venerdì 30 luglio 2021

COMUNICATO STAMPA “LA PREVENZIONE NON VA IN VACANZA” dal 31 LUGLIO al 31 AGOSTO 2021

I.A.P.B. ITALIA Onlus e U.I.C.I. INSIEME PER PROTEGGERE LA SALUTE DEI NOSTRI OCCHI

C’è un fattore di rischio per gli occhi, spesso sottovalutato: “l’estate”.

Per contrastare l’elevata dannosità dei raggi UV e gli esiti spesso irritanti soprattutto per i nostri occhi, è fondamentale ricorrere ad una efficace e facile prevenzione, sia a tavola che attraverso la protezione con occhiali da sole e cappellino con visiera e l’adozione di presidi farmacologici o naturali per combattere arrossamenti, lacrimazioni, congiuntiviti o danni più severi spesso sottovalutati.… Per queste ragioni, riteniamo importante coinvolgere, sensibilizzare, informare e far conoscere a tutti, bambini, ragazzi, adulti e anziani, i rischi a cui esponiamo i nostri occhi soprattutto d’estate, e come possiamo proteggerli e prendercene cura…

La campagna “La prevenzione non va in vacanza” promossa e finanziata dalla Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità - IAPB Italia Onlus di cui il progetto in attuazione dalla Sezione UICI territoriale di Mantova, ha come obiettivi la tutela della salute dei nostri occhi e la salvaguardia della vista.

Le attività pensate si svolgeranno in collaborazione con Federfarma di Mantova, con alcuni specialisti, all’aperto in diversi ambienti e in situazioni eterogenee. Dirigenti e volontari UICI, saranno presenti con un gazebo contrassegnato dallo striscione della campagna IAPB e UICI “LA PREVENZIONE NON VA IN VACANZA”, per la distribuzione di materiale informativo e gadget.

Il materiale informativo sarà distribuito da Federfama anche nelle farmacie della provincia.

Gli eventi ad oggi confermati:

SABATO 31 LUGLIO e SABATO 21 AGOSTO dalle 9 alle 12.30, saremo presenti con un gazebo informativo a contatto con la cittadinanza presso lo spazio delle pescherie di Giulio Romano in Via Pescheria a Mantova;

GIOVEDÌ 5 AGOSTO, dalle ore 11.00 alle 15.30, incontreremo la cittadinanza presso le Piscine Dugoni a Mantova;

L’incontro con l'oculista Dott. Francesco Laudando e della biologa nutrizionista Dott.ssa Maria Chiara Bassi, previsto per martedì 3 agosto a Curtatone, verrà rinviato a probabilmente a mercoledì 11 agosto.

… ulteriori dettagli verranno forniti successivamente anche collegandosi al sito www.uicmantova.it

… STAY TUNED!!

PROTEGGIAMO INSIEME I NOSTRI OCCHI!!!

Si ringraziano per il patrocinio e la collaborazione il Comune di Mantova e il Comune di Curtatone;

Piscine Dugoni;

Federfarma Mantova;

Associazione Genitori Casa del Sole

Montagna per tutti. Dal CAI la scala di difficoltà dei sentieri accessibili

Mount Live del 30/07/2021

Redatta sulla base di dati oggettivi rilevabili, in analogia con quanto già in atto da tempo in ambito escursionistico. L’ambiente montano ha dimostrato le sue potenzialità rispetto al benessere degli individui: deve quindi essere una risorsa a disposizione di tutti, anche di chi convive con ridotte capacità motorie.

La ricerca sul territorio nazionale dell’esistenza di una classificazione già diffusa e condivisa di percorsi montani accessibili a persone con problemi motori ha dato esito negativo: da qui è nata la necessità di produrre una scala CAI delle difficoltà di itinerari accessibili, anche con ausili, sulla base di dati oggettivi rilevabili, in analogia con quanto già in atto da tempo in ambito escursionistico.

I parametri.

In particolare, i parametri utilizzati per classificare i sentieri accessibili sono la tipologia del percorso, le caratteristiche osservate in rapporto all’utenza (ad esempio la pendenza, la larghezza, il dislivello), la presenza di difficoltà oggettive e di notazioni che completano e caratterizzano il percorso.

Classificare un percorso non significa elencare situazioni difficili o di arduo superamento ma creare uno strumento di comunicazione che ha lo scopo di informare con esattezza e in maniera esaustiva coloro che si preparano a intraprendere un percorso o un’attività.

La scala di difficoltà è stata redatta dal gruppo di lavoro Montagnaterapia, con il supporto tecnico della Commissione Centrale e della Scuola Centrale per l’Escursionismo, e con il patrocinio e la collaborazione di realtà come la Fish, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, l’Antoi, l’Associazione Nazionale Tecnici e Ortopedici Italiani, la Sito, Società Tecnico Scientifica di Terapia Occupazionale, la SIMFER, Società italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, l’AIFI l’Associazione Italiana di Fisioterapia, la FAND, Federazione Nazionale delle Associazioni delle persone con Disabilità e la direzione regionale Piemonte dell’INAIL.

Allo stesso tempo La Struttura Operativa Sentieri e Cartografia del CAI ha fornito il suo parere sulla classificazione proposta ed in modo particolare sulle modalità per l’individuazione dei sentieri idonei, senza dimenticare la sicurezza degli stessi. È compito del Club alpino italiano rilevare, mappare e classificare i percorsi in base alla difficoltà e alla loro manutenzione, anche nell’ottica della conservazione del grado di accessibilità riscontrato.

Da anni, il Club alpino italiano usa la frequentazione della montagna come strumento per realizzare la piena inclusione delle persone con disabilità. Infatti, il Sodalizio ha collaborato a diversi progetti che utilizzano le escursioni di gruppo nelle Terre Alte a scopo riabilitativo – terapeutico ed educativo.

mercoledì 28 luglio 2021

Un giorno da cieca tra le vie di Aosta guidata dal radar di odori e rumori

La Stampa del 28/07/2021

La cronista bendata da due non vedenti ha provato le difficoltà quotidiane nel muoversi tra ostacoli di ogni genere. Tutto è azzerato e si perde ogni senso di orientamento. È una lotta continua anche contro piccole e grandi inciviltà.

AOSTA. Luca Casella e Giulia Oblach scendono dall'autobus 3 alle 16 e i primi a spuntare dalle portiere sono i loro bastoni bianchi. Siamo all'angolo di piazza Chanoux e hanno deciso di accompagnarmi bendata fino all'Arco d'Augusto. Un venerdì pomeriggio, fra dehors, furgoncini della nettezza urbana, turisti e «odori guida» per farmi provare cosa significa ad Aosta la quotidianità di un cieco, gli ostacoli che trova, la sua lotta contro l'inciviltà.

Luca conosce bene Aosta, ora ha 48 anni e ha perso la vista quando ne aveva 17. È fidanzato da quasi dieci anni con la giovane Giulia, una studentessa universitaria di fuori Valle a un passo dalla laurea, con cui presto andrà a vivere a Venezia. Giulia è schietta e gentile, sensibile al pari di Luca nel rispetto per gli altri. Sono entrambi ciechi, «basta con questo "non vedenti" o ipovedenti", siamo ciechi!» e sono autonomi, viaggiano in autobus, in treno, prenotano le vacanze su Booking, mandano messaggi, leggono il giornale, studiano, «insomma ciechi, mica alieni».

Luca mi benda all'imbocco di via Porta Praetoria, con un ultimo sguardo cerco di memorizzare tutto, poi l'immagine svanisce. Mi sembra impossibile poter avanzare fra la folla, Luca mi porge il braccio e iniziamo a camminare. Il suo bastone bianco, come un pendolo, sonda la strada anche per me. L'impressione è che si stia correndo, ed è sbagliata: «Stiamo andando molto lenti, io andrei di gran lunga più veloce».

Dietro di noi c'è Giulia, che consolida la sua conoscenza di una città che non le appartiene. Dopo pochi metri non so più dove sono, in compenso ho smesso di chiedermi come possa guardarci la gente. «Noi lo capiamo quando e come siamo osservati», mi spiega Luca. Sento un rumore metallico: «Ecco, è il primo dehors, te ne sei accorta? Dove ci sono sedie e tavolini la strada è più in pendenza. Basterebbe delimitarli con qualche ringhiera per renderci più facile la vita». Cambiamo direzione e Luca mi chiede se ho capito dove siamo: l'odore di kebab è inconfondibile. Cerco di ricordare dove si trovi con esattezza, ma non riesco: quando ci vedi non ne hai bisogno, Luca invece sa sempre dov'è e cosa c'è vicino a lui. Lo sento salutare uno dei tanti che lo conoscono. Qualche secondo dopo sulla strada per me ci sono solo puzza e rumore: è un furgone della nettezza urbana che sta svuotando i bidoni. Siamo fermi. Aspettiamo che finisca, presumo, accanto all'ingresso di un palazzo. Sembra che il tempo non passi mai. Poi il rumore finisce e proseguiamo: dopo poco mi arriva una leggera spallata da un passante, che Luca, che in questo momento è i miei occhi, non poteva prevedere. Mi chiedo chi sia più cieco dei ciechi. La puzza svanisce, sento che la via si sta aprendo, oltre qualche fioriera e quelli che a me sono sembrati infiniti dehors c'è aria, la pavimentazione è diversa. Siamo alla Porta Praetoria. Una signora ci dice «andate dritto, è qui, andate». Io non so quale passerella stiamo imboccando, e ora non lo sa nemmeno Luca: «Spesso questo genere di indicazioni, che nascono dai migliori intenti, ci disorientano - mi spiegherà una volta arrivati all'Arco -. Io volevo imboccare la passerella a sinistra, invece ci siamo ritrovati in quella di destra».

In via Sant'Anselmo c'è la canalina sulla pavimentazione a guidarci. È a tratti bagnata, Luca mi invita a fare attenzione perché lo ha capito dal rumore della punta del suo bastone. Poco dopo, un elicottero (del soccorso alpino forse?) ci costringe quasi a fermarci: «I rumori sono essenziali per noi, se non possiamo sentire i rumori perdiamo un punto di riferimento fondamentale, quindi quando sono coperti è meglio fermarsi». Mi concentro su quelli - quelli che sentirebbe un orecchio anche poco allenato - e sento il carillon di un negozio. Ora, più o meno, so dove sono. «Pensa, se ce lo tolgono sono guai!», scherza. Superiamo una fioriera - che mi sembra più ingombrante che mai - ed è Luca a spiegarmi che siamo arrivati «di fronte a sua maestà l'Arco d'Augusto». Sì ma dove? «Accanto alla pizzeria, non lo senti il profumo?». È finita. Scatto un selfie bendata, pessimo al contrario delle foto che Luca mi fa poco dopo con il cellulare e mi invia.

Mentre beviamo un caffè Luca e Giulia mi raccontano la loro vita. Sempre con gli occhi rivolti a me («per rispetto ed educazione, ci sembra più che normale») mi parlano di «accessibilità» farlocca, quella dei proclami per le passeggiate in montagna accessibili, dove però non esiste un modo per arrivare all'inizio del sentiero: «Se non c'è un mezzo che mi ci può portare devo farmi accompagnare, dove sta l'accessibilità?». Mi spiegano che pochi accorgimenti potrebbero dare un grande aiuto a loro, ma anche migliorare la fruizione ai servizi per tutti: «Hanno tolto la sintesi vocale esterna alle fermate dell'autobus perché dava fastidio a qualcuno - mi spiegano -. Noi possiamo anche chiedere, per carità, ma è una questione di civiltà. Per di più come servizio sarebbe utile anche a un turista che non sa dove si trova».

A volte basterebbe rivolgere all'altro lo stesso sguardo vivido di Luca e Giulia, per dare forma alla civiltà.

di Sara Sergi

martedì 27 luglio 2021

Una terapia genica per il glaucoma. Più vicino un trattamento che salvi la vista

HealthDesk del 27/07/2021

Il 77% delle cellule retiniche resta in funzione dopo aver simulato negli animali la degenerazione del nervo ottico causata dal glaucoma. I test comportamentali dimostrano che dopo 12 mesi dalla terapia la vista è buona. Lo studio su Cell.

Un nuovo studio su Cell apre la strada alla possibilità di una terapia genica per il glaucoma. La ricerca, sostenuta dal National Eye Institute (parte dei National Institutes of Health statunitensi), è ancora in fase pre-clinica ma gli esperimenti sugli animali sono promettenti: la terapia, testata su modelli di topi con glaucoma, protegge le cellule del nervo ottico e preserva la vista.

Il glaucoma consiste nella neuro-degenerazione irreversibile del nervo ottico, il fascio di assoni delle cellule gangliari della retina che trasmette segnali dall'occhio al cervello per produrre la visione. Il glaucoma è una malattia cronica e per tanto irreversibile, ma il danno alla vista può essere contenuto con interventi mirati. Le terapie attualmente disponibili puntano a rallentare la perdita della vista riducendo la pressione intraoculare eccessiva, un fattore di rischio presente nell’80 per cento dei casi.

Alcuni tipi di glaucoma però, definiti a a pressione intraoculare normale, progrediscono fino alla cecità nonostante la normale pressione all’interno dell’occhio. Ovviamente in questi casi la strategia terapeutica basata sulla riduzione della pressione non funziona. Così le terapie neuro-protettive rappresenterebbero una nuova opportunità di trattamento per quei pazienti che non possono beneficiare delle cure standard.

I ricercatori hanno individuato come target terapeutico la chinasi CaMK di tipo II, un enzima coinvolto nel funzionamento del sistema neuronale che regola i processi e le funzioni cellulari chiave in tutto il corpo, anche nelle cellule gangliari retiniche nell’occhio, le cellule da cui partono gli assoni che formano il nervo ottico. Finora però non era chiaro in che modo sfruttare le potenzialità di CaMKII per limitare i danni del glaucoma. L'inibizione dell’enzima, per esempio, in alcune condizioni può rivelarsi protettiva per le cellule gangliari della retina in altre dannosa. Gli scienziati hanno scoperto che la via di segnalazione del CaMKII veniva compromessa ogni volta che le cellule gangliari retiniche sono esposte a tossine o a traumi dovuti a una lesione del nervo ottico. E così hanno ipotizzato l’esistenza di una correlazione tra l'attività di CaMKII e la sopravvivenza delle cellule gangliari retiniche.

Proseguendo nelle indagini, hanno poi osservato che l'attivazione attraverso la terapia genica della CaMKII aveva un effetto protettivo sulle cellule gangliari della retina. A questo punto hanno testato la terapia genica sui topi sottoponendoli al trattamento poco prima dell’esposizione a sostanze tossiche che avviavano rapidamente il danno alle cellule e subito dopo lo schiacciamento del nervo ottico che provocava lo stesso danno, ma più lentamente. Gli scienziati hanno notato che alla maggiore attività della CaMKII corrispondeva una maggiore probabilità di conservazione delle cellule gangliari retiniche.

Tra i topi trattati con la terapia genica, il 77 per cento delle cellule gangliari retiniche era sopravvissuto 12 mesi dopo lo shock tossico rispetto all’8 per cento dei topi non trattati. Sei mesi dopo lo schiacciamento del nervo ottico, il 77 per cento delle cellule gangliari retiniche era rimasto intatto rispetto al 7 per cento del gruppo di controllo. Ma la vista era preservata?

I ricercatori hanno dimostrato con appositi strumenti che l’aumento dei tassi di sopravvivenza delle cellule gangliari della retina corrispondeva effettivamente a una maggiore probabilità di preservare la funzione visiva. Questo dato è stato confermato da tre test comportamentali. I topi trattati erano in grado di seguire gli stimoli visivi prodotti dallo schermo di un computer, sceglievano di posizionarsi in luoghi più sicuri dimostrando la capacità di distinguere gli oggetti anche in base alla forma e alla profondità e scappavano o si nascondevano quando dall’alto arrivava all’improvvisa una minaccia. I topi non trattati con la terapia genica non avevano le stesse reazioni.

«Se le rendiamo più resistenti e tolleranti agli eventi che causano la morte cellulare nel glaucoma, le cellule gangliari retiniche potrebbero essere in grado di sopravvivere più a lungo e mantenere la loro funzione», concludono i ricercatori.

Mostre e non vedenti, suggerimenti per una migliore fruizione

Roma Sette del 27/07/2021

Due docenti, di cui uno cieco dalla nascita, in visita al World Press Photo. Il consiglio: abbinare alle didascalie codici QR, per ascoltare storie e descrizioni

ROMA. Testaccio non è solo il cuore di una accogliente romanità: quest’anno è anche la “location” che consente di accedere al mondo nella sua multiforme vastità anche grazie al World Press Photo, in corso fino al 22 agosto al Mattatoio, che raccoglie le immagini finaliste dell’omonimo concorso di fotografia giornalistica. Alla mostra hanno dedicato una visita due docenti, Alessio Conti, cieco dalla nascita, che insegna filosofia, e la collega Maria Spoto.

Pur senza aver mai visto uno scatto, Conti è sempre stato attratto dalla capacità della fotografia di isolare, dal continuo fluire degli eventi, un frammento di vita per donarlo alla collettività. «Mai ho avuto questa impressione come visitando tale mostra – spiega -. Una vastità non solo geografica ma anche segnata dall’emergere di situazioni conflittuali non sempre al centro dell’attenzione mediatica. Si dischiudeva un orizzonte ignoto di foto fatte di parole, inquadrando suggestioni sospese tra attualità, cronaca e storia». Evocativa, per la sua capacità di cogliere un attimo, è a suo avviso l’immagine del ciclista fatto cadere e messo fuori competizione da un suo concorrente sleale, che ispira riflessioni sullo sport, sul valore della vita e delle regole. Altre immagini significative, quelle sulla società americana, «in cui il numero delle armi supera quello delle persone: sono stati descritti ambienti e situazioni di vita quotidiana rese abnormi dall’ingombrante presenza di armi di ogni sorta che, nella cultura del nemico, offrono ai singoli l’illusione di difendersi. Le molte immagini sul conflitto arabo-israeliano ricordano questa ferita mai rimarginata, tanto profonda che persino la paradossale modalità di generazione di un figlio da un padre recluso e una madre libera, in assenza di momenti di intimità, appare funzionale al perpetuarsi di una cultura d’odio».

In un periodo così particolare non possono mancare riferimenti al Covid. Lo è certamente la foto vincitrice, un’immagine – commentano Conti e Spoto – «che mostra l’abbraccio filtrato dalla plastica tra un’anziana e un’operatrice sanitaria. Anche l’ambiente non è stato risparmiato dall’epidemia, in uno scatto in cui un tritone nuota accanto a una mascherina».

Dai due docenti arriva un suggerimento. «Oggi i disabili visivi usano gli smartphone – sottolinea Conti -, si potrebbero abbinare alle didascalie codici QR che consentano di ascoltare le storie ed una dettagliata descrizione della foto, che senza indugiare su particolari poco significativi, enuclei gli elementi essenziali in modo da non ingombrare lo spazio dell’interpretazione». «Chi ascolta deve farsi una propria opinione degli ambienti descritti – dice Spoto -, il mio puntodi vista deve semplicemente offrire un’immagine, non la sua interpretazione o la suggestione di un’emozione, quella è personale. Con simili semplici rimedi, il non vedente potrebbe comunque accedere all’opera complessiva, elaborando egli stesso un’idea di quanto gli viene proposto».

di Angelo Zema

lunedì 26 luglio 2021

Contro i falsi miti: il sito "Le lenti del pregiudizio" lancia una nuova rubrica

Redattore Sociale del 26/07/2021

BOLOGNA . Si chiama "Pregiudizi: pensieri e parole" la nuova iniziativa proposta dal blog "Le lenti del pregiudizio", ideato e curato da Katia Caravello, giornalista cieca, con Carlo Duò e Daniela Fordalisi, anche lei con disabilità visiva. Obiettivo del progetto è "fare cultura su quei temi che sono frequentemente oggetto di pregiudizi e stereotipi", ispirandosi ai "valori espressi nella Carta di Assisi e, parlando di disabilità, nel Decalogo della buona informazione sulla disabilità di Franco Bomprezzi".

La nuova rubrica, "Pregiudizi: pensieri e parole", si pone come "spazio in cui approfondire temi delicati attorno ai quali insistono pregiudizi e stereotipi che fanno male, non solo a chi ne è oggetto, ma alla società nel suo complesso - spiega Caravello - Lo faremo dialogando con esperti, giornalisti e raccogliendo voci di strada, singoli cittadini e reti sociali. Il nostro intento è quello di farne un appuntamento regolare, da trasmettere dall'autunno in diretta sui nostri canali social".

Nel "numero zero" della rubrica, il cui video è pubblicato sul canale Youtube del blog, "si è parlato di come si diffondono pregiudizi e stereotipi e di come influenzano la vita dei singoli e della collettività - riferisce Caravello - riflettendo anche sul ruolo giocato dai media. In questa prima puntata abbiamo sentito Pina Lalli, professore ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l'Università di Bologna e curatrice dell'Osservatorio di ricerca sul femminicidio, e Chiara Ludovisi, redattrice dell'agenzia Redattore Sociale.

Il progetto, le "lenti".

"Le lenti del pregiudizio è un luogo virtuale in cui si parla di benessere psicologico e salute mentale, di tossicodipendenza e dipendenze patologiche, di disabilità, di minoranze etniche e religiose, di orientamenti sessuali, di questioni di genere e di tanto altro - spiega Caravello - I temi vengono trattati in modo semplice, ma non semplicistico, al fine di sfatare falsi miti, smontare pregiudizi e superare stereotipi, raccogliendo la voce dei protagonisti e il parere degli esperti (docenti universitari, psicologi, medici, psichiatri e così via). La nostra mission - conclude Caravello - è combattere pregiudizi e stereotipi dove fanno più danni, con gli strumenti della scienza e della conoscenza. Crediamo che questa sia l'unica strada per liberarsi di quelle lenti che, indossate inconsapevolmente, deformano la realtà, influenzando opinioni, scelte e relazioni interpersonali".

Insieme a Katia Caravello, dello Staff redazionale fanno parte stabilmente Daniela Fiordalisi e Carlo Duò. Il progetto ha ottenuto il sostegno di diverse realtà culturali ed associative: l'associazione culturale Firstmaster di Roma, Ebookecm e Ebookscuola, l'Istituto Luigi Configliachi per minorati della vista di Padova, l'associazione GiULia ( GIornaliste Unite LIbere Autonome di Roma), l'Associazione fra professionisti Extrafondente di Bologna, l'associazione culturale EOS di Bologna.

Insegnanti di sostegno, a due mesi dal ritorno a scuola non si sa quanti ne saranno assunti

Il Fatto Quotidiano del 26/07/2021

Secondo la Cisl scuola, serviranno 90mila docenti specializzati per gli alunni disabili, ma ce ne saranno solo 50mila. Unica certezza, gli 11mila a tempo determinato (un anno) previsti da un emendamento M5s al decreto "Sostegni bis". Ciriaci (Misos): "Al Sud poche cattedre e molti docenti, al Nord molti posti scoperti".

ROMA. Mancano meno di due mesi alla ripartenza della scuola, ma a oggi ancora non si sa quanti saranno i docenti di sostegno con specializzazione che saranno assunti a tempo indeterminato dallo Stato. L’unica certezza è che grazie a un emendamento all’articolo 59 del decreto Legge “Sostegni bis” presentato da Vittoria Casa (5Stelle) e approvato dalla commissione bilancio della Camera, 11mila docenti specializzati avranno la cattedra a tempo determinato e dopo l’anno di prova potranno diventare di ruolo.

A detta della Cisl Scuola all’inizio del prossimo anno avremo bisogno di 90mila docenti per i disabili, ma ci saranno solo 50 mila insegnanti specializzati. Il resto saranno tutti maestri e professori “in deroga” ovvero precari che non potranno assicurare la continuità didattica ai ragazzi. Nemmeno i 22 mila posti resi disponibili dal ministero dell’Università per i corsi universitari volti al conseguimento della specializzazione risolveranno il decennale problema della mancanza di maestri e professori “esperti”.

A spiegarci il perché è Ernesto Ciriaci, presidente del “MiSoS”, Movimento insegnanti di sostegno specializzati: “Ancora una volta i posti per i corsi sono soprattutto al Sud dove ci sono poche cattedre e molti docenti specializzati a differenza del Nord dove ci sono molti posti, ma troppi sono scoperti. Non basta dire che sono stati messi a disposizione 22mila posti ma bisogna analizzare i dati. Nelle regioni settentrionali sono disponibili poco più di 3,3 mila posti dei 22 mila totali, mentre nel Mezzogiorno ce ne sono 12,8mila (quasi il 60%)”.

Una questione sollevata anche dalla Cisl Scuola. Confrontando il numero dei posti vacanti e quello di chi sta frequentando il quinto ciclo di Tfa si ha chiaro come manchi una efficace e razionale programmazione dei percorsi formativi. Al Nord a fronte di 19.286 posti vacanti ci sono solo 3.210 studenti in tfa; al Centro su 7.113 cattedre vuote tfa sono 5.970 e al Sud dove gli insegnanti specializzati mancanti sono 4.532, i posti in tfa sono 10.035.

I 22 mila posti per i corsi sono la prima tranche dei 90 mila posti autorizzati dal ministero dell’Economia che andranno a regime nel 2024. Ai corsi si accede a domanda e con il superamento di una prova selettiva. Il 20 settembre inizieranno i candidati della scuola dell’infanzia; seguiranno il 23 quelli della primaria; il 24 quelli delle medie e infine, il 30 gli aspiranti delle superiori.

Su questo tema Giovanni Merlo, direttore della Lega per i diritti e la dignità delle persone con disabilità solleva un’altra questione: “Siamo soddisfatti dell’aumento del numero di insegnanti specializzati previsto, ma va assicurata la continuità didattica ai ragazzi. Da anni chiediamo un vincolo sulle cattedre di sostegno per evitare il facile passaggio al posto comune. Un meccanismo che crea un turn-over di docenti che mette in crisi la qualità dell’insegnamento e l’autorevolezza stessa della figura del docente di sostegno”.

Per quanto riguarda gli undici mila docenti che troveranno posto grazie all’emendamento della deputata Casa, i neoassunti avranno un incarico a tempo determinato durante il quale svolgeranno il percorso annuale di formazione iniziale e prova. Al termine del percorso, i docenti in prova saranno sottoposti a valutazione da parte del preside, sentito il comitato di valutazione e sulla base dell’istruttoria di un docente al quale saranno state affidate dal dirigente le funzioni di tutor. Chi supererà la prova avrà il diritto alla conferma in ruolo. Per gli assunti in prima fascia delle Gps (graduatorie provinciali e di istituto per le supplenze) è prevista un’eccezione: dopo la valutazione, i candidati dovranno fare anche una prova disciplinare davanti ad una commissione formata da membri esterni.

Intanto in viale Trastevere si attendono risposte dal Mef: si parte da una base di 30mila posti. La copertura di queste cattedre vacanti dipende da quanti sono già oggi in graduatoria tra concorsi precedenti, quelli appena conclusi e graduatorie ad esaurimento con la specializzazione. A seguire saranno assunti i docenti che hanno fatto i concorsi straordinari con le procedure previste dal decreto “Sostegni Bis”. Bisognerà, inoltre, fare i conti con le decisioni di quegli insegnanti che all’atto dell’assunzione si troveranno su più graduatorie e con le assegnazioni provvisorie che sposteranno le persone.

di Alex Corlazzoli

sabato 24 luglio 2021

DALLA SEZIONE UICI DI COMO: WEEK END SULL’ALTO LAGO E VALTELLINA - SABATO 18 E DOMENICA 19 SETTEMBRE 2021

Prenotazioni entro i primi giorni di agosto.

Costeggiando il nostro Lago, scopriremo il museo della Barca, Cantine valtellinesi, il caseificio del Bitto, il Ponte nel Cielo e il Museo della Moto Guzzi

1° GIORNO: LECCO/COMO – PIAN DI SPAGNA – VAL GEROLA - MORBEGNO - ARDENNO

Ritrovo dei partecipanti a Lecco Piazza Stazione alle ore 7.30 e alle ore 8.30 a Como Rebbio, partenza con Pullman Gt alla volta del Museo della Barca Lariana a Pianello del Lario, 2 millenni di storia nautica sul Lago di Como. Visita Guidata all’interno del Museo. Al termine della visita trasferimento del gruppo verso la zona dell’alto Lario, per un ottimo pranzo a base di pesce nella zona della riserva naturale Pian di Spagna.

Nel pomeriggio proseguimento delle visite con visita alla casera dello Storico Ribelle (Bitto) in Val Gerola e successivamente sosta nel centro di Morbegno per la visita ad una bottega storica e alle sue famose cantine, possibilità di una piacevole passeggiata nel centro di Morbegno, al termine trasferimento del gruppo in Hotel, sistemazione nelle camere riservate con servizi privati, cena con menù ricco di piatti tipici del territorio e pernottamento (presso Hotel la Brace).

2° GIORNO: ARDENNO – PONTE TIBETANO – MANDELLO DEL LARIO- COMO/LECCO

Ottima prima colazione abbondante in Hotel, in mattinata partenza alla volta della Val Tartano, per vivere un esperienza unica passeggiando sul Ponte nel Cielo, il Ponte Tibetano sospeso ad olte 140 mt d’altezza. Al termine di questa meravigliosa esperienza, spostamento del gruppo nella zona di Colico, per il pranzo in Ristorante. Nel pomeriggio visita guidata con ingresso al Museo della Moto Guzzi di Mandello del Lario che quest’anno festeggia i 100 anni. Al termine, tempo permettendo piacevole passeggiata sul lungo lago e rientro a Lecco e Como nel tardo pomeriggio / prima serata.

Quota di Partecipazione: min 15 paganti 250.00 euro

Supplemento singola + 25.00 euro

La Quota Comprende:

Viaggio a/r in Pullmino Gt da max 20 posti – Pensione completa con Bevande incluse dal pranzo del primo giorno al pranzo dell’ultimo giorno – Visite guidate all’interno dei Musei – Visita alle Cantine e al Caseificio – Biglietto d’ingresso al Ponte Tibetano – Assicurazione sanitaria e Bagaglio – Tassa Soggiorno.

La Quota non Comprende:

Mance ed extra di carattere personale e tutto quanto non espressamente indicato alla voce La Quota Comprende.

PRENOTAZIONI ENTRO I PRIMI GIORNI DI AGOSTO

CON ACCONTO DI 50.00 EURO

SALDO I PRIMI DI SETTEMBRE

n.b. indicare in fase di prenotazione eventuali allergie o intolleranze alimentari.

Per ulteriori informazioni circa le modalità di prenotazione, si prega di contattare la Sezione UICI di Como:

Tel. 031 / 57 05 65

e-mail uicco@uici.it

Dalla Sezione UICI di Lecco: SULLE ORME DEL POETA DANTE ALIGHIERI - TOUR CULTURALE TRA IL CASENTINO, AREZZO, FIRENZE E IL VINO NOVELLO DI MONTEPULCIANO

DAL 10 AL 13 SETTEMBRE 2021. PRENOTAZIONI ENTRO IL 30 LUGLIO 2021.

1° GIORNO: LECCO – AREZZO

Ritrovo dei partecipanti alla stazione ferroviaria di Lecco verso le ore 6.00 / partenza ore 6.15 e partenza con il Pullman GT alla volta della Toscana, arrivo nella citta’ di Arezzo, pranzo in ristorante e tutto il pomeriggio sarà dedicato alla visita e alla scoperta della bella citta’ di Arezzo con l’ausilio della ns guida locale, si partira’ dal Duomo, la piazza principale, la chiesa di San Domenico e molto altro ancora. Al termine delle visite pomeridiane, trasferimento in Hotel 4*, sistemazione nelle camere riservate, cena e pernottamento.

2° GIORNO: INTERA GIORNATA A FIRENZE

Prima colazione in Hotel e trasferimento a Firenze, incontro con la guida, intera giornata di visite ad una delle città piu’ belle e ricche d’Italia, l’ingresso in citta’ avverra’ con una comodissima e velocissima tramvia recentemente inaugurata per portare i turisti nel cuore cittadino. Rcordiamo che Firenze è quasi completamente pedonale per tutto il nucleo storico. Partenza dalla basilica di Santa Maria Novella e proseguimento verso il Duomo, il Battistero e tutto il nucleo antico, sosta per il pranzo in ristorante. Nel tardo pomeriggio rientro verso l’hotel con il ns autobus. Cena e pernottamento in Hotel.

3° GIORNO: INTERA GIORNATA NEL CASENTINO

Prima Colazione in Hotel, intera giornata dedicata alla visita della zona collinare chiamata il casentino, incontro con la guida per inizio della visita al Castello di Poppi, luogo in cui Dante si esiliò ed al suo borgo annesso con la Pieve. Sosta per il pranzo in ristorante in fase di escursione, nel pomeriggio proseguimento poi anche al Castello di Romena, dove il sommo poeta ebbe l’ispirazione per il suo cantico dell’inferno. Rientro in hotel prima di cena e pernottamento.

4° GIORNO: AREZZO – MONTEPULCIANO

Prima colazione in Hotel, In mattinata rilascio delle camere e partenza verso le colline di Montepulciano, incontro con la guida e visita ai luoghi simbolo dell’antico Borgo ed al Tempio di San Biagio, posizionato in un’area estremamente verdeggiante e paesaggistica. Al termine Pranzo in ottimo ristorante, Agriturismo ai piedi di Montepulciano, Luogo storico che conserva ancora oggi una delle più antiche cantine di Montepulciano. Il pranzo dell’arrivederci si effettuerà proprio qui in questo luogo antico. Al termine prima del viaggio di rientro per chi lo desidera ci sarà anche la possibilita’ di acquisto di quanto degustato a tavola tutto prodotto dall’azienda famigliare, doc e bio, dalle marmellate, al vino ai formaggi e dolci ecc….

Viaggio di rientro con arrivo previsto a Lecco in serata verso le ore 21.30 / 22 c.a..

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

MIN. 30 PAGANTI 480.00 EURO

SUPPLEMENTO SINGOLA 80.00 EURO

LA QUOTA COMPRENDE:

• Viaggio a/r in Pullman Deluxe Gt

• 3 notti in soggiorno presso Hotel 4* ad Arezzo

• Trattamento di Pensione Completa dal pranzo del 1° giorno al pranzo dell’ultimo giorno

• Bevande incluse ai pasti

• Ottimi menù curati e ricercati con prodotti tipici del territorio

• Servizio guida turistica per tutti i giorni di visite indicate

• Servizio Auricolari a noleggio per ogni cliente

• Biglietto della Tranvia Fiorentina

• Biglietti d’ingresso necessari ove non è possibile applicare la riduzione disabili

• Assicurazione sanitaria e bagaglio

• Tasse e percentuali di servizio

• Accompagnatore dell’Agenzia Vecchie Mura Viaggi di Lecco

LA QUOTA NON COMPRENDE

• Mance ed extra di carattere personale

• Tassa di soggiorno

• Tutto quanto non espressamente indicato alla voce “La quota Comprende”

Prenotazione entro il 30 luglio 2021 presso la sezione UICI Lecco 0341.284328 - Acconto € 180,00 da effettuarsi al momento della nostra conferma di effettuazione gita - Saldo entro fine agosto pv

N.B.: in fase di prenotazione è necessario portare a conoscenza dell’organizzazione eventuali allergie o intolleranze alimentari e altre richieste particolari.

In fase di prenotazione informare della presenza di cani guida (i nostri hotel e i nostri ristoranti accolgono senza alcuna restrizione i nostri amici animali)

Precisiamo, come a voi è già noto per tutte le nostre iniziative, che è indispensabile l'iscrizione di un accompagnatore per 1 o 2 soci al fine di non dover chiedere l'assistenza personale ad altre persone partecipanti alla gita.

L’ordine del programma di visite potrebbe per necessità di disponibilità di prenotazione subire delle variazioni, senza interferire nei contenuti.

Disabilità: per i ciechi bastone che 'dialoga’ con la città

Agenzia ANSA del 24/07/2021

TRIESTE. Si chiama LETIsmart ed è un dispositivo applicato al tradizionale bastone bianco per ciechi che permetterà ai disabili visivi di orientarsi e interagire con l'ambiente urbano muovendosi in autonomia. Un sistema collocabile in incroci, semafori, fermate dell'autobus, uffici, negozi ma anche siti turistici, ospedali, scuole, applicato per la prima volta a Trieste, dove il dispositivo è stato ideato e adottato e da cui parte l'implementazione nazionale per volontà dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (Uici), che ha assunto LETIsmart come standard di riferimento nazionale sottoscrivendo oggi un Accordo per lo sviluppo con la triestina SCEN.

Un microchip di 8 grammi consente di mettere in comunicazione il bastone bianco con mezzi pubblici e semafori, di orientarsi in negozi, scuole, uffici, lavori in corso. Il dispositivo si avvale di un altoparlante integrato ed è stato ideato da Marino Attini, esperto di elettronica ipovedente, e realizzato come progetto etico dalla SCEN, azienda leader nel mondo per la prototipizzazione snella con microcomponenti elettronici.

L'UICI, che rappresenta circa 2 milioni di ciechi e ipovedenti, ha supportato le fasi iniziali del progetto per poi validare la tecnologia come standard di riferimento nazionale. Presto LETIsmart sarà disponibile a Mantova e Como, il sito turistico di Paestum, e altri luoghi.

"Con questo sistema l'autonomia dei ciechi fa un passo avanti notevole - ha commentato il Presidente dell'UICI Mario Barbuto - La tecnologia è una delle chiavi più importanti per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità visiva, da affiancare agli elementi tradizionali, che restano insostituibili".

"Una città a misura per le persone diversamente abili è una città a misura per tutti", ha affermato il Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza.

giovedì 22 luglio 2021

Glaucoma, nuovo test genetico 15 volte più efficace

La Stampa del 22/07/2021

Un nuovo studio pubblicato su Jama Ophthalmology mostra l’efficacia di un test genetico che si esegue su un campione di sangue o di saliva per individuare soggetti a rischio di glaucoma.

Più efficace di ben 15 volte rispetto ai test genetici già esistenti nell'identificare soggetti ad alto rischio di glaucoma. È la promessa di un nuovo test genetico le cui caratteristiche sono state analizzate in uno studio appena pubblicato su Jama Ophthalmology e realizzato grazie ad una collaborazione internazionale tra la Flinders University, il QIMR Berghofer Medical Research Institute e altri partner di ricerca in tutto il mondo che lavorano da anni per identificare i fattori di rischio genetici per il glaucoma, patologia che rappresenta la causa principale di cecità in tutto il mondo. In Italia ne soffrono 800mila persone, di cui il 2,5% ha oltre 40 anni di età.

Come si fa diagnosi di glaucoma

Il glaucoma è una malattia asintomatica: il paziente non si accorge di esserne affetto e lamenta sintomi molto vaghi come visione di aloni e urto di oggetti. Proprio per questo è difficile fare una diagnosi precoce. Ma come si fa attualmente una diagnosi? "La diagnosi clinica di glaucoma - spiega Luciano Quaranta, già ordinario di Malattie dell'apparato visivo dell'Università di Pavia e membro del consiglio direttivo della Società Oftalmologia Lombarda - è basata sulla goniosocopia per identificare il glaucoma ad angolo aperto e da chiusura d'angolo e sulla tonometria, cioè la misurazione della pressione intra-oculare".

Altri esami utili sono l'oftalmoscopia, cioè l'osservazione della testa del nervo ottico e la perimetria, cioè la valutazione del danno funzionale della capacità visiva spaziale. "Queste quattro indagini semeiologiche eseguite dall'oculista - prosegue Quaranta - permettono di fare una diagnosi accurata di glaucoma". E la diagnostica high-tech come l'Oct e l'Oct dell'angolo irido-corneale? "Può essere utile - risponde lo specialista - ma non fondamentale e solo complementare per una corretta diagnosi della malattia".

Uno strumento per lo screening

Secondo il principale autore dello studio su Jama, il professor Jamie Craig della Flinders University, questa nuova ricerca evidenzia il potenziale che il nuovo test genetico può avere per lo screening e la gestione del glaucoma. "Attualmente i test genetici non rientrano nella routine della diagnosi e della cura del glaucoma, ma questo test ha il potenziale per cambiare la situazione. Ora abbiamo la possibilità di iniziare a testarlo negli studi clinici", afferma l'oculista Craig che gestisce anche un programma internazionale di ricerca sul glaucoma presso la Flinders University, finanziato dal National Health and Medical Research Council australiano.

I risultati dello studio

Gli ultimi risultati presentati sulla rivista Jama hanno valutato le prestazioni dei test genetici su 2507 pazienti australiani con glaucoma e 411.337 individui con o senza glaucoma nel Regno Unito. Si stima che un australiano su 30 alla fine svilupperà il glaucoma, molti dei quali vengono diagnosticati tardivamente a causa della mancanza di sintomi. Il nuovo test, eseguito su un campione di sangue o saliva, ha il potenziale per identificare individui ad alto rischio prima che si verifichi una perdita irreversibile della vista. I membri del team di ricerca stanno anche lanciando una società spin-out per sviluppare un test accreditato da utilizzare negli studi clinici, con il reclutamento dei pazienti che dovrebbe iniziare nel 2022.

A che punto è la ricerca

Il glaucoma è una malattia in cui sono coinvolti più fattori di rischio. Ma al di là di questo studio, a che punto sono i test genetici per la diagnosi? "Non esiste un singolo biomarker specifico per il glaucoma e la diagnosi implica la valutazione delle caratteristiche cliniche della malattia", chiarisce Quaranta. "Sono stati identificati più di 100 geni correlati all'aumento del rischio di un soggetto di sviluppare glaucoma. La valutazione di un punteggio di rischio poligenico può permettere l'individuazione più precoce della malattia e dare un 'punteggio’ di severità di evoluzione della malattia stessa. Ad oggi però tranne che per il glaucoma congenito (gene CYP1B1), non esistono test genetici in grado di fare una diagnosi della malattia".

L'importanza della diagnosi precoce

Una volta diagnosticato, diverse opzioni di trattamento possono rallentare o arrestare la progressione della perdita della vista del glaucoma. "La diagnosi precoce di questa patologia può portare ad un trattamento salva-vista e le informazioni genetiche possono potenzialmente darci un vantaggio nel fare diagnosi precoci e prendere migliori decisioni terapeutiche", afferma Owen Siggs, specialista presso la Flinders University in South Australia e l'Istituto di ricerca medica Garvan di Sydney.

Concorda pienamente anche il professor Quaranta: "Oggi siamo in grado di fare una diagnosi sempre più precoce della malattia e di gestirla in maniera ottimale mediante trattamenti farmacologici, laser e chirurgici. Essendo però il glaucoma una malattia totalmente asintomatica nelle fasi iniziali, è di estrema importanza che vengano condotte campagne di sensibilizzazione per indurre la popolazione ad eseguire una visita oculistica almeno all'insorgenza della presbiopia che generalmente insorge verso 40/45 anni di età. Purtroppo, il danno causato dal glaucoma è irreversibile e quindi più precoce è la diagnosi e maggiori saranno le possibilità di evitare disabilità visive".

di Irma D’Aria

Riccardo, 10 anni, privo di vista, va in kayak Gareggia con i vedenti e conquista il podio

Messaggero Veneto del 22/07/2021

PORDENONE. Riccardo, originario del Sanvitese, è un bambino di dieci anni non vedente dalla nascita. Nonostante questo limite, dimostra ogni giorno che si può essere come gli altri, più degli altri, spesso anche divertendosi di più. Lui lo può fare grazie alla sezione di Pordenone dell'Unione ciechi e ipovedenti e al Gruppo Kayak canoa Cordenons Asd che hanno messo in piedi un progetto il cui regista è Mauro Baron, tecnico di grande esperienza che non per nulla è stato l'allenatore di Daniele Molmenti, campione olimpico di kayak a Londra 2012. Il piccolo Riccardo sale sui podi con i suoi amici vedenti, perché è con loro che vuole gareggiare e perché la mancanza della vista l'ha trasformata in una opportunità di sviluppo e potenziamento degli altri sensi da suscitare stupore.

Il progetto, racconta Baron, ha mosso i primi passi l'anno scorso, nonostante la pandemia. «Puntavamo a una inclusione vera e propria, facendo gareggiare vedenti e no insieme. Anche grazie a un allenamento al buio, così gli amici si rendono conto che cosa prova Riccardo quando pagaia. Si impara così a condividere la disabilità e le soluzioni che il non vedente trova». Il bambino, infatti, non utilizza le canoe sicure della categoria con disabilità, ma quelle di velocità, molto instabili, per dimostrare che si può.

«La cecità non impedisce di fare le cose, oltre i pregiudizi e i sentito dire». Di norma si pagaia in tandem, non vedente e vedente insieme, come in bicicletta, Riccardo no.

Ha imparato a distinguere i luoghi, grazie a una mappa tattile conosce ogni dettaglio del lago della Burida, dove si trovano il pontile e le boe. In base al calore del sole sulla guancia si orienta, l'istruttore (anche il padre ha accettato di fare il percorso guida), che lo segue a una decina di metri di distanza, lo invita a rallentare o accelerale, a dare due colpi a destra piuttosto che uno a sinistra per mantenersi in linea.

Messa alle spalle l'emergenza Covid, quando l'Italia cominciava a dipingersi di bianco, è partito il progetto. Una lezione in una piscinetta per riconoscere le forme e le dimensioni del kayak, un'altra per riconoscere il territorio grazie all'accompagnatore che lo descrive metro per metro («ha ridisegnato un lago che se lo sovrappone alla mappa di Google è praticamente identico»), quindi la scelta dell'attrezzatura e via, sul lago, con gli allenamenti, almeno due volte alla settimana.

Tanti allentamenti, dunque, tanto divertimento, sino alle prime gare, da un paio di mesi a questa parte, a San Giorgio di Nogaro, dove ha corso con i vedenti in due manifestazioni regionali. «Nella prima gara l'ho richiamato a correggere la direzione un paio di volte. Nella seconda, invece, non c'è stato bisogno di richiamarlo: 200 metri perfetti».

Lui si è divertito tanto, gli altri bambini hanno fatto il tifo per lui. «Speriamo - conclude Mauro Baron - che Riccardo possa essere di esempio e stimolo per altri bambini».

Riccardo dimostra che nulla è impossibile.

di Enri Lisetto

martedì 20 luglio 2021

Il lockdown triplo di chi non può vedere nè sentire

Buone Notizie/Corriere della Sera del 20/07/2021

Tutti abbiamo patito l'isolamento, la mancanza di contatti e di comunicazione nei momenti peggiori della pandemia. L'impatto però è stato incomparabilmente più violento per chi, quell'isolamento. in parte già lo viveva e con il Covid ha dovuto subirne una pesante dilatazione. Due milioni di persone con disabilità neurosensoriali - ciechi sordi e sordociechi hanno visto complicarsi in modo drastico la loro vita quotidiana. Il problema è stato messo in evidenza dall'inapp, l'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche, che ha condotto uno studio su un campione di 166 persone (109 con disabilità uditiva e visiva) aderenti a Lega del filo d'oro, Unione italiana ciechi, Fiadda Umbria Onlus, Istituto Statale Sordi. Affrontiamo la sordità insieme e Associazione portatori di impianto cocleare.

Contatti

Basti pensare a quali problemi possa aver creato l'obbligo della mascherina per chi comunica osservando il labiale, o il non poter avere contatti fisici per persone con disabllità visiva, per le quali la presenza di un accompagnatore a cui affidarsi è fondamentale. Secondo l'indagine lnapp la preoccupazione per il contagio e il ricovero in ospedale è stata avvertita dal 41,5 per cento di chi ha una disabilità visiva, mentre un po' meno ne ha risentito chi soffre di disabilità uditiva (il 37,5 per cento). Dopodiché alla preoccupazione vanno aggiunti i danni concreti effettivamente subiti, su un fronte non sanitario bensì relazionale. L'essere poi costretti alla didattica a distanza ha significativamente penalizzato gli studenti del campione, che in 4 casi su 10 hanno ritenuto quella modalità assolutamente Insufficiente per la loro disabilità, mentre una netta maggioranza ha lamentato come il duro abbattimento della socialità abbia peggiorato e in modo pesante i rapporti con i compagni dl scuola.

Crollo

«Ovviamente - commenta il presidente dell'Istituto dei Ciechi di Milano, Rodolfo Masto - non essere in presenza con i compagni rende questi ultimi meno sensibili ai problemi della disabilità. Al dl là della scuola, comunque, come fa un cieco a sapere se chi gli sta vicino sta rispettando le distanze di sicurezza? Mentre viceversa proprio la mancanza del rapporto fisico, va a colpire un pezzo fondamentale della sua possibilità di comunicazione. Tanto più che lo stesso servizio di volontariato civile è stato a lungo interrotto e ancora oggi fatica a riprende.».

Ed è proprio il ricorso all'aiuto dei servizi sociali che è crollato in modo quasi totale durante la pandemia, poiché l'87,5 per cento dei disabili neuro-sensoriali ha rinunciato ad avvalersene per paura del contagio, proprio mentre il 46,5 per cento del campione nutrirebbe invece una maggiore assistenza sociale. Con conseguenze che sono state subito significative, visto che, rispetto al pre-Covid, nei disabili sensoriali c'è stato un aumento del 38,5 per cento dei disturbi emotivi e del 49,2 per cento di quelli del sonno.

Comunicare

«La bomba del più grande isolamento però - fa notare Masto - è scoppiata per i sordociechi». Si calcola che oggi siano circa 189mila e che il 51,7 per cento di loro presenti anche una disabilità motoria, con la conseguenza che già prima della pandemia ben 108 mila fossero di fatto confinati a casa. È quindi del tutto evidente cosa possa essere stata la crisi Covid per chi utilizza quasi esclusivamente il tatto per conoscere e comunicare con l'ambiente circostante.

«La pandemia è stata però - sostiene il presidente dell'inapp Sebastiano Fadda - come il crash test che si fa per le banche. Per i disabili sensoriali ha messo in evidenza gravi lacune che vanno ben al di là dell'emergenza e che vanno colmate con interventi mirati. Non basta l'assistenza, serve un approccio integrato che deve basarsi su alcune direttrici».

La più importante, secondo Fadda, riguarda Io sviluppo di nume tecnologie quali la telemedicina, la teleriabilitazione, il teleconsulto e i sistemi elettronici di comunicazione, per incoraggiare anche nuovi percorsi organizzativi socio-assistenziali.

«Per questo - aggiunge il presidente dell'Istituto - andrebbe introdotta in tutte le organizzazioni la figura del Disability manager, vale a dire un professionista che svolga la funzione di supervisione in ogni ambito, dalla scuola alle imprese alle politiche sociali, fino al miglioramento dell'accessibilità e della mobilità, con l'obiettivo di sviluppare il rispetto dei diritti e la soddisfazione dei bisogni delle persone con disabilità».

di Enzo Riboni

sabato 17 luglio 2021

Siracusa, inaugurata la mappa tattile al teatro Greco

Siracusa News del 17/07/2021

SIRACUSA. Una mappa tattile per abbattere le barriere sensoriali e consentire a una fetta sempre più ampia di persone, in questo caso i non vedenti e gli ipovedenti, di godere di un monumento che rappresenta Siracusa nel mondo. È stata inaugurata stamattina in prossimità dell’ingresso del teatro grazie a un’iniziativa congiunta che ha visto fianco a fianco l’associazione “Amici dell’Inda”, presieduta da Pucci Piccione, e l’associazione “Sicilia Turismo per Tutti” della presidente Bernadette Lo Bianco.

La mappa è stata realizzata dalla Stamperia regionale Braille di Catania. Gli “Amici dell’Inda” ne hanno fatto dono al Comune che, attraverso il Parco archeologico, si è occupato della sua collocazione. Alla cerimonia stamattina, oltre a Piccione e Lo Bianco, c’erano il sindaco, Francesco Italia, il diretto del Parco, Carlo Staffile, l’assessore all’Inclusione del Comune, Rita Gentile, il presidente dell’Unione italiana ciechi di Siracusa, Carmelo Fangano, e il presidente del Movimento apostolico ciechi di Siracusa, Antonio Amore.

In una fase di ripartenza del turismo e della cultura, le associazioni “Amici dell’Inda” e “Sicilia Turismo per Tutti” si pongono ancora una volta in prima linea per fare di Siracusa un esempio di destinazione di eccellenza nel segno dell’accessibilità.

“Questa mappa – ha detto la presidente Lo Bianco – rappresenta un altro segnale importante per l’abbattimento delle barriere sensoriali che, come associazione, perseguiamo con impegno. Il turismo di qualità è accessibile, sostenibile e responsabile e deve consentire la fruizione degli spazi a tutte le persone, indipendentemente dalle esigenze di ciascuno. Obiettivo perseguito anche dall’associazione Amici dell’Inda e condivisa dal Comune che, ancora una volta, hanno dimostrato sensibilità alle tematiche dell’inclusione”.

Per il sindaco Italia “siamo di fronte a un altro gesto di grande civiltà, che si aggiunge alle altre mappe tattili già installate presso i principali siti di interesse turistico-culturale di Siracusa. Un impegno che unisce istituzioni, associazioni di categoria e comunità cittadina per raggiungere un unico obiettivo”.

“L’arte in tutte le sue manifestazioni – ha aggiunto il presidente Piccione – è un linguaggio e quindi una forma di comunicazione. Come atto comunicativo deve essere accessibile e fruibile e la fruizione dei beni culturali è una parte importante della formazione culturale di ogni individuo. La disabilità, temporanea o permanente, non dovrebbe costituire un ostacolo o essere motivo di esclusione per nessuno”.

venerdì 16 luglio 2021

Degenerazione maculare legata all’età, fondamentali una diagnosi accurata e un percorso terapeutico ad hoc

Osservatorio Malattie Rare del 16/07/2021

MILANO. Come si esegue una diagnosi di degenerazione maculare legata all’età? Qual è il paziente a rischio di tale malattia? Quali sono le possibilità di trattamento? Queste in estrema sintesi le domande a cui sono stati chiamati a rispondere alcuni tra i più autorevoli specialisti in oftalmologia, nel corso del webinar tenutosi di recente all’interno del percorso formativo di Floretina 2021 dal titolo “Neovascular AMD in real life”, presieduto dal Professor Edoardo Midena, Professore di Malattie dell’Apparato Visivo e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università degli Studi di Padova, e dal Professor Stanislao Rizzo, Direttore dell'U.O.C. di Oculistica presso il Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma, organizzato con il contributo non condizionato di Bayer.

La degenerazione maculare legata all’età (AMD - Age-related Macular Degeneration) è una malattia di grande rilevanza sociosanitaria ed è la prima causa di grave ipovisione centrale nei Paesi industrializzati, nei soggetti di età superiore ai 65 anni. In Italia si registrano ogni anno cinquantamila nuovi casi. I pazienti affetti dalla forma neovascolare (essudativa-umida) della maculopatia devono essere sottoposti a terapie farmacologiche somministrate mediante iniezioni intravitreali (farmaci anti-VEGF), trattamento che permette non solo di prevenire l’ulteriore perdita della vista ma, in molti casi, di recuperare l’acuità visiva perduta soprattutto quando si riesce a intervenire in tempo.

Una visita oculistica, tuttavia, non è sempre sufficiente per formulare una valutazione corretta. Per confermare la diagnosi e inquadrare la malattia sono, infatti, necessari alcuni esami strumentali, come la tomografia a coerenza ottica (OCT), moderna tecnica che ha permesso di analizzare le strutture retiniche con dettaglio e risoluzione sempre crescente.

“Il semplice OCT (OCT strutturale), però, non permette uno studio del microcircolo retinico, garantito invece dalle tecniche angiografiche (angiografia con fluoresceina - FA) con colorante e ora dalla nuova metodica diagnostica rappresentata dall’OCT-angiografia (OCTA) che, grazie ad un’innovativa tecnica di imaging, aumenta le già notevoli possibilità diagnostiche dell’OCT e fornisce informazioni anche sulla rete vascolare, basandosi sull’analisi dei cambiamenti di segnale durante ripetute scansioni retiniche”, dichiara il Professor Edoardo Midena.

La scelta dell’esame spetta, pertanto, allo specialista che deciderà, in base al quadro clinico riscontrato e alle necessità terapeutiche, di eseguire un singolo esame (ad esempio solo OCT o FA) oppure una combinazione di più esami (ad esempio OCT + FA). Le tecniche diagnostiche sono, dunque, fondamentali per avere un quadro clinico preciso e, di conseguenza, poter formulare un percorso terapeutico efficace. Dagli esami strumentali, infatti, possono emergere alterazioni che possono predire una gestione più difficoltosa della lesione in termini di acuità visiva, come la presenza di fluido intraretinico rispetto al fluido sotto-retinico.

“Partendo dall’assunto che i farmaci anti-VEGF, entrati ormai nella pratica clinica da circa 20 anni, sono efficaci e rappresentano il gold strandard per il trattamento dell’AMD - continua il Professor Midena - nel tempo abbiamo verificato che l’efficacia assoluta è correlata al numero delle iniezioni intra-vitreali effettuate nel corso dell’anno e l’efficienza di questo trattamento è legato sicuramente alle caratteristiche del regime di trattamento che noi scegliamo”.

Esistono due grandi categorie di schemi di trattamento, quello proattivo e quello reattivo. Quest’ultimo, detto anche PRN (Pro-Re-Nata), si basa sull’attività della neo-vascolarizzazione e necessita di un monitoraggio regolare, preferibilmente mensile. Per questo motivo risulta difficilmente applicabile nella pratica clinica. Nonostante abbia ampiamente dimostrato la propria efficacia, infatti, ha come conseguenza un sotto-trattamento dei pazienti se le visite di monitoraggio non vengono effettuate con regolarità.

Tra i trattamenti proattivi si ricordano quello “fisso” e il Treat & Extend (T&E), che hanno come caratteristica principale quella di trattare i pazienti indipendentemente dall’attività della neo-vascolarizzazione. Il trattamento fisso mensile permette di avere un ottimo guadagno funzionale, con il rischio di un sovra-trattamento e la conseguente impossibilità di utilizzarlo nella pratica clinica a causa di un burden eccessivo per i pazienti e per i caregiver. Alla luce di ciò, per poter portare avanti questa strategia terapeutica è stata proposta una riduzione del numero delle iniezioni. Il T&E, a differenza dello schema “fisso”, può adattare l’intervallo del trattamento in base alle caratteristiche della risposta funzionale e anatomica della neovascolarizzazione.

“Il T&E - afferma il Professor Midena - permette di individuare qual è la strategia e l’intervallo di trattamento giusto per ogni singolo paziente. Si basa su tre iniezioni consecutive. Successivamente, a seconda delle caratteristiche dell’attività della neo-vascolarizzazione, si può modificare l’intervallo di trattamento tra un’iniezione e l’altra: se la lesione presenta o meno segni di essudazione abbiamo la possibilità di estendere o accorciare l’intervallo tra le procedure. Queste strategie terapeutiche sono state applicate su tutti i farmaci anti-VEGF presenti sul mercato. Abbiamo visto, tuttavia, che i risultati possono essere differenti. Un buon guadagno di acuità visiva si è ottenuto, ad esempio, con aflibercept, con una media di 10,4 iniezioni in 24 mesi”.

Si è osservato, dunque, che il regime di trattamento ideale ha le caratteristiche di massimizzare e di mantenere l’acuità visiva in tutti i pazienti, individuare l’intervallo specifico tra i trattamenti e considerare le caratteristiche molecolari, farmacocinetiche e farmacodinamiche del farmaco che si sta utilizzando, sia quando si sceglie il trattamento pro-reattivo, che quello reattivo.

“Questi trattamenti, supportati dall’evidenza clinica, richiedono, tuttavia un’organizzazione ad hoc”, conclude il Professor Midena. “Nel caso specifico, il T&E ci permette di ridurre il numero di iniezioni, limitando quello delle visite (esigenza particolarmente sentita in questo periodo di pandemia), con il beneficio di ottenere un aumento dell’acuità visiva. Ma per poter portare avanti questa strategia terapeutica vi è la necessità di un’organizzazione ben strutturata del Centro specialistico di riferimento, con la possibilità di valutare l’attività della neo-vascolarizzazione, praticare l’iniezione intra-vitreale e programmare il trattamento successivo in base ai risultati, possibilmente in un’unica giornata. Questo facilita la programmazione del percorso terapeutico, adeguandolo anche alle esigenze del paziente”.

Questo obiettivo si potrebbe raggiungere più facilmente attraverso la creazione di Unità dedicate alla gestione della patologia maculare all’interno delle strutture ospedaliere dove il paziente maculopatico viene preso in carico, potendo effettuare tutto ciò di cui ha bisogno nell’arco di una sola giornata: dalla visita oculistica, alla diagnosi strumentale, all’erogazione della procedura iniettiva.

giovedì 15 luglio 2021

Malattie retina, al Gemelli terapia genica per prima paziente adulta

Fortune Italia del 15/07/2021

Ha poco più di 40 anni la prima paziente adulta che ha ricevuto al Policlinico Gemelli Irccs di Roma la prima terapia genica approvata e rimborsata in Italia per una rara forma di malattia ereditaria della retina.

“In Italia sono già stati trattati con Voretigene naparvovec diversi bambini affetti da distrofia retinica ereditaria causata da mutazione bialleliche del gene denominato RPE65. Tuttavia è la prima volta che la terapia viene somministrata a una paziente adulta, una giovane signora di quarant’anni con malattia a uno stadio piuttosto avanzato e bilaterlamente ipovedente”, ha spiegato Stanislao Rizzo, ordinario di Oftalmologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, e direttore Uoc di Oculistica Fondazione Policlinico Gemelli.

“Questo trattamento, attraverso un vettore virale inattivato, fornisce una copia funzionante del gene RPE65 che, attraverso un’unica somministrazione per singolo occhio, veicola l’informazione corretta nelle cellule retiniche malate, migliorando la capacità visiva di chi riceve la cura”.

Le malattie ereditarie della retina sono un gruppo di patologie rare geneticamente determinate che comportano una progressiva degenerazione dei fotorecettori della retina (coni e bastoncelli), con grave riduzione della capacità visiva nel corso degli anni. Le persone nate con mutazione in entrambe le coppie del gene RPE65 possono andare incontro a una perdita quasi totale della vista che può manifestarsi sin dalla tenera età e poi in qualunque fase della vita, con la maggior parte dei pazienti che arriva fino alla cecità totale. Si tratta pertanto di una malattia progressiva, che è responsabile di gravissima invalidità, sia sul piano della formazione scolastica che dell’inserimento nel mondo del lavoro.

“La paziente presentava le giuste caratteristiche anatomiche e funzionali in termini di residuo visivo per ricevere il trattamento e permettere di predire un buon risultato clinico – ha aggiunto Rizzo – A un solo mese dalla somministrazione sottoretinica della terapia, abbiamo già potuto riscontrare dei miglioramenti significativi rispetto al pre-operatorio. Attraverso i test Fst, che sono delle stimolazioni elettriche della retina, siamo infatti in grado di ricevere una risposta oggettiva ed evidente sulla funzionalità dei fotorecettori”.

“Molti aspetti della qualità della vita come il grado di autonomia, il benessere psicologico e la sfera delle relazioni con gli altri sono fortemente determinati dalla progressione della patologia – ha sottolineato Assia Andrao, Presidente Retina Italia Onlus – Questa terapia ha il potenziale di ridurre il notevolissimo onere fisico, emotivo ed economico che questa malattia ha sui pazienti e sulle loro famiglie e può davvero determinare un miglioramento sensibile sia della loro quotidianità che delle prospettive di vita”.

“Siamo particolarmente entusiasti che il nostro Centro possa scrivere questa nuova pagina della medicina – ha concluso Rizzo – Fino a oggi non avevamo terapie per il trattamento delle distrofie retiniche ereditarie, mentre attualmente non solo abbiamo in programma di intervenire sul secondo occhio della paziente appena trattata, ma due fratellini di tre e nove anni sono già stati candidati a ricevere la terapia dopo l’estate”.

mercoledì 14 luglio 2021

Ti presento Colombo al Galata Museo

Liguria Notizie del 14/07/2021

GENOVA. Da mercoledì 14 luglio al Galata Museo del Mare sarà presente una novità: la traduzione tattile del ritratto di Cristoforo Colombo allestita presso la sala al piano terra del Museo e dedicata interamente al grande navigatore.

Il progetto è stato sviluppato dall’Associazione Promotori Musei del Mare, che da 25 anni è al fianco dell’Istituzione Mu.MA e del Galata Museo del Mare nell’organizzare, promuovere e sostenere iniziative per la valorizzazione del patrimonio marittimo, ed è stato realizzato grazie al contributo di Donatella Basso e Federico Trianni – Fideuram Private Banker.

La traduzione tattile sarà uno strumento importante per le persone non vedenti e ipovedenti, che grazie a questo progetto potranno conoscere i lineamenti del volto di Colombo, ma rivolto a tutti i visitatori: per analizzare l’opera da un punto di vista inedito e approfondire dettagli e particolarità che arricchiscono la fruizione.

Il Mu.MA Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni, grazie al fondamentale supporto dell’Associazione Promotori Musei del Mare, è da tempo impegnato sui temi dell’accessibilità e della fruizione dei propri contenuti culturali da parte di pubblici diversi: temi sottolineati anche da ICOM – International Council of Museums, di cui l’Istituzione Mu.MA è Socio Istituzionale.

Proprio nel 2020, anno in cui è stato ideato il progetto, la Giornata Internazionale dei Musei – International Museum Day di ICOM era dedicata a “Musei per l’eguaglianza: diversità e inclusione”.

“Il Galata Museo del Mare si dota di uno strumento innovativo dedicato in primis alle persone non vedenti e ipovedenti, ma fruibile anche da tutti gli altri visitatori. Si tratta della traduzione tattile del ritratto di Cristoforo Colombo, grazie alla quale sarà possibile conoscere i lineamenti del volto del grande navigatore – spiega l’assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso – Ringrazio lo studio ARCHH Associati per questo progetto, che conferma l’attenzione del Comune di Genova all’accessibilità delle strutture e alla fruibilità del patrimonio culturale”.

“È un grande segnale di cultura accessibile a tutti, di cultura senza barriere – commenta l’Assessore regionale Ilaria Cavo.

Aver scelto il ritratto di Cristoforo Colombo per questa traduzione tattile significa far passare il messaggio che sapere attuare una cultura che include significa sapere guardare lontano, avere visione, e oggi è di questo che abbiamo bisogno.

Da assessore alla cultura e alle politiche sociali ringrazio il Mu.MA e tutti coloro che hanno reso possibile questa innovazione, importante anche in vista del musei delle Migrazioni. Come Regione sosterremo sempre esempi come questi ma soprattutto continueremo ad applicare il principio, attuato nei bando del Fondo sociale europeo, della cultura come fattore di inclusione sociale”.

“Un museo inclusivo aperto a tutti, commenta la Presidente del Mu.MA Nicoletta Viziano, è il leitmotiv che dal 2004 caratterizza il Galata Museo del Mare e tutti i musei del Mu.MA.

L’attenzione dell’Istituzione che rappresento è da sempre concentrata sul proporre un’offerta culturale a 360° gradi: famiglie con bambini, adulti, scuole, associazioni, istituzioni e categorie fragili sono al centro del nostro programma culturale.

La novità che presentiamo oggi, arricchisce l’offerta del più grande museo marittimo del Mediterraneo con particolare riferimento alle persone con disabilità visiva.

A loro è già dedicata la mappa a rilievo tattile e con scritte in alfabeto braille – posizionata sulla terrazza Mirador al 4°piano del Museo vicino alla vetrata che si affaccia sulla Darsena – per scoprire il Porto e il panorama del Centro Storico”.

“Come Associazione Promotori, siamo orgogliosi di aver sviluppato e realizzato questo progetto che permetterà a tutti i visitatori di conoscere la fisionomia del nostro celebre esploratore – commenta Mauro Iguera, Presidente Associazione Promotori Musei del Mare – il 2021 è un anno particolarmente importante per noi: l’anniversario dei 25 anni della fondazione dell’Associazione.

Anche in questa occasione, siamo felici di aver portato il nostro contributo, come sempre al fianco dell’Istituzione Mu.MA e del Galata Museo del Mare: il supporto degli associati è prezioso e, negli anni, con il loro contributo abbiamo avuto la possibilità di sviluppare moltissimi progetti che si possono apprezzare all’interno del museo.”

“Ti presento Colombo è un progetto basato sull’ascolto e il dialogo, rivolto all’inclusività – commenta Anna Dentoni, Segretario Generale Associazione Promotori Musei del Mare – per impostarlo abbiamo svolto due focus group con il direttore del Mu.MA, le guide di dialogo nel buio e la responsabile dell’accessibilità del Galata.

Ci siamo quindi rivolti allo studio ARCHH Associati che, grazie alla collaborazione con lo scultore digitale Simone Rasetti, ha prodotto la traduzione tattile.

Il processo è stato messo a punto dopo i fondamentali riscontri con le guide ipovedenti e non vedenti del museo, che hanno permesso di verificare la validità del lavoro di traduzione e poi di individuare la scala corretta per poter percepire al meglio tutti i dettagli dell’opera.

Noi siamo davvero soddisfatti del risultato ottenuto e ringraziamo Donatella Basso e Federico Trianni per aver accettato questa sfida e averci dato le risorse per portarlo a compimento.”

All’interno del Museo, le già presenti dotazioni di mappe tattili, audioguide, induzione magnetica, visite virtuali e riproduzioni 3D, vengono così integrate con la traduzione tattile del ritratto di Cristoforo Colombo.

Il progetto è stato realizzato dallo studio ARCHH Associati – Genova, con la consulenza delle guide specializzate nella fruizione di visitatori non vendenti e ipovedenti della Cooperativa Solidarietà e Lavoro: dopo una fase di modellazione 3D, in cui i lineamenti del viso sono stati elaborati partendo dal quadro, scelto poi il materiale più idoneo per la resa, il modello è stato realizzato con la tecnica della Stampa 3D.

Le guide specializzate hanno testato alcuni campioni per verificarne la leggibilità e il risultato è stato poi ottimizzato sulla base delle osservazioni emerse in questo dialogo, anche per perfezionare in fase di finitura diverse texture che contribuiscono a far percepire al tatto gli elementi più rappresentativi del quadro e per la scelta del posizionamento.

La riproduzione è stata poi montata sul supporto più idoneo e installata a lato del quadro, con didascalia in Braille.

A livello nazionale, la traduzione tattile del ritratto di Colombo è stata segnalata tra le iniziative della IX edizione della Biennale #Arteinsieme – cultura e culture senza barriere”, promossa dal Museo Tattile Statale Omero – TACTUS Centro per le Arti Contemporanee, la Multisensorialità e l’Intercultura, in collaborazione con la Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali – Servizio I – Centro per i Servizi Educativi (Sed), e con Direzione Generale Creatività Contemporanea e la Direzione Generale Musei – Servizio II – Sistema Museale Nazionale del Ministero della Cultura.

In occasione della Biennale, tutti i Musei e i Luoghi della cultura nazionali sono stati invitati a realizzare nel periodo Luglio – Dicembre 2021 iniziative accessibili e inclusive finalizzate a favorire la più ampia partecipazione delle persone con disabilità e provenienti da culture altre.

Arteinsieme 2021 – Cultura e culture senza barriere

IL QUADRO

Il ritratto attribuito a Ridolfo, figlio di Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio (1483 – 1561) costituisce l’immagine che con il tempo si è affermata come il “volto” del Navigatore”.

Il dipinto fu reperito a metà dell’800 sul mercato antiquario di Firenze dall’artista genovese Giambattista Cevasco, che ipotizzò si trattasse del ritratto del navigatore per le analogie con ritrattistica colombiana e per le lettere “VS” riportate nel quadro in alto a sinistra, verosimilmente parte di una originale didascalia presente in buona parte dei ritratti.

LA SALA DEDICATA A CRISTOFORO COLOMBO

Nella sala a lui dedicata i curatori del Museo hanno deciso di provare a rispondere alle domande maggiormente ricorrenti: con che navi navigava? quali strumenti e tecniche utilizzava? quanti viaggi ha fatto? qual era la sua concezione del mondo?

Ed ancora: qual era l’aspetto del Navigatore? E, infine, era davvero genovese?

Il video collocato a lato del dipinto attribuito al Ghirlandaio aiuta a comprendere meglio la sterminata iconografia di Colombo, ma ne denuncia anche i limiti artistici e formali.

A paragone degli altri ritratti, quello esposto al Galata emerge come un dipinto d’autore e giustifica come mai, negli anni, nell’immaginario collettivo questo sia il suo volto.

L’immagine è di grande qualità e il confronto con le altre opere di Ridolfo Bigordi stabilisce interessanti somiglianze, alla ricerca di quella prova decisiva che ancora non c’è.

A completare l’allestimento dedicato al Grande Navigatore, una selezione dei documenti “genovesi” di Colombo.

Sulle orme del lavoro di Paolo Emilio Taviani – a cui è dedicata la sala – e di Aldo Agosto, lo staff scientifico del Museo ha selezionato alcune lettere originali, come quelle indirizzate a Oderico e al Banco di San Giorgio, custodite in teche che si illuminano al passaggio del visitatore per evitare che prendano inutilmente luce.

Altre, invece, custodite negli archivi di stato di Genova, di Savona e alla Biblioteca Apostolica Vaticana, sono presenti virtualmente.

In un grande monitor, il visitatore può selezionare il documento, la lingua in cui vuole vedere la traduzione e poi ascoltarne il testo in lingua originale: il latino medievale dei notai genovesi, l’italiano arcaico e lo spagnolo del ‘500, la lingua in cui si esprimeva Cristoforo Colombo.

A lato del video si trova la firma autografa in rilievo di Colombo.

La sua è una firma molto particolare che secondo alcune interpretazioni degli storici dimostra la sua profonda fede e sembrerebbe che egli abbia voluto attribuire un preciso significato simbolico e profetico alla sua firma: Xpo FERENS – in grecolatino Cristoforo – significa “colui che porta a Dio”.

Le lettere X, M, Y rappresentano le iniziali delle tre religioni monoteiste (Cristiani, Musulmani ed Ebrei), mentre le lettere S disposte a triangolo come il triangolo rappresentato dalla A, indicano la Trinità.

Prima di proseguire il viaggio per mare alla scoperta della Galea genovese, il visitatore con il proprio smartphone o tablet, può fotografare il QR Code di suo interesse per crearsi una guida su misura e una volta tornato a casa, scaricare immagini e testi.

L’applicazione consente di navigare su pagine web dedicate o leggere ed ascoltare le didascalie e i commenti.

ll Galata Museo del Mare è aperto tutti i giorni: durante i giorni feriali l’orario di apertura è dalle 11 alle 19, durante il week-end e nei giorni festivi l’orario di apertura sarà: dalle 10 alle 19. Tutti i giorni l’ultimo ingresso è alle ore 18. Per info e prenotazioni www.galatamuseodelmare.it

PROMOTORI MUSEI DEL MARE – da 25 anni Sostenitori della Cultura del Mare

L’Associazione Promotori Musei del Mare è una Onlus nata nel 1996 per promuovere i valori della marineria, che riunisce oltre 70 aziende e imprese appartenenti al mondo dello Shipping genovese con un respiro internazionale, con un modello associazionistico che si ispira alle Fondazioni Culturali no-profit di tradizione anglosassone.

L’Associazione sostiene il patrimonio pubblico rappresentato dal Mu.MA Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni, che comprende Galata Museo del Mare, Complesso Monumentale della Lanterna di Genova, Commenda di San Giovanni di Pré e Museo Navale di Pegli.

Numerose sono le iniziative organizzate, promosse e sostenute in questi anni:

- l’Associazione contribuisce al progetto dell’apertura e allo sviluppo del Galata Museo del Mare, che diventa il più grande museo marittimo del Mediterraneo, con allestimenti museali (tra cui, in particolare, la Sala degli Armatori, la sala dedicata a Beppe Croce, il Mirador), creando percorsi coinvolgenti e narrativi per raccontare le radici della marineria genovese e lavorando perché la memoria storica diventi ispirazione per le nuove generazioni, promuovendo anche tecnologie innovative applicate alla fruizione museale (come nella sala dei Globi dedicata a Jack Clerici e recentemente nella realizzazione di tour virtuali 3D di alcune sale del museo).

L’Associazione organizza e ospita inoltre mostre d’arte sul tema del mare all’interno della Saletta dell’Arte. E ancora, conferenze, incontri, pubblicazioni, eventi e iniziative speciali, come l’impresa complessa e straordinaria di trasporto ed entrata in darsena del sommergibile Nazario Sauro, resa possibile attraverso la rete degli Associati.

Per approfondimenti: www.promotorimuseimare.org