venerdì 29 giugno 2018

I gioielli dell'arte romanica visibili anche a chi non vede

L'Eco di Bergamo del 29-06-2018

VILLONGO. Nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, gli studenti del «Lotto» hanno elaborato modelli virtuali e mappe tattili delle chiese del Basso lago.
L'innovazione che attraverso la partecipazione attiva dei cittadini si fa strumento a servizio della valorizzazione del territorio, migliorando soprattutto l'accessibilità ai luoghi di interesse turistico a favore di ciechi e ipovedenti. Il progetto di alternanza scuola-lavoro «RomanicaMente per tutti», a cui hanno partecipato alcuni studenti del percorso di geometri dell'Istituto Lotto di Trescore, è stato presentato ieri nella sala polifunzionale del Comune di Villongo. L'idea di sperimentare questo tipo di attività in un contesto di alternanza scuola-lavoro è nata all'interno del progetto di valorizzazione del patrimonio romanico finanziato da Fondazione Cariplo, che vede coinvolti diversi attori del territorio: il Sistema Bibliotecario Seriate Laghi, ente capofila, in collaborazione con l'associazione «Il Romanico nel Basso Sebino» e l'associazione Muse. «L'obiettivo dell'attività - spiega Barbara Villa, dell'associazione Romanico nel Basso Sebino - era quello di sfruttare le possibilità e le tecniche di analisi e misurazione di uno spazio architettonico per ampliare l'accessibilità fisica e culturale di questi luoghi anche a favore delle persone ipovedenti e non vedenti. Gli studenti della classe 4X del Lotto hanno lavorato alla rilevazione delle chiese dei Santi Fermo e Rustico, a Credaro, e di Sant'Alessandro in Agros, a Villongo, imparando a utilizzare software professionali per la modellizzazione e a riprodurle con la stampa 3D». Nel corso dell'esperienza (supportata dall'Unione italiana ciechi e ipovedenti Bergamo e patrocinata dal Collegio geometri e geometri laureati di Bergamo) i ragazzi sono stati guidati da diversi esperti: Andrea Cammarata e Stefano Gioacchini del Politecnico di Milano, Marco Nembrini dell'Istituto Abf, Francesco Cortesi dell'associazione «Il Romanico nel Basso Sebino» e Claudio Mapelli, presidente dell'Unione ciechi Bergamo. «Gli studenti hanno sperimentato - aggiunge Villa - programmi e tecnologie innovative, mettendo in campo tutte le loro conoscenze nell'ambito del disegno tecnico, della topografia, della tecnologia delle costruzioni e della storia per realizzare la navigazione virtuale di un modello della chiesa di Credaro e il modello in 3D della chiesa di Villongo con le mappe tattili di entrambe». Lo scopo è quello di lasciare questi nuovi strumenti in dotazione alle chiese, «per consentire - conclude - la visita anche a non vedenti e ipovedenti. Inoltre, stiamo lavorando all'introduzione della navigazione attraverso il sistema Bim nel percorso di realtà aumentata che era già stato previsto per gli edifici sui quali hanno lavorato i ragazzi. In accordo con le parrocchie verrà posto nei pressi delle chiese un pannello con un Qr code: inquadrandolo con il proprio smartphone si potranno visualizzare video, spiegazioni, realtà aumentata e, per l'appunto, il tour virtuale realizzato dai ragazzi».

giovedì 28 giugno 2018

La scommessa (vinta) di fare vedere e sentire le foto ai ciechi

InVisibili del 28-06-2018

CATANIA. Provate a chiudere gli occhi. Immergetevi nel buio e nel silenzio. E lasciate che una voce profonda ed elegante vi legga una fotografia. Sì, leggere. Non è un errore, ma è proprio la parola esatta.
Vi starete chiedendo perché. La risposta è semplice: per provare a capire in prima persona se è possibile fare vivere l’esperienza narrativa di una fotografia a chi non vede. Attraverso la parola.
Il cinema, che è immagine in movimento, ci sta provando da tempo a rendere i film fruibili anche dalle persone cieche. Attraverso l’audio descrizione, che accompagna i dialoghi e il sonoro ambientale della pellicola. Lo stesso è accaduto con i libri, alle cui pagine anche grandi attori hanno prestato la voce, collaborando agli audiolibri. Ma con le fotografie?
In uno scatto è racchiuso un mondo. Fatto di oggetti, persone, luoghi. Ma anche atmosfere ed emozioni. Apparentemente ferme, statiche, immortalate in un’immagine fissa per sempre, che invece contiene in sé il racconto in divenire di ciò che l’occhio del fotografo ha visto e percepito in quel momento.
Come si può fare vivere anche alle persone cieche quella profondità di sguardo ed emozione narrativa che una bella foto cattura e restituisce?
Questa domanda se l’è posta un gruppo di scrittori e fotografi siciliani, sollecitati da Sergio Mangiameli, che spinto dalla sua esperienza di geologo innamorato dei vulcani e di scrittore, ha proposto un bel progetto al Cinap dell’Università di Catania, ovvero il Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata per gli studenti con disabilità e/o disturbi specifici dell’apprendimento, diretto dal prof. Massimo Oliveri.
Si tratta di una mostra fotografica dedicata ai “Vulcani. Dove nasce la vita”, che verrà allestita a Catania nei prossimi mesi, non appena saranno recuperati tutti i fondi necessari e individuata una location adeguata ad accoglierla. Una mostra di fotografie artistiche che ritraggono molti dei più famosi vulcani della Terra, a partire dalla nostra maestosa Etna (rigorosamente “femmina” per i catanesi, che la vivono come “la Montagna”), e che vengono narrate – non semplicemente descritte – attraverso i testi “emozionali” appositamente elaborati da giornalisti e scrittori per mostrare l’immagine a chi non può vederla. E ciò per provare a condurre le persone cieche alla scoperta di questi luoghi straordinari, proposti tra l’altro nella veste inedita di origine della vita e non come causa di devastazione e morte, provando così anche a ribaltare il punto di vista più solito e superficiale sui vulcani attivi.
Fiocco ardente.
È la foto di una magnifica eruzione dell’Etna, firmata da quel grande reporter catanese che risponde al nome di Fabrizio Villa. In realtà sembra di più una elegante rèclame cinematografica: come spettatori ammaliati, alcune figurine nel buio (fotografi, cameramen) seguono l’imponente e coloratissimo spettacolo del fuoco che cammina di fronte a loro, una rossa colata con due bracci, circondata da un infernale alone di fumo azzurro. Noi, infinitamente piccoli davanti alla Sua grandezza e potenza … Il progetto ha pure uno scopo più concreto, ovvero creare borse di studio per gli studenti con disabilità, ed è stato presentato qualche sera fa a Catania, nel piccolo cortile del palazzo storico in cui ha sede il Cinap, nel cuore della città.
Eravamo in tanti e in tanti abbiamo sperimentato in anteprima l’idea che sta alla base della mostra, dopo la proiezione dell’opera “Aspettando la vita” di Gian Maria Musarra, con le musiche di Giuseppe Palmeri, eseguite anche dal vivo, e il video didattico-scientifico “L’Evoluzione dell’Etna” di Stefano Branca, Salvo Caffo e Klaus Dorschfeldt.Luci spente. Cortile al buio. Occhi chiusi. Silenzio. Poi la voce coinvolgente di Aldo Leontini si è alzata leggera, portando con sé le parole di alcuni dei testi emozionali raccolti. Alla fine di ogni testo, occhi aperti. E sul grande schermo, emersa gradualmente da una primordiale sfocatura, la fotografia che lo ha ispirato e che ne costituisce l’essenza, il racconto.
In alcuni casi l’effetto è stato sorprendente. L’immagine era esattamente così come si era andata componendo nella testa a mano a mano che le parole la evocavano. Non in modo meramente descrittivo, ma evocativo, appunto. Come “Il tempo dilatato” del campanile antico che si staglia sul profilo innevato dell’Etna, nelle parole armoniose di Barbara Mileto su fotografia di Roberta Scicali. O come il “Fiocco ardente” creato dalle due braccia di lava infuocata nel blu rosato della notte etnea, nelle parole di Gaetano Perricone sullo scatto straordinario di Fabrizio Villa. Solo per fare due esempi, di un esperimento sensoriale suggestivo e importante, che speriamo possa essere inaugurato e condiviso al più presto.