venerdì 30 aprile 2021

Differenza tra invalidità civile, handicap e disabilità

SuperAbile INAIL del 30/04/2021

Non sempre risulta chiara la differenza tra invalidità civile, situazione di handicap e disabilità. Ognuna di queste voci corrisponde ad una precisa definizione e l’accertamento è effettuato da commissioni mediche diverse.

Non sempre risulta chiara, a chi non ha dimestichezza con i termini utilizzati dalla normativa, la differenza tra invalidità civile, situazione di handicap e disabilità. Ognuna di queste voci, e che corrisponde ad una precisa definizione, sono contemplate da normative differenti e l’accertamento è effettuato da commissioni mediche diverse. Sebbene la commissione operante nella visita di prima istanza è di regola competenza dell’Asl, per ogni accertamento la composizione di tali commissioni è diversa secondo il tipo di accertamento da effettuare e per la visita medica dovrà essere presentata specifica domanda, sbarrando l’apposita casella. Si precisa che lo stesso certificato medico, così come la domanda, possono essere utilizzati per la richiesta di diversi accertamenti, per esempio: invalidità civile e handicap, handicap e disabilità, invalidità civile e disabilità e, perfino, le tre voci contemporaneamente.

Riassumendo, gli accertamenti che vengono effettuati dalle commissioni mediche dell’Asl sono: d’invalidità civile, di handicap e per la disabilità. L’invalidità civile si riferisce all’accertamento che dà luogo ad una percentuale secondo i tipo e gravità della patologia; l’handicap fa riferimento alla difficoltà d’inserimento sociale dovuta alla patologia o menomazione di cui è affetta la persona interessata (Legge 104/1992) e, infine, la disabilità esamina la capacità d’inserimento lavorativo secondo la patologia riscontrata (Legge 68/199).

Invalidità civile

Può presentare domanda di visita di accertamento per l’invalidità civile qualsiasi persona, maggiorenne o minorenne che abbia una menomazione, perdita o anomalia di una struttura o di una funzione, sul piano anatomico, fisiologico, psicologico. Come sopra indicato, questo accertamento dà luogo ad una verifica dell’invalidità che sarà espressa in termini di percentuale; tali percentuali vanno da un minimo del 33% fino ad un massimo del 100%.

Il Decreto Legislativo 23 novembre 1988, n. 509, stabilisce che la determinazione della percentuale di riduzione della capacità lavorativa deve basarsi anche sull'importanza che riveste la perdita o diminuzione delle funzioni dell'organo o l'apparato sede del danno anatomico. Questo accertamento valuta la riduzione della capacità lavorativa che è il concetto che deve essere valutato per determinare la percentuale d'invalidità, individuando anche in questo modo la capacità lavorativa residua. Tale riduzione non comporta l'impossibilità di un inserimento lavorativo, bensì la difficoltà di eseguire una determinata attività nei modi e nei limiti considerati normali per un individuo. Pertanto, il riconoscimento di un’invalidità civile totale (100%, con o senza diritto all'indennità di accompagnamento) non preclude a priori la possibilità di un inserimento lavorativo.

Infatti, ad oggi molte persone disabili, i loro familiari, ma talvolta anche tecnici ed operatori, pensano che il riconoscimento di invalidità totale (100%) sia incompatibile con l'inserimento lavorativo. A questo proposito riteniamo che sia fuorviante la dicitura che, ancora oggi, viene riportata nei verbali d’invalidità civile: di fronte all'attribuzione di una percentuale pari al 100%, corrisponde la voce "totale e permanente inabilità lavorativa".

Anche il riconoscimento del diritto all'indennità di accompagnamento, che presuppone l'incapacità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore e/o di compiere gli atti quotidiani della vita, non impedisce la possibilità di svolgere attività lavorativa (art. 1, comma 3, della Legge 21 novembre 1988, n. 508).

Il riconoscimento di un’invalidità civile dà luogo a diversi benefici tra cui le prestazioni economiche secondo la percentuale attribuita e la categoria di appartenenza. Infatti, nell'invalidità civile si distinguono tre diverse categorie: invalidi civili, ciechi civili e sordi civili che hanno diritto a benefici economici diversi. In tutti i casi, comunque, l’accertamento sanitario è effettuato con le stesse modalità.

Handicap (Legge 104/1992)

Nel riconoscimento dello stato di handicap, invece, viene presa in considerazione la difficoltà d'inserimento sociale dovuta alla patologia o menomazione riscontrata. Il concetto di handicap - sempre come definito dalla Legge n. 104/92 - esprime la condizione di svantaggio sociale che una persona presenta nei confronti delle altre persone ritenute normali e tale valutazione si differenzia dalla menomazione (fisica, psichica o sensoriale) che da quella condizione ne è la causa. In altre parole, lo stato di handicap per la sua valutazione tiene conto della difficoltà d'inserimento sociale della persona disabile, difficoltà che è dovuta alla patologia o menomazione di cui una questa persona risulta affetta.

Di conseguenza, la diversità dei criteri di valutazione tra l'invalidità civile e la situazione di handicap è fondamentale dal momento che essa può determinare che ad una percentuale di invalidità inferiore al 100%, corrisponda contemporaneamente il riconoscimento della situazione di handicap grave (ai sensi dell'art. 3, comma 3 della Legge 104/92). Espresso in un altro modo, questo significa che anche in alcuni casi dove la malattia o menomazione non abbia dato luogo a un 100%, è possibile avere un riconoscimento di handicap grave nel caso in cui la patologia comporti serie difficoltà nella vita di relazione e inserimento sociale (art.3, comma 3 L. 104/1992). Si pensi, per esempio, ad alcune forme di epilessia, che non danno luogo ad un’invalidità totale (100%), ma l’imprendibilità delle crisi comporta notevoli difficoltà d’inserimento in ambito sociale e nella vita quotidiana.

Pertanto, essendo diversi i criteri di valutazione dei due accertamenti, l'uno non è legato all'altro né in maniera proporzionale né consequenziale, al punto che si può ottenere lo stato di handicap grave anche in assenza di un riconoscimento d'invalidità civile.

Il riconoscimento della situazione di handicap non dà luogo a provvidenze economiche ma è la condizione indispensabile per poter usufruire di varie agevolazioni tra cui i permessi lavorativi, concessi ai lavoratori disabili e a coloro che assistono un familiare con disabilità; e il congedo retribuito di due anni solo per i familiari che assistono persone disabili riconosciute in situazione di gravità.

Il requisito della situazione di gravità si considera soddisfatto quando sul verbale è sbarrata la voce: HANDICAP GRAVE ai sensi dell’art. 3, comma 3 della Legge 104/92.

Sul verbale compaiono anche le voci:

- Persona non handicappata che, come è ovvio, non dà diritto ad alcuna agevolazione;

- Persona con handicap (articolo 3, comma 1, Legge 104/1992) che dà diritto ad alcune agevolazioni. Per esempio l’handicap non grave di cui all’art. 3 comma 1 legge 104 unitamente all’invalidità civile superiore ai due terzi (67%) comporta agevolazioni su scelta e trasferimento della sede di lavoro per i dipendenti della pubblica amministrazione (art. 21 legge 104/92).

Disabilità (legge n. 68/99)

L'accertamento delle condizioni di disabilità rientra tra le misure per agevolare l'inserimento mirato e la ricerca del posto di lavoro più adatto alla singola persona disabile. Pertanto, l'attività della commissione di accertamento è finalizzata in questo caso ad individuare la capacità globale, attuale e potenziale per il collocamento lavorativo della persona disabile.

Il collocamento obbligatorio o "collocamento mirato", previsto dalla legge n. 68 del 1999, impone alle aziende che occupano più di 15 dipendenti di assumere una percentuale di persone con disabilità. Ha lo scopo di facilitare l’occupazione per quelle persone che, a causa della disabilità incontrano maggiori difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro.

Per accedere al sistema del collocamento mirato è richiesto l’accertamento della disabilità.

Si tratta di uno specifico accertamento sanitario, diverso da quello di handicap e d’invalidità. Inoltre, per poter essere assunti come disabili ai sensi della legge 68/1999 è richiesta l’iscrizione alle liste speciali del collocamento mirato e l’accertamento della disabilità, insieme a quello di invalidità, è indispensabile per iscriversi a tali liste.

Gli organi preposti ad effettuare l’accertamento della disabilità si differenziano in relazione al tipo di invalidità. Infatti, l'articolo 1 ( commi 4, 5 e 6 della Legge n. 68 del 1999) distingue in tre grandi gruppi le categorie di lavoratori disabili, da sottoporre a questo accertamento:

- gli invalidi civili, ciechi civili e sordi civili;

- invalidi del lavoro (Inail);

- invalidi di guerra e per causa di servizio.

Accertamento della disabilità per invalidi civili, ciechi civili, sordi civili

L’accertamento delle condizioni di disabilità, previsto dall’art. 1 – comma 4 della legge 68/99 è riservato agli invalidi civili, ciechi civili e sordi civili ed è effettuato, secondo le modalità indicate nel D.P.C.M. 13/01/2000, dalle commissioni operanti presso le ASL o presso l’inps per il riconoscimento dell'invalidità, integrate da un operatore sociale e un esperto nei casi da esaminare (come previsto dall’art. 4 Legge 5 febbraio 1992, n. 104). Il verbale rilasciato è denominato relazione conclusiva.

L'accertamento delle condizioni di disabilità rientra tra le misure per agevolare l'inserimento mirato e la ricerca del posto di lavoro più adatto alla singola persona disabile, pertanto, l'attività della commissione è finalizzata ad individuare la capacità globale, attuale e potenziale per il collocamento lavorativo della persona disabile (diagnosi funzionale).

Infatti secondo l’art. 2 della legge n. 68/99 per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione.

L'accertamento è eseguito secondo una apposita scheda per la definizione delle capacità lavorative residue che può contenere suggerimenti su eventuali forme di sostegno e strumenti tecnici necessari per l'inserimento o il mantenimento al lavoro della persona con disabilità. La relazione conclusiva viene trasmessa alla persona con disabilità e al Comitato tecnico presso i Centri per l’impiego. Sulla base di tale relazione, viene individuato il percorso di inserimento più adeguato.

Accertamento della disabilità per gli invalidi del lavoro

L’accertamento della disabilità per gli invalidi del lavoro è effettuato dall’INAIL.

Con la circolare n. 66 del 10 luglio 2001, il Ministero del Lavoro ha fornito alcune indicazioni operative in materia di accertamenti sanitari per il collocamento mirato dei disabili.

In particolare la circolare si preoccupa di estendere il sistema di accertamento previsto per gli invalidi civili, ciechi civili e sordi civili alle altre categorie di invalidi che si avvalgono del collocamento mirato anche allo scopo di evitare disparità di trattamento tra gli iscritti negli elenchi del collocamento obbligatorio.

La circolare prevede che l'INAIL, in possesso di idonei strumenti tecnici e operativi e dotato delle necessarie professionalità, svolga l'accertamento dello stato invalidante ed il controllo sulla permanenza di tale stato con criteri e modalità aderenti a quanto delineato nel D.P.C.M. 13 gennaio 2000.

Accertamento della disabilità per gli invalidi di guerra e per servizio

La circolare ministeriale n. 66/2001 rileva, inoltre, che per quanto riguarda gli invalidi di guerra e per servizio, il dettato normativo appare più stringente e tale da non consentire operazioni di adeguamento in via amministrativa. È tuttavia auspicabile, ferma restando la modalità di accertamento dello stato di disabilità, che i servizi preposti al collocamento si adoperino anche in questo caso per assicurare, nei limiti di quanto consentito dalla differenziazione dell'accertamento stesso, forme di collocamento mirato compatibili con i percorsi indicati dalla legge.

Pertanto gli invalidi di guerra e di servizio possono iscriversi alle liste del collocamento mirato con il verbale di accertamento della invalidità rilasciato dalle commissioni mediche ospedaliere.

Riferimenti normativi

Legge 5 febbraio 1992, n. 104: Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate (GU n. 39 del 17-2-1992 - Suppl. Ordinario n. 30)

Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale Circolare n. 66/2001 del 10 luglio 2001: Assunzioni obbligatorie. Indicazioni operative in materia di accertamenti sanitari e di assegno di incollocabilità.

Legge 12 marzo 1999, n. 68: Norme per il diritto al lavoro dei disabili (GU n. 68 del 23-3-1999 - Suppl. Ordinario n. 57)

Decreto Legislativo 23 novembre 1988, n. 509: Norme per la revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti, nonché dei benefici previsti dalla legislazione vigente per le medesime categorie, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge 26 luglio 1988, n. 291 (GU n. 278 del 26-11-1988)

di Gabriela Maucci e Alessandra Torregiani

giovedì 29 aprile 2021

Disabili, nel Pnrr entra la legge quadro votata dal Conte 1 (e mai attuata). Tra le lacune: l’assenza di fondi per l’inclusione lavorativa

Il Fatto Quotidiano del 29/04/2021

Secondo la FISH nel testo "ci sono buoni punti di partenza, in ambito di scuola, di lavoro, di progettazione della vita indipendente". Ma l'esperto Giacobini mette in evidenza il rischio che si tratti solo di interventi settoriali. L'applicazione del provvedimento spetterà all'Osservatorio voluto dai governi Conte: "Continuità positiva".

Anche la disabilità entra nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’attenzione al tema che riguarda direttamente oltre 4 milioni di donne e uomini in Italia trova spazio con diversi riferimenti. La novità sono i 500 milioni di euro stanziati per i “Percorsi di autonomia per persone con disabilità”, risorse soprattutto per aiutare soggetti disabili nei servizi di assistenza personale a casa, fornire loro supporti tecnologici e creare soluzioni abitative inclusive e accessibili. Secondo il presidente della FISH, Vincenzo Falabella, “tutto naturalmente dovrà essere vagliato nella concretezza dei fatti, ma per il momento riteniamo che il nostro grande lavoro di interlocuzione abbia finalmente portato a porre sotto la luce dei riflettori i nostri bisogni e le necessità, in un documento ufficiale di tale importanza”. Più perplesso è Carlo Giacobini, esperto sulla legislazione dedicata alle persone disabili, che sottolinea soprattutto la “mancanza di trasversalità del tema disabilità nelle varie missioni del Pnrr e sull’assenza di investimenti necessari per quanto riguarda l’inclusione lavorativa, il potenziamento del sostegno scolastico e soddisfacenti politiche sociali a favore delle famiglie dei più fragili colpite ancora di più nel corso della pandemia”.

Gli interventi a sostegno dei disabili nel Pnrr.

Vengono indicate misure a sostegno delle persone disabili soprattutto nelle cosiddette Missioni 5 e 6 del Piano che sono rispettivamente intitolate “Politiche attive del lavoro e della formazione, all’inclusione sociale e alla coesione territoriale” e “Salute”. Ma non solo. All’interno del Piano sono previste specifiche azioni a beneficio delle persone con disabilità, come nella Missione 1 si parla di rimozione delle barriere architettoniche e sensoriali in musei, biblioteche e archivi, per promuovere una cultura dell’accessibilità del patrimonio culturale italiano. Nella Missione 2-3, gli interventi per la mobilità accessibile. La Missione 4 prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado. La Missione 5 include un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali. Nella Missione 6 si parla di miglioramento dei servizi sanitari dedicati ai disabili. Contattato da Ilfattoquotidiano.it Falabella ritiene che “ci sono molti buoni punti di partenza nel testo, in àmbito di scuola, di lavoro, di progettazione della vita indipendente”. In particolare a pag.214 del Recovery Plan viene messo nero su bianco, tra le varie cose, che “l’investimento ha l’obiettivo di accelerare il processo di deistituzionalizzazione, fornendo servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari. Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni”. “Nel Recovery – dice Falabella – ci sono passaggi già sostenuti per anni da molti Governi, ma quasi mai attuati, si pensi ad esempio alla riforma dei meccanismi di accertamento della disabilità , che però, uniti a quelli specificamente dedicati a scuola e lavoro, costituiscono un tutt’uno organico nuovo”.

“Introduzione della Legge Quadro sulle disabilità”.

Nel corso del suo intervento per le comunicazioni sul Pnrr Draghi ha anche affermato che “si prevede di introdurre una Legge Quadro sulle disabilità per semplificare l’accesso ai servizi e i meccanismi di accertamento. Nel corso dell’attuazione del Pnrr, l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità monitorerà che le riforme proposte siano adeguatamente inclusive”. Contattato dal Fatto.it Giampiero Griffo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio ed ex membro della task force guidata da Vittorio Colao risponde: “E’ una buona notizia che rende merito del nostro lavoro fatto negli ultimi mesi difficilissimi. Sul reale monitoraggio – aggiunge Griffo – c’è un aspetto positivo che va in continuità con il precedente Governo Conte e che darà la possibilità all’Osservatorio di verificare che il Pnrr sia effettivamente inclusivo”. Adesso bisognerà capire in che modo verrà coinvolto l’Osservatorio per il monitoraggio. Griffo sottolinea che “saranno soprattutto tre le aree su cui focalizzeremo la nostra attenzione: garantire una reale inclusione in tutte le Missioni, realizzare una piena accessibilità e infine evitare ogni tipo di discriminazione”. Quando si parla di Legge Quadro sulle disabilità, Griffo spiega che si tratta del Codice unico per le persone con disabilità votato dal Conte 1 nel Consiglio dei Ministri del 12 dicembre 2018 con l’approvazione del decreto Semplificazioni, ma in attesa di attuazione. Questa Legge Quadro è ribattezzata nel Recovery come “riforma della disabilità”. Si legge nel Pnrr che “semplificherà l’accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato”.

“Mancano visione d’insieme e strategia di lungo corso.

Il grande assente? L’inclusione lavorativa dei disabili” – Ilfattoquotidiano.it ha chiesto un commento anche ad uno dei massimi esperti italiani in materia di disabilità, Carlo Giacobini. “Da più parti, almeno nell’ultimo decennio si è detto che la disabilità necessita di una attenzione trasversale, non solo e tanto di interventi settoriali” afferma. “Un messaggio che è portante nella Convezione ONU sui diritti delle persone con disabilità ma che è stato indicato con chiarezza anche dalla stessa UE da cui torniamo con il nostro Recovery Plan in mano. La Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 – continua Giacobini – spazia dalla piena inclusione, alle politiche per il lavoro, all’accessibilità, all’istruzione più inclusiva, al miglioramento dell’assistenza medica e dei sistemi di protezione sociale sostenibili e di alta qualità. La prossima Strategia 2020-2030 rafforzerà questo richiamo. Il governo Draghi ne deve tener conto e investire quanto necessario”. Secondo l’analista “gli interventi sono limitati: infrastrutture sociali e supporti all’autonomia vanno bene ma non bastano. In altre missioni non si rileva invece alcuna particolare attenzione alla disabilità, in particolare l’assenza brilla nelle pur previste politiche per l’occupazione, nell’housing sociale, come pure in altre linee dedicate alla disparità di genere e, ancora, all’istruzione o, infine, alla reale accessibilità alla prevenzione e alla cura”. Come valuta Giacobini queste lacune? “Non è solo e tanto una questione etica – risponde al Fatto.it – quanto l’incomprensione del fatto schiettamente economico – e questo sì ce lo saremmo atteso da questi tecnici – che la disabilità è una delle prime cause di impoverimento per le famiglie. I costi della disabilità gravano in netta prevalenza sulle famiglie e su chi garantisce il lavoro di cura determinando o cronicizzando povertà materiale e immateriale. Se non si comprende – conclude – come anche queste condizioni incidano sulla ripresa l’esito non può che essere quello delle nuove esclusioni e dell’inevitabile assistenzialismo”.

di Renato La Cara

Università e Istituto dei Ciechi: insieme per affrontare la crisi

Lucemagazine del 29/04/2021

L’eccezionalità dei tempi che stiamo vivendo ha portato cambiamenti profondi nelle nostre abitudini, nelle relazioni sociali, nel modo di lavorare e di studiare. Ed è proprio in quest’ultimo ambito che si stanno verificando le trasformazioni maggiori: la didattica a distanza è ormai una realtà accettata e diffusa nella scuola, dalla primaria fino all’università. In ambito universitario le lezioni a distanza, che fino a soli due anni fa erano relegate alle poche realtà online, sono diventate una prassi consolidata, che molto probabilmente verrà mantenuta una volta cessata l’emergenza. Tanti i cambiamenti all’orizzonte: gli studenti fuori sede diminuiscono, nasce un nuovo galateo di comportamento durante le lezioni online (ad esempio il gesto di tenere spento il microfono è una forma di educazione altrettanto importante del non interrompere chi parla), cambia l’abito mentale degli studenti che sempre di più devono orientarsi a un atteggiamento improntato al risultato e non alla mera presenza fisica (un po’ come sta accadendo per chi lavora in smart working).

In questa improvvisa rivoluzione, che di sicuro non ci lascerà uguali a prima, nascono nuove esigenze, spuntano nuovi bisogni. Per l’Istituto dei Ciechi di Milano, che per statuto si occupa di inclusione e formazione delle persone cieche e ipovedenti, è il momento di rimanere sintonizzati sulla realtà, cercando di cogliere i segni del cambiamento e dare risposte adeguate. Leggere le criticità del nostro tempo e immaginare soluzioni ai nuovi problemi è l’unica via praticabile per uscire dall’attuale crisi.

Arrivano così nuove richieste da parte degli studenti universitari con disabilità visiva: se fino a ieri erano sufficienti i corsi di mobilità e orientamento per muoversi in sicurezza negli spazi dell’ateneo, oggi gli stessi studenti devono anche essere in grado di padroneggiare le varie piattaforme interattive attraverso cui seguono le lezioni: Zoom, Meet, Teams, Classroom, etc. Molto spesso, infatti, per destreggiarsi con programmi nuovi lo studente cieco necessita dell’aiuto di un tiflo-informatico qualificato (informatico esperto di tecnologie assistive per non vedenti), per imparare a gestirle e acquisire quella confidenza che permette di dedicare tutta l’attenzione ai contenuti e non al mezzo con cui vengono trasmessi.

Ed è quello che fanno in questo momento i tiflo-informatici dell’Istituto con gli studenti ciechi e ipovedenti dell’Università Statale di Milano, nell’ambito di una collaborazione avviata da una ventina d’anni. Nell’ambito di questa collaborazione l’Istituto dei Ciechi garantisce un sostegno specifico agli studenti con disabilità visiva durante il loro percorso di studi, attraverso Corsi di Informatica, di Mobilità e Orientamento, di Scrittura e Lettura in Braille, di Lingua Inglese. In questo momento, le richieste di aiuto riguardano in gran parte l’utilizzo delle nuove piattaforme digitali per poter seguire le lezioni a distanza.

Il sostegno agli studenti è solo uno dei tanti elementi che compongono la rete di relazioni creatasi fra mondo accademico e Istituto dei Ciechi. Da una decina d’anni, infatti, l’ente di via Vivaio è l’interlocutore principale di molti atenei per quanto riguarda i temi della disabilità visiva, soprattutto in relazione alla formazione degli insegnanti, di sostegno e curricolari, e all’accessibilità.

Così, in questo periodo di lezioni online, proseguono le attività di formazione a distanza con il Corso di specializzazione per Insegnanti di sostegno (con le università Milano-Bicocca e Cattolica) e con il Corso di Laurea Magistrale dell'Università Cattolica. Se in epoca pre-covid predominava l’aspetto laboratoriale, ossia gli studenti venivano in Istituto per fare esperienza di come legge o usa il computer una persona cieca, di come è strutturata una scheda didattica tattile, di come si realizzano le trascrizioni di libri in braille o a caratteri ingranditi, adesso mancando questa dimensione concreta i nostri tiflologi e tiflo-informatici si adoperano in molti modi diversi per far passare attraverso eterei flussi digitali i saperi e le conoscenze maturati in decenni di esperienza sul campo. Non è facile, certo. Non si può ad esempio ripetere l’esperienza delle lezioni al buio dove gli studenti, profondamente coinvolti sul piano emotivo, potevano rendersi conto in prima persona di come fosse possibile leggere una dispensa o seguire una lezione senza la vista. Adesso sono necessarie altre strategie di insegnamento, ad esempio mostrando il funzionamento delle stesse tecnologie in video-lezioni, preoccupandosi di incoraggiare il dialogo e l’interazione.

Un altro ambito di collaborazione è quello con l’Università Bocconi, con cui l’Istituto dei Ciechi sta valutando miglioramenti dell’accessibilità degli spazi dell’ateneo e ha già fornito un’importante consulenza per rendere pienamente accessibili i contenuti digitali del sito web, nonché i documenti amministrativi e didattici dell’Università. Concludiamo questa panoramica con una nuova proposta di collaborazione giunta dall’Università Bicocca, volta a migliorare i servizi dello sportello disabilità “b-inclusion”, con l’obiettivo di contribuire a diffondere la cultura dell’inclusione e di migliorare l’accessibilità degli spazi del campus.

La Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano Onlus continuerà a dedicare risorse e conoscenze per ampliare la rete di relazioni con le università del territorio, con l’intento di creare un ambiente di apprendimento sempre più inclusivo, innovativo e accessibile, per gli studenti con disabilità visiva e non solo.

di Marco Rolando

Consultazioni della Commissione Europea sulla violenza di genere - scadenza 10 maggio

Comunicato della Sede Centrale UICI n. 37/2021

La Commissione Europea ha dato il via a due importanti consultazioni pubbliche, aperte fino al 10 maggio, sul fenomeno della violenza contro le donne:

- “Violenza contro le donne e violenza domestica – Verifica dell’adeguatezza della legislazione dell’Unione Europea”;

- “Combattere la violenza di genere – Proteggere le vittime e punire gli autori di reato”.

Il Forum Europeo della Disabilità (EDF) sottolinea la grande importanza di questa opportunità di far ascoltare la voce delle ragazze e delle donne con disabilità.

Le due consultazioni sono congiunte ed entrambe conducono a un unico questionario, reperibile in lingua italiana digitando il seguente indirizzo:

https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/genderbasedviolence?surveylanguage=it

Collegandosi al suddetto link, si può accedere al questionario autenticandosi attraverso il proprio account "EU Login". Qualora non si abbia ancora un account, è possibile registrarsi, inserendo nome, cognome e indirizzo email.


mercoledì 28 aprile 2021

Non autosufficienza e disabilità: nel Recovery Plan due riforme per la fragilità

SuperAbile INAIL del 28/04/2021

Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza entrano due riforme: quella del Codice della disabilità che semplifica l’accertamento e l’accesso ai servizi e potenzia gli interventi individualizzati, e quella sulla non autosufficienza.

ROMA. Una spinta al Codice della disabilità” per semplificare i meccanismi di accertamento della disabilità, semplificare l'accesso ai servizi e potenziare gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato: è quanto prevede il PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che l’Italia è chiamata a presentare alla Commissione europea per utilizzare i fondi provenienti dal programma Next Generation Eu.

Il PNRR prevede la realizzazione di una riforma che verrà finanziata a partire dalle risorse del nuovo Fondo disabilità e non autosufficienza creato con la legge di bilancio 2020 (800 milioni complessivamente per il triennio 2021- 2023) e che sarà finalizzata alla realizzazione di quel "Codice della disabilità" che si propone di realizzare pienamente i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata dall'Italia fin dal 2009), secondo un approccio del tutto coerente con la Carta dei diritti fondamentale dell'Unione Europea e con la recente "Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030" presentata a marzo 2021 dalla Commissione Europea. In particolare, la riforma semplificherà l'accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato.

Disabilità, tutte le misure del PNRR

All’interno del Piano sono previste le seguenti misure. Nella Missione 1, si rimuovono le barriere architettoniche e sensoriali in musei, biblioteche e archivi, per promuovere una cultura dell’accessibilità del patrimonio culturale italiano. Nella Missione 2 e nella Missione 3, gli interventi per la mobilità, il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie favoriscono il miglioramento e l’accessibilità di infrastrutture e servizi per tutti i cittadini. La Missione 4 prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità, nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado. La Missione 5 include un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali, nonché sui servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari, per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità. Nella Missione 6, il miglioramento di servizi sanitari adeguati sul territorio permette di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità, favorendo un accesso realmente universale alla sanità pubblica

La riforma della non autosufficienza

Nel più generale ambito sociosanitario, a ciò si affianca una componente di riforma volta alla non autosufficienza, con l'obiettivo primario di offrire risposte ai problemi degli anziani. Tale riforma, si legge nel PNRR, affronta in maniera coordinata i diversi bisogni che scaturiscono dalle conseguenze dell'invecchiamento, ai fini di un approccio finalizzato ad offrire le migliori condizioni per mantenere o riguadagnare la massima autonomia possibile in un contesto il più possibile deistituzionalizzato. Tale componente di riforma – si legge ancora nel PNRR - si inserirà in un progetto sociale che prevede un forte investimento volto alla ristrutturazione delle residenze per anziani e alla promozione di soluzioni abitative che permettano di continuare la vita autonoma nel proprio contesto territoriale anche attraverso il ricorso ad innovative dotazioni territoriali e a servizi domiciliari integrati, assieme al rafforzamento delle equipe destinate a permettere il ricorso in tutti i casi in cui è opportuno all'istituto delle "dimissioni protette".

martedì 27 aprile 2021

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la disabilità

Superando del 27/04/2021

Presentato alla Camera dal presidente del Consiglio Draghi, il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, ovvero il programma di grandi investimenti che l’Italia dovrà inviare alla Commissione Europea, contiene numerosi passaggi riguardanti le persone con disabilità e le loro famiglie, in un tutt’uno organico indubbiamente nuovo. Essi, naturalmente, andranno verificati e sostanziati nella concretezza dei fatti e degli investimenti reali, ma “a caldo” la Federazione FISH parla di «molti buoni punti di partenza, ciò che è anche il frutto del nostro lavoro di interlocuzione con le Istituzioni».

«L’investimento ha l’obiettivo di accelerare il processo di deistituzionalizzazione, fornendo servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari al fine di migliorare l’autonomia delle persone con disabilità. Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni, al fine di migliorare la capacità e l’efficacia dei servizi di assistenza sociale personalizzati, focalizzati sui bisogni specifici delle persone disabili e vulnerabili e delle loro famiglie [grassetti nostri in questa e nelle successive citazioni, N.d.R.]»: questo si legge a pagina 214 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – #NextGenerationItalia, presentato alla Camera ieri, 26 aprile, dal presidente del Consiglio Draghi, il cosiddetto “Recovery Plan”, ovvero il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione Europea nell’àmbito del Next Generation EU, lo strumento voluto per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid.

Si tratta certamente di un passaggio significativo, all’interno del Piano presentato dal Presidente del Consiglio, ma non certo il solo. Vale ad esempio la pena ricordare quanto si scrive a pagina 199, in apertura del capitolo Focus sulle dimensioni trasversali del Piano: «Il lavoro di cura dei bambini, degli anziani e dei disabili deve essere una questione di rilevanza pubblica mentre oggi nel nostro Paese è lasciato sulle spalle delle famiglie e distribuito in modo diseguale fra i generi. Da questo presupposto parte una delle più rilevanti azioni a sostegno della parità di genere contenuta in questa missione».

E poco oltre, a pagina 202, si parla della «scelta nel Piano di destinare importanti risorse alle infrastrutture sociali funzionali alla realizzazione di politiche a sostegno delle famiglie, dei minori, delle persone con gravi disabilità e degli anziani non autosufficienti. Si tratta di interventi pensati per favorire la socializzazione, sostenere percorsi di vita indipendente, anche con la ristrutturazione di alloggi che sfruttino le tecnologie innovative per superare le barriere fisiche, sensoriali e cognitive che sono di impedimento allo svolgimento autonomo degli atti della vita quotidiana. Attraverso il riconoscimento del valore sociale dell’attività di cura, si può raggiungere il duplice obiettivo di alleggerire i carichi di cura tradizionalmente gestiti nella sfera familiare dalle donne e di stimolare una loro maggiore partecipazione al mercato del lavoro. Incrementare i servizi alla persona, vuol dire anche rafforzare un settore in cui è più alta la presenza d’impiego femminile».

Quindi, altro punto importante, a pagina 212, si scrive che «è prevista una riforma costituita dalla realizzazione di una “Legge quadro sulla disabilità”, che si propone di realizzare pienamente i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006 (ratificata dall’Italia fin dal 2009 [Legge 18/09, N.d.R.]), secondo un approccio del tutto coerente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e con la recente “Strategia dei diritti delle persone con disabilità 2021-2030” presentata a marzo dalla Commissione Europea. La riforma semplificherà l’accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato».

Vi sono passaggi già sostenuti per anni da molti Governi, ma quasi mai attuati – si pensi alla riforma dei meccanismi di accertamento della disabilità – che però, uniti a quelli specificamente dedicati ai temi della scuola e del lavoro, costituiscono un tutt’uno organico decisamente nuovo. E “a caldo” colpisce anche – finalmente – l’uso appropriato della terminologia riguardante la disabilità, nonché la sistemazione, nelle “giuste” caselle”, di punti di riferimento fondamentali quali la Convenzione ONU e la recente Strategia Europea 2021-2030.

«Come FISH – commenta Vincenzo Falabella, che ne è il Presidente – riteniamo che nel testo presentato alla Camera dal Presidente del Consiglio ci siano molti buoni “punti di partenza”, in àmbito di sostegno alle famiglie con disabilità, di scuola, di lavoro, di progettazione della vita indipendente e altro ancora. Tutto naturalmente dovrà essere sostanziato nella concretezza dei fatti e degli investimenti reali. Per il momento, però, possiamo senz’altro ritenerci soddisfatti che il nostro grande lavoro di interlocuzione con le Istituzioni abbia finalmente contribuito a porre sotto la luce dei riflettori, in un documento ufficiale di tale importanza, riferimenti quali la Convenzione ONU e anche la recente Strategia Europea 2020-2030, oltre a farci guardare con favore al linguaggio usato nel trattare i temi della disabilità». (S.B.)

lunedì 26 aprile 2021

Sainey e il suo viaggio verso l'oscurità, giocando al baseball per ciechi

Redattore Sociale del 26/04/2021

Si intitola "Un giorno, la notte" il nuovo documentario di Michele Aiello e Michele Cattani che racconta la storia di un 23enne gambiano colpito da retinite pigmentosa che, dopo aver raggiunto l'Italia e aver scoperto che non esiste una cura, è deciso a imparare più cose possibili per prepararsi alla cecità. Così entra in una squadra di baseball e decide di filmare la sua storia in prima persona.

BOLOGNA. Un lento viaggio verso l'oscurità, per spiegare cosa significa diventare ciechi, raccontandolo con una telecamera in mano. Si intitola "Un giorno, la notte" il nuovo documentario di Michele Aiello e Michele Cattani, prodotto da ZaLab Film, che racconta la storia di Sainey Fatty, che a causa di una malattia sta gradualmente perdendo la vista e rischia di diventare completamente cieco. Dopo aver raggiunto l'Italia e aver scoperto che non esiste una cura, è deciso a imparare più cose possibili per prepararsi alla cecità: decide così di filmare la sua storia in prima persona, e di mostrare al mondo che bisogna reagire anche contro le difficoltà più grandi.

Sainey ha 23 anni e viene dal Gambia. Ricorda perfettamente quando, a tre anni, sua mamma ha scoperto che anche lui aveva la stessa malattia del fratello, di un anno più grande, e che lentamente avrebbe perso la vista. Così Sainey è partito: ha attraversato confini, il deserto, la Libia e poi il Mediterraneo, e finalmente è arrivato in Italia, a Bologna, dove sperava di trovare una cura: "Quando mi ha visitato il dottore, mi ha detto che avevo la retinite pigmentosa, che è una malattia degenerativa e incurabile - racconta Sainey -. Ora sto prendendo delle medicine perché non peggiori, e nel frattempo ho iniziato a frequentare l'istituto dei ciechi Cavazza, dove ho seguito un corso per diventare centralinista e operatore dell'informazione: mi hanno insegnato a leggere il Braille, a usare alcuni strumenti informatici per ciechi e a muovermi da solo con il bastone".

Il suo obiettivo, insomma, è imparare più cose possibili per prepararsi a quello che verrà. In questo suo viaggio verso l'oscurità, Sainey scopre la passione per un nuovo sport, il baseball. "Ho iniziato a giocare sempre tramite il Cavazza, nel 2017: ogni mercoledì vengono organizzate attività sportive per ciechi, e io ho scelto il baseball - racconta -. Prima lo seguivo solo in tv, ma non avevo mai visto una partita completa. Già dalla prima battuta, l'allenatore ha notato che ero portato: correvo veloce, battevo bene. Mi sono sentito accolto nella squadra: oggi gioco come interbase, che è uno dei ruoli più importanti in difesa. La palla è sonora: attraverso il suono riesco a capire dove si trova.

L'anno scorso ho vinto anche il premio per miglior difensore del campionato". In particolare, nella sua squadra Sainey ha stretto amicizia con il capitano, Pasquale, un sessantenne cieco che si prende di cura di lui come un padre. Gli mostra come muoversi nello spazio ascoltando i suoni intorno a lui, gli parla d'amore e delle paure più grandi, e vive assieme a lui gioie e dolori sul campo, e non solo.

Nel 2018, poi, Sainey partecipa a un laboratorio di video partecipativo e realizza un cortometraggio proprio sul baseball per ciechi e ipovedenti. "Usare una telecamera mi è venuto automatico, fin dall'inizio - spiega -. Davanti all'obiettivo non sono in imbarazzo, sto tranquillo e parlo serenamente, anche se in realtà sono molto timido: i miei amici si sono stupiti, dicono che sembro una persona diversa", ride.

Da lì nasce l'idea del film: "Quando me l'hanno proposto ho subito detto sì: era sempre stato il mio sogno di condividere la mia storia, la mia vita - continua -. È una grande opportunità per me". All'interno del documentario ci sono due punti di vista: uno soggettivo, con scene girate dal protagonista, e uno osservativo, da parte dei due registi. "Il rapporto tra autobiografia e biografia è uno dei temi principali del film e ha un ruolo centrale per la storia - scrivono Aiello e Cattani nelle note di regia -. L'auto-narrazione di Sainey è il risultato di un lavoro di ricerca sul campo che va avanti da alcuni anni e che fa uso del video partecipativo, una tecnica che offre a tutte le persone, anche principianti, l'opportunità di esprimere il proprio punto di vista attraverso la produzione audiovisiva. Al termine di quel laboratorio abbiamo proposto a Sainey di realizzare un film sulla sua vita".

A partire da questo binomio auto- rappresentazione /rappresentazione, il tema del doppio è stato sviluppato su diversi livelli: interno/esterno; disabilità/normalità; impossibilità /possibilità; sogno/realtà.

A livello fotografico, il formato del film è 4:3, più stretto rispetto al più comune 16:9. "Questo formato si richiama alle condizioni visive di Sainey e ha avuto un impatto in primo luogo su noi stessi, poiché abbiamo rinunciato a una porzione di inquadratura - spiegano i registi -. In seconda battuta, vuole essere una limitazione per il pubblico, obbligato a sperimentare una visione più limitata rispetto a quella a cui si è abituato negli ultimi anni coi formati larghi".

Oggi Sainey vive a Bologna, ospitato da una famiglia di Refugees Welcome, progetto di accoglienza per rifugiati. Si è iscritto alla graduatoria del centro per l'impiego, e nel frattempo frequenta il quarto anno dell'istituto tecnico di elettronica. In futuro gli piacerebbe iscriversi all'università e studiare informatica o lingue. "Mi piace molto anche il cinema - conclude -. Se potessi avere la possibilità di girare un secondo film, tutto mio, sarebbe il massimo".

di Alice Facchini

venerdì 23 aprile 2021

Servizi di supporto all’inclusione scolastica per l’anno scolastico 2021/2022: al via il Bando di Regione Lombardia

Si comunica che è già possibile accedere al Bando per attivare i servizi di supporto all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità sensoriale per l’anno scolastico 2021-2022.

L’adesione al Bando può avvenire esclusivamente on line attraverso il portale regionale Bandi On Line di Regione Lombardia, raggiungibile al seguente indirizzo web:

www.bandi.regione.lombardia.it/procedimenti/new/bandi/bandi/comunita-diritti/inclusione-sociale/inclusione-scolastica-disabilit-sensoriale-anno-scolastico-2021-2022-domanda-cittadino-RLU12020010702

Allo stesso link è possibile visionare il videotutorial inerente la procedura di presentazione di una nuova domanda ed un altro concernente la procedura di rinnovo della domanda per coloro che hanno già attivato la procedura lo scorso anno.

Allegato A: Linee guida per lo svolgimento dei servizi a supporto dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità sensoriale

DGR. N. 4392 del 10.03.2021

In arrivo un cane-robot per accompagnare i non vedenti

Focus del 23/04/2021

Un robot potrebbe in futuro sostituire il cane guida che accompagna i non vedenti nella loro quotidianità. Sicuro ed efficiente, ma forse non altrettanto simpatico.

BERKLEY. Tra i "lavori" che potrebbero scomparire nei prossimi anni, soppiantati dalla tecnologia e dai robot, c'è quello del... cane guida per non vedenti.

Un team di ricercatori dell'Università di Berkley ha recentemente messo a punto un cane robot in grado di muoversi sia all'aperto sia al chiuso, aiutando non vedenti e persone con gravi problemi di vista a evitare ostacoli e trappole urbane come buche, scalini, binari della metropolitana.

Cane satellitare. Dotato di Gps per la navigazione, laser e sensori ottici, il robot è in grado di tenere sotto controllo contemporaneamente sia la strada sia la persona da guidare, accompagnandola in sicurezza attorno a qualsiasi tipo di ostacolo.

A differenza dei cani guida il robot non ha bisogno di lunghi e costosi addestramenti, può ricevere gli aggiornamenti del software comodamente da remoto ed è in grado di accompagnare il suo umano da un punto all'altro della città grazie al sistema di navigazione satellitare.

Robodog non è comunque ancora pronto per il mercato: serviranno ancora ricerche e sviluppi tecnologici per renderlo affidabile ed efficiente come un cane vero.

L'unica lacuna, che difficilmente si riuscirà a colmare, è che tra uomo e robot-cane non si instaura lo stesso rapporto di amicizia e fiducia che si crea, invece, tra un non vedente e la sua guida pelosa.

giovedì 22 aprile 2021

Marche – Giovane non vedente al lavoro con la Croce Rossa

Giornale UICI del 22/04/2021

Da Visso e Uici un progetto pilota tra i primi in Italia

Il tirocinio formativo di Mirco Loretoni fa parte del piano ‘Ci vediamo al lavoro’ promosso dall’Unione ciechi e ipovedenti delle Marche con il sostegno dell’8×1000 della Chiesa Valdese

“C’è chi deve essere accompagnato in ospedale a fare terapie importanti, chi è positivo al Covid e ha bisogno di farmaci a casa, ci sono gli anziani che non possono uscire per fare la spesa e chi ha perso il lavoro e ha bisogno di un pacco alimentare. Le chiamate sono sempre tante, le giornate volano e quando la sera torni a casa sei soddisfatto di te perché hai avuto la possibilità di aiutare tutte queste persone ad andare avanti. E andare avanti, in certi giorni, è molto complicato”.

Mirco Loretoni ha 36 anni e un ottimismo incrollabile. Perito elettrico-elettronico, dieci anni fa un grave incidente sul lavoro gli ha portato via la vista, ma non la voglia di costruire.

Giovane consigliere comunale a Visso (Mc) e socio dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti delle Marche, in questi mesi è impegnato nella sede della Croce Rossa del piccolo comune montano, in uno dei tirocini formativi attivati dall’Uici regionale nell’ambito del progetto ‘Ci vediamo al lavoro’.

Lanciato due anni fa con il duplice obiettivo di incentivare l’inserimento lavorativo dei giovani non vedenti o ipovedenti e sensibilizzare il mondo produttivo sulle loro potenzialità, nel caso di Mirco il piano è andato oltre, trasformandosi di fatto in un progetto pilota tra i primi a livello nazionale per l’inserimento degli operatori disabili visivi nelle Cri.

“Seguiamo l’esperienza lavorativa di Mirco con grande soddisfazione – commenta il presidente Uici Marche, Cristiano Vittori –. La sua attività sta centrando più di un risultato. Ringraziamo l’Otto per Mille della Chiesa Valdese che sostiene il tirocinio, la Croce Rossa di Visso che lo ha accolto e il nostro giovane socio che si è messo in gioco dimostrando tutta la sua professionalità e umanità”.

Mirco, che tipo di mansioni svolgi?

“Oltre al 118, la Croce Rossa svolge attività di assistenza alla popolazione. Io faccio parte di una squadra che si occupa della consegna dei beni di prima necessità alle famiglie, che accompagna pazienti a fare terapie e mi occupo della gestione dati del magazzino dei beni alimentari: in pratica carico sul computer tutti i dati relativi alle consegne e alle attività che gli operatori della Croce Rossa svolgono ogni giorno. Mi trovo benissimo e mi piace molto, è un compito che avevo già svolto prima di perdere la vista. Spero non si esaurisca con la fine del tirocinio”.

Su quale territorio operate?

“La Croce Rossa di Visso è diretta da David Celi e opera anche nei comuni di Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Monte Cavallo e Pieve Torina, per un totale di circa 4 mila abitanti. La situazione è particolare perché moltissime famiglie sono nelle Sae (le abitazioni di emergenza del dopo terremoto) e ora devono fare i conti anche con il Covid. Ogni tanto qualcuno ha la tentazione di lasciarsi andare, poi vedono me ed è come se ricevessero una nuova spinta: è un reciproco scambio di energia”.

Il terremoto, e un peso specifico doppio per le difficoltà che gravano sulle popolazioni della zona. Ma se ne parli a Mirco ecco che riaffiora l’ottimismo: “Sì, c’è molto da ricostruire, ma tante attività stanno ripartendo. Ce la faremo”.

Il diritto alla lettura di chi non può vedere

Avvenire del 22/04/2021

L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ribadisce l’importanza di garantire a tutti la possibilità di informarsi, studiare e leggere libri. Anche grazie al Centro Nazionale del Libro Parlato.

La lettura è un piacere per molti e un diritto per tutti. I ciechi e gli ipovedenti, purtroppo, non vedenti, potrebbero essere privati di entrambi e rischiare di non avere una vita culturale e sociale e pari dignità come qualsiasi altro essere umano. In occasione della Giornata Mondiale del Libro, indetta il 23 aprile dall’Unesco, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) ribadisce l’importanza di garantire anche ai non vedenti la possibilità di informarsi, studiare e leggere libri. Un’opportunità che l’UICI è impegnata a offrire da molti anni grazie all’istituzione nel 1957 del Centro Nazionale del Libro Parlato, oggi finanziato anche da un importante contributo del Ministero della Cultura.

Da allora è attivo in tutta Italia, presso le sezioni territoriali dell’unione, un servizio di prestito e di assistenza alla lettura con oltre 30000 titoli disponibili. Ma non tutti sanno che il servizio è a disposizione non solo dei ciechi, anche stranieri, ma anche di tutte quelle persone che per patologia o per l'età avanzata hanno gravi problemi di vista, nonché delle persone affette da qualsiasi altra disabilità che hanno difficoltà di lettura autonoma.

È quindi importante richiamare l’attenzione sul valore della lettura, tanto più in un momento ancora molto difficile per i non vedenti, costretti a vivere situazioni di particolare disagio a causa dell’isolamento e distanziamento sociale, con i rischi aggiuntivi di contagio per via del ricorso forzato all’esplorazione tattile quale unico strumento di contatto con l’esterno. Ma la compagnia di un audiolibro può davvero fare la differenza per circa 2 milioni di cittadini ciechi assoluti e ipovedenti e per tutte le persone fragili con problemi di vista.

“Il servizio svolto dal Centro Nazionale del Libro Parlato ha un’importante funzione di emancipazione culturale e sociale per non vedenti e ipovedenti e rappresenta una risorsa unica da valorizzare, far conoscere e potenziare – ha ricordato Mario Barbuto, presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – In un fase ancora delicata come l’attuale è ancora più importante informare quanto più persone possibili sull’esistenza del servizio del Libro Parlato e sensibilizzare le istituzioni scolastiche dell’opportunità di integrare questi strumenti nel percorso educativo. Tutto questo è ancora più importante in questo momento con l’aumento del ricorso alla DAD e considerando le difficoltà relazionali e sociali delle persone più fragili per le quali il libro parlato può essere uno strumento di accompagnamento e supporto prezioso, soprattutto per anziani e bambini.

Al Centro Nazionale, che ha sede a Roma presso l’UICI, si affiancano i 4 Centri di produzione di Firenze, Lecce, Modena e Brescia. Il servizio è reso in maniera del tutto gratuita agli utenti grazie al lavoro di circa 600 “donatori di voce” che collaborano con il Centro Nazionale del Libro Parlato. Per usufruirne basta rivolgersi a una delle 107 strutture provinciali dell’UICI oppure inviare richiesta a UICI (lpbs@uiciechi.it) allegando un certificato medico attestante il residuo visivo. È anche attivo il servizio “libro parlato on line” che consente agli utenti autorizzati di prelevare i libri direttamente con il proprio proprio pc o smartphone. Per i fruitori del servizio del Libro Parlato, è possibile proporre la produzione di opere consultando il sito dell’Unione www.uiciechi.it.

Dopo l’istituzione del Centro Nazionale del Libro Parlato la prima opera “tradotta” in formato audio è stato Don Camillo di Giovannino Guareschi. Nel tempo sono stati tanti gli scrittori e i personaggi famosi che si sono cimentati nella lettura dell’audiolibro tra cui Susanna Agnelli, Dacia Maraini con il suo Bagheria, Giuseppe Lazzaro Danzuso di Ritorno all’Amarina attori e doppiatori celebri. Con l’obiettivo di valorizzare questo importante patrimonio di competenze, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti lancerà a breve la seconda edizione della Campagna #LeggiPerMe, una grande iniziativa di solidarietà che invita le persone, appassionate di libri o meno, a leggere un brano preferito e a regalarlo simbolicamente a chi non può vedere, dopo l’enorme successo dello scorso anno che ha visto la raccolta di oltre 10000 contributi.

Cieca a 5 mesi: intervento all'avanguardia e ora la piccola Anita può vedere

Il Giornale di Vicenza del 22/04/2021

La piccola Anita è stata operata congiuntamente dai primari di oculistica di Bassano e Santorso. I genitori: «Abilità e partecipazione commoventi»

BASSANO. Anita scopre i volti di mamma e papà e i colori della primavera grazie a un intervento all'avanguardia, eseguito all'Ulss 7 Pedemontana dai primari dei reparti di oculistica dell'ospedale San Bassiano e di Santorso. Era già successo prima con altri piccoli pazienti, ma ogni volta, il delicatissimo percorso operatorio, eseguito in equipe, per curare una rara forma di cataratta congenita che colpisce i bimbi già alla nascita, rendendoli quasi completamente ciechi, ha il sapore del miracolo. È accaduto nei giorni scorsi all'ospedale bassanese dove Anita, bimba di cinque mesi, residente nell'Alto Vicentino, ha potuto vedere grazie a un intervento operato dai primari di oculistica Simonetta Morselli e Antonio Toso, la cui esperienza e sinergia ha permesso alla piccola di scampare a una vita condannata alla cecità.

«Ci siamo resi conto subito di avere a che fare con grandi professionisti - spiegano i genitori della bimba -, ma mai avremmo creduto di poter trovare medici dotati anche di una così grande umanità. La dottoressa Morselli la sera dopo l'intervento è rimasta a dormire in ospedale, nonostante non fosse di turno, per rassicurarci; un anestesista straordinario è venuto a prendere la nostra bimba e l'ha portata in sala operatoria tenendola in braccio e coccolandola perché non si agitasse. Tutto è andato per il meglio. La nostra piccola Anita, appena le hanno tolto le bende, ha fatto un sorriso immenso; ma eravamo anche catturati, al limite della commozione, dalla gioia dei medici e degli infermieri quando hanno capito che tutto era andato bene. Hanno trattato nostra figlia come se fosse la loro, non sapremo mai come ringraziarli».

Il dramma era iniziato a metà marzo: «Ci eravamo accorti che Anita non muoveva correttamente un occhio, non seguiva bene i nostri movimenti - spiegano mamma e papà -. Abbiamo chiamato la pediatra alle 9 del mattino, e alle 10.30 eravamo all'ospedale San Bassiano per il controllo urgente. Dopo tre settimane, lo scorso 7 aprile, è stata operata. È successo tutto talmente in fretta che non abbiamo ancora fatto in tempo a metabolizzare. L'Ulss è stata incredibile. Adesso Anita dovrà seguire una riabilitazione, ma vedrà: non c'è regalo più grande».

Oltre al cuore ci sono anche e soprattutto tecnica e preparazione, applicate in un intervento eseguito solo in pochi ospedali del Nordest e che ha rimarcato il valore del lavoro di squadra, senza separazioni tra ospedali e territori. A spiegare il ruolo fondamentale di questa collaborazione è la stessa Morselli: «Questo tipo di interventi è molto impegnativo: si tratta infatti di operare per alcune ore fissando l'ingrandimento dell'area in cui si va ad agire, con movimenti che devono essere incredibilmente precisi, senza possibilità di utilizzare un robot: tutto sta nella manualità di chi esegue l'intervento. Per queste ragioni non è sostenibile per un solo chirurgo operare entrambi gli occhi in contemporanea, perché la fatica e lo stress andrebbero a incidere sulla sicurezza. Un grande supporto è stato dato anche dal primario Marco Baiocchi, che è riuscito ad addormentare la piccola in totale sicurezza».

«La cataratta congenita - sottolinea Toso - è una patologia con un'incidenza compresa tra 3 e 15 casi ogni 10 mila nati nel mondo. Nella maggior parte la causa è sconosciuta. È necessario intervenire tempestivamente».

L'intervento è solo l'ultimo esempio di una collaborazione costante tra i due reparti di Oculistica di Bassano e Santorso: «Non ci sono medici, infermieri, tecnici "di Bassano" e "di Santorso", ci sono medici, infermieri, tecnici dell'Ulss 7- affermano il direttore generale Carlo Bramezza e il direttore sanitario Antonio Di Caprio -. Un principio fondamentale, sia sul piano dell'operatività, sia in termini di condivisione, sia per ottimizzare l'impiego di risorse in un momento in cui molte specialità soffrono difficoltà a reperire tutti gli specialisti necessari».

Soggiorno “Primo Sole”, presso Olympic Beach Hotel “Le Torri” di Tirrenia – Dal 29 maggio al 12 giugno 2021

Dal 29 maggio al 12 giugno 2021, presso il Centro “Le Torri G.Fucà – Olympic Beach Hotel” di Tirrenia, I.RI.FO.R. Nazionale organizzerà anche quest’anno il soggiorno “Primo Sole”, dedicato alla terza età, ma aperto a tutti i soci, per favorire il processo di inclusione e di integrazione tra generazioni.

L’offerta del soggiorno, a persona, valida sia per gli ospiti con disabilità visiva sia per gli accompagnatori, si articola nei seguenti importi:

- Camera singola in Torre B euro 868,00

- Camera doppia in Torre B euro 798,00

- Camera doppia in Torre A euro 980,00

• Servizio di Pensione Completa con acqua e vino ai pasti

• Cocktail di benvenuto

• Cena Tipica con degustazione dei piatti Toscani e Trentini

• sala riunioni a completa disposizione per iniziative e serate ludiche

• animazione e intrattenimento

• una serata con piano bar con cantante

• servizio spiaggia (ombrellone e sdraio)

Alla quota va aggiunta la tassa di soggiorno di Euro 7,50, dovuta al comune di Pisa.

Servizi a richiesta a pagamento:

a. Escursioni.

b. Parrucchiera.

c. Estetista.

d. Infermiera.

Corso gratuito di Alfabetizzazione informatica per computer e per smartphone.

I corsi di Alfabetizzazione informatica saranno tenuti, con la consueta competenza, dal nostro Nunziante Esposito e dovranno essere richiesti all’atto della prenotazione del soggiorno.

Attività ludico ricreative

Con la collaborazione dello staff dell’hotel saranno organizzati giochi di squadra, tornei amichevoli di showdown, Bowling, bocce e scacchi per il divertimento di tutti.

Non mancheranno infine, serate culturali ed eventi musicali.

Prenotazioni e informazioni

- Per prenotazioni inviare mail al seguente indirizzo mail

archivio@irifor.eu

Per informazioni, chiarimenti circa i transfert da e per le stazioni ferroviarie di Pisa e Livorno è possibile rivolgersi direttamente a:

Olympic Beach Le Torri

tel. 050 32.270

fax. 050 37 485

email: info@centroletorri.it

Tutte le attività saranno realizzate nel rispetto delle normative anti Covid 19 vigenti al momento dello svolgimento dell’iniziativa.

martedì 20 aprile 2021

Soggiorno estivo nazionale cani guida “Insieme sullo Stretto” – Messina, 20 – 27 Giugno 2021 - Iscrizioni entro il 25 maggio 2021

Comunicato IRIFOR Centrale n. 5/2021

L'I.Ri.Fo.R. Nazionale, anche quest’anno, in collaborazione con la Scuola Cani Guida per Ciechi e Polo Nazionale per l’Autonomia “Centro Helen Keller” di Messina, promuove e sostiene il Soggiorno estivo dal titolo “Insieme sullo Stretto”.

L’iniziativa è rivolta a persone con disabilità visiva che si avvalgono del Cane Guida e a quanti desiderano approfondire la conoscenza di questa modalità di mobilità come opportunità di autonomia e indipendenza personale.

1 – Destinatari del soggiorno

Il soggiorno, di livello nazionale, è rivolto a dodici persone con disabilità visiva provenienti da tutta Italia, di cui:

– 8 utilizzatori di cani guida;

– 4 utilizzatori di bastone bianco o con necessità di corsi individualizzati di Orientamento e Mobilità, Autonomia Personale, Autonomia Domestica.

Il soggiorno prevede comunque per tutti attività di Autonomia Personale e Domestica.

2 – Obiettivi del soggiorno

Autonomia personale e orientamento e mobilità restano gli obiettivi principali dei percorsi proposti dal progetto, in un quadro generale che mira a potenziare e migliorare le competenze e le capacità dell’utente, con particolare riferimento all’uso del cane guida e del bastone bianco. In particolare:

– Esercitare e affinare le abilità e le capacità di orientamento e mobilità in ambiente interno ed esterno, con l’ausilio sia del cane guida che del bastone bianco;

– Verifica della corretta conduzione del cane in varie tipologie di percorso.

– Verifica delle buone prassi per la gestione e la cura igienico sanitaria e alimentare del cane;

– Migliorare, ove necessario, l’interazione e l’empatia tra conduttore e cane, comprenderne i bisogni agevolando il benessere di entrambi.

– Illustrare, con esecuzioni pratiche, le tecniche di autonomia personale, con riferimento all’ambito domestico e alla cura della persona.

3 – Attività

Per ciascuna delle aree tematiche di azione del progetto, gli obiettivi sopra individuati saranno perseguiti attraverso le attività di seguito indicate:

a) Orientamento e mobilità con l’ausilio del cane guida:

Esercizi di obbedienza, gioco, interazione con il cane;

Condotta con guida (esecuzione percorsi urbani e in ambienti interni)

Attraversamenti stradali

Accesso ai luoghi aperti al pubblico

Accesso ai mezzi pubblici

Incontro con il medico veterinario finalizzato alla verifica della corretta cura igienico sanitaria, alimentare e comportamentale del cane.

b) Orientamento e mobilità con l’ausilio del bastone bianco:

Riconoscimento di stimoli, suoni, rumori ambientali e tecniche di ascolto

Raggiungimento di fonti sonore da luoghi, direzioni e distanze differenti

Descrizione e verifica di tecniche dell’uso del bastone bianco

Esplorazione funzionale

Esplorazione di ambienti interni ed esterni

Salita e discesa delle scale

Attraversamenti stradali

Sono previsti anche test dimostrativi e pratici del nuovo sistema di orientamento e mobilità ad alta tecnologia LETIsmart

Acquisizione delle coordinate topografiche generali e della geografia del territorio

c) Autonomia Personale:

Comportamento a tavola;

Preparazione di pasti per sé e per il gruppo;

Tecniche di cura della persona;

Riconoscimento del denaro

Per tutte le aree tematiche sopra elencate, sono previste anche presenze di supporto psicologico, tramite tre incontri, individuali e di gruppo, grazie ai quali l’utente avrà modo di acquisire maggiore consapevolezza rispetto a diverse dimensioni di vita e di condividere il proprio mondo emotivo ed esperienziale.

d) Attività integrative

Nel corso del soggiorno, saranno realizzate le seguenti attività specifiche, nell’ambito delle quali saranno riproposti e praticati gli interventi formativi caratterizzanti il progetto:

passeggiata naturalistica alle Gole dell’Alcantara, presso il “Parco dell’Alcantara”, località Motta Camastra (ME);

attività Percorso avventura, presso il “Parco Avventura dei Peloritani”, località Colli San Rizzo (ME);

visita della città di Messina;

traversata dello Stretto con visita a Scilla (RC);

attività balneare presso Lido “Vengo anch’io”, con accesso consentito e con aree attrezzate dedicate ai cani, presso località Pace (ME);

pranzi/cene presso la struttura del Centro Helen Keller anche con preparazione diretta da parte degli utenti e la supervisione degli istruttori).

Rassegna di ausili tiflotecnici con la presenza di un esperto del settore.

4 – Durata e periodo di svolgimento

Il progetto avrà la durata di 8 giorni (7 notti) e sarà realizzato come segue:

arrivo a Messina domenica 20 giugno pomeriggio;

partenza da Messina domenica 27 giugno dopo pranzo.

Previsto, a richiesta, accompagnamento a cura del Centro da e per aeroporto Fontanarossa di Catania, stazione centrale FS di Messina, stazione marittima arrivo traghetti/aliscafi.

5 – Sede delle attività e residenzialità

Le attività si svolgeranno presso la Scuola Cani Guida per Ciechi e Polo Nazionale per l’Autonomia “Centro Helen Keller” di Messina.

I partecipanti alloggeranno presso l’Hotel Royal Palace (Messina centro).

6 – Figure professionali

Per l’attuazione dell’iniziativa, saranno coinvolte le seguenti figure professionali:

– n. 5 tecnici specializzati in addestramento del cane guida, Orientamento e Mobilità, Autonomia Personale e Domestica del Centro “Helen Keller”;

– uno psicologo;

– un medico veterinario;

– un esperto tiflotecnico;

– assistenti.

7 – Quota di partecipazione

Grazie al contributo di sostegno assicurato da I.Ri.Fo.R., la quota di partecipazione individuale è fissata in 650,00 Euro (seicentocinquanta/00) e comprenderà:

– n. 7 pernottamenti in pensione completa e sistemazione in camere singole, biancheria da camera e da bagno, pulizie quotidiane;

– istruttori di cane guida e mobilità;

– trasferimento a/r Aeroporto Catania, Stazione Centrale FS Messina, Stazione marittima, attività e spostamenti locali.

La quota non comprende:

– le spese personali;

– le spese di viaggio per raggiungere Messina

– i costi delle escursioni

La quota di partecipazione dovrà essere versata in due parti:

a) entro il 25 maggio, 250 Euro (duecentocinquanta), all’atto dell’iscrizione, con attestazione del versamento, da accludere al modulo di iscrizione;

b) entro il 14 giugno, 400 Euro (quattrocento), a saldo.

7.1. – Modalità di Pagamento

Il versamento delle quote di partecipazione (anticipo e saldo), potrà essere effettuato tramite:

a) bonifico bancario (codice IBAN IT 35 J 02008 05181 000400164414)

b) bonifico postale (codice IBAN IT 15 H 07601 03200 000034340000)

c) Conto Paypal: pagamentipaypal@irifor.eu

8 – Iscrizioni

Le iscrizioni dovranno essere inviate entro il 25 maggio 2021, all’indirizzo

archivio@irifor.eu,

utilizzando il modulo allegato e accludendo attestazione del versamento dell’anticipo della quota pari a 250 Euro.

Le iscrizioni saranno accolte secondo l’ordine di arrivo.

9 – Informazioni e chiarimenti:

Segreteria I.RI.FO.R.:

Email: archivio@irifor.eu

Tel. 06 6998.8600 / 8604.

Scuola Cani Guida per Ciechi e Polo Nazionale per l’Autonomia “Helen Keller” di Messina

e-mail: scuolacaniguida@centrohelenkellersicilia.it

Tel. 090 896 6130.

Il file .zip contenente il presente comunicato e l’allegato modulo può essere scaricato tramite il seguente url:

https://www.irifor.eu/wp-content/uploads/2021/04/Comunicato-5.zip

domenica 18 aprile 2021

Alyssa testimonial dei ragazzi ciechi a lezione da casa

Il Tirreno del 18/04/2021

ROSIGNANO,. Il suo desiderio è tornare davanti al mare, al tramonto, quando potrà uscire di casa. Ma anche viaggiare, avere le persone davanti a sé, andare a scuola in presenza, finire il liceo, laurearsi e diventare giornalista. Alyssa Bruni è una ragazza piena di vita e molto determinata, con i suoi 17 anni vissuti senza rinunce. Nata e cresciuta a Rosignano, frequenta la quarta del liceo in Scienze umane all'istituto "Fermi". Il fatto che sia non vedente dalla nascita non è mai stato per lei un problema insormontabile. Ha viaggiato, coltivato le amicizie, ha studiato, si è fidanzata e divertita come tutte le ragazze della sua età. Merito soprattutto della sua famiglia, mamma Antonella e babbo Alessio, della sorella gemella Emma e della più piccola Mia, 11 anni, che vivono nella loro casa davanti al mare. «La mia famiglia mi ha permesso di fare esperienze in tutti gli ambiti della vita, senza mai negare l'esistenza del problema», dice.

Alyssa ha raccontato la sua vita durante la pandemia a "Ragazzi interrotti", approfondimento sulla generazione della didattica a distanza curato da Sky Tg24. Il programma, rilanciato sui social, ha reso la storia di Alyssa molto popolare. «La redazione di SkyTg24 ha contattato un centro nazionale di tiflo-didattica (che si occupa cioè di didattica per non vedenti, nda) e sono stata scelta per rappresentare questa categoria di studenti - spiega -. Così sono stata coinvolta dalla mia tiflologa, che mi affianca dai tempi della scuola materna, supporta i miei genitori e gli insegnanti da quando ero bambina. Lei mi aiuta con il braille, con l'orientamento e con l'uso del bastone. Quando mi ha chiamata, ho deciso di partecipare». Alyssa è disinvolta e sorridente. «Sono cresciuta normalmente - prosegue - ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha permesso ogni esperienza. Niente mi è stato precluso e i miei limiti li ho compresi da sola con il tempo». A fare la differenza è stata anche la sorella gemella Emma. «Avere una gemella che vede è di grande aiuto. Abbiamo un rapporto molto speciale, pur vivendo vite separate. Siamo indispensabili l'una per l'altra ma ognuna ovviamente ha la sua indipendenza. Anch'io conduco una vita normale e fin quando si poteva uscivo con gli amici». Il profilo Facebook di Alyssa è pieno di sorrisi, viaggi, amicizie. «Ho viaggiato fin quando si poteva. Prima del Covid sono andata una settimana in Inghilterra, a Oxford, per uno stage linguistico. A settembre a Palermo da colui che era il mio fidanzato» racconta. Un altro capitolo positivo nella sua vita è la scuola. «Ho avuto molta fortuna - racconta - dalla materna in poi ho incontrato sempre persone molto competenti, in grado di comprendere il mio problema e di darmi una mano. Ho vissuto il mio percorso scolastico tranquillamente, senza problemi». Alyssa sul suo futuro ha le idee molto chiare: «Il mio sogno è diventare giornalista - racconta - mi iscriverò alla facoltà di scienze della comunicazione e dopo la laurea cercherò di prendere la strada del giornalismo. Mi piace scrivere e credo che il giornalismo possa essere il mio futuro. Poi onestamente non condivido alcune tendenze dell'informazione di oggi. Perciò vorrei portare la mia sensibilità nel modo di raccontare i fatti, lontana dalla ricerca continua di like sui social, che non è l'essenza e la missione di questo mestiere». Con la pandemia la diciassettenne ha dovuto rinunciare a molte attività, come tutti i giovani, ma con maggiori difficoltà degli altri. «La vita durante la pandemia è diventata molto complicata - ammette - è arrivata all'improvviso la didattica a distanza, che ha comportato anche problemi logistici. E poi io prima facevo diecimila cose, le mie giornate erano molto piene. Stare a casa senza contatto col mondo esterno e con le mie passioni mi ha messo davvero in difficoltà». Il suo desiderio più grande? «Pensando al fatto che comunque non vedo, se penso alle cose che mi mancano direi che non sono questioni pratiche, ma idee che non possono essere definite facilmente. Per esempio: io so come è fatto il mare, ma vederlo sarebbe un'altra cosa. Lo stesso per me sarebbe vedere le persone negli occhi. Ho l'impressione di perdere una parte del rapporto con gli altri, che si rivela nell'immediatezza dell'incontro. Ognuno la vive a modo proprio e questo è il mio».