martedì 31 maggio 2022

Cammino San Vili: 100 km in alta quota aperto ai non vedenti

Mondo intasca del 31/05/2022

La montagna non si vive solo con gli occhi. Dal 20 al 26 giugno il “Cammino San Vili Special Week” sarà aperto a un gruppo di non vedenti. Una settimana per scoprire la natura e la montagna con tutti i sensi. La disabilità non è un ostacolo.

MADONNA DI CAMPIGLIO. La montagna si vive e si impara a conoscere non solo con gli occhi. Dal 20 al 26 giugno lo storico percorso di San Vili, da Madonna di Campiglio a Trento, diventerà un’esperienza e un manifesto di turismo accessibile. Si tratta di percorrere in sei giorni 100 chilometri in alta quota. Gli organizzatori dicono che gustare le bellezze e la magia della montagna non è riservata solo a chi ha il dono della vista. La novità di quest’anno è che l’iniziativa, “Cammino San Vili Special Week” sarà aperto ai non vedenti.

“La montagna, e soprattutto il trekking montano, non è qualcosa riservato esclusivamente a chi ci vede”, dice Maura Gasperi consulente del Parco Fluviale della Sarca e coordinatrice dell’evento. “Con questa iniziativa vogliamo dimostrare che è un luogo meraviglioso anche per i non vedenti. E anzi, vogliamo anche dimostrare che i territori che investono nel turismo accessibile hanno un valore aggiunto che può trasformarsi in crescita sociale e in ritorno economico”.

Il Cammino San Vili e gli ospiti speciali

Nel Cammino San Vili la protagonista è la natura. Si narra che il percorso sia quello fatto da San Vigilio, patrono di Trento. Sono cento chilometri che si snodano tra sentieri, strade forestali, piste ciclabili e vecchie strade di montagna. Il Cammino attraversa valli e ampie aree prative al cospetto delle Dolomiti di Brenta, oltre che paesaggi terrazzati coltivati a ortaggi. Si toccano santuari e luoghi di valore spirituale, borghi con antiche tradizioni e gustosi prodotti tipici.

Nelle diverse tappe sono previsti incontri con ospiti che hanno fatto della disabilità e dell’inclusività un valore aggiunto. Simona Atzori, danzatrice, pittrice e scrittrice; Daniele Cassioli, sciatore nautico non vedente, che ha conquistato 25 titoli mondiali, 25 titoli europei e 41 titoli italiani. Dal 2021 Cassioli e` membro della Giunta Nazionale del Comitato Italiano Paraolimpico; e ancora lo scrittore e conduttore televisivo Massimiliano Ossini. Si parlerà di filosofia e cammini con lo psicologo e formatore Ignazio Punzi e don Marcello Farina. Inoltre, il 23 giugno alle 21.00 presso il Bosco Arte Stenico si potrà assistere al concerto multisensoriale di “musica e natura”, organizzato dalle Scuole Musicali delle Giudicarie e Garda, con il Parco Naturale Adamello Brenta Geopark.

Viaggio nella storia

Il Cammino San Vili è un vero viaggio nella storia. Il nome deriva da San Vigilio, il vescovo e patrono di Trento, personaggio molto conosciuto in tutto il Trentino-Alto Adige. Secondo la tradizione il sentiero ricalca quello seguito dal santo che per primo, nel 400 d.C. affrontò le vie di montagna nella sua opera di evangelizzazione.

Nel 1988, il CAI-SAT (Società` Alpinisti Tridentini) ha recuperato il cammino, proponendolo agli escursionisti. Nel 2018 il Parco Fluviale della Sarca nell’ambito della strategia di sviluppo sostenibile ha organizzato il Cammino creando la rete di strutture ricettive. Contestualmente è stata pubblicata la Guida e la mappa e realizzando la credenziale e il testimonium. Il percorso è suddiviso in sei tappe, ciascuna delle quali costituisce già un’escursione completa. Nell’ordine troviamo: Madonna di Campiglio – Caderzone Terme; Caderzone Terme – Saone (Tione di Trento); Saone (Tione di Trento) – Stenico; Stenico – San Lorenzo in Banale; San Lorenzo in Banale – Monte Terlago; Monte Terlago – Trento.

Info: www.camminosanvili.it

di Pietro Ricciardi

Il software che genera in automatico i file 3D in Braille nasce a Rovereto

Il Dolomiti del 31/05/2022

Nasce in Prom Facility, in Polo Meccatronica a Rovereto, il software che genera in automatico i file 3D necessari per stampare targhe e materiali segnaletici in Braille. L'idea è dell'ingegnere Matteo Perini, tecnologo del laboratorio di prototipazione meccatronica di Trentino Sviluppo: nei prossimi giorni verrà messo in rete e potrà essere utilizzato gratuitamente da tutti i designer che devono stampare materiali accessibile alle persone con disabilità visiva.

ROVERETO. Un software innovativo, in grado di generare automaticamente file 3D in Braille per facilitare la realizzazione di targhe, stampe e segnaletica per le persone ipovedenti e non vedenti: da Rovereto, dagli spazi di Prom Facility in Meccatronica, il programma verrà messo in rete nei prossimi giorni e potrà essere utilizzato gratuitamente da tutti i designer che devono stampare materiali accessibili alle persone con disabilità visive.

Creare i materiali in Braille infatti, può spesso rilevarsi più complicato del previsto: normalmente il designer incaricato della progettazione non conosce questo alfabeto e quindi potrebbe incappare in errori di conversione e copiatura dei caratteri. È partendo da questa problematica che Matteo Perini, ingegnere del laboratorio Prom Facility, è riuscito ad ideare un software specifico: “L’idea – spiega – mi era venuta già anni fa, in occasione di una precedente esperienza lavorativa al Muse, dove il tema dell’inclusione sociale era all’ordine del giorno. Così quest’anno ho iniziato a pensare alla fattibilità del software. Non ero sicuro del risultato. Inoltre, prima di partire con la programmazione, dovevo imparare l’alfabeto Braille e come convertire le lettere in solidi”.

Nello specifico il software di Perini permette di generare automaticamente i file 3D pronti poi per essere stampati, sempre attraverso la tecnologia del “3D printing”. I primi test, effettuati con i sistemi Multi Jet Fusion (Mjf) e della stereolitografia (Sla) hanno dato esito positivo. I testi sulle targhe sono infatti ben definiti e facilmente leggibili. Ad oggi, nel mondo, esistono due alfabeti Braille: a 6 punti e a 8 punti. Quello a 6 punti, il più consueto, permette solo 64 combinazioni differenti, non sufficienti a restituire la complessità di tutte le lettere che utilizziamo. Anche perché in Braille non si scrivono solo parole, ma anche numeri, note musicali, formule chimiche e matematiche, giochi di carte. Senza contare, poi, gli adattamenti agli alfabeti diverso da quello latino, come l’arabo e cirillico. I simboli, quindi, vengono riutilizzati e acquisiscono significati diversi a seconda del contesto. A volte, due o tre simboli vengono combinati insieme per formare una sola lettera, come ad esempio la @ delle e-mail. Per questo motivo, più i simboli vengono tracciati in modo chiaro e coordinato, maggiori saranno le possibilità di restituire un messaggio articolato in maniera corretta.

L'idea di Prom facility è stata quindi di incentivare la realizzazione di materiali informativi che possano essere fruiti dal più vasto numero di persone possibili, anche da chi ha esigenze di lettura specifiche, per esempio a causa di una disabilità visiva: per questo, come detto, il software open source verrà caricato in rete e sarà reso disponibile in maniera gratuita a tutti i designer che ne avessero bisogno. “La trovo un’idea molto interessante – dice Giuliano Beltrami, giornalista cieco e vicepresidente della sezione trentina dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti – perché va incontro ad un’esigenza non banale: consentire di comunicare con il metodo di scrittura Braille anche a chi il Braille non lo conosce. Vale in particolare per i docenti curriculari (i colleghi di sostegno si presume lo conoscano), ma può valere per i trascrittori delle case editrici o per gli stampatori. L’incognita, verificata in altri tentativi simili, era rappresentata dall’esatta collocazione dei puntini e dallo spessore, ovvero quegli elementi capaci di renderli leggibili: incognita in questo caso superata a pieni voti”.

lunedì 30 maggio 2022

Reggio, l’astronomia senza barriere ancora in mostra a palazzo Crupi

LaC news24 del 30/05/2022

L’esposizione. Inspiring Stars per “vedere” i pianeti e la luna, è inserita nell'ambito del progetto "Un cielo per tutti" promosso dal planetario Pythagoras.

REGGIO CALABRIA. «È stato davvero emozionante percepire il senso di meraviglia e di sorpresa di chi, pur non potendo vedere con gli occhi lo ha fatto con le mani, toccando la superficie della Terra o i crateri lunari. Con questa mostra prosegue il percorso per una cultura accessibile a chiunque, al di là di ogni barriera architettonica e sensoriale, intrapreso già con il progetto “Segni d’arte”, volto a rendere fruibile il patrimonio del Palazzo anche alle persone non vedenti o ipovedenti, attraverso riproduzioni in 3D e descrizioni delle opere in Braille». Anna Maria Franco, responsabile del palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria, ha commentato così la mostra di astronomia senza barriere Inspiring stars, ancora visitabile fino a giugno e unica tappa in regione di un’esposizione destinata a diventare permanente con l’allestimento già programmato a Vienna.

Rilievi e descrizioni in Braille

Non solo pannelli informativi e foto ma soprattutto riproduzioni su scala del sistema solare e dei singoli pianeti, della Luna e delle costellazioni leggibili anche al tatto, perché impreziositi da rilievi e da descrizioni in Braille. La mostra, infatti, si inquadra nell’ambito del progetto “Un cielo per tutti”, promosso dal planetario provinciale Pythagoras della Città dello Stretto, che ha arricchito l’esposizione di strumenti tattili per persone non vedenti e ipovedenti, acquistati dalla Città Metropolitana, e di costellazioni a rilievo realizzate artigianalmente, sulla scorta di apposita formazione. Insomma, toccare il cielo con le dita si può.

Toccare per "vedere"

«La mostra è nata dall’idea dell’Unione Astronomica Internazionale di rendere l’astronomia accessibile anche ai non vedenti. La mostra che sta facendo ancora tappa in Calabria a Reggio è stata implementata con degli strumenti che la Città metropolitana, nell’ambito di un progetto finanziato dal Consiglio Regionale, ha acquistato e con delle tavole con le costellazioni a rilievo che abbiamo realizzato noi dopo il corso di formazione organizzato alla fine dello scorso anno. La strumentazione di cui ci siamo dotati, come la stampante in 3D, ci consentirà di essere di supporto alle scuole che ne facciano richiesta e inoltre renderà lo stesso planetario, in dotazione del quale resterà la strumentazione acquistata, ancora più inclusivo. Nelle riproduzioni in 3D del sistema solare a disposizione, i pianeti, come il sole e anche la luna, sono concepiti e realizzati con dei rilievi in modo da essere visibili al tatto. Ogni strumento è poi corredato con le trascrizioni in braille proprio per favorire l’integrazione nel segno della conoscenza, in questo caso scientifica. Crediamo profondamente che non ci siano limiti per vedere, ognuno con i propri talenti, quanto bello sia l’universo», ha concluso la direttrice scientifica del planetario Pitagora di Reggio Calabria, Angela Martino Misiano.

di Anna Foti

giovedì 26 maggio 2022

Museo della Musica di Bologna "letto" da ipo e non vedenti

Agenzia ANSA del 26/05/2022

BOLOGNA. Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna si è dotato di un nuovo percorso audiotattile curato da La Girobussola Aps, associazione che si occupa di promuovere l'accessibilità culturale per persone ipo e non vedenti, fornendo strumenti per permettere un migliore godimento dell'arte, della cultura e delle esperienze di viaggio.

Grazie al contributo del Lions Club Bologna San Petronio, sono stati progettati supporti - testi in braille, file audio e mappe tattili - che consentono al visitatore con disabilità visiva una visita approfondita e coinvolgente del museo, esplorando alcuni dei pezzi più iconici e curiosi presenti nella collezione degli strumenti musicali. Parte essenziale del progetto è la realizzazione di una serie di mappe a rilievo, che nell'ampio formato A3 permettono una rappresentazione ricca di dettagli di immagini e oggetti attualmente collocati in vetrina nelle sale espositive o comunque non adatti ad un approccio tattile per questioni di conservazione.

Con questo progetto prosegue l'impegno con cui l'Istituzione Bologna Musei promuove e sostiene interventi a favore di un miglioramento dei livelli di accessibilità e inclusività delle proprie collezioni, nel superamento delle barriere culturali, cognitive e psicosensoriali. (ANSA)

mercoledì 25 maggio 2022

Arte "visibile" con mano Gli antichi reperti in 3D accessibili ai non vedenti

Il Giornale di Vicenza del 25/05/2022

Al museo naturalistico archeologico è stato inaugurato il nuovo percorso tattile. Diverse opere sono state riprodotte in eco-plastica, con targhe in braille Il progetto rientra tra le iniziative di inclusione promosse dal Comune.

VICENZA. "Vedere" la testa di toro dell'Età del Ferro attraverso le mani, seguendone i riccioli con le dita o esplorare una stele in basalto ripercorrendo l'iscrizione e apprezzando la ruvidezza della pietra. Tutto senza toccare e rischiare di rovinare il reperto originale. È stato presentato in occasione della Giornata internazionale dei musei, dedicata quest'anno a "Inclusione e sostenibilità", il percorso tattile del museo naturalistico archeologico, parte del progetto "Vicenza inclusion", portato avanti dall'assessorato alla cultura insieme alla start-up Shape 3D e di "Musei per tutti", che coinvolge anche gli assessorati al sociale, all'istruzione e la commissione Sviluppo economico, insieme ai musei civici, museo diocesano, Palladio museum e palazzo Leoni Montanari e all'UICI.

Un'iniziativa innovativa e dall'alto valore sociale, perché si inserisce in un settore, quello culturale, dove ancora è difficile trovare una vera e piena parità di opportunità.

La prima tappa, a febbraio, era stata la riproduzione di otto quadri e una scultura di palazzo Chiericati, con l'autorizzazione della Soprintendenza. La seconda, presentata dall'assessore Simona Siotto, insieme a Matteo Marini, presidente dell'Unione ciechi e ipovedenti di Vicenza, e Matteo Ive e Luca Casarotto di Shape 3D, è consistita nella creazione di altre sei riproduzioni. Obiettivo dell'iniziativa è facilitare la visita alle persone ipovedenti e cieche, ma anche aiutare i ragazzi a godere ancora meglio della visita. Con un occhio anche alla sostenibilità, visto che le riproduzioni sono stampate in "pla", un'eco-plastica ricavata dall'amido di mais. Al piano terra, il primo reperto tattile è, appunto, la testa di toro in marmo del I secolo, che faceva parte della decorazione dell'antico teatro Berga. Al primo piano, invece, sono due i reperti dell'Età del Ferro selezionati: la stele in basalto con la prima citazione del termine "Venetkens" e la tavoletta in bronzo con l'alfabeto venetico.

«Per realizzare la stele - spiega Ive - abbiamo aggiunto all'impasto per la stampa della sabbia, per rendere la ruvidezza del materiale». Eco-plastica grigia, invece, per il bicchiere in ceramica a bocca quadrata risalente al Neolitico. Due anche le riproduzioni nell'area naturalistica: un corallo fossile oligocenico, vissuto circa 30 milioni di anni fa e un "curculio vicentinus", un coleottero autoctono. La conservatrice del museo, Viviana Frisone, guida la visita. Marini tocca e legge le targhette in braille «molto ben fatte, spiegano chiaramente il reperto che si sta toccando. Non posso che ringraziare l'amministrazione e l'azienda per questa iniziativa. In un momento in cui il contatto fisico è venuto meno, hanno puntato sul tatto, che è il senso che per noi sostituisce la vista. È anche un modo per riportare i nostri ragazzi al museo». Orgogliosa Siotto, che sottolinea come in Italia ci siano «una sola opera in 3D a Roma e qualcuna a Ferrara, mentre a Vicenza siamo già alla seconda tappa e la prossima sarà il museo del Risorgimento. Nella giornata dei musei, che il Ministero ha dedicato a "Inclusione e sostenibilità" è un messaggio importante, ma queste riproduzioni saranno utili anche per coinvolgere maggiormente i bambini».

domenica 22 maggio 2022

Toccare un'opera d'arte per darle vita la grande bellezza della mia rinascita

L’Eco di Bergamo del 22/05/2022

BREMBATE. Sfiorare una statua con una carezza, seguirne con le dita le forme e la struttura, può rivelarne molti segreti. È un gesto di solito proibito nei musei, quindi ancor più desiderato, soprattutto di fronte a certe opere piene d'incanto scolpite nel marmo levigato. «È una strada diversa per conoscere l'arte» racconta con un sorriso Samanta Seno, 39 anni, di Brembate Sopra, non vedente, guida del progetto «Valori Tattili. Sei Sculture della collezione Zeri raccontate da persone cieche» all'Accademia Carrara, patrocinato dall'Unione italiana ciechi e ipovedenti e promosso in collaborazione con Lions Club Bergamo Host. «Il tatto - come scrive Margaret Atwood - viene prima della vista, prima delle parole. È il primo linguaggio, e l'ultimo, e dice sempre la verità». Andromeda, principessa d'Etiopia, nella statua di Pietro Bernini, che è una delle opere scelte per queste visite tattili, è incatenata alla roccia, in attesa del mostro marino a cui sarà sacrificata. Il mito, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, ha un lieto fine: la giovane viene salvata da Perseo, che si innamora di lei e la sposa. «È una delle mie preferite - spiega Samanta - perché in passato era al centro di una fontana, è stata esposta agli elementi, la sua superficie è stratificata e ha molto da raccontare». Anche lei, come la protagonista di questa storia antica e affascinante, non si è fatta imbrigliare dal destino e dalla malattia, e ha continuato a impegnarsi per realizzare i suoi sogni. È nata con una condizione rara, il glaucoma congenito: «Fino ai vent'anni potevo ancora distinguere forme, oggetti e colori, anche se la mia capacità visiva era solo di tre decimi e mezzo. Questo mi ha comunque permesso di condurre un'infanzia e un'adolescenza normali, seppure dovevo sottopormi a interventi e controlli periodici. Portavo gli occhiali, avevo qualche difficoltà di spostamento ma potevo comunque recarmi a scuola in modo autonomo, seguire le lezioni, tenermi al passo con i compiti. Mi piaceva leggere, divoravo libri di narrativa e classici, anche se i miei mi pregavano di preservare la vista. La lettura comunque non influiva sulla progressione della malattia». Ha frequentato il liceo socio-psicopedagogico al Secco Suardo: «Allora abitavo a Filago, vicino a Capriate, e mi spostavo in autobus». Poi ha deciso di iscriversi alla facoltà di Storia all'Università statale di Milano: «Dovevo prendere più mezzi ed era quindi più complicato, soprattutto in metropolitana, ma riuscivo comunque a cavarmela, e ne ero fiera. Ho dei bellissimi ricordi del primo anno, in cui riuscivo a frequentare le lezioni e a dare gli esami in modo autonomo». Purtroppo in seguito le sue condizioni di salute sono peggiorate: «Ho dovuto sottopormi a una serie di interventi sempre a causa del glaucoma. Sono stati anni difficili, in cui ho dovuto mettere in pausa lo studio, perché non riuscivo più a frequentare le lezioni, passavo da un ricovero all'altro in ospedale. In questo periodo ho dato due esami all'anno da non frequentante, ma non ho mai abbandonato completamente, perché mi piaceva studiare e la speranza di riuscire a completare il percorso mi dava forza. Purtroppo nel frattempo ho perso completamente la vista. Quando mi è stato possibile ricominciare, ho dovuto cambiare il mio metodo di lavoro. Prima infatti potevo comunque contare sulla mia memoria visiva». La sua famiglia le ha offerto un sostegno fondamentale: «I miei genitori e mio fratello mi hanno circondato di attenzioni, facendomi vivere in un clima bello e gioioso nonostante le difficoltà. Questo mi ha permesso di trovare la forza di proseguire gli studi. Sono stati loro, all'inizio, a leggermi ad alta voce i libri e a registrarli su cassetta. Così ho finalmente conquistato la laurea triennale in Scienze storiche». Samanta ha dovuto adattarsi alla sua nuova condizione: «La malattia mi ha sempre accompagnata, fin da quando sono nata, ma ho sempre tenuto viva la speranza che le mie condizioni non peggiorassero. Non credevo di diventare cieca. Gli anni peggiori sono stati quelli degli interventi continui, in cui la mia vita è rimasta sospesa in una bolla. In seguito ho dovuto fare i conti con la differenza rispetto alla vita di prima. Ce l'ho fatta grazie alle persone che avevo intorno e grazie alla fede, un pilastro della mia vita». In quel periodo di grande incertezza Samanta non sapeva bene come proseguire, quale forma dare al suo futuro: «Ho provato a cercare lavoro nel mondo della cultura, delle case editrici e dei musei. Dato che non ricevevo riscontri ho proseguito gli studi iscrivendomi alla laurea specialistica in antropologia culturale sempre a Milano. Mio papà mi ha aiutato molto, perché nel frattempo era andato in pensione e ha scelto quindi di accompagnarmi ogni giorno all'università per le lezioni. Questa volta ho terminato nei tempi giusti, perché ormai avevo acquisito il metodo. Non è stato facile accettare di aver bisogno di una guida per spostarmi, e poi ricominciare a essere autonoma imparando a usare il bastone. Ho seguito un corso di orientamento e di mobilità. Grazie all'istruttore di questo corso ho incontrato mio marito Paolo, anche lui non vedente. Ci siamo sposati nel 2016, ed è stato lui a incoraggiarmi a cimentarmi nella laurea specialistica. Abbiamo costruito insieme una vita piena e felice, siamo parte integrante della comunità di Brembate, abbiamo splendidi amici con cui facciamo viaggi e tante esperienze bellissime». Finiti gli studi Samanta ha pensato di entrare nel mondo della scuola: «Mi sono accorta, però, che era difficile, perché le regole per l'ingresso cambiano periodicamente. Ho acquisito i crediti necessari per insegnare italiano e storia nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Mi sono iscritta in graduatoria e sono stata chiamata per una supplenza di nove mesi in un istituto tecnico. È stata una bella esperienza, per certi versi sorprendente, anche se molto impegnativa. Ho seguito poi un corso di educazione museale perché da tempo covavo il sogno di lavorare nei musei o negli enti culturali». Dal 2018 al 2019 ha seguito un percorso di formazione di un anno all'Accademia Carrara per diventare guida museale per l'esplorazione tattile di alcune sculture della Collezione Zeri esposte nella pinacoteca cittadina, con la guida di Lucia Cecio, responsabile dei servizi educativi dell'Accademia Carrara: «Le lezioni mi hanno aiutato a scoprire aspetti molto interessanti del mondo dell'arte e dei beni culturali». Le visite aperte al pubblico sono iniziate nel dicembre del 2019 ma poco dopo l'inizio della pandemia le ha interrotte: «Il nostro compito era prendere per mano le persone e accompagnarle nell'esplorazione, ma il pericolo del contagio l'ha reso impossibile. La riapertura del museo è stata graduale. Noi abbiamo ricominciato nel 2021. Mi sono appassionata a questo lavoro e spero in futuro di ampliare la mia attività facendo in modo che diventi la mia occupazione principale». Le visite si svolgono il secondo sabato di ogni mese alle 15 (prossimo appuntamento il 9 giugno, info su www.lacarrara.it), l'ingresso è possibile al massimo a sei visitatori per ogni fascia oraria, l'attività dura un'ora e mezza. «Presentiamo prima il museo, poi la Collezione Zeri. Ci sono tre guide per ogni visita, ognuna accompagna i visitatori a esplorare due o tre sculture. Dopo una presentazione della scultura, dell'epoca in cui è stata realizzata e dell'autore iniziamo l'esplorazione vera e propria». Questa opportunità è offerta a tutti, vedenti e non vedenti, «in genere però - sottolinea Samanta - sono di più le persone vedenti a iscriversi. Sono ancora rari i percorsi espositivi in cui è possibile toccare le sculture originali a mani nude. L'Accademia ha selezionato sculture in marmo che non risentono di questa attività, e comunque attua un costante monitoraggio delle opere per assicurarne l'integrità. È un'esperienza bella e coinvolgente sia per i visitatori sia per noi. Mi piace trasmettere la bellezza della cultura, raccontare una storia. Con ogni persona che si rivolge a me per essere guidata nasce un rapporto diretto e particolare, spesso carico di emozione». Il tatto rivela particolari inediti: «Ci sono aspetti - sottolinea Samanta - di cui è difficile accorgersi a livello visivo. Spesso le persone sono abituate a vedere le immagini scorrere in modo rapido, come alla televisione o sui social network, così i dettagli si perdono. Noi guide, invece, toccando queste opere da due anni e mezzo, spesso ci imbattiamo in dettagli di cui non ci eravamo accorte, perché ci vuole tempo e pazienza per scoprirli. Lo stesso Zeri diceva che una scultura per essere davvero conosciuta dev'essere toccata. Così realizziamo questo suo suggerimento». Accanto all'Andromeda di Pietro Bernini c'è per esempio «Lucrezia» di Orazio Marinali, dell'inizio del '700, la matrona romana di cui parla Tito Livio in «Ab Urbe condita», simbolo di coraggio, pronta ad affrontare un drammatico destino per non rinnegare i suoi valori. E ancora i giovani indiani d'America di Randolph Rogers, un cacciatore e una pescatrice, che raccontano storie di altri Paesi e culture lontane. «Ognuna - dice Samanta - parla del tempo in cui è stata scolpita, ha molto da svelare e restituisce sempre qualcosa di speciale e di bello. Il mio sogno sarebbe lavorare sempre a progetti come questi». Samanta ha scoperto che anche la vita «al buio» può essere densa di gioia e di emozioni, sempre aperta a nuove sfide e conquiste: «E pensare che avevo così paura di mostrarmi fragile, di chiedere aiuto. Ho sperimentato quanto il sostegno degli altri possa essere importante nella vita. È vero che non ci si salva da soli».

Tra i ragazzi è sempre più "epide-miopia"

Corriere Quotidiano del 22/05/2022

SORRENTO. La miopia è sempre più diffusa tra bimbi e ragazzi, al punto che tra gli addetti ai lavori è stato coniato il termine “epide-miopia” per indicarne l’incremento. Nelle popolazioni asiatiche riguarda ormai il 60-70% dei ragazzi (90% a Singapore), negli Usa negli ultimi 30 anni si è registrato un incremento del 50%, con un tasso di incidenza passato dal 26 al 42% (46% nelle femmine).

Dati simili sono stati riscontrati in studi condotti in Europa. Entro il 2050 si prevede che oltre il 50% della popolazione mondiale sarà miope, con un costo attuale stimato attorno a 200 miliardi di dollari l’anno.

“Solitamente – rileva Roberto Caputo, Direttore di Oftalmologia Pediatrica del Meyer di Firenze – la miopia insorge verso i 5-6 anni, o in adolescenza e progredisce per tutta l’età adolescenziale. Se elevata (oltre 6 diottrie) aumenta il rischio di maculopatia, glaucoma e distacco di retina. Quello a cui stiamo assistendo è che abbiamo più bambini miopi e con forme più gravi. E’ importante la prevenzione per rallentare l’evoluzione.

La miopia ha sicuramente una base genetica. Ma quello che ha influito molto sull’incremento degli ultimi 30 anni è l’aumento delle attività ‘da vicino’: tablet, telefonini e meno ore trascorse all’aria aperta. Il quadro sembra essersi aggravato con la pandemia: alcuni lavori in Cina hanno mostrato che l’aumento delle ore passate sugli schermi e la ridotta socializzazione hanno causato un aumento della miopia soprattutto a 6-8 anni. Prevenirne l’insorgenza e ridurre il rischio di progressione si può. Secondo alcuni studi trascorrere ogni giorno 40 minuti all’aperto comporterebbe una riduzione dell’incidenza della miopia del 23%. Altre ricerche rilevano che il rischio di progressione scenderebbe del 54% per i bimbi che trascorrono ogni settimana almeno 11 ore all’aperto. “Una buona regola – rileva Caputo – è cercare di far trascorrere ai bimbi più tempo all’aperto, senza telefonino, magari praticando sport”.

“Da qualche anno – conclude – una letteratura consolidata dimostra come l’atropina (per ora disponibile solo come preparato galenico) a bassissimo dosaggio, somministrata ogni sera, abbia un’efficacia elevata (60- 70%) nel ridurre la velocità di progressione della miopia. Sono invece un’innovazione recente occhiali con lenti a defocus periferico”. (ANSA).

Via Vivaio: interviene l’associazione Luca Coscioni «Bimbi della scuola ciechi discriminati»

Milano Post del 22/05/2022

MILANO. Dopo mesi di schermaglie in punta di fioretto, siamo ormai agli schiaffoni, nella vicenda della scuola dei ciechi di via Vivaio. Coi genitori che, esasperati dal silenzio dell’amministrazione seguito a tutte le loro richieste di informazioni circa la nuova sede in cui il Comune vorrebbe trasferire i ragazzi, l’edificio di viale D’Annunzio in zona Darsena, sono infine passati alle vie legali, con una denuncia per discriminazione presentata contro il Comune, accompagnata da una diffida a procedere, e da un paio di ricorsi al Tar.

L’altro ieri, poi, il Consiglio di istituto ha deciso di rendere nota ai media la pronuncia dell’Agenzia delle Entrate, che definiva “congruo” il canone d’affitto richiesto dall’Istituto dei ciechi per i 2.500 metri quadrati in cui ha sede la scuola media, oltre al parere della Direzione educazione della stesso Comune, che indicava che, come minimo per i prossimi due anni, la scuola media per ciechi di via Vivaio avrebbe potuto rimanere nella sua sede storica.

Pronunce che smascherano il quadro costruito nei mesi dall’amministrazione comunale e riducono la vicenda a quella di un puro e semplice taglio di una prestazione, quella del pagamento dell’affitto che consenta a ragazzi in gran parte disabili o ipovedenti di non doversi sobbarcare lo stress e il disagio di un trasloco in una sede lontana e sconosciuta.

Ragazzi e famiglie, ieri, hanno incassato anche il sostegno dell’Associazione Luca Coscioni che, si legge in una nota, «ha diffidato il Comune a seguito della decisione di trasferire la Scuola per ciechi dallo storico edificio di via Vivaio 7 all’edificio comunale di via D’Annunzio 15». La diffida intima all’amministrazione comunale di revocare la decisione del trasferimento e di mettere in atto «tutte le soluzioni necessarie per mantenere invariata l’attuale sede, con l’obiettivo di salvaguardare il progetto educativo e sociale di integrazione ed inclusione scolastica tuttora in essere.

«L’edificio di via D’Annunzio presenta barriere architettoniche e ostacoli di ogni tipo, e quindi non può essere in nessun modo ritenuto idoneo a garantire la prosecuzione i quel modello pedagogico, di integrazione e inclusione scolastica che rappresenta il tratto distintivo dell’Istituto Statale per ciechi di via Vivaio» hanno dichiarato Rocco Berardo, avvocato e coordinatore delle iniziative sulla disabilità dell’Associazione Luca Coscioni e Alessandro Gerardi, avvocato e consigliere generale della stessa Associazione. «L’annunciato trasferimento pertanto rappresenterebbe una violazione del divieto di discriminazione per motivi di disabilità, introdotto dalla legge numero 67 del 2006 e riconosciuto dalla convenzione sui diritti delle persone con disabilità, In caso di mancata risposta da parte del Comune, come Associazione ci riserviamo di agire in sede legale per far cessare la condotta discriminatoria con contestuale rimozione dei suoi effetti pregiudizievoli il diritto allo studio degli studenti disabili».

II plesso di viale D’Annunzio, infatti, «oltre a violare le norme per l’edilizia scolastica (articolo 4, comma 2, della legge 23 / 1996), presenta numerose criticità e problemi di accessibilità e inclusività che i consulenti del Consiglio d’istituto hanno evidenziato e trasmesso in una relazione al Comune di Milano, senza peraltro ottenere risposte» concludono dall’Associazione.

Per il Comune, il pronunciamento di un ente tanto conosciuto e riconosciuto sul fronte delle battaglie per l’uguaglianza dei disabili rappresenta un’altra grana non da poco, lungo una vicenda che si trascina ormai da sei mesi e nella quale il sindaco Beppe Sala, che pur pochi giorni fa era intervenuto a una manifestazione del coro dei ragazzi della Vivaio, non ha mai avvertito né l’opportunità né la necessità di spendere due parole per far conoscere la sua posizione.

giovedì 19 maggio 2022

Mostra "La cultura della plastica: arte, design, ambiente"

Dietro la Notizia del 19/05/2022

ANCONA. Venerdì 20 maggio inaugura la nuova mostra del Museo Tattile Statale Omero “La cultura della plastica: arte, design, ambiente”, visitabile fino al 31 agosto con ingresso gratuito.

Un’esposizione, ideata da Andrea Sòcrati e allestita da Fabio Fornasari, per raccontare un materiale onnipresente nella nostra vita, ora esaltato, ora condannato, ora povero, ora chic, ora pop ora di élite.

Un materiale miracoloso, la plastica, che si trasforma da materia bruta a oggetto perfetto e utile ma che causa gravi problemi di inquinamento se viene abbandonato nell’ambiente e soprattutto nel mare.

Partner del progetto sono: il Liceo Artistico Mannucci, l’Università Politecnica delle Marche, Garbage Group, Fratelli Guzzini, Vesta Design.

La mostra è suddivisa in tre settori, ognuno dei quali racconta un legame tra plastica, arte, design e ambiente.

La mostra è tattile ed esperienziale, con tutti i supporti utili alla fruizione da parte di un pubblico con disabilità visiva, uditiva e cognitiva, grazie al Media partner Rai Pubblica Utilità, che ha realizzato video esplicativi in LIS (Lingua dei Segni Italiana) e allo staff del museo Omero che ha prodotto sottotitoli e audiodescrizioni di alcuni video, didascalie in Braille e la guida di lettura facilitata alla mostra.

Presente anche un tavolo per i più piccoli con giochi in plastica oltre a due postazioni con tavolini e sedie per svolgere attività dedicate alle persone con autismo.

Il prof. Nicola Farina per il Liceo artistico Mannucci ribadisce il valore etico oltre che estetico dell’arte: questa mostra di forte impatto educativo si presta infatti, dopo Ancona, ad essere ospitata in altre località, accompagnata da attività didattiche inclusive sul tema della salvaguardia dell’ambiente.

L’intento è quello di promuovere, anche attraverso i linguaggi dell’arte e del bello, la conoscenza della plastica e di promuovere un’azione di sensibilizzazione sui temi del riciclo, della sostenibilità e della tutela dell’ambiente in un decennio, 2021-2030, proclamato dall’ONU “decennio del mare”.

La mostra inaugura in una settimana ricca di eventi per Ancona e la Mole Vanvitelliana grazie alla concomitanza con Ancona-Marche Design Week 2022 e la rassegna Tipicità in blu.

mercoledì 18 maggio 2022

Agli "Accessibility Days 2022" spazio a tutte le disabilità

Redattore Sociale del 18/05/2022

Torna in presenza e lo fa dalla prestigiosa sede dell'Istituto dei Ciechi di Milano il più grande evento italiano gratuito sull'accessibilità e l'inclusività delle tecnologie digitali promosso insieme all'UICI nazionale.

MILANO. Conferenze, workshop, aree tematiche, software house internazionali e un palcoscenico d'eccezione. Ma anche cene al buio, l'emozionante percorso sensoriale "Dialogo nel buio" e tutti i momenti che avvicinano lo spettatore, più di ogni altra esperienza, al mondo della disabilità e al ruolo imprescindibile dell'inclusione.

Tornano gli Accessibility Days (https://accessibilitydays.it/2022/it/) e per l'edizione 2022 lo fanno in grande e con una marcia in più: raccogliendo gli spunti, gli insegnamenti e le nuove urgenze di questo tempo che ha stravolto l'idea di quotidiano. E approfondendo temi che riguardano tutte le disabilità, con focus particolari su quella visiva e una forte e crescente collaborazione con l'Unione italiana ciechi e ipovedenti (UICI). Proprio dai soci dell'UICI di Ancona l'evento aveva avuto origine 6 anni fa.

A Milano, 20 e 21 maggio, il più grande appuntamento italiano sull'accessibilità e l'inclusività delle tecnologie digitali si presenta in doppia veste: presenza e online. E riprende il filo interrotto dal Covid nel 2020, facendo tesoro di tutto quello che di buono è arrivato dalla tecnologia negli ultimi due anni.

Sede della due giorni sarà il prestigioso Istituto dei Ciechi di Milano che per l'occasione ospiterà oltre 20 aree espositive e banchetti, un'area gaming accessibile e l'angolo dei maker con dispositivi che potranno essere provati di persona. L'ingresso è gratuito.

Microsoft, Google, Meta, Ibm, Rai, Salesforce, TIM, Fastweb, Airbnb: i giganti delle collaborazioni internazionali abbracciano nuove sinergie con gli altri protagonisti dell'edizione 2022. Dal Dipartimento per la trasformazione digitale all'AGID, l'agenzia per l'Italia digitale, dal CNR all'Inps, dal Politecnico di Milano alla Lega del Filo d'Oro, dall'Ente nazionale sordi (Ens) all'AID (associazione italiana dislessia).L'evento più atteso da sviluppatori, designer, maker, creatori, editori di contenuti e da tutte le persone che si occupano di tecnologie digitali, dedica ampio spazio anche al mondo della scuola, tra i settori che più di altri hanno dovuto fare i conti con la rete per superare le distanze. E a quello dell'occupazione con "Lavoropiù" che mette a disposizione un'importante opportunità di selezione e reclutamento per le persone appartenenti alle categorie protette.

"Abbiamo atteso questo momento per due anni - esordisce Sauro Cesaretti, tra i fondatori degli Accessibility Days - e finalmente ora potremo incontrarci in presenza per condividere, attraverso l'esperienza diretta, tutte le novità che la tecnologia è in grado di offrire. Consideriamo un ottimo risultato essere riusciti ad ampliare il campo: dalla disabilità visiva, punto di partenza degli AD, a tutte le disabilità".

"Il 2021 ha segnato un anno di svolta nella percezione dell'accessibilità da parte di aziende ed organizzazioni che stanno rivolgendo, come non mai, il loro interesse verso questo importante tema - sottolinea Stefano Ottaviani, cofondatore -. Invitiamo tutti a partecipare all'evento del 20 e 21 maggio: un'edizione ancora più ricca di contenuti e di attori di primo livello. E, a chi ne avrà la possibilità, consigliamo di raggiungerci a Milano, per arricchire le proprie conoscenze e vivere una due giorni che promette di rivoluzionare esperienze e punti di vista".

Prevista per i docenti la possibilità di acquisire crediti sulla piattaforma SOFIA. Tutte le sessioni dell'evento sono accessibili anche alle persone con disabilità uditiva grazie al sistema di sottotitolazione e al servizio di interpretariato LIS (Lingua dei segni italiana).

Sul sito dedicato all'evento è possibile prendere visione del programma e iscriversi all'iniziativa.

martedì 17 maggio 2022

UICI: Donare la propria voce per regalare a chi non vede il piacere della lettura

Corriere Quotidiano del 17/05/2022

Salone Internazionale del Libro di Torino “Entra in cabina, spegni la luce”, darà l’opportunità di vivere esperienze di ascolto al buio.

TORINO. La solidarietà è di scena al Salone Internazionale del Libro di Torino con un invito speciale rivolto dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI): donare la propria voce per realizzare audiolibri e regalare a chi non vede il piacere della lettura. Con questo messaggio, volto a far conoscere il mondo della disabilità visiva e l’opportunità di diventare “donatori di voce”, l’UICI sarà presente quest’anno al Salone di Torino con un proprio stand per stimolare curiosi e appassionati a donare un po’ del loro tempo partecipando alle attività di audioregistrazione di testi del Centro Nazionale del Libro Parlato, un piccolo gesto che può fare una grande differenza.

Presso lo stand dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti curato insieme al Centro Nazionale del Libro Parlato (padiglione 2 – stand J01) i visitatori avranno la possibilità di partecipare a uno speciale percorso immersivo nel mondo della disabilità visiva, adatto anche a bambini e giovanissimi.

L’iniziativa dell’UICI, dal titolo “Entra in cabina, spegni la luce”, darà l’opportunità di vivere esperienze di ascolto al buio, esplorazione tattile e gioco. In una cabina totalmente oscurata sarà possibile ascoltare la storia dell’audiolibro (come e dove è nato, come è arrivato in Italia e come si è evoluto) e un estratto da un’opera realizzata dal Centro nazionale del Libro Parlato per i non vedenti, anche con il contributo di donatori di voce professionisti e volontari. Molto emozionante anche l’esperienza di esplorazione tattile che inviterà i visitatori a riconoscere delle rappresentazioni di oggetti di uso comune, come banconote, piante e insetti, usando solamente il tatto. I più piccoli potranno infine divertirsi a giocare con i mattoncini Lego nell’edizione speciale “LEGO Braille Bricks”. Nati dalla collaborazione fra LEGO Foundation, Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti quale iniziativa di inclusione, I famosi mattoncini da costruzione sono stati adattati per poter essere utilizzati dai bambini ciechi e ipovedenti insieme ai compagni di classe e di giochi, in quanto i “bottoni” per l’incastro dei pezzi sono disposti in maniera da rappresentare le lettere e i numeri del codice di scrittura e lettura Braille. Anche i più piccoli potranno partecipare a un’esperienza di lettura al buio, grazie alla collaborazione degli addetti della Federazione Prociechi, in cui alla narrazione di un testo nella cabina oscurata si affiancherà la possibilità di poter toccare con mano la storia ascoltata su libro tattile.

“La platea del Salone Internazionale del Libro ci sembra il luogo più adatto per ricordare le prerogative del libro nella sua forma più moderna, quella dell’audiolibro, la cui diffusione è una risorsa straordinaria per una persona non vedente, migliorando le opportunità di inclusione culturale e lavorativa, oltre che di piena cittadinanza -– commenta il Presidente di Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Mario Barbuto – Per questo abbiamo coniato l’iniziativa “Dona la tua voce”, nata appena 3 anni fa e che ha visto crescere nel tempo il numero dei volontari. Tuttavia c’è un bisogno costante di nuovi “donatori di voce”, perché le richieste sono tantissime e non riusciamo a farvi fronte come sarebbe necessario e in tempi brevi, soprattutto per quanto riguarda i libri per bambini e i testi di studio per le scuole di ogni ordine e grado. Ci auguriamo che questo appello sia accolto in modo particolare dai tanti appassionati che visiteranno il Salone.”

Il Centro Nazionale del Libro Parlato è stato istituito dall’UICI nel 1957 per realizzare registrazioni professionali di testi di qualsiasi tipo e metterli a disposizione degli utenti ciechi e ipovedenti in forma di audiolibri. Alla realizzazione di queste opere, dai libri per bambini alla saggistica, dai libri di testo scolastici, ai grandi classici della letteratura, possono partecipare tutti.

Attraverso il servizio del Libro Parlato, in questo modo l’UICI consente ai non vedenti di accedere al patrimonio librario, anche a coloro che non conoscono a sufficienza il sistema Braille. Il catalogo del Centro Nazionale del Libro Parlato, in continuo incremento, vanta più di 50.000 titoli che vanno dalla narrativa per ragazzi alla saggistica. La produzione si articola su due “livelli”. Un primo livello, professionale, che prevede la lettura dei testi effettuata da speaker professionisti in sale di registrazione professionali attraverso 5 centri di produzione, tra cui Roma (presso la Presidenza Nazionale UICI), Brescia, Modena, Firenze e Lecce. Il secondo livello è invece di tipo amatoriale, ad opera appunto dei volontari, “donatori di voce”, che registrano autonomamente i testi presso il proprio domicilio.

Oggi questo gruppo di volontari speciali conta circa 1000 “voci” su tutto il territorio italiano. Si tratta per la maggior parte di persone madrelingua italiana, ma ci sono anche volontari che collaborano alla registrazione di audiolibri in inglese, tedesco e spagnolo. Nel tempo sono stati tanti gli scrittori e i personaggi famosi che si sono cimentati nell’arte dell’audiolibro tra cui Susanna Agnelli, Dacia Maraini con il suo “Bagheria”, Giuseppe Lazzaro Danzuso di “Ritorno all’Amarina” attori e doppiatori. Chi volesse seguire le loro orme e partecipare alle attività del Centro Nazionale Libro Parlato può visitare il sito www.libroparlatoonline.it o inviare una mail a donatoridivoce@uici.it.

Lo spazio dello stand dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti al Salone del Libro è condiviso anche con la Federazione degli Istituti Prociechi, la Stamperia Braille di Catania, il maggior centro nazionale per la produzione di testi in Braille e la Biblioteca per ciechi di Monza, istituzione di riferimento che mette a disposizione un catalogo ampio e aggiornato di testi in Braille di molteplici tipologie.

lunedì 16 maggio 2022

Global Accessibility Awareness Day, 20-21 maggio 2022

Care amiche, cari amici,

in occasione del Global Accessibility Awareness Day (GAAD), dal 20 al 21 maggio si terranno gli Accessibility Days, uno degli appuntamenti italiani più importanti per l’accessibilità e l’inclusività delle tecnologie digitali.

Quest’anno l’iniziativa si svolgerà in forma mista: in presenza presso la prestigiosa sede dell’Istituto dei Ciechi di Milano, mentre i contenuti delle sessioni plenarie verranno trasmessi anche online.

L’evento è rivolto a sviluppatori, designer, maker, creatori, editori di contenuti e a tutte le persone che sono interessate o si occupano di tecnologie digitali, non ultimo il mondo della scuola, che con la didattica a distanza ha dovuto rivoluzionare i tradizionali metodi d’insegnamento.

Il programma delle conferenze è molto nutrito, l’accessibilità verrà declinata nelle forme più varie: dalla scuola al lavoro, dall’arte all’intelligenza artificiale, dalla normativa al design, dalla comunicazione allo sviluppo.

Con la partecipazione in presenza, si avrà l’opportunità, oltre che di fare rete con gli speakers che interverranno e con gli enti presenti nei banchetti espositivi, di accedere a workshop pratici di approfondimento su varie tematiche.

Anche la nostra Unione, l’I.Ri.Fo.R. e INVAT hanno voluto offrire un contributo tangibile alla buona riuscita degli Accessibility Days, collaborando in modo significativo per arricchire il programma e offrire servizi di accessibilità durante la conferenza.

Nella sessione plenaria di venerdì 21 maggio, dalle ore 9:45 alle 11:15, avremo l’opportunità di mettere in rilievo il ruolo strategico dell’accessibilità per le persone con disabilità visiva.

La tavola rotonda “Si può raggiungere la vera accessibilità usando solo strumenti automatici?”, prevista per venerdì 21 maggio dalle 12:15 alle 13:00 in track 1, vedrà la partecipazione del Consigliere INVAT Sabato Derosa.

Ampio spazio verrà riservato a Edico con una sessione in track 3, sabato 21 dalle ore 12:30 alle ore 13:15 e workshop pratici in entrambe le giornate dell’evento.

Durante gli Accessibility Days sarà presente all’interno della Sala Mostre l’area espositiva di LETIsmart con il Componente della Direzione Nazionale UICI Marino Attini, che permetterà agli interessati di provare il bastone e dedicherà dei momenti di approfondimento sul tema della mobilità autonoma.

Sempre in quella sala, sarà possibile approfondire la conoscenza di UICI-Smartypbx una soluzione per lo smart working per i centralinisti telefonici.

Quest’anno sono previsti interventi da parte di grandi aziende come Google, Microsoft, Meta, IBM, Airbnb, Gucci; istituzioni come AGID, MIDT, INPS, CNR, Politecnico di Milano e di Torino e realtà da sempre impegnate per l’accessibilità come Rai Pubblica Utilità e Fondazione Asphi.

La scuola sarà in primo piano con sessioni e workshop dedicati non solo a tematiche per studenti con disabilità visiva, ma anche uditiva, cognitiva e con dislessia.

Appare importante portare all’attenzione dei potenziali interessati la presenza di Lavoropiù che parlerà di inclusività del match domanda offerta e strutturerà dei colloqui individuali con i partecipanti con disabilità che vorranno proporsi per alcuni profili professionali, per il reclutamento dei quali l’azienda è responsabile.

Nelle due giornate, ampio spazio verrà dedicato alla cultura, con la presenza di realtà che operano nel settore e con esposizioni di opere, che potranno essere toccate, dell’artista Sandro Tomassini e del progetto Beam Up che permetterà di avvicinarsi all’arte materica di Burri.

Si potrà inoltre approfondire la conoscenza di Odla, toccando con mano il dispositivo hardware che permette di scrivere la musica in modo innovativo e divertirsi giocando con gli audiogames.

Questi sono solo alcuni dei contenuti che Accessibility Days offrirà a quanti vorranno prendere parte all’evento. È importante sottolineare che si può partecipare gratuitamente all’iniziativa, ma che è necessario iscriversi collegandosi al seguente link:

https://accessibilitydays.it/2022/it/iscriviti/

Dopo l’iscrizione, verrà fornito un link per richiedere di partecipare agli workshop d’interesse che sono a numero chiuso.

Per ulteriori informazioni sugli Accessibillity Days è possibile consultare il sito:

https://accessibilitydays.it/2022/it/

martedì 10 maggio 2022

Firenze, viaggio nella scuola per cani guida: “Il nostro metodo? Gentile e senza punizioni”

Fanpage del 10/05/2022

Le telecamere di Fanpage.it sono andate a Scandicci, dove si trova una delle pochissime scuole in Italia per l’addestramento di cuccioli in grado poi di accompagnare persone non vedenti.

SCANDICCI. Si trova a Scandicci, vicino Firenze, ed è una delle pochissime in Italia ad occuparsi dell'addestramento di cuccioli in grado poi di accompagnare per tutta la loro vita delle persone non vedenti. Le telecamere di Fanpage.it sono entrate negli spazi della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi, la seconda al mondo (dopo la prima nata negli Stati Uniti), fondata nel 1929 dall'Unione Italiana Ciechi e poi gestita dal 1979 dalla Regione Toscana, per capire in che modo è possibile rendere il miglior amico dell'uomo anche un ottimo compagno di viaggio per chi non può fare pieno affidamento in tutti i cinque sensi. “Il non vedente deve avere una mappa in testa e dare i comandi al cane in base a quella” spiega Claudia Savoia, una delle istruttrici. “Non è lui a decidere come muoversi -continua- ma il comando è sempre dell'uomo, attraverso la voce e la guida”. E cioè quell'attrezzo, simile ad un guinzaglio rigido, usato in questi casi. “Il metodo che utilizziamo è il metodo gentile -aggiunge invece Corrado Migliorucci, responsabile tecnico della scuola e addestratore da una vita-. Quando il cane fa qualcosa che ci piace, viene premiato. In caso contrario, lo ignoriamo. Essendo un animale intelligente tende infatti a dare risposte che portano a un guadagno, sociale o materiale, mentre inibisce risposte che non portano a niente”. E le punizioni? “Non esistono per due motivi -chiarisce Migliorucci-: uno etico, perché non è giusto trattare male un cane, e uno diciamo strumentale. La punizione, se funziona, tende a interrompere un comportamento, ma non ne indirizza un altro. Noi però dobbiamo insegnare al cane a fare delle cose”. Ad esempio a fermarsi davanti a dei dislivelli, a superare gli ostacoli e a saperli riconoscere.

I cani addestrati a Scandicci, consegnati poi ai richiedenti di tutta Italia, sono in prevalenza Labrador e Golden Retrevier, due razze molto socievoli, ma anche in grado di riuscire a superare un momento che per altri potrebbe essere traumatico. “Di solito i cani che lavorano, ad esempio per la polizia come antidroga, restano per tutta la vita col loro istruttore -spiega Migliorucci-. Noi invece li addestriamo e li diamo ad altre persone, quindi servono cani in grado di sostenere questo, che non è da tutti”. I cuccioli, inoltre, nascono direttamente dalle fattrici della scuola oppure arrivano da allevamenti, soprattutto della zona. “Ne facciamo 24 o 27 all'anno, con due corsi di consegna da 12– prosegue il responsabile tecnico-. L'addestramento dura sei mesi, però si deve partire da cani già socializzati”. In altre parole, già abituati a muoversi in determinati contesti e a stare a contatto con tutto ciò che si trova nel mondo estero. Quando il cucciolo ha due mesi, quindi, va per almeno un anno o poco più in una famiglia affidataria, alla quale viene fornito cibo e cure mediche, tornando a scuola una settimana al mese per vedere come procede questa prima fase. “Agli affidatari diamo anche un libretto tecnico con tutte le esperienze che deve fare” sottolinea infatti Migliorucci, aggiungendo: “Tutti i cani hanno l'intelligenza per fare da guida, quello che ostacola il loro apprendimento è il timore di qualche cosa. Per far sì che questo timore non ci sia, bisogna socializzarlo subito, perché c'è un'età del cane, che va dai due ai mesi, in cui tutte le esperienze che vive sono positive e non fanno paura. In quella finestra è importante farlo uscire e addestrarlo prima che diventi troppo grande”.

Dopo la prima fase di socializzazione, i cani iniziano quindi il corso vero e proprio e alla fine, durante un periodo di due settimane, avviene la consegna ai nuovi padroni (anche se rimangono di proprietà della scuola, per evitare terribili abbandoni o utilizzi non adeguati) che li terranno per tutta la vita. In quelle stesse due settimane viene inoltre insegnato anche i futuri conduttori come comportarsi coi cani guida e come dare loro indicazioni per spostarsi in sicurezza, cercando anche di far nascere fra i due un feeling necessario per poter andare avanti insieme. “Non è facile, ci vuole tempo -interviene Claudia Savoia-. L'affiatamento si crea in sei o otto mesi”. Altro dettaglio, non meno importante: il cane si comporta in un determinato modo solo quando indossa la guida. "Quando non ce l'ha è come tutti gli altri -ricorda ancora l'istruttrice-: è fondamentale che distingua i due momenti, altrimenti verrebbe sottoposto a uno stress continuativo tutto il giorno. E questo non porterebbe certo una qualità di vita ottimale". La salute dell'animale, insomma, non è un dettaglio.

L'iter per ottenere un cane guida, inoltre, è gratuito, prevedendo però prima di tutto un giorno di vera e propria commissione, con incontri con medici e istruttori, per capire se la persona non vedente che ne fa richiesta si sa muovere in sicurezza col bastone. “Se si, sarà anche in grado di usare al meglio in cane guida” conferma Migliorucci, ricordando infine che oltre all'addestramento specifico di cui si è parlato finora, vicino Firenze si portano avanti da tempo anche progetti di pet therapy e corsi per cani con padroni con disabilità motorie, fra le altre cose. “La nostra maggiore soddisfazione -conclude- è poter vedere un non vedente che riesce a muoversi in maniera autonoma e sicura insieme al proprio cane”.

a cura di Beppe Facchini

Legge Europea sui Servizi Digitali e accessibilità: così proprio non va!

Superando del 10/05/2022

«Il testo su cui è stato trovato l’accordo non tutela le persone con disabilità su base di uguaglianza con le altre, perché considera l’accessibilità, che è un diritto umano fondamentale sancito dal quadro giuridico dell’Unione Europea, come una prestazione meramente volontaria, delegata sostanzialmente alla “benevolenza” dei fornitori di servizi digitali»: non usa mezzi termini l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, nel giudicare in modo molto negativo l’accordo raggiunto nei giorni scorsi tra il Parlamento e il Consiglio d’Europa, composto quest’ultimo dai vari Stati Membri, sul testo del DSA (Digital Services Act), la Legge sui Servizi Digitali, proposto due anni fa dalla Commissione Europea.

«Questo accordo – si legge in una nota diffusa dall’EDF – è stato salutato come una pietra miliare per la regolamentazione delle grandi piattaforme online, per la protezione degli utenti online e per la garanzia della libertà di espressione e delle opportunità per le imprese. E tuttavia esso non tutela affatto milioni di persone con disabilità, in primo luogo perché esse potrebbero semplicemente non essere in grado di accedere ai servizi digitali, se è vero che anziché stabilire obblighi di accessibilità per i servizi digitali, i decisori politici hanno deciso di includere codici di condotta volontari per i fornitori, basati sulla “benevolenza” degli stessi e lasciando quindi alla loro buona volontà le misure di accessibilità, in barba alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e a un approccio fondato sui diritti all’inclusione».

«Si tratta – proseguono dal Forum – di un risultato particolarmente deplorevole, dato che l’Unione Europea dispone già di una solida base giuridica e tecnica per garantire l’accessibilità alle persone con disabilità, ma invece di basarsi sulle prescrizioni della Legge Europea sull’Accessibilità (European Accessibility Act), questo accordo fa fare un passo indietro alla politica dell’Unione in materia di accessibilità, consentendo, per legge, il rischio di aumentare ulteriormente il già crescente divario digitale tra coloro che possono accedere e beneficiare delle nuove tecnologie e coloro che sono rimasti indietro nella transizione digitale. Ma non solo: il testo approvato, infatti, promette di conferire potere ai consumatori e alla società civile, in forme diverse, anche attraverso la possibilità di impugnare le decisioni di moderazione dei contenuti delle piattaforme e di chiedere risarcimenti, sia tramite meccanismi di controversia extragiudiziale che tramite ricorsi giurisdizionali. Questo è senz’altro molto importante e necessario per i consumatori di servizi digitali, ma se l’accessibilità viene considerata solo una buona pratica da includere nei codici di condotta, milioni di persone con disabilità potrebbero non essere in grado di utilizzare i social media, di accedere a notizie, di creare contenuti sulle piattaforme, di trovare informazioni attraverso i motori di ricerca o di avviare la propria attività online imprese. E le stesse persone con disabilità saranno meno tutelate di quelle senza disabilità, poiché ad esempio i meccanismi per segnalare l’incitamento all’odio o le merci illegali saranno anch’essi accessibili solo in base alla “benevolenza” dei fornitori di servizi digitali. Spetterà infatti a questi ultimi, solo se lo vorranno, garantire che le persone con disabilità abbiano il controllo sui propri dati privati e sui contenuti o prodotti raccomandati dagli algoritmi, cosicché i ricercatori con disabilità e le organizzazioni di persone con disabilità potranno svolgere azioni di monitoraggio e di studio solo se i fornitori decideranno di garantire l’accessibilità. E da ultimo, ma non certo ultimo, in caso di situazioni legate alla salute pubblica o ad altre emergenze, le persone con disabilità potrebbero non essere in grado di ricevere informazioni vitali, con conseguenze estremamente dannose per il loro benessere e la loro vita».

«Dopo le tante rassicurazioni che ci erano arrivate da parte del Consiglio d’Europa, degli Stati Membri, del Parlamento e della Commissione Europea sul fatto che si sarebbe raggiunto un compromesso soddisfacente per garantire l’accessibilità alle persone con disabilità – concludono dall’EDF -, siamo profondamente delusi da un testo che consentirà ad alcuni fornitori di servizi digitali semplicemente di ignorare l’accessibilità. Pertanto, esortiamo con forza una rettifica di questo accordo politico, prima che venga adottato il testo finale». (S.B.)

lunedì 9 maggio 2022

Museo Etrusco, per una maggiore fruizione del pubblico, modellini tattili...

Agenzia AGR del 09/05/2022

ROMA. Giovedì 12 maggio alle ore 17, presso la Sala della Fortuna del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, sarà presentato il progetto “Il diritto alla bellezza dell’Arte. Il modellino tattile del Sarcofago degli Sposi”. Grazie all’Associazione di Volontariato Museum ODV, presieduta dall’architetto Maria Poscolieri, che lo ha ideato, e al finanziamento dell’otto per Mille della Chiesa Valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) è stato possibile realizzare, a cura dello Studio ArchitaLab di Roma, due modellini in 3D che raffigurano fedelmente in scala 1:33 il celebre Sarcofago degli Sposi e, a grandezza naturale, le teste dei due coniugi.

Una grande opportunità di fruizione per il pubblico con disabilità visiva che potrà vivere una straordinaria esperienza tattile, riconoscendo forme, profili e materiali di una delle opere etrusche più importanti al mondo.

I modelli, realizzati grazie alle scansioni digitali messe a disposizione del Museo, sono resi con un materiale sintetico durevole di alta qualità che al tatto riproduce fedelmente la ceramica. Insieme ai modellini sono state realizzate anche delle brevi didascalie inclusive, con testo in braille e in caratteri adatti al pubblico ipovedente, e un testo divulgativo in braille stampato su un supporto durevole, il cui contenuto potrà essere ascoltato e potrà essere letto dalle persone sorde anche tramite un QR code.

Il progetto ha visto il supporto scientifico e tecnico del Museo, nello specifico della dott.ssa Maria Paola Guidobaldi, conservatrice delle collezioni museali, e della dott.ssa Vittoria Lecce, responsabile del Servizio Accessibilità culturale.

I modellini prodotti saranno esposti in via permanente grazie a due postazioni tattili che saranno posizionate nella sala 12, in prossimità del Sarcofago degli Sposi. L’ufficio tecnico del Museo sta lavorando alla progettazione delle postazioni e all’adeguamento della sala, necessari per ospitare questi nuovi componenti.

L’impegno del Museo verso il miglioramento dell’accessibilità del pubblico con esigenze speciali è costante e si concretizza in diverse iniziative e progettualità che spingono verso il superamento delle barriere fisiche che impediscono una fruizione completa del percorso espositivo e verso l’inclusione di tutte le tipologie di pubblico, soprattutto di quelle con difficoltà motorie e/o cognitive. La fruizione delle persone con disabilità visiva è spesso fortemente limitata dall’impossibilità di toccare con mano i reperti delle collezioni, collocati all’interno delle vetrine o non idonei all’esplorazione tattile per la loro fragilità conservativa.

Questo progetto consentirà al Museo di sperimentare un nuovo approccio, più inclusivo e partecipato, e fornirà alle persone con disabilità visiva uno strumento più vicino alle loro reali necessità di fruizione. L’acquisizione dei modellini e la futura realizzazione delle postazioni tattili rappresentano un’importantissima innovazione che permetterà di migliorare significativamente l’esperienza di visita delle persone non vedenti e ipovedenti, così come di tutte le categorie di pubblico, regalando un‘esperienza più inclusiva e interattiva. (E. B.)

domenica 8 maggio 2022

Cento chilometri senza vedere: il lungo trekking contro gli stereotipi

Corriere del Trentino del 08/05/2022

Cento chilometri senza vedere: il lungo trekking contro gli stereotipi

Cammino san Vili special week è organizzata da Natourism su incarico del parco fluviale della Sarca e dalla cooperativa sociale Abc IRifor del Trentino, che da anni si occupa di disabilità visiva e uditiva. Dal 20 al 26 giugno, in concomitanza con le feste vigiliane, un gruppo di non vedenti percorrerà oltre cento chilometri di trekking da Madonna di Campiglio a Trento, insieme agli accompagnatori di media montagna Filippo Zibordi e Luca Stefenelli.

Per inquadrare il cammino nel contesto culturale che lo rende speciale, è utile ricordare la storia ad esso associata. La leggenda narra che Vigilio, terzo nella serie dei vescovi di Trento, morì il 26 giugno del 405 d.C. a Spiazzo in val Rendena: durante uno dei suoi viaggi per diffondere il cristianesimo nelle valli Giudicarie, fu contestato e colpito dal lancio di zoccoli, al punto che precipitò nel fiume e venne trascinato via dalla corrente. Il suo martirio trova diverse testimonianze, una su tutte la Pieve di Spiazzo a lui dedicata, costruita proprio su un masso in riva al fiume. L'itinerario seguito da Vigilio e dai cristiani trentini che ne riportarono il corpo a Trento con il corteo funebre è diventato oggi un trekking, che unisce la val Rendena al capoluogo.

Il cammino San Vili corrisponde al vecchio passaggio del Bus de Vela, raggiunto da Tione attraverso Ragoli, Stenico, Banale, Ranzo e il Vezzanese. Molte chiese sono presenti sul percorso: da san Vigilio di Spiazzo fino alla cattedrale di Trento. «Il cammino è stato ripristinato dalla Sat negli anni '80, era già sulla carta dal 1988 - spiega lo zoologo e divulgatore ambientale Filippo Zibordi - Ma il parco fluviale del Sarca più recentemente ha pubblicato una nuova mappa e ha messo in rete le strutture ricettive. In determinati punti si serve di strade forestali, tratti di asfalto e piste ciclabili, ma per lo più è sentiero. È stata una scoperta anche per me: si snoda lontano dai flussi turistici più importanti delle quote alte e permette di apprezzare una natura varia e assolutamente non inflazionata».

L'itinerario si presta a un trekking «dolce». «Lo percorreremo con un gruppo di non vedenti e i loro accompagnatori. Le iscrizioni comunque sono ancora aperte, e chiunque può unirsi. Anzi, più la partecipazione è eterogenea, tanto più l'esperienza arricchisce chi la prova. Abbiamo scelto il cammino san Vili perché si presta particolarmente ai non vedenti: sia per il tipo di fondo, sia per le esperienze sensoriali che possiamo incontrare durante il trekking. All'interno di questo itinerario abbiamo poi fatto degli aggiustamenti, in base alle possibili varianti, per andare ulteriormente incontro alle nostre esigenze. Abbiamo già fatto una prova a ottobre con una quindicina di persone, un gruppo misto».

Lo spettro della disabilità è molto ampio, e il termine non vedente fa comprendere poco. «Saremo in due accompagnatori, io e Luca Stefenelli. Nel gruppo ci saranno sia ipovedenti, che se seguono uno zaino dai colori sgargianti riescono già a orientarsi visivamente, sia chi ha perso la vista e chi invece non l'ha mai avuta. Per noi sarà un'esperienza ricca di sfumature. Anche il racconto della natura che ci circonda si modifica a seconda di chi ti trovi di fronte. Parlare a chi è non vedente dalla nascita richiede un approccio comunicativo diverso, completamente orientato sugli altri sensi. Anche le andature sono differenti: c'è chi procede accompagnato con un cordino, chi invece addirittura quasi corre».

La propriocezione è particolarmente sviluppata nei non vedenti e permette loro di sentire lo spazio intorno al corpo con una sensibilità straordinaria. Andare incontro a questo mondo richiede disposizione personale e una certa applicazione. «Abbiamo fatto dei corsi, insieme alle guide alpine, siamo stati anche bendati per riuscire a capire meglio l'approccio al camminare. Ho conosciuto ragazzi non vedenti che mi hanno spiegato come sono più morbidi sulle gambe, sulle caviglie, e come in questo modo riescono a sentire il terreno in maniera più progressiva rispetto a noi. Nel cammino che faremo ovviamente abbiamo fatto molta micro progettazione, non solo per quanto riguarda la scelta del percorso, ma di quello che andremo a scoprire. Avremo diverse esperienze sensoriali: il tatto ci permetterà di conoscere le piante intorno a noi attraverso il tocco della corteccia, delle foglie. Mettendo i piedi nel torrente potremo sentire l'acqua, e per l'udito avremo il suono della natura ad accompagnarci: il vento, il cinguettare degli uccelli. Un cammino di cinque, sei, sette giorni è una esperienza che ti cambia, perché la distanza viene coperta interamente a piedi, ci si allontana dalla quotidianità. Il tempo scorre in maniera diversa e l'uso costante dei muscoli influisce sul nostro benessere».

La natura opera un vero e proprio risveglio della persona in una tale condizione, e comunque un trekking di un centinaio di chilometri ha un effetto tangibile anche se ci si limita a considerare il fisico. «E poi ci si confronta per più giorni con altre persone, si costruiscono relazioni».

C'è di più: il cammino di san Vili percorso dai non vedenti è anche uno spunto di riflessione: in una società nella quale ormai siamo abituati a fotografare tutto per certificare a noi stessi e agli altri di avere vissuto un'esperienza, è la risposta di chi sa disporre della propria persona in maniera alternativa e forse più profonda, in pieno contatto con la propria intimità.

Sempre al servizio di chi ha bisogno. E ora il super-bastone

BresciaOggi del 08/05/2022

LIMBIATE. Il progetto Cani Guida dei Lions si sviluppa a Limbiate (MI) e punta ad addestrare ogni anno circa 50 cani per persone non vedenti. Tutto comincia nella nursery dove nascono i futuri cani guida, segue una prima fase con i Puppy Walker, ovvero una famiglia affidataria che si occupa dell’affiatamento cioè di educare il cane ad esempio a non sporcare in casa o a giocare nel modo giusto, infine rientrano in struttura per un periodo di addestramento con dei trainer qualificati. Il centro è attrezzato con una grande area che simula i percorsi che il cane si trova ad affrontare nella vita reale.

«Ogni anno abbiamo una lista d’attesa di 150 persone delle quali 50 vengono soddisfatte - spiega Ivo Benedetti Governatore del distretto 108ib2 Brescia, Bergamo e Mantova -. I fondi per sostenere questa iniziativa (ogni cane addestrato per la guida costa circa 15.000 euro) sono sostenuti dai 40.000 soci Lions in Italia. Nel nostro distretto abbiamo 1500 soci ed ogni anno raccogliamo fondi per donare dai 3 ai 5 cani alle persone non vedenti del nostro territorio». Il cane rimane di proprietà del centro di Limbiate ma di fatto viene donato a chi ne ha bisogno: «Se uno dei nostri conduttori per qualche motivo resta senza cane, scala la graduatoria perché non potrebbe più farne a meno - prosegue Benedetti -. Sono davvero due occhi per chi non vede, si crea una simbiosi, inoltre i cani permettono loro di acquistare una forte autonomia oltre ad un amico». Questo progetto rientra in una delle cause umanitarie globali per la vista promosse dai Lions.

«Proprio venerdì scorso abbiamo promosso a Desenzano un’iniziativa proposta da un nostro socio che ha inventato LETIsmart – chiude Benedetti -: si tratta di un upgrade del bastone elettronico normale che interagisce con i radiofari ubicati sul territorio in modo da dare al non vedente tutta una serie di informazioni aggiuntive per renderlo ancora più autonomo quando si deve muovere». (G.Fer.)

Cani guida, Logan è la certezza per Irene

Il progetto dei Lions dà frutti da anni: uno degli esempi è la simbiosi che si è creata tra la donna, cieca dalla nascita, e il suo labrador, ormai punto di riferimento irrinunciabile.

Tra le celeberrime frasi di Antoine de Saint-Exupéry spicca: «Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore». Ne è prova vivente Irene Verzeletti, 45 anni di Brandico, che, cieca dalla nascita, ha sintonizzato i suoi battiti con quelli di Logan, il suo inseparabile Labrador di undici anni e mezzo e compagno di avventure da ben dieci. «È arrivato da me in un momento molto difficile - racconta Irene -, mio papà stava facendo la chemioterapia e stavamo per perderlo. Da allora Logan è stato l’angelo di questa casa: ha portato tanta serenità».

Sì perché Logan è tutto per Irene: non solo un fedele amico sul quale contare ma anche un supporto concreto, in quanto si tratta di un cane guida addestrato. Logan è arrivato ad Irene grazie al progetto Cani Guida dei Lions che dal 1959 addestra e dona questi animali alle persone non vedenti dislocate sul territorio nazionale a titolo completamente gratuito: «I Lions forniscono anche libri parlati, borse di studio con la quale da ragazza ho comprato una bright light, uno strumento che all’epoca ci aiutava a prendere appunti, a leggere e si collegava ai computer, insomma insieme ne abbiamo passate tante - dice Irene -. Un cane pensavo di non riuscire a gestirlo, ma avrei dovuto fare prima questa scelta perché con Logan la vita è un’altra, ho imparato a fare tutto con lui: mi ha regalato l’indipendenza». Per aiutare Irene, Logan ha imparato vari comandi: di affiatamento come seduto, sdraiato, in piedi, e quelli di guida ad esempio destra, sinistra, dritto, andiamo, uscita, tutti in lingua tedesca: «I cani guida non sono robot ai quali dici “portami in ufficio” e lui come un navigatore ti guida. Il percorso lo devi conoscere tu, lui ti accompagna, evita gli ostacoli, ti fa capire se ci sono dei gradini o dei pericoli, trova l’uscita e, se ti perdi, ti riporta nel luogo che per abitudine è più familiare e vicino».

Per imparare una strada nuova serve una terza persona: «Sonia abita vicino a me e ci aiuta in questo contesto – spiega Irene -: facciamo la strada insieme prima per mano, poi con Logan al guinzaglio e continuiamo a percorrerla finché non iniziamo ad andare da soli. Le prime due volte è garantito che ci perdiamo, ma piano piano la strada diventa conosciuta per tutti e due». Nasce così una simbiosi con il cane ed è importante, quando è in guida e sta lavorando, che non venga distratto. Esistono infatti alcune piccole regole fondamentali per aiutare il cane guida e il suo proprietario nel momento della camminata, ad esempio: non dare da mangiare all’animale, non salutarlo o toccarlo, non ostacolare il passaggio. Un grande sostegno dunque ma soprattutto un compagno di vita irrinunciabile ed insostituibile: Una volta mi ha davvero salvato la vita - dice ancora Irene -. Eravamo alla stazione di Rovato, io sono arrivata davanti ad un gradino e noto che Logan si inchioda, nonostante lo tirassi non veniva perciò con il bastone ho controllato e mi sono resa conto che non era un gradino ma il binario!».

Logan la avvisa quando sta arrivando qualcuno alla porta, esita se nota che stanno sbagliando strada, la protegge la sera quando deve prendere l’autobus e soprattutto la sostiene in tutti i momenti della sua vita: È come se fosse metà di me e poi è il mio migliore amico. È molto bello essere accompagnati da un cane: ci dà libertà».

di Giada Ferrari

mercoledì 4 maggio 2022

Forlì. La Maddalena “mostrata” anche ai non vedenti e ai non udenti

Corriere Romagna del 04/05/2022

FORLÌ. La bellezza della mostra sulla Maddalena, ai musei San Domenico, disponibile anche alle persone con disabilità visiva e con disabilità uditiva. Grazie ai percorsi realizzati dal centro “Diego Fabbri” la valorizzazione della cultura forlivese e l’inclusione sociale sono risultati tangibili. Per gli ipovedenti o non vedenti è stata realizzata una audioguida che consente alle persone con questa disabilità di godere di particolari che difficilmente potrebbero essere percepiti con l’utilizzo di una normale audioguida per la mostra. La guida audiodescritta è fruibile on line utilizzando il proprio smartphone. Iniziativa che sta riscuotendo grande successo: domenica scorsa un gruppo di una ventina di persone, proveniente da Rimini, ha potuto “ammirare” le 22 opere prese in esame, grazie anche a due guide specializzate. «Da diversi anni – spiega Paolo De Lorenzi, direttore del centro “Diego Fabbri” – portiamo avanti progetti di inclusione sociale, anche attraverso audiodescrizioni per non vedenti di spettacoli teatrali. Da quell’esperienza abbiamo allargato il campo anche alle visite museali, grazie anche all’accordo con la Fondazione Cassa dei Risparmi. Così abbiamo realizzato una audioguida speciale per far “vedere” una selezione di 22 opere, scelte con la Fondazione e il direttore della mostra Gianfranco Brunelli».

Sempre il centro “Diego Fabbri” ha predisposto un percorso che consente anche alle persone con disabilità uditiva di visitare la mostra sulla Maddalena, con una guida in linguaggio LIS, fruibile attraverso una web app accessibile da un tablet che verrà consegnato all’inizio della visita. «C’è anche una versione scritta – aggiunge De Lorenzi – per potersi godere la visita. Sono iniziative sia per gruppi, ma anche per singole persone. Domenica era previsto un concerto-aperitivo al ridotto del “Fabbri”, la visita alla mostra, il pranzo. Un modo per formare gruppi con persone senza disabilità e abbattere le barriere. Chi viene è guidato da un accompagnatore che magari non sarebbe venuto alla mostra. Persone che vengono anche da fuori Forlì che permettono di incrementare anche il turismo. Finora le risposte che abbiamo avuto sono state molto positive, tutti sono molto contenti. Con il tempo siamo riusciti a perfezionare il progetto, anche grazie ai suggerimenti che ci sono forniti da ipovedenti e alla collaborazione con l’Università di Bologna e la sede di Interpreti e traduttori di Forlì. D’altra parte le descrizioni sono delle vere e proprie traduzioni delle opere».