primo viaggio così lungo ho preferito optare per un letto comodo, anche perché non tutte le guide sono disposte a dormire in tenda per così tanto tempo. Ho preferito optare per alloggi comodi che però possono essere estremamente spartani. Infatti stiamo cercando di farci ospitare dove possiamo e qualcuno ci ha già offerto la sua disponibilità. Nel caso in cui non trovassimo chi ci ospita opteremo per alloggi il più economici possibile.

Quali obiettivi ti proponi con questo progetto?

Vogliamo sicuramente puntare a sensibilizzare sull’inclusione e sull’abbattere più barriere mentali e più stereotipi possibile rispetto ai ciechi e alle persone con disabilità in generale. Vogliamo contribuire a diffondere anche il cicloturismo accessibile. Dopo il giro ci occuperemo anche di progettare dei viaggi aperti a tutti, incontrando associazioni e enti per provare a smuovere un po’ le cose. Oltre a questo incontreremo anche associazioni ciclistiche, sportive in generale per cercare di creare anche una rete di piloti e copiloti di tandem a livello nazionale. Per fare questo abbiamo anche lanciato un sondaggio per vedere anche un pò qual è la situazione in Italia. Perché sappiamo che prima c’era un gran movimento sia agonistico che di cicloturismo. E vogliamo un po’ ricreare questo movimento, vogliamo condividere e far comprendere quanto questa passione per il ciclismo possa dare benefici a chi la pratica.

Perché dovrebbe dare dei benefici alle persone cieche e alle persone disabili in generale?

Intanto perché lo sport in generale fa sempre bene, non solo chiaramente a chi ha una disabilità. Questo non lo dico io, ma lo dicono ricerche di vario tipo. Intanto fa bene stare all’aperto e non stare su un divano rinchiusi in casa.

Aprirsi al mondo?

Sì. Quello per esempio che piace fare a me è stare in mezzo alla natura, sentire i profumi, i suoni, il terreno sotto le ruote come dico sempre. Vogliamo tirare fuori di casa le persone. Per carità, nessuno è obbligato a uscire di casa. Se qualcuno è felice di vivere sul divano ben venga. Però se queste persone vivono con frustrazione la loro condizione vuol dire che qualcosa non va. La soluzione può essere proprio uscire all’aria aperta, stare in mezzo alla natura. Bisogna provarlo.

Io ho sempre in mente questo mio momento di estasi in un ciclo viaggio dell’anno scorso. Ero praticamente nella riserva del Tombolo, vicino a Livorno. Ero in questa riserva naturale circondata da piante, che è vero che non vediamo ma si possono tranquillamente toccare, percepire. Senti che c’è del verde, degli alberi che sono alti, che c’è il rimbalzo del suono. Riesci a percepirli o puoi andare a toccarli fisicamente. Sentivi il cinguettio degli uccelli, altri animali che si muovevano silenziosamente fra le foglie, avverti i profumi di queste piante. C’erano diverse piante aromatiche. Tutto questo con il mare in sottofondo, sia il suono che il profumo. Ho vissuto questo momento davvero emozionante.

Sicuramente è sentirsi parte dell’universo, del tutto.

Tornando alla questione obiettivi, fra le altre cose abbiamo in mente di fare uscire più tandem possibile da scantinati e magazzini. Stiamo scoprendo che ce ne sono davvero tanti. Sono stati magari acquistati e adesso sono lì. Quindi vorremmo ridargli vita. Dietro al viaggio L’Italia in tandem… alla cieca c’è il progetto Ragazze in Tandem. È un progetto al femminile e ci teniamo a farlo rimanere tale. Un obiettivo è quello di spronare sempre più persone ad avvicinarsi al mondo del cicloturismo, ma in particolare donne che sono sono ancora una minoranza nel mondo, sia ciclistico che ciclo turistico.

Il vostro sarà un viaggio prevalentemente al femminile, due conduttori su tre sono donne. In un’epoca in un paese che sembra non amare le donne, considerati gli ultimi avvenimenti di cronaca, avete pensato a strategie particolari per tutelarvi durante il viaggio?

Sinceramente no. Non ho pensato a qualcosa di particolare. Perché il contesto in cui ci muoveremo è un contesto esente da rischi. Quindi non c’è la necessità di prendere particolari precauzioni.

Mi sembra che ci sia un grande impegno personale sia a livello economico che a livello di di progettazione mancando degli sponsor. Si gioca tutto sull’iniziativa personale?

Praticamente sì. Comunque abbiamo lanciato una raccolta fondi. Ci stanno arrivando anche delle piccole donazioni. Qualcosina abbiamo raccolto anche attraverso una cena al buio che abbiamo organizzato qualche mese fa a Milano. Se qualcuno avrà voglia ci sponsorizzerà strada facendo se il progetto piacerà. Però la maggior parte dei costi sono a nostro carico.

Dimmi qualcosa in più su Ragazze in tandem.

Le ragazze in tandem in realtà sono cinque. Siamo in cinque sparse per l’Italia. Siamo io, Chiara e Laura. Poi ci sono anche Giulia e Rossella. Io e Chiara viviamo a Milano.

Giulia e Rossella sono persone cieche?

Sì. Sono cieche. Laura e Rossella vivono a Firenze e Giulia vive a Venezia. Siamo cinque amiche accomunate da questa passione per il tandem. Vogliamo portare avanti iniziative con il tandem inteso come mezzo e come simbolo di inclusione. Oltre a tutti gli obiettivi che ti ho già citato c’è anche quello di promuovere imprese al femminile dislocate in Italia. In merito a questo Giulia e Laura questa settimana stanno pedalando lungo tutta la costa Toscana e andranno ad incontrare imprese prevalentemente al femminile, cercando di capire come ce l’hanno fatta, e capire come fare per sostenerci a vicenda.

Se la gente ci vuole seguire può farlo sui nostri canali social, che sono Facebook e Instagram.

Mi preme sempre esplicitare e specificare che, uno degli stereotipi che vogliamo abbattere è che, chi guida un tandem non è non deve essere una persona che porta a spasso una persona con disabilità, ma semplicemente condivide proprio un giro in bici o addirittura un viaggio. È un compagno di viaggio.

Spesso chi guida viene visto come qualcuno che sta facendo un'opera pia, del volontariato. Questa immagine la vorrei scardinare.

venerdì 15 settembre 2023

Un percorso sensoriale per il Giardino delle Rose di Firenze

Superando del 15/09/2023

FIRENZE. Situato a ridosso di Piazzale Michelangelo a Firenze, il Giardino delle Rose è un parco botanico con più di mille specie e trecentocinquanta tipi di rose antiche, che ospita anche una collezione permanente di opere dello scultore belga Jean-Michel Folon.

Recentemente nel Giardino è stato inaugurato un nuovo percorso sensoriale appositamente pensato per favorire l’accesso alla cultura alle persone cieche e ipovedenti. Il progetto è stato sviluppato dalla Cooperativa MARE (Musei-Accessibilità-Ricerca-Esperienza), realtà che si occupa di innovazione sociale in àmbito culturale con sede a Catania, e finanziato dal Comune di Firenze (il finanziamento rientra nell’àmbito del progetto Enjoy Respect & Feel Florence, uno dei cinque progetti finanziati dal Ministero del Turismo a sostegno delle Grandi destinazioni italiane per un turismo sostenibile–GDITS). Alla realizzazione hanno collaborato anche professionisti del territorio e Associazioni quali l’UICI di Firenze (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e Quartotempo Firenze.

Il percorso sensoriale è stato realizzato attraverso la predisposizione di uno specifico podcast volto a descrivere ai visitatori e alle visitatrici le bellezze naturalistiche e scultoree presenti nel Giardino. La loro descrizione avviene attraverso una narrazione in grado di coinvolgere attivamente il visitatore o la visitatrice. Le narrazioni sono state studiate con una modalità inclusiva, tesa ad appagare tutti gli utenti e non solo le persone con disabilità.

Per accedere ai podcast basta inquadrare con il proprio smartphone il QR-code posto all’ingresso del giardino. I contenuti sono fruibili gratuitamente tramite smartphone e auricolari. I podcast sono caricati su una piattaforma digitale, realizzata appositamente dalla Cooperativa MARE, con specifici accorgimenti di accessibilità, come la presenza degli screen reader (“lettori di schermo”), per agevolare la fruizione alle persone cieche, di testi ad elevato contrasto per le persone ipovedenti, di filmati sottotitolati per le persone sorde e di altre soluzioni tecnologiche utili ad agevolare la fruizione dei contenuti multimediali alle persone con disabilità, o semplicemente a coloro che hanno poca dimestichezza con le tecnologie digitali.

Tutto il percorso è stato studiato coinvolgendo di volta in volta diverse professionalità. L’individuazione delle rose da inserire nei cardini narrativi del percorso è stata operata dalla Cooperativa MARE assieme agli Angeli del Bello cui è affidata la cura del Giardino. Dal canto suo, l’UICI di Firenze ha contribuito a definire l’itinerario, mentre un gruppo di persone cieche dell’Associazione Quartotempo Firenze ha collaborato a testare e revisionare i contenuti del podcast.

«Puntiamo molto a fare scoprire o riscoprire luoghi della nostra città anche da chiavi e punti di vista diversi e, come in questo caso, a rendere sempre più fruibili e accessibili a tutti, residenti e visitatori, dei veri e propri tesori come il Giardino delle Rose», ha dichiarato Alessia Bettini, vicesindaca del capoluogo toscano e assessora alla Cultura e Turismo, in occasione della presentazione pubblica del percorso.

«Ogni progetto che realizziamo è pensato per abbracciare un’ampia platea di fruitori, che non comprende solo persone con disabilità – ha argomentato Francesca Merz, presidente di Cooperativa MARE –. Vogliamo infatti abbandonare una concezione di accessibilità che separa le diverse tipologie di visitatori, progettando percorsi che permettano a persone con diversi bisogni e competenze di poter visitare insieme spazi e luoghi culturali. Il percorso realizzato al Giardino delle Rose va proprio in questa direzione e si inserisce all’interno di una serie di iniziative che ci hanno portato a collaborare con diverse realtà come il Museo Casa Carducci di Castagneto Carducci, o il Comune di Altopascio con il quale abbiamo allestito in luglio una mostra su Banksy accessibile anche a persone cieche».

di Simona Lancioni

Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione. 

giovedì 14 settembre 2023

Le banche e le fondazioni bancarie promuovono la Carta Europea della Disabilità

Superando del 14/09/2023

In virtù di un protocollo d’intesa sottoscritto tra la Presidenza del Consiglio, l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e l’ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio), le persone con disabilità titolari della EU Disability Card, la Carta Europea della Disabilità, potranno accedere in via agevolata a servizi bancari e finanziari sul fronte bancario e, su un fronte comune, alle iniziative di carattere culturale e sociale promosse rispettivamente da soggetti bancari e dalle fondazioni di origine bancaria che aderiranno all’iniziativa.

Come abbiamo avuto più volte occasione di segnalare su queste stesse pagine, la Carta Europea della Disabilità rientra all’interno del progetto europeo EU Disability Card che ha come obiettivo il mutuo riconoscimento della condizione di disabilità fra i Paesi aderenti, allo scopo di facilitare l’accesso delle persone con disabilità a vari servizi, in un regime di reciprocità tra gli stessi Paesi dell’Unione Europea.

«Questa intesa – si legge nel sito dell’ABI – è volta alla promozione e valorizzazione della Carta Europea della Disabilità e si inserisce nel quadro dell’impegno congiunto di ABI e ACRI sui temi della tutela delle diversità e dell’accessibilità in favore delle persone con limitazioni funzionali . L’impegno per l’inclusione è infatti in linea con l’attività sia del mondo bancario sia delle fondazioni di origine bancaria e può essere perseguito anche mediante la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, utilizzato quale leva di sviluppo sostenibile e sociale, proprio attraverso iniziative dirette ai territori e alle loro comunità».

Questi dunque gli obiettivi del protocollo che l’ABI e l’ACRI si impegnano a rispettare a pubblicizzare anche attraverso i rispettivi siti istituzionali:

- favorire la diffusione della conoscenza della Carta Europea della Disabilità all’interno sia del mondo bancario sia delle fondazioni di origine bancaria, al fine di supportare e migliorare sempre più l’accessibilità e l’inclusione delle persone con limitazioni funzionali;

- con specifico riferimento al mondo bancario, facilitare la possibilità per i titolari della Carta Europea della Disabilità di usufruire, secondo le modalità individuate dagli intermediari aderenti al protocollo, di agevolazioni e modalità semplificate di accesso a prodotti o servizi bancari, anche attraverso specifici strumenti dedicati, nonché di fruire in modo agevolato delle proprie iniziative di interesse pubblico, anche culturali o dalla valenza sociale;

- con specifico riferimento alle fondazioni di origine bancaria, di supportare le persone in possesso della Carta Europea della disabilità, consentendo loro di fruire del patrimonio artistico e culturale di proprietà mediante specifiche agevolazioni per l’accesso ai propri spazi in cui siano allestite mostre o esposizioni temporanee ovvero alle proprie esposizioni museali, anche gestite da enti o società strumentali.

La Carta europea della disabilità viene rilasciata a tutti i soggetti con certificazione di handicap medio o grave e di non autosufficienza. Essa può essere richiesta all’INPS. Per conoscere gli ulteriori dettagli è possibile consultare a questo link la scheda esplicativa disponibile nel sito dell’INPS, o quella predisposta nel sito del Ministero per le Disabilità. (Simona Lancioni)

Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

martedì 12 settembre 2023

Gioco al Centro: inaugurazione nuovo parco giochi inclusivo - Milano, domenica 17 settembre alle ore 15:00

Domenica 17 settembre p.v. presso il Giardino Santa Maria alla Fontana (Via Cusio – Milano), si terrà l’inaugurazione della nona area giochi inclusiva del progetto “Gioco Al Centro”, dove prevediamo le seguenti presenze per il consueto saluto iniziale:

- Elena Grandi – Assessore al Verde di Milano

- Anita Pirovano - Presidente Municipio 9

- Maria Chiara Roti - Consigliera della Fondazione di Comunità Milano

- Laura Borghetto - Direttore Generale l’Abilità Onlus.

Ci saranno giochi, spettacoli e animazione per bambini.

Vi aspettiamo!

Bergamo a quattro zampe, nona edizione di “Corri Dog”, domenica 17 settembre

Bergamo, per un giorno, diventa città a quattro zampe con la presenza di cani “speciali”. Eroi di tutti i giorni che per migliaia di persone sono diventati i loro occhi e il loro “amico” fedele che gli permette di vivere in totale autonomia: di andare al lavoro, di prendere i mezzi pubblici, di viaggiare, di uscire con gli amici. Di avere una vita lavorativa e sociale come tutti. Saranno i cani guida i veri protagonisti di questa giornata di festa e di solidarietà.

L’appuntamento è per il 17 settembre quando Bergamo ospiterà la nona edizione di “Corri Dog”, una sorta di carica dei 101 aperta a tutti i cani di tutte le razze e di tutte le età. L’evento è stato organizzato dalla Pro Loco di Bergamo, con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Bergamo e del Comune di Bergamo, in collaborazione con diverse realtà associative che gravitano nel mondo della cinofilia.

Il ritrovo sarà alle 9,00 in piazza Dante . Alle 10 la partenza con un percorso (non competitivo) di circa di 3 km tra le vie del centro storico, e alle 11.30 la cerimonia di premiazione. Ma la festa proseguirà per il resto della giornata. Il pomeriggio dalle 14,30 esibizione delle scuole cinofile e in particolare saranno presenti gli addestratori dei futuri cani guida dei ciechi. La quota di partecipazione è di 10 euro, per ogni cane. Un’occasione per trascorrere una domenica mattina di primavera all’aria aperta con la famiglia e il proprio amico (ma anche amici) a quattro zampe. Naturalmente i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio, e i padroni dovranno essere muniti di sacchetto e paletta per raccogliere le deiezioni.

I fondi raccolti verranno devoluti all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Bergamo. Ad ogni partecipante verrà consegnata una pettorina numerata: chissà che al termine della camminata venga estratto il suo numero e possa portare a casa, anche un premio.

La manifestazione ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza che il cane guida ha per la persona con disabilità visiva. Purtroppo, ad oggi, la lista d’attesa per ricevere il cane guida è lunga e le scuole di addestramento devono anche fare i conti con le difficoltà economiche. Il tutto con ripercussioni negative per chi, non vedendo, si trova quindi a vedere compromessa la propria autonomia.

Inoltre, la giornata sarà l’occasione anche per far conoscere ai cittadini il progetto “puppy”: i cuccioli, futuri cani guida, che nei primi mesi di vita vengono dati in affidamento alle famiglie e poi, una volta raggiunto l’anno di età intraprendono il percorso di addestramento per diventare cani guida.

Offerta formativa per disabili visivi - Anno 2023-2024

A seguito dell'avviso di Città metropolitana di Milano per la realizzazione dell'iniziativa Emergo 2022 Bando MI0287-Azione di Sistema – “Accompagnamento all’inserimento lavorativo di persone con disabilità sensoriali” la Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano onlus comunica la propria offerta formativa in condivisione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia.

Nello specifico trattasi di 2 percorsi professionalizzanti:

- centralinisti telefonici come da L. 113/85;

- professioni equipollenti come da D.M. Salvi 10 gennaio 2000 - Operatore telefonico addetto alle Relazioni con il Pubblico;

Entrambi i corsi, della durata di 900 ore, si svolgeranno nel periodo ottobre 2023 – luglio 2024 (dal lunedì al venerdì nei seguenti orari: 9:00 – 12:00 e 13:00 – 16:00).

Sono previste inoltre attività individuali di allineamento di alcune competenze, propedeutiche ai corsi di formazione proposti.

Si evidenzia che, come da Bando, i requisiti richiesti per l’adesione sono:

  • stato di disoccupazione
  • residenza o domicilio nel territorio di Regione Lombardia

Si precisa che l’iscrizione ai corsi per centralinista telefonico privo della vista ed ai corsi per professioni equipollenti, come da Legge 113/85 e successiva Legge 138/2001, è riservata a:

Ciechi totali

  • coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi;
  • coloro che hanno la mera percezione dell'ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore;
  • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3 per cento

Ciechi parziali

  • coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, anche con eventuale correzione;
  • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10 per cento.

Ipovedenti gravi

  • coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, anche con eventuale correzione;
  • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30 per cento.

Come iscriversi

Le persone interessate ai corsi di formazione proposti devono confermare la propria adesione entro martedì 26 settembre 2023 scrivendo a: corsi.professionali@istciechimilano.it, in alternativa è possibile contattare telefonicamente la sig.ra Paola Monti al numero 02 7722 6240.

L’ordine preferenziale per la valutazione delle adesioni sarà l’ordine di arrivo delle stesse.

Successivamente le persone interessate saranno convocate per sostenere un colloquio di ammissione.

Tutti i dati forniti saranno trattati secondo la normativa vigente in materia di privacy e riservatezza.

Responsabile Formazione Francesco Cusati

Direttore Scientifico Franco Lisi