lunedì 30 ottobre 2023

Fondi per le disabilità: "Vi spiego perché i 350 milioni sono spariti davvero"

Redattore Sociale del 30/10/2023

Carlo Giacobini, analista di norme e politiche sociali esperto di disabilità, contesta la ricostruzione della ministra Locatelli: “La matematica non è un’opinione”.

ROMA. È in arrivo un’altra botta. A pochi giorni dal dirottamento del Fondo per la legge delega (lo chiamo così per brevità) destinato a contribuire ai costi del decreto “anticipi”, la ministra per le Disabilità apre, involontariamente, uno squarcio inquietante anche su altre risorse per il 2024 e gli anni a venire. Partiamo dall'inizio dell'articolo con l'intervista a Locatelli pubblicata da Vita: “La vicenda dei 350 milioni ‘sottratti’ ai disabili si chiude così: nel 2026 le risorse per l’attuazione della legge delega in materia di disabilità ‘saranno 350 + 85 milioni, ossia 435 milioni’. Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, chiude così su Vita una polemica che dura ormai da una settimana, sorta dopo che il governo con il Decreto Anticipi ha previsto l’utilizzo di 350 milioni del “Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità”.

In realtà i 350 milioni per il 2026 c’erano già (“oltre ai 350 già allocati dal precedente governo” ammette la ministra). 300 erano già previsti nel 2019 e gli altri 50 nel 2021. Quelli del 2023 sono scomparsi e destinati ad altro come poi era già successo nel 2022. E non è che vengano restituiti nel 2026. Sono andati, persi. A fronte della sua tesi secondo la quale non essendo ancora stati approvati i decreti della legge delega, i soldi non possono essere spesi, ci si guarda bene dal chiederle: “Ma perché se non possono essere spesi per l’attuazione della legge vengono destinati ad altro? Non potevano restare nell’ambito della disabilità?”

I fatti restano innegabili: anche questo ministro per la disabilità, come quello precedente, si è lasciato sottrarre 350 milioni che potevano essere destinati alle cento emergenze della disabilità. E fin qua nulla di nuovo: il Ministro però si lascia sfuggire quel dato: 85 milioni in più che sarebbero (saranno) aggiunti. Da dove arrivano? Qual è la fonte? La fonte è l’imminente legge di bilancio in fase di gestazione in questi giorni e di cui vi sono testi sempre più consolidati. L’articolo in questione (salvo numerazioni successive) è il 40 che istituisce il nuovo Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità. Seguitemi, ma attenzione alle denominazioni perché si rischia di perdersi.

L’idea di disporre di un Fondo unico che riesca a garantire in maniera congruente le politiche e i servizi per le disabilità è un’idea antica e tutt’altro che disdicevole, ma può funzionare solo se ci sono le premesse, se c’è una visione, se c’è reale condivisione con chi poi il sociale lo gestisce direttamente (Regioni ed enti locali), se si mira davvero a compiuti livelli essenziali. E forse se si aspira a un Paese in cui non vi siano le gigantesche disparità territoriali o altre disequità che ben conosciamo. Ma tant’è. Si costituisca il Fondo unico e poi qualche santo sarà…

Soldi freschi per il Fondo unico dunque? No, tutt’altro! Nel testo della legge bilancio sempre più consolidato vi confluiscono fondi già esistenti. Attenzione: non tutti i fondi previsti, ma solo alcuni. Il totale che il governo prevede di mettere a disposizione sono circa 232 milioni di euro. Vi sembrano tanti? Per rispondere vediamo quanto era nel 2023 la capienza dei quattro fondi che vi confluiscono.

Il primo è il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità, istituito nel 2021 e destinato a vari interventi di inclusione lavorativa, ludica, sportiva, di riqualificazione di strutture semiresidenziali, ma anche di turismo accessibile e di interventi a supporto di persone con autismo. Sono seguiti vari decreti di riparto. Nel 2023 valeva 100 milioni di euro. Per il 2024 non sono ancora previsti finanziamenti. Il secondo è il Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, un riferimento di notevole importanza per l’inclusione scolastica (reale) di tante alunni e alunne con disabilità con maggiori necessità. Nel 2023 il Fondo ammonta a 200 milioni di euro. E così pure nel 2024. Il terzo è il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, previsto nel 2017 e “rivisitato” nel 2021. Doveva servire per coprire i costi di una futura norma sui caregiver che stiamo ancora aspettando. Il buon senso di non restituire il Fondo, di per sé esiguo al limite del ridicolo, ha prevalso e il montante è stato distribuito alle Regioni e, a caduta e per quanto poco, alle persone. Nel 2023 il Fondo ammonta a 30 milioni. Nel 2024 non è ancora previsto alcuno stanziamento che confermi la cifra, tantomeno che la aumenti. Ma state sereni: sarà costituito un tavolo per stilare finalmente la norma per i caregiver. L’ultimo è il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia istituito nel 2018 e destinato alla promozione della conoscenza e delle competenze nell’uso della Lingua dei segni italiana (LIS) e della Lingua dei segni italiana tattile (LIST), alla diffusione di servizi di interpretariato per l’accesso ai servizi pubblici, compresi quelli di emergenza e all’uso di ogni altra tecnologia finalizzata al superamento di barriere “invisibili” alla comunicazione. Nel 2023 sono previsti 6 milioni di euro. Così pure nel 2024. Adesso prendiamo assieme la calcolatrice e calcoliamo quanto cubano i fondi nel 2023: 100 milioni + 200 + 30 + 6… La mia calcolatrice dà 336 milioni.

Il Fondo unico celebrato dalla ministra ammonta per il 2024 a 232 milioni. Dunque rispetto al 2023 andranno persi altri 104 milioni euro. Questo è il regalo della legge di bilancio. Sommati ai 350 milioni persi sul Fondo “per la legge delega” fanno 454 milioni polverizzati in poche settimane. Non male come risultato per il ministero per le disabilità e per il Governo. Qualcuno acutamente potrà osservare: “Non si potevano destinare quei 350 milioni volatilizzati per rifinanziare i singoli Fondi prima di annegarli nel Fondo unico invece di lasciarlo così asfittico? Magari con un emendamento al decreto “anticipi”?” Si poteva, sì. Si può ancora fare ma diventa arduo vista la posizione del Ministero e l’omologato silenzio di una certa corte.

Sorvolo in chiusura, desolato, sulla semantica “fondarola”: dopo la legge di bilancio prossima avremo il Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità e Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità. Davvero il massimo in termini di chiarezza se non di creatività.

di Carlo Giacobini

Michele Mele, matematico e universitario con la passione di scrivere libri

Le Cronache di Salerno del 30/10/2023

Sin dagli anni novanta del ventesimo secolo si è introdotto, a giusta causa, il concetto di inclusività. Inizialmente diffuso in ambito educativo e formativo, il concetto si è poi esteso tanto che, oggi, l’enciclopedia Treccani lo definisce come: “termine con cui si designano, in senso generale, orientamenti e strategie finalizzati a promuovere la coesistenza e la valorizzazione delle differenze attraverso una revisione critica delle categorie convenzionali che regolano l’accesso a diritti e opportunità, contrastando le discriminazioni e l’intolleranza prodotte da giudizi, pregiudizi, razzismi e stereotipi”.

Di tale concetto, e delle difficoltà derivanti dalle disabilità, vogliamo parlare con chi può essere assunto quale esempio e sprone e che, con la sua vita, e con le testimonianze riportate nei suoi libri, può aprire la mente a tutti noi sulla disabilità visiva, sia essa cecità o ipovedenza; fornendo, nel contesto, la prova che la disabilità è ulteriore difficoltà ma non impossibilità, e monito alle famiglie ed alla società che, sinergicamente, possono aiutare significativamente il disabile ad essere diversamente abile ma non inabile.

Possiamo spiegare chi è Michele Mele?

Io sono nato a Salerno, sono un matematico, ho trentadue anni, sono ricercatore all’Università del Sannio; mi occupo di Ottimizzazione Combinatoria, la scienza degli algoritmi, in special modo dei problemi di Scheduling: problemi di ottimizzazione della distribuzione del tempo, servizi e procedure complesse come quelle ferroviarie o aeroportuali. Sono nato con una grave patologia della vista, la eredodegenerazione retinico-maculare cui, nel duemilaquattordici, si è aggiunta una seconda grave patologia.

Mi sono laureato in matematica all’Università degli Studi di Salerno ed ho conseguito un dottorato di ricerca in scienze matematiche ed informatiche all’Università di Napoli ‘Federico II’; pur essendo un matematico lavoro presso il Dipartimento di Ingegneria.Sono fondatore, membro del Direttivo ed “education officer” della campagna “Science in Braille” delle Nazioni Unite e fondatore e coordinatore della campagna “Accessibilità all’Arte” del Touring Club Italiano, scrivo per diverse testate internazionali come la rivista specialistica musicale Bright Young Folk ed il periodico di attualità Yorkshire Bylines.

Ha avuto difficoltà ad individuare una casa editrice che pubblicasse i suoi libri?

No, la Edizioni Efesto ha pubblicato tutti e due i miei libri: “L’Universo tra le Dita” ed ora “Il Richiamo della Strada”. Se nel primo raccontavo la storia di dieci scienziati ipovedenti o non vedenti, del passato o del presente, nel secondo ho deciso di raccontare, con tanta più dovizia di particolari, una di queste dieci figure tra quelli del presente, che ha avuto una vita più lunga ed avventurosa.

I suoi libri mettono in risalto la possibilità di raggiungere mete elevate pur se portatori di disabilità; come si sente quando scrive i suoi testi, quali emozioni prova, si sente personalmente coinvolto?

Certamente c’è un coinvolgimento personale, in quanto parlo di persone con patologie della vista, quindi appartenenti alla stessa minoranza di cui faccio parte io, però c’è anche tanta curiosità perché questi personaggi hanno avuto vite straordinariamente avventurose, John Metcalf, il protagonista del mio secondo libro, su tutti, ed è bello poter scoprire non solo lo scienziato ma anche l’uomo dietro le imprese scientifiche e non: le loro passioni, il loro carattere, i loro momenti di debolezza e la loro capacità di reagire per ottenere i propri obiettivi.

Crede che la società in cui viviamo sia realmente inclusiva per un portatore di disabilità importante come quella visiva?

Credo che tutto sta a creare il giusto contesto….. contesti inclusivi o contesti che non lo sono! Attraverso i miei viaggi ho potuto verificare che ci sono dei luoghi, per esempio in Inghilterra, dove le persone con patologia della vista possono avere una vita perfettamente normale, ammesso che si possa usare la parola “normale”. In Inghilterra sono più avanti, più attenti, mentre in Italia siamo ancora indietro …… non posso fare, quindi, un discorso “in generale” sulla società, dipende in che luogo si nasce e dove ci si trova ad operare. È indubbio che vi sia molta più attenzione che in passato, ci sono tanti strumenti in più; ora è però arrivato il momento di creare una coscienza collettiva e di far capire alle persone che ” è il contesto che determina la disabilità, non un pugno di cellule in meno”!

Nel suo ultimo libro “Il Richiamo della Strada”, che tratta della vera storia di John Metcalf, un non vedente che sarà, da autodidatta, il primo ingegnere stradale inglese, il contesto familiare è stato fondamentale perché potesse diventare quello che effettivamente è diventato. Secondo la sua esperienza, quanto effettivamente conta per un disabile, nello sviluppo psichico e nella realizzazione dei propri sogni, il contesto familiare in cui nasce e quello sociale in cui vive?

Tali contesti sono assolutamente importanti, come importantissimo è anche il contesto scolastico: la famiglia è il primo “ambiente” che deve eliminare ogni forma di autocommiserazione, di pietismo; deve essere “coraggiosa”, non deve chiudere il non vedente o l’ipovedente sotto una “campana di vetro” al fine di proteggerlo, in quanto lo danneggerebbe. Famiglia e scuola devono lavorare sinergicamente per far capire al disabile che potrà comunque realizzarsi; prove concrete possiamo trovarle nei miei libri.

Cosa potremmo comunicare ad un legislatore ed ai lettori, al fine di portare un miglioramento nella vita di chi è portatore di una qualsiasi disabilità?

Dobbiamo comunicare che è fondamentale creare una cultura sociale, deve essere preteso il rispetto delle regole: se si sono scritte delle regole a riguardo alle strisce gialle dove non si deve parcheggiare o sancita la pericolosità di ingombrare o parzializzare i marciapiedi ci sarà un motivo; allo stesso modo va superato il concetto del “si è sempre fatto così”. Va inculcato, a chi interagisce con i disabili, che non devono instillare l’idea del “non puoi farlo”, frustrando sul nascere ogni talento ed ogni ambizione; come pure non dovrebbero essere utilizzati termini come handicappato o minorato che, di per sé, contengono un messaggio frustrante, sminuente, negativo.

di Tommaso D'Angelo

martedì 24 ottobre 2023

Il Museo Omero ancora protagonista in Egitto

Ancona Today del 24/10/2023

Riaperto al pubblico il Museo greco-romano di Alessandria d’Egitto, con un percorso accessibile grazie al Museo Omero.

ANCONA. Continua la collaborazione delle istituzioni museali egiziane con il Museo Tattile Statale Omero di Ancona. Collaborazione iniziata cinque anni fa per rendere accessibile il celebre Museo Archeologico del Cairo.

Mercoledì 11 ottobre 2023, è stato riaperto invece il Museo greco-romano di Alessandria d’Egitto, dopo quasi vent’anni di chiusura, con un percorso tattile che vede protagonista anche il Museo Omero. Presenti numerose autorità: il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly, accompagnato dai ministri del Turismo e delle Antichità, dello Sviluppo locale, della Cultura, dal governatore di Alessandria d’Egitto, il Ministro Consigliere dell’Ambasciata italiana Pietro Vacanti Perco, l’Ambasciatore Riccardo Guariglia, Segretario Generale della Farnesina e il Patriarca copto ortodosso Tawadros II. In missione per il Museo Omero il Presidente Aldo Grassini e il referente per l’accessibilità Andrea Socrati.

Grazie al progetto "Italia ed Egitto per un modello di cultura senza barriere" in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia al Cairo, il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano e il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, il Museo greco- romano è stato reso accessibile, evidenziando un impegno comune verso un obiettivo elevato. Il Museo Omero, impegnato da 30 anni in un'azione riformatrice della museologia, ha messo a disposizione la propria esperienza; la Direzione Generale dei Musei dell'Egitto ha offerto la possibilità di attuarlo nei musei in cui esso può presentare massimamente la propria efficacia, l'Ambasciata Italiana ha messo in gioco il ruolo di stabilire le necessarie connessioni per realizzare un'esperienza collaborativa veramente preziosa. La riapertura del secondo museo più antico dell'Egitto consentirà a tutta la comunità, incluse le persone con disabilità visiva, di apprezzare i suoi capolavori.

Il percorso accessibile, che ha visto il Museo Omero impegnato in prima linea, permette di toccare diciannove capolavori del Museo alessandrino attraverso l'esplorazione tattile, alla quale si aggiungono didascalie informative in arabo, italiano ed inglese, testi ingranditi e in Braille, disegni a rilievo e audiopenne per ascoltare i contenuti audio. Il coinvolgimento attivo di docenti e studenti delle scuole egiziane, dell'Istituto italiano "Don Bosco" di Alessandria e del Liceo Artistico "Edgardo Mannucci" di Ancona ha portato alla creazione di libri tattili, sperimentando metodologie didattiche inclusive per l'educazione al patrimonio museale. Questo progetto sottolinea l'importanza che la cultura deve essere un patrimonio accessibile a tutta l'umanità e come sottolinea il Prof. Aldo Grassini. “La determinazione delle tre istituzioni impegnate in questo progetto consente di donare ai ciechi dell'Egitto, ed anche agli stranieri in visita al Museo greco-romano di Alessandria, un'ulteriore possibilità di crescita culturale e di quel godimento spirituale che soltanto l'arte può produrre, ed anche la concreta speranza di altri sviluppi in grado di coinvolgere elementi dello straordinario patrimonio che l'Egitto custodisce”.

lunedì 23 ottobre 2023

Performance immersiva al buio “Bianco…seguiranno aggiornamenti” - Cremona, 28 ottobre ore 21.00

L’UICI di Cremona è lieta di invitarvi, insieme ad amici e a parenti, a vivere una performance immersiva Sabato 28 Ottobre alle ore 21,00 al Teatro Monteverdi di Cremona, dal titolo “Bianco…seguiranno aggiornamenti”, in collaborazione con il Comune di Cremona e con la compagnia teatrale Dimore Creative.

Tre attori ed un musicista. Una performance immersiva, interamente al buio, nella quale al pubblico verrà chiesto di coprirsi gli occhi ad inizio spettacolo, per vivere in prima persona l’esperienza della scena.

Un progetto che fonde parola, suoni, odori e musica dal vivo. In cui diversi linguaggi si intersecano tra loro.

L’ingresso è libero!

Vi invitiamo a partecipare numerosi a questa magica esperienza sensoriale!

UICI Cremona

La Presidente Flavia Tozzi

Nella locandina sono presenti i loghi degli organizzatori, tra cui il nostro, l’indicazione di data e luogo, il titolo “Bianco”, il sottotitolo “Seguiranno aggiornamenti”, la composizione del concept Dimore Creative: Pietro Cerchiello, Ariele Celeste Soresina, Giacomo Tamburini, musiche di Gianluca Cerchiello e infine viene indicato che si tratta di una “performance immersiva al buio”. Nello sfondo buio, una luce proviene da una lampadina che illumina fiocamente una ragazza con un nastro davanti agli occhi.

UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI

SEZIONE TERRITORIALE DI CREMONA

VIA PALESTRO, 32 C.A.P. 26100 CREMONA (CR)

TEL. 0372 23553; FAX 0372 942090;

E-MAIL: uiccr@uici.it

SITO INTERNET: www.uicicremona.it

giovedì 19 ottobre 2023

Un algoritmo per la diagnosi della retinopatia diabetica

Italia Salute del 19/10/2023

DAIRET (Diabetes Artificial Intelligence for RETinopathy), un sistema di intelligenza artificiale per la valutazione automatizzata della retinopatia diabetica, ha dimostrato una sensibilità del 100 per cento nell'individuazione dei casi di grado moderato o severo, ovvero forme della malattia che possono mettere a rischio la vista e che richiedono quindi l’intervento dell’oculista.

Questo è il risultato chiave del primo studio condotto interamente in Italia sull’intelligenza artificiale nella retinopatia diabetica, recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Acta Diabetologica, in cui sono stati arruolati 637 pazienti seguiti presso i centri diabetologici e oculistici della Asl Torino 5 per valutare l’accuratezza e l’affidabilità di questo algoritmo di apprendimento automatico.

In Italia, sono oltre 1 milione le persone con diabete che soffrono di retinopatia diabetica, la principale complicanza del diabete e la prima causa di cecità in età lavorativa. Tutte le linee guida sul diabete, nazionali e internazionali, sia per il diabete di tipo 1 sia di tipo 2, raccomandano una valutazione regolare e precoce dello stato della retina e un intervento immediato, se necessario. Tuttavia, l’accesso a questo tipo di screening nei paesi sviluppati è basso, in parte per la complessità e il costo delle procedure e in parte perché in molti Paesi, Italia inclusa, questo screening viene effettuato dagli oculisti, gravando sulle liste di attesa.

Questo studio si basa, infatti, sulla necessità di trovare procedure semplificate e con un costo contenuto per implementare lo screening della retinopatia in popolazioni numerose, com’è quella delle persone con diabete, e richiedere l’intervento di oftalmologi solo in casi strettamente necessari.

«L’algoritmo di intelligenza artificiale ha dimostrato di essere molto efficiente nell’individuare la retinopatia di grado moderato e severo, con la certezza che nessun paziente che necessita di un oculista venga erroneamente diagnosticato come negativo», spiega Carlo Bruno Giorda, Principale ricercatore dello studio. «Considerato il sempre crescente numero di persone con diabete e l’importanza di questo screening, che spesso non viene effettuato a causa delle lunghe liste di attesa, si è reso necessario l’utilizzo di sistemi di valutazione automatizzata delle immagini per sveltire il percorso diagnostico, riducendo l’onere per gli specialisti e il tempo di attesa per i pazienti. Ovviamente non si parla di sostituire la professionalità dell’oculista, ma di dargli un importante supporto nelle fasi più complesse. Inoltre, auspichiamo che le evidenze emerse dallo studio offrano alle società scientifiche diabetologiche spunti di riflessione circa la possibilità di applicare questa nuova metodica di screening nella pratica clinica quotidiana», conclude.

DAIRET, inoltre, ha mostrato anche nei soggetti che hanno più di 70 anni un livello di sensibilità del 100 per cento per le forme moderate o severe, anche se le patologie oculari senili fanno leggermente diminuire il numero di pazienti sottoponili a questo test.

DAIRET è un sistema messo a punto da Retmarker, società portoghese controllata dal gruppo italiano Meteda, che vanta un’ampia esperienza internazionale con oltre 500mila pazienti esaminati. Il dispositivo, che può essere utilizzato da personale infermieristico non specializzato, è gestito all’interno della cartella clinica elettronica MètaClinic, attualmente installata nel 90 per cento dei centri di cura per il diabete italiani e utilizzata con regolarità dal personale sanitario, permettendo così al medico di avere a disposizione tutti i dati clinici del paziente con un semplice clic.

Meteda Srl e la controllata Retmarker SA sono costantemente impegnate in programmi di ricerca e sviluppo concernenti l’aggiornamento del sistema di screening della retinopatia diabetica DAIRET la cui versione in Intelligenza Artificiale basata su metodo deep learning è di imminente introduzione nel mercato.

martedì 17 ottobre 2023

Il Tesoro di San Gennaro, uno splendore a portata di tutti

Famiglia Cristiana del 17/10/2023

Il museo del Tesoro di San Gennaro, diretto da Francesca Ummarino e con la curatela scientifica della storica dell’arte Laura Giusti, è diventato completamente accessibile. E non parliamo solo dell’abbattimento di tutte le barriere rivolte agli ospiti.

NAPOLI. Le mani di Raffaele si poggiano sulla preziosissima mitra di San Gennaro. Il palmo della mano gli permette di percepirne la grandezza, la forma a pentagono e di capire che ci sono due infule (fasce) che dal retro della nuca scendono sulla schiena di chi la indossa, i polpastrelli invece finiscono nelle scanalature che sembrano ricami, scoprono le pietre preziose e i particolari che la rendono unica. Quelle mani, in cui ci sono gli occhi di Raffaele, tremano dall’emozione. Per la prima volta sta ammirando un’opera d’arte. La famosa mitra di San Gennaro è stata riprodotta in scala 1:1 grazie al progetto che vede il Tesoro di San Gennaro un Museo contemporaneo, accessibile ed inclusivo a tutti i portatori di disabilità.

Raffele ipovedente, preme le mani sulla mitra stampata in 3D, dice che è bellissima e poi curioso, chiede ad una guida tutti i particolari tra cui il colore delle pietre preziose. Lui non ha mai visto i colori, eppure la descrizione della guida è fondamentale: la spiegazione di quella tinta riesce a trasmettere a Raffaele una sensazione precisa. E non è un caso. Maria, la guida che accompagna Raffaele per poterlo aiutare si è preparata seguendo un corso di formazione in cui è stata bendata proprio per comprendere il più possibile le esigenze di chi ha una disabilità.

E così quel "vietato toccare", imperativo che spesso si legge su cartelli dei musei a caratteri cubitali, a Napoli diventa quasi una provocazione e in effetti si sa, quando si ha a che fare con San Gennaro, tutto può essere "diverso’" Così nel museo dove è custodito il suo tesoro le mani diventano lo strumento essenziale per godere della bellezza espressa da oggetti preziosi come la sua Mitra, la collana, gli ostensori, i calici, e la croce episcopale.

“Il nuovo percorso intrapreso dalla Deputazione è sempre di più rivolto al sociale, alla fruizione delle opere che compongono il Tesoro a tutte le categorie, alla realizzazione di un nuovo museo inclusivo” Dalle parole di Girolamo Carignani di Novoli, membro della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro si capisce che il museo del Tesoro di San Gennaro, diretto da Francesca Ummarino e con la curatela scientifica della storica dell’arte Laura Giusti, è diventato completamente accessibile. E non parliamo solo dell’abbattimento di tutte le barriere rivolte agli ospiti, ma anche di quelle che riguardano chi si occupa di raccontare le opere, come i ragazzi del progetto Scintillarte. A contatto con l’arte riescono a superare le loro difficoltà cognitive accogliendo i turisti e facendo loro da guide spiegando la storia dei singoli pezzi del Tesoro di San Gennaro.

“Parliamo di accessibilità e di superamento delle barriere sensoriali, cognitive e architettoniche ma anche di inclusione e naturalmente accoglienza - dichiara Ilaria D’Uva amministratore della società D’Uva, che da ottobre 2021 gestisce il museo su incarico della Deputazione - Napoli è così, accoglie tutti, e la Deputazione, insieme a me, e alla mia azienda, desidera che il Tesoro faccia lo stesso, accogliendo e includendo grandi e piccini, con tutte le abilità, le appartenenze culturali, le lingue, le religioni e gli interessi”. La grande rivoluzione che ha reso il museo completamente accessibile a tutti coloro che soffrono di una disabilità è stata realizzata grazie alla sinergia della Deputazione, della società D’Uva e grazie al supporto della Fondazione Deloitte e dei Fondi della Comunità Europea (PNRR M1C3-3) per la “Rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nel Museo del Tesoro di San Gennaro”.

Il progetto, comprende non solo la riproduzione in 3D della Mitra ma anche dei pannelli i tattili touchstone per riconoscere le forme della collana di San Gennaro, degli ostensori e degli altri doni dedicati al Santo Patrono, altri pannelli in braille con la descrizione delle sale, videoguide in Lis accessibili grazie ai qrcode e l’ampliamento di “Un Tesoro di audioguida”, (nata a giugno 2022, ideata e prodotta da D’Uva) che si arricchisce di ulteriori 6 lingue (cinese, giapponese, coreano, ucraino, russo e portoghese,) in aggiunta a quelle già presenti (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e napoletano). Tutto ciò si aggiunge al superamento delle barriere architettoniche che consente ai visitatori con difficoltà motorie di entrare anche con una sedia a rotelle.

E inclusione vuol dire anche coinvolgere e appassionare i bambini. Per loro la voce che in maniera simpatica e semplice spiega chi era il Santo e la storia di quel grande tesoro prezioso è quella degli attori Patrizio Rispo e Nunzia Schiano. “Ci siamo molto divertiti a registrare la guida per i bambini, loro sono la nostra ricchezza e credo che San Gennaro apprezzi la visita dei piccini - spiega l’attrice Nunzia Schiano - La devozione verso i santi della propria città è un pezzo di cuore, è un emozione che si sente dentro e con questa audioguida si vuole raccontare la nostra cultura, spiegare la bellezza ai bambini”.

E proprio la cultura e l’istruzione sono i punti su cui vuole investire Fondazione Deloitte: “il nostro obiettivo è quello di sviluppare e promuovere iniziative e progetti che abbiano un impatto positivo sulla società – afferma Mariano Bruno, Senior Partner Deloitte responsabile dell’ufficio di Napoli e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Deloitte – Valorizzare le eccellenze della città di Napoli significa sia promuovere l’accesso ai luoghi d’interesse artistico e culturale sia garantire percorsi educativi e di orientamento al lavoro per le nuove generazioni”. Un lavoro realizzato anche grazie alla collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli e la Rete Campania tra le mani, e il Centro Regionale di trascrizione Braille della Campania, coordinato da Vincenzo Massa e il SAAD-Suor Orsola Benincasa (Servizio di Ateneo per le Attività degli studenti con Disabilità e DSA).

di Maria Elefante

Cani-guida dei non vedenti. La mappa degli ostacoli

Corriere della Sera del 17/10/2023

Le pedane assenti sui mezzi pubblici. Attese e dinieghi su taxi e Ncc. L'inaccessibilità di negozi e hotel. Sosta selvaggia e intralci sharing.

MILANO. Le testimonianze: «Mobilità e vita sociale, triste sentirsi negato un diritto» «Un fedele amico di libertà». Questo il messaggio impresso sui palloncini colorati al raduno milanese per la XVIII Giornata nazionale del cane-guida. Poche parole che provano a descrivere l'immenso aiuto che gli amici a quattro zampe forniscono ogni giorno al padrone non vedente. Eppure, nonostante esista una legge che dal 1974 sancisce il diritto del cieco ad accedere liberamente in qualsiasi luogo pubblico o mezzo di trasporto in compagnia del suo fedele accompagnatore, spesso non viene rispettata.

Per avviare un dialogo attivo con la cittadinanza su queste discriminazioni dirette e indirette, ieri mattina i rappresentanti dell'Uici (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), istruttori e famiglie si sono dati appuntamento in piazza San Babila, per raggiungere prima la sede della Prefettura e poi la Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano. «Questi accompagnatori a quattro zampe riescono davvero a cambiare la vita delle persone non vedenti perché li rendono indipendenti - spiega Giovanni Fossati, presidente del servizio cani guida dei Lions di Limbiate - dal 1959 abbiamo addestrato e consegnato in tutta Italia 2.290 cani ma la lista d'attesa è ancora lunga: solo da noi aspettano 130 cittadini». Le testimonianze in piazza sono molte. La 42enne Nevina da sette anni e mezzo ha ricevuto Ida, un labrador che l'aiuta in tutto: «È una parte di me, mi ha aiutato anche nei momenti difficili ed è triste sentirsi negato un taxi nonostante sia un tuo diritto, o attendere molto tempo al centralino quando annunci di avere un cane-guida».

Ma non ci sono solo gli ostacoli sui mezzi di trasporto: «Mi è capitato tante volte di non poter entrare nei negozi e spesso sono stata cacciata anche dagli alberghi, ogni volta diventava una lotta» racconta la 30enne Chiara Murrone.

«In città le difficoltà sono molte e sono in aumento -- spiega Franco Lisi, direttore scientifico della Fondazione Istituto dei ciechi di Milano -- ci sono tanti problemi dovuti alla creazione di ulteriori barriere architettoniche. Penso alle piste ciclabili, che sono a volte mal gestite, o al parcheggio selvaggio dei monopattini e delle biciclette in sharing. C'è un problema di diffusione della cultura dell'accessibilità delle persone disabili e non vedenti. Il cane guida è molto importante per affermare il diritto all'autonomia e alla libera mobilità anche in questa città molto complicata». Alla manifestazione ha partecipato anche l'onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente, che ha depositato una proposta di legge per raddoppiare le sanzioni amministrative a chi impedisce il trasporto di cani-guida per non vedenti sui mezzi pubblici, sui taxi e sugli Ncc.

Le multe arriverebbero fino a cinquemila euro anche per chi ostacola l'ingresso degli accompagnatori a quattro zampe nei luoghi aperti al pubblico.

di Simona Buscaglia

Leggi più severe «Troppi rifiutano i cani-guida»

Il Giorno del 17/10/2023

Corteo dei non vedenti in corso Monforte: "no" su taxi e nei locali. Michela Brambilla: proposta normativa per inasprire le sanzioni.

MILANO. «Cane guida, fedele amico di libertà». Questo lo slogan scritto sui palloncini che ieri mattina hanno colorato corso Monforte per mezz'ora durante il corteo organizzato in occasione della 18esima giornata nazionale del cane-guida partito da San Babila e approdato all'Istituto dei Ciechi di via Vivaio.

Obiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica sulla preziosa funzione di questi animali che sono gli occhi di chi non può vedere e, soprattutto, fedeli amici e punti di riferimento in ogni momento della giornata. «Questi animali devono essere accolti ovunque perché svolgono un servizio eccezionale e preziosissimo - afferma il presidente dell'Unione italiana Ciechi, Mario Barbuto -. Troppo spesso invece vengono rifiutati, su taxi e nei locali pubblici, con grave disagio per i loro conduttori che così si trovano svantaggiati due volte».

I manifestanti hanno anche portato il loro saluto al prefetto Renato Saccone. Tra i presenti, la deputata Michela Vittoria Brambilla, fondatrice della Lega italiana Difesa Animali e Ambiente, che in via Vivaio dove poi si è svolto un incontro su norme, leggi e comportamenti sociali a tutela del cane-guida ha annunciato: «Ho deposto un disegno di legge che interviene sulla norma del 1974 (14 febbraio 1974, n.37, che prevede la gratuità del trasporto dei cani guida dei ciechi sui mezzi di trasporto pubblico, ndr) inasprendo le sanzioni fino a 5mila euro per chi rifiuta i cani guida: il loro ingresso non deve mai essere vietato su mezzi come taxi o luoghi aperti al pubblico. Questo deve valere per tutti i disabili, psichici o motori, per i quali il cane è un "assistente" essenziale». «Senza il quale - conclude il presidente dell'Istituto dei Ciechi di Milano, Rodolfo Masto - viene limitata la libertà. È importante anche che la giornata dedicata ai cani guida venga riconosciuta per legge». (M.V.)

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«Problemi anche in hotel. Noi, considerati un fastidio».

MILANO. «Molti hotel, alla richiesta di un non vedente che desidera prenotare una stanza accompagnato dal suo cane guida, trovano scuse per non accoglierlo. Tra le motivazioni: non ci sono camere abbastanza grandi (ma il cane ha bisogno di pochissimo spazio, si accuccia accanto al letto del suo padrone) oppure dicono di aver avuto problemi in passato. Questi sono ostacoli da abbattere per garantire a tutti la libertà, anche solo di fare una vacanza». Lo dice Cristian Dal Cero, 47 anni, dell'Unione Ciechi di Verona, che lavora al centralino in un ospedale.

Qual è secondo lei il problema principale?

«Molte persone non si rendono conto che il cane-guida è un animale indispensabile per la nostra autonomia. Averlo, per noi, fa la differenza».

Da quanto tempo ha un cane guida?

«Da due anni. Il mio cane si chiama Elvis, è un Golden retriever di 4 anni ed è stato addestrato alla Scuola nazionale cani guida per ciechi di Scandicci».

Come reagiscono le persone vedendo Elvis?

«Molto bene. Prima, quando mi spostavo con il bastone, la gente difficilmente si avvicinava. Ora arrivano in tanti a chiedermi di poterlo accarezzare: Elvis è "un "intermediario sociale". Accarezzarlo però non è una buona idea, perché lui viene distolto dal suo compito».

Ha mai avuto problemi a prendere un taxi?

«Io personalmente no ma altri non vedenti mi hanno raccontato di tante difficoltà: capita che al momento della prenotazione si sentano dire che non ci sono macchine disponibili oppure che i tassisti, vedendo anche il cane in attesa insieme al padrone, non si fermino nemmeno e accelerino all'improvviso. Non lo dicono esplicitamente ma temono che l'animale possa sporcare».

Visita Milano per la prima volta?

«Sì, sono arrivato apposta da Verona per questa giornata dedicata ai cani-guida. Devo dire di aver trovato molta civiltà: una volta sceso dal treno e raggiunta la stazione metropolitana, un addetto Atm mi ha accolto e accompagnato». (M.V.)

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«Niente animali in ufficio. Così sono disoccupata».

MILANO. «La mia azienda non accettava il cane-guida in ufficio. Dopo due anni di trattative ho lasciato perdere. Al momento sono disoccupata ma vorrei tanto ricominciare a lavorare», racconta Nevina Palmieri, milanese quarantaduenne ipovedente che dall'estate del 2016 vive insieme alla sua Aida, labrador di 8 anni e mezzo.

Come mai l'azienda non accettava il suo cane-guida?

«Perché sosteneva che non fosse giusto nei confronti di fobici o allergici, anche di potenziali clienti. Io fino a quel momento ero un'ipovedente con bastone, e mi bastava quel sostegno per muovermi. Poi la mia condizione è peggiorata e ho avuto bisogno del cane-guida (il mio è stato addestrato dai Lions di Limbiate). Dopo un periodo di malattia, non sono più rientrata al lavoro».

Qual era la sua mansione?

«Io ero in ufficio, non stavo a contatto con il pubblico. La mia stanza insieme ai colleghi era al quinto piano e mi è stato detto che se avessi voluto il cane mi sarei dovuta trasferire al piano terra e salire "sola", per parlare con gli altri. Non potevo accettare un trattamento del genere, anche perché nella mia condizione il cane-guida è necessario».

Qual è il suo più grande desiderio?

«Lavorare. Andando al lavoro con il mio cane. Sono laureata in Scienze della comunicazione e sono esperta di costumer care, gestione clienti e formazione. Ma posso adattarmi a fare tutto, non escludo nessun settore».

Cosa rappresenta per lei Aida?

«È una parte di me. Mi ha salvato da tanti investimenti in strada, accorgendosi prima di me di auto o monopattini che arrivavano a gran velocità o stavano per svoltare: inchiodava e io dovevo fermarmi per forza.

Poi sentivo quei mezzi sfrecciarmi accanto. E chissà quante volte mi ha salvata senza che me ne accorgessi. È anche la mia salvezza contro la depressione. E pensare che tante volte devo discutere, anche sui mezzi pubblici, perché qualche utente ha paura di lei e pretenda che scenda».

di Marianna Vazzana

lunedì 16 ottobre 2023

Ci hanno prestato i loro dolci occhi buoni, senza chiedere nulla in cambio

Superando del 16/10/2023

Il 16 ottobre si è celebrata la XVIII Giornata Nazionale del Cane Guida, istituita nel 2006 dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), con l’intento di focalizzare l’attenzione sull’importantissimo ruolo che un cane appositamente addestrato può svolgere nella vita di una persona con disabilità visiva.

Da secoli il cane è sempre stato considerato un fedele amico dell’uomo, ma per chi come me ha avuto la fortuna di affidarsi ai suoi preziosi occhi per potersi muovere in autonomia, esso diviene qualcosa di più di un semplice amico, perché il legame che si instaura tra questo essere eccezionale e la persona che deve accompagnare è davvero unico.

È un rapporto di reciproca fiducia, di affetto e comprensione, di eccezionale intesa telepatica, che forse è difficile ritrovare tra due esseri umani.

Quest’anno, per me, è stato un compito oltremodo gravoso scrivere della Giornata Nazionale, perché da troppo poco tempo si è spezzato quel forte legame con il mio insostituibile amico Wafer, ma sento comunque il dovere di farlo per lui e per tutti gli altri che hanno svolto e ancora svolgono il loro servizio con tanto amore e dedizione.

Non mi stancherò mai di ribadire che un cane guida è come un’estensione della persona che si affida a lui e che per questo non si può tollerare che esista ancora qualcuno che cerca di separarli, impedendo l’accesso all’animale in luoghi aperti al pubblico, mezzi di trasporto, uffici, alberghi, ristoranti, ambulatori medici ecc.

Ci sono leggi che sono state emanate appositamente per evitare questo tipo di discriminazioni (Legge 37/74, Legge 376/88, Legge 60/06), ma troppo spesso esse non sono conosciute e rispettate.

Ho avuto il mio primo cane guida all’età di 18 anni e subito dopo fui seguita da mia sorella, purtroppo anche lei cieca dalla nascita. In quel periodo entrambe diventammo donatrici di sangue e ci recavamo abitualmente nella vecchia sede AVIS di Cremona con i nostri cani guida.

Nonostante la prima Legge fosse stata appena emanata, nessuno si permise di rifiutarci e, anzi, accoglievano tutti con simpatia le nostre due cagnone, due pastori tedeschi bellissimi.

E pensare che quelli sono luoghi dove l’igiene è essenziale, mentre qualche volta mi è successo di sentirmi rifiutare l’ingresso con il mio cane in un ristorante, nonostante, come ho già detto altre volte, questi animali siano perfettamente accuditi, puliti e, quel che è più importante, addestrati a comportarsi correttamente in pubblico.

Mia sorella ed io abbiamo avuto diversi cani guida, ognuno era speciale e con caratteristiche tutte sue. La mia prima era una bellissima cagnona nera, nata dall’incrocio tra un pastore tedesco e un pastore belga, dal nome Mavi, che aveva la passione di raccogliere gli oggetti ogni volta che mi cadevano e svolgeva questo compito con tanta accuratezza che li afferrava talmente delicatamente, che neppure una goccia di saliva vi restava sopra.

La seconda è stata Gea, un altro pastore tedesco, un po’ troppo geloso di me, ma eccezionale nel farmi fare gli slalom tra i motorini e le biciclette sui marciapiedi e nel rincorrere gli autobus. Con lei non ne ho mai perso uno.

Angie, venuta dopo di lei, è stato il mio primo labrador, tutta un’altra cosa, perché la sua flemma e tranquillità erano proverbiali. Era così discreta che una volta ho rischiato di dimenticarla sotto la scrivania durante un corso, quando sono uscita in pausa pranzo con i colleghi, perché lei, se non la sollecitavo, riteneva di poter continuare a dormire tranquillamente fino al mio ritorno.

L’ultimo è stato Wafer, i cui dolci occhi riuscivano ad incantare tutti, anche coloro che di norma temono i cani e amava farsi strapazzare dai bambini. È capitato anche che ne avesse intorno una decina che lo stuzzicavano, gli tiravano la coda, lo abbracciavano, ma lui non si è mai sognato di protestare, anzi. Però non amava l’acqua e non c’è stato mai verso di fargli fare un bagno al mare!

Mi sono soffermata su ognuno per far comprendere che, anche se l’addestramento è praticamente lo stesso per tutti, cioè insegnare loro a guidare un cieco facendogli evitare gli ostacoli, avvertendolo in prossimità dei gradini o accompagnandolo alle strisce pedonali e ai semafori, ognuno di loro è unico, irripetibile e insostituibile e, nel momento in cui ci si separa da loro, il dolore è straziante e troppo intenso per poterlo descrivere a parole.

Di recente se ne sono andate Nora, un bellissimo pastore tedesco che accompagnava mia sorella Annamaria e Stella, un dolce labrador che guidava Mara, e poi Wafer, ma di lui ho già parlato, anche se non mi stancherei mai di farlo, perché è un po’ come farlo rivivere nel mio cuore e nei miei ricordi più belli.

In Italia, esistono alcune scuole di addestramento: in Lombardia, a Limbiate, la scuola finanziata e gestita dai Lions; nel Veneto la Scuola Triveneta e la Puppy Walker; in Toscana, la scuola di Scandicci, la più longeva, fondata nel 1929, gestita dalla Regione Toscana e infine il centro Helen Keller di Messina. Ciò nonostante, ci sono ancora molte persone che aspettano di avere un cane guida, perché le liste d’attesa sono molto lunghe.

Oggi si addestrano per lo più labrador e golden retriever, a causa della loro indole mansueta e giocosa e questo va bene, perché si adattano molto più facilmente a vivere in mezzo alla gente e a rapportarsi con altri cani. Un tempo, però, venivano privilegiati i pastori tedeschi e i collie, o come si diceva allora i lassie. Proverbiale è l’ubbidienza e l’affidabilità del pastore tedesco, che prende davvero sul serio il suo compito, ma che spesso sviluppa un morboso attaccamento alla persona che accompagna, impedendo agli altri di avvicinarsi in caso abbia bisogno di aiuto. Questo non succede con labrador e golden, che sono per natura socievoli e giocosi.

È vero, c’è anche il bastone bianco, che è pur sempre un metodo valido utilizzato da molti ciechi per muoversi in autonomia, ma, poiché l’ho provato sulla mia pelle, la sicurezza e la tranquillità che ti garantisce un cane guida non te la può dare nessuno. Il cane è un essere vivente, perciò per istinto evita i pericoli ed è guardingo in caso di percorsi difficili e rischiosi.

Vorrei che oggi chi ha un cane d’affezione, ma anche chi non ha mai avuto questa gioia, si soffermasse un attimo a pensare a tutti quegli splendidi esseri a quattro zampe che svolgono un compito così importante per chi non vede, perché davvero il mio cuore si riempie di commossa gratitudine pensando a Wafer e a tutti quelli che come lui vivono o hanno vissuto l’intenso legame con il proprio amico a cui hanno prestato volentieri i loro dolci occhi buoni, senza chiedere nulla in cambio.

di Flavia Tozzi,

Presidente dell’UICI di Cremona (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).

venerdì 13 ottobre 2023

WeChangeIT Award, Franco Lisi è il Manager dei Dati 2023

Data Manager del 11/10/2023

Dati e digitale come potente alleato per abbattere le barriere. Franco Lisi, direttore scientifico della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano: «Le persone con disabilità visiva hanno una prospettiva unica e preziosa da offrire al mondo, proprio come tutti gli altri individui»

MILANO. INapertura dell’ottava edizione dell’evento annuale WeChangeIT Forum, Data Manager assegna il Premio Manager dei Dati 2023 a Franco Lisi, direttore scientifico della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano per aver messo il digitale e i dati al servizio dell’accessibilità, dell’inclusione e della comprensione della disabilità visiva, attraverso i servizi erogati dal Centro di Ricerca, Formazione e Consulenza Informatica dell’Istituto, contribuendo a eliminare le differenze che creano svantaggio nella vita delle persone non vedenti, degli ipovedenti, dei pluridisabili visivi.

Nella progettazione dell’inclusione, Franco Lisi ha saputo sfruttare la potenza della tecnologia digitale come alleato per favorire la realizzazione personale e professionale, attraverso percorsi di integrazione scolastica e lavorativa, sociale e culturale. Il Premio Manager dei Dati 2023 attribuito a Franco Lisi è il riconoscimento non solo della sua eccezionale carriera e impegno ma anche del suo contributo appassionato nella promozione dell’uguaglianza delle opportunità e dell’inclusione per le persone con disabilità visiva. La sua storia è un esempio di come la tecnologia possa essere utilizzata per migliorare la vita e l’autonomia delle persone, promuovendo allo stesso tempo i valori fondamentali di solidarietà e cultura dell’integrazione.

La procedura di selezione è condotta dalla direzione e dalla redazione di Data Manager sulla base delle informazioni pubbliche dei candidati e delle segnalazioni ricevute nel corso dell’anno

Accessibilità e inclusione

Siamo tutti differentemente abili. Almeno una volta nella vita ci siamo sentiti esclusi da qualcuno o da qualcosa. Per i cambiamenti sul lavoro, nella vita professionale o per ragioni di salute. Per i disabili, questa condizione non è temporanea o transitoria. Per i disabili visivi, il buio è una presenza costante, compagno di tutta la vita, ma non deve essere un ostacolo insormontabile.

«È fondamentale comprendere che la diversità di abilità non dovrebbe mai essere motivo di discriminazione o isolamento» – spiega Franco Lisi. «Le persone con disabilità visiva hanno una prospettiva unica e preziosa da offrire al mondo, proprio come tutti gli altri individui. La tecnologia digitale e i dati sono un alleato potente per abbattere le barriere che impediscono alle persone con disabilità visiva di condividere le loro esperienze e conoscenze con il mondo. Per esempio, le tecnologie di lettura testuale o sintesi vocale consentono alle persone non vedenti di accedere a contenuti digitali come libri, articoli online e documenti, aprendo loro le porte all’informazione e all’istruzione. I dispositivi di riconoscimento vocale e assistenti virtuali possono aiutare a semplificare le attività quotidiane, come l’invio di messaggi o la gestione dell’agenda. Inoltre, la raccolta e l’analisi dei dati possono essere strumenti preziosi per identificare le sfide specifiche affrontate dalle persone con disabilità visiva e sviluppare soluzioni personalizzate per migliorare la loro qualità di vita. Questi dati possono alimentare la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la creazione di servizi più inclusivi. La società deve lavorare insieme per rimuovere barriere e creare un ambiente inclusivo in cui tutti possano contribuire pienamente e realizzare il proprio potenziale».

In questo contesto, è importante promuovere l’accessibilità in tutti gli aspetti della vita, dall’istruzione e l’occupazione al design degli spazi pubblici e dei prodotti. Gli strumenti tecnologici, come le applicazioni e le tecnologie assistive, possono svolgere un ruolo fondamentale nell’eliminare gli ostacoli che impediscono alle persone con disabilità visiva di partecipare attivamente alla società.

«La diversità di abilità arricchisce la nostra comunità e ci insegna l’importanza della comprensione dell’altro e dell’empatia» – continua Franco Lisi. «Ogni individuo merita rispetto e opportunità, indipendentemente dalle proprie abilità o disabilità. Siamo tutti sulla stessa barca, e solo abbracciando la diversità e promuovendo l’inclusione possiamo navigare insieme verso un futuro migliore per tutti. L’accessibilità digitale e l’inclusione sono obiettivi fondamentali per la nostra società. Non importa quanti siano i disabili: ciò che conta è il principio delle pari opportunità. La tecnologia può essere un alleato potente, ma solo se usata con coscienza e umiltà. È un percorso lungo e impegnativo, ma è un percorso che dobbiamo intraprendere. L’inclusione è un ideale che richiede sforzo costante, ma rappresenta la spinta per una società più equa, giusta e inclusiva per tutti».

Per abbracciare appieno l’accessibilità digitale e l’inclusione, dobbiamo investire nell’informazione. «Con un pizzico di umiltà in più – sottolinea Franco Lisi – per mettersi in ascolto dell’altro, per capire il suo mondo. La conoscenza specifica è la chiave per comprendere le sfide affrontate dalle persone con disabilità e per sviluppare soluzioni personalizzate. La tecnologia può essere un valido strumento, ma deve essere implementata con sensibilità verso le esigenze personali. Dobbiamo metterci nei panni degli altri per capire il loro mondo e le loro esigenze. L’inclusione non è un punto di arrivo, ma un percorso. Essere inclusi significa non solo condividere gli spazi fisici ma anche partecipare attivamente alla vita quotidiana, come partecipare alle lezioni, muoversi autonomamente e condividere esperienze».

Una storia di innovazione e inclusione

La storia dell’Istituto dei Ciechi di Milano è collegata a doppio filo alla storia di Milano e dei suoi cittadini che lo hanno sostenuto sin dal 1840. La fondazione risale al 1836 e ha un nome di risonanza: Michele Barozzi. Nel 1864, l’Istituto di Milano adotta, primo in Italia, l’alfabeto “Braille”, un passo fondamentale nell’istruzione dei non vedenti. Il 12 ottobre 1892, l’Istituto trasloca dalla sua sede originale di Porta Nuova a quella definitiva di via Vivaio.

Progettata dall’architetto Giuseppe Pirovano, la sede è inaugurata il 3 novembre 1892 con l’obiettivo di accogliere i giovani non vedenti e fornire loro un’istruzione adeguata. Nel 1926, l’Istituto dei Ciechi è designato come Istituto Scolastico e posto sotto il Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1939, si istituisce la Scuola di Avviamento Professionale per i non vedenti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa del pericolo dei bombardamenti, l’Istituto è evacuato nel 1943. Riapre le sue porte nel 1946, riprendendo l’anno successivo la normale attività.

Negli ultimi decenni, numerosi cambiamenti hanno rinnovato e potenziato le attività dell’Istituto, orientandole verso servizi più in linea con i moderni concetti di assistenza e istruzione. L’Istituto si impegna attivamente nell’integrazione scolastica e lavorativa, sociale e culturale dei non vedenti, degli ipovedenti e dei pluridisabili visivi, e nell’assistenza degli anziani con disabilità visiva, promuovendo valori di uguaglianza delle opportunità, autonomia e solidarietà attraverso investimenti in ricerca e innovazione tecnologica.

Chi è Franco Lisi

Attualmente, direttore scientifico della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano, Franco Lisi ricopre il ruolo di direttore generale di INVAT (Istituto Nazionale Validazione Ausili e Tecnologie) e dal 2021 è presidente della Casa del Cieco Monsignor Gilardi di Civate (LC). Consigliere Regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. La Direzione scientifica, unitamente ad altri servizi offerti dalla Fondazione, opera a favore del lungo processo di integrazione e inclusione nel mondo della scuola, del lavoro e della società dei non vedenti. È responsabile della famosa mostra/percorso Dialogo nel Buio, allestita da dicembre 2005 presso l’Istituto, che in oltre 15 anni ha registrato oltre 3 milioni e mezzo di visitatori. La mostra, oltre a richiamare l’attenzione sul valore delle differenze, sviluppa nei visitatori una consapevolezza sull’importanza dei 5 sensi e sulle capacità emotive, particolarmente necessarie nella vita di tutti i giorni e nel mondo del lavoro. Per conto della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano siede a diversi tavoli della Pubblica amministrazione e partecipa a convegni nazionali e internazionali in qualità di relatore sulle più svariate tematiche: dall’area educativa, all’inserimento nel mercato del lavoro delle persone con disabilità visiva, dalle problematiche che riguardano l’autonomia alle attività di ricerca nel campo delle tecnologie avanzate. La sua predisposizione al dialogo e all’apertura verso l’altro influenza tutti i suoi collaboratori. Lisi ritiene, che la sinergia e la rete di competenze multidisciplinari costituiscano un valore inestimabile, l’unico capace di alimentare una buona dose di ottimismo per affrontare con entusiasmo il futuro. Franco Lisi, ha frequentato la scuola dell’obbligo presso l’Istituto dei Ciechi di Milano. Ha conseguito il diploma di maturità classica presso il liceo Manzoni di Lecco. Ha lavorato in qualità di programmatore di elaboratori elettronici, analista e capo-progetto in una società di sviluppo software in giovane età. Ha conseguito la laurea in sociologia presso l’Università degli Studi di Urbino con lode e una seconda laurea, sempre con lode, in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Macerata, nell’anno 2013.

WeChangeIT Award – Manager dei Dati 2023

Il Premio “Manager dei dati” intende valorizzare le eccellenze professionali che hanno saputo innovare prodotti, servizi, processi e metodi di lavoro all’interno delle loro organizzazioni, coniugando capacità manageriali, creatività, inclusione e scienza dei dati. La procedura di selezione è condotta dalla direzione e dalla redazione di Data Manager sulla base delle informazioni pubbliche dei candidati e delle segnalazioni ricevute nel corso dell’anno.

di Giuseppe Mariggiò

mercoledì 11 ottobre 2023

Giornata Mondiale della Vista - UICI BRESCIA

COMUNICATO STAMPA

GIORNATA MONDIALE DELLA VISTA: GIOVEDÌ 12 OTTOBRE

“Non servono immagini per descrivere il buio. La vista è un bene prezioso. Siamo al tuo fianco per custodirla.”

La Sezione territoriale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS di Brescia, in collaborazione con la Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia onlus, in occasione della Giornata Mondiale della Vista, che verrà celebrata Giovedì 12 Ottobre, aderisce attuando iniziative di informazione perché “Le malattie che minacciano la vista interessano milioni di persone in Italia.

"La prevenzione è il modo migliore per conservare al meglio la tua vista per tutta la vita”, lo conferma la Dott.ssa Zinzini Enrica, responsabile del centro ipovisione dell’Asst degli Spedali Civili di Brescia, intervistata nella nostra sezione e da sempre vicina e sensibile alle attività promosse dall’UICI (Unione italiana ciechi e ipovedenti) di Brescia.

La dottoressa è stata protagonista, lo scorso anno sempre per questa ricorrenza che cade il secondo giovedì di ottobre, di un interessante convegno organizzato proprio dalla sezione con il titolo: “Occhio alla vista! Prevenzione come e quando”.

L’abbiamo incontrata nella nostra sede insieme alla nostra consigliera e referente per l’ipovisione Monica Taffi e le abbiamo posto alcune domande.

Dottoressa che cosa significa in concreto fare prevenzione?

E.Z: Significa cogliere per tempo lo stato di malattia che si sta evolvendo. Sono tre le tipologie di prevenzione:

1- primaria: ovvero quella che riguarda le informazioni e la sensibilizzazione. Le informazioni possono provenire da più fonti ma è importante attingere a quelle veicolate dai canali qualificati, come i media. Quindi non fidarsi delle risposte che si trovano genericamente sul web, perché spesso sono subdole e nascondono, a volte anche molto bene, fini commerciali. Se ci sono dubbi, domande, timori, passare sempre al confronto diretto con il proprio medico.

2- secondaria: è la prevenzione che si pratica su una persona potenzialmente a rischio, quindi è una tipologia più mirata; strumento cardine per questa fase sono gli screening, che, quando strutturati in maniera adeguata, possono incidere sui comportamenti di medici e pazienti.

3-terziaria: si rivolge alle conseguenze della malattia e mira al contenimento dei danni che questa porta con sé. Un tipico cardine di questa fase è la riabilitazione visiva che consente alla persona di usare al meglio il suo residuo visivo e che va dalla semplice spiegazione di come rapportarsi con questo ausilio alla foto-stimolazione nelle maculopatie, senza dimenticare l’orientamento alla mobilità e altre azioni. Perché una disabilità visiva ha risvolti anche psico-sociali sulla persona e su chi le sta intorno: entrambi i soggetti vanno educati ad una vita adeguata, in modo da stimolare l’integrazione e l’autonomia.

Quanto è alta l’attenzione alla prevenzione?

E.Z: In Italia non molto. Il fatto è che vedere sembra essere un diritto precostituito e immutabile ma non è così: certe patologie sono insidiose, silenti, a sviluppo lento, quindi la prevenzione è fondamentale. La Società Oftalmologica Italiana ha dato alcune indicazioni, tra cui spicca quella di effettuare la prima visita a due mesi dalla nascita, anche perché i bambini sono molto più capaci degli adulti di sviluppare capacità compensatorie, perché si attaccano con molta forza al residuo visivo.

Il mio consiglio è di seguire una cadenza regolare di visite, a seconda del follow up che, di volta in volta, il medico specialista propone: una vista alle elementari, poi, se tutto procede bene, una durante l’età adolescenziale, poi alla patente, quindi verso i 35/40 anni e così via, in maniera sempre più frequente con l’aumentare dell’età. Noi oculisti dovremmo avere una rete di alleati, a partire dagli ottici e dagli optometristi: la visita da un medico specialista è diversa dalla misurazione della vista e dalla prescrizione dell’occhiale, perché un medico può trovare eventuali patologie silenti, individuare i fattori di rischio e dare indicazioni sia sui comportamenti sia sul follow up. Certo, capisco la difficoltà pratica nell’accedere alle visite con il sistema sanitario, ma questa è… un’altra storia!

Scopri tutte le informazioni su www.giornatamondialedellavista.it.

La Presidente

Sandra Inverardi

martedì 10 ottobre 2023

XVIII GIORNATA NAZIONALE DEL CANE GUIDA - Milano, 16 ottobre 2023

CONTINUA L’INZIATIVA ITINERANTE DELL’UNIONE ITALIANA CIECHI E IPOVEDENTI: A MILANO UNA GRANDE INIZIATIVA PER RIFLETTERE E VALORIZZARE IL PIÙ PREZIOSO TRA GLI AMICI A 4 ZAMPE

Appuntamento a Milano lunedì 16 ottobre con una passeggiata-raduno e un incontro sulle normative e i comportamenti sociali che condizionano il percorso di vita di una persona non vedente e il suo cane guida.

Milano, ottobre 2023 – Sono sempre pazienti, attenti e affidabili nel condurre in sicurezza per le strade sempre più caotiche delle nostre città. Aiutano ad accrescere la fiducia in se stessi e a stabilire nuovi rapporti interpersonali. E non tradiscono mai, né ci deludono, neanche quando vengono maltrattati o cacciati via da un luogo solo perché hanno assunto il compito di accompagnarci in ogni momento della nostra giornata per farci vivere in libertà e pienezza con il resto della collettività. Questo e molto di più è il mondo del Cane Guida per ciechi, probabilmente il più prezioso tra gli amici a quattro zampe.

Ma nonostante ci sia una legge dello Stato che già dal 1974 (n. 37 del 1974, integrata e modificata dalle leggi n. 376/1988 e n. 60 del 2006) sancisce il diritto del cieco ad accedere liberamente in qualsiasi luogo pubblico o mezzo di trasporto in compagnia del suo fedele amico, queste prerogative vengono sempre più spesso disattese.

È stato presentato su iniziativa parlamentare nello scorso maggio, il Disegno di legge n. 720 "Modifiche alla legge 14 febbraio 1974, n. 37, in materia di accesso dei cani guida sui mezzi di trasporto pubblico e negli esercizi aperti al pubblico, anche per finalità di addestramento" che intende rendere maggiormente effettivi gli obiettivi, già di per sé meritevoli, adeguandoli alle esigenze e alle difficoltà riscontrate nella sua applicazione.

L’esame è stato assegnato alla 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale).

È in questo contesto che l’UICI torna a celebrare la XVIII Giornata Nazionale dedicata al Cane Guida proprio con l’obiettivo di alzare un velo sulla necessità di far conoscere e tutelare il diritto del non vedente a poter essere accompagnato dal suo amico fedele in tutte le sue attività, perché allontanare il cane vuol dire allontanare anche il non vedente non solo dal luogo che desidera raggiungere ma lo si esclude anche dalla società. Ma non solo norme ma anche gli aspetti sociali, umani e psicologici che determinano negli individui comportamenti di negazione, indifferenza o diffidenza nei confronti delle persone cieche accompagnati dai loro cagnoni guida.

L’appuntamento è a Milano lunedì 16 ottobre alle 09:30 in Piazza San Babila con il raduno di rappresentanti dell’UICI, istituzioni regionali e territoriali, operatori delle scuole, famiglie e conduttori con i loro splendidi esemplari. Il programma prevede, alle 10:15, un incontro presso l'Istituto dei Ciechi in via Vivaio 7 a Milano dal titolo “NORME, LEGGI E COMPORTAMENTI SOCIALI A TUTELA DEL CANE GUIDA" moderato da Elena Golino, già Capo Redattore RAI, Presidente della Commissione Cultura dell'Ordine dei Giornalisti, con i saluti istituzionali di rappresentanti della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dei rappresentanti dell’Uici tra i quali il Presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Mario Barbuto, e della presidente del Centro Regionale-Scuola e Polo nazionale per l’autonomia Helen Keller, Linda Legname, il Presidente dell’Istituto dei Ciechi di Milano Rodolfo Masto, il Presidente della Scuola cani guida di Lambiate Giovanni Fossati.

“Con questa Giornata Nazionale vogliamo fare luce sulla necessità, ormai non più rinviabile, di far conoscere i diritti delle persone non vedenti a circolare con i loro cani guida e di poter accedere a qualsiasi luogo pubblico, come prevede la legge. Sono animali, oltre che meravigliosi, che vengono addestrati proprio per assistere il loro conduttore senza arrecare alcun tipo di disagio e che per questo dovrebbero sempre essere accolti con gioia - commenta il Presidente Uici Mario Barbuto. Accogliamo con fiducia e speranza il nuovo disegno di legge e offriamo la nostra totale collaborazione per ulteriori miglioramenti, auspicando comunque un rapido percorso di approvazione”.

Iniziative di sensibilizzazione sul tema di carattere locale saranno organizzate in tutta Italia attraverso le sezioni territoriali dell’UICI che provvederanno a distribuire adesivi in negozi e pubblici esercizi con la scritta “Anche io ho il diritto di entrare”.

A disposizione anche la Guida dell’UICI dove sono riportate le disposizioni previste dalla legge, l’iter da seguire per richiedere un Cane Guida, il percorso di addestramento di questi animali, le razze di cani più adatte a svolgere il compito e in base a quali caratteristiche, con tutti i consigli indispensabili per gestire la convivenza all’arrivo del cane nella nostra vita e come comportarsi nel momento in cui si incontra un non vedente con quello che diventerà il suo compagno inseparabile.

Le celebrazioni della XVIII Giornata nazionale a Milano si svolgono con il supporto del Polo nazionale per l’autonomia Centro Helen Keller scuola cani guida di Messina, la sede territoriale UICI di Milano, l’Istituto dei Ciechi di Milano, il Consiglio Regionale Uici della Lombardia, la scuola cani guida di Limbiate.

PROGRAMMA

09:30 Raduno dei partecipanti in Piazza San Babila

Passeggiata lungo Corso Monforte per raggiungere l’Istituto dei Ciechi, via Vivaio, 7

10:15 Apertura dei lavori

MODERA

Elena Golino, già Capo Redattore RAI, Presidente della Commissione Cultura dell’Ordine dei Giornalisti

Saluti Istituzionali

INTERVENTI

Avv. Prof. Giangiacomo Ruggeri, Docente Diritto Amministrativo Scuola Forense presso l’UNIMI

“Il cane guida in Italia e in Europa. Panorama normativo:realtà e prospettiva”

Vittorino Biglia, Gruppo di Lavoro 4 dell’Unione Italianadei Ciechi e degli Ipovedenti - Cani guida

Salvatore Cocciro, Conduttore cane guida

“Il diritto negato”

Avv. Elena Frasca, Avvocata cassazionista iscritta all’albo degli Avvocati di Ragusa, Presidente del Comitato Pari Opportunità del Consiglio Nazionale Forense di Ragus e Consigliere Comunale del Comune di Modica

“Il diritto di accesso della persona non vedente accompagnata dal proprio cane guida, naturale corollario dei principi di eguaglianza sostanziale e di non discriminazione - Gli strumenti di tutela giurisdizionale e il ruolo di “garante” delle Istituzioni”

Giovanni Fossati, Presidente Nazionale Servizio Cani Guida dei Lions

Massimo Bugianelli, Responsabile Cani Guida Scandicci

Mario Girardi, Presidente Agenzia IURA

“Le battaglie dell’Unione a tutela del diritto del cane guida”

Prof. Francesco Raho, Sociologo, Docente a contratto presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

“Mobilità ridotta e pregiudizio sociale. La Persona prima di tutto”

Avv. Matteo Restani, Autore del libro “Con gli occhi di un cieco”

“Famiglie affidatarie: Una scelta di tutto rispetto!”

Genuino Iuzzolino, Responsabile Macroarea Autonomia, Vita Indipendente, Ausili - UICI Lombardia

Testimonianze

Paolo, Peggy, Asia e Pirro: sfide, amicizia e vita quotidiana

Question time

13:00 Conclusioni a cura di Linda Legname, Presidente Centro Regionale “Helen Keller” - Scuola Cani Guida Polo Nazionale dell’autonomia

Caffè Letterario UICI Monza e Brianza

All’UICI di Monza appuntamento con il mistero, con i sentimenti e con le emozioni. Declinate in scrittura. Nuovo appuntamento della rassegna Caffè Letterario, incontri con l’autore nella sede dell’UICI in via Tonale 4 a Monza.

Venerdì 13 ottobre alle 16 sarà ospite la scrittrice, milanese di nascita ma ormai monzese d’adozione, Marcella Manca. Che presenterà la sua trilogia ambientata proprio nella città di Teodolinda. Una trilogia intitolata "La biblioteca degli angeli" e che comprende tre volumi: “Il Quaderno Verde”, “Il Quaderno Rosso” e il “Quaderno dorato”. La trilogia racconta la storia di Mattia e Nikita, due ragazzi di Monza, cugini ma non di sangue, che nel pieno dell’adolescenza si imbattono in un’avventura dai risvolti inaspettati. Un appuntamento che, certamente, catalizzerà i partecipanti (è possibile partecipare da remoto con collegamento via Zoom) che verranno catapultati in una Monza fatta di misteri, enigmi, emozioni ma soprattutto sentimenti. In una eterna lotta del bene contro il male, dove non mancheranno angeli e farfalle messaggere di informazioni. Il tutto tra le vie del capoluogo brianzolo, tra i sentieri del Parco, tra quegli angoli che a molti lettori risulteranno certamente familiari.

Per partecipare, sia in presenza sia da remoto, è necessario prenotarsi. In presenza presso la nostra sede (Via Tonale 4 a Monza) o via zoom, collegandosi a https://zoom.us/j/95035317284 o telefonando al numero 02 00 66 72 45 e, quando richiesto, digitare il codice della riunione 95035317284 seguito per due volte dal tasto cancelletto #.

Giornata Mondiale della Vista - UICI MANTOVA

GIORNATA MONDIALE DELLA VISTA - GIOVEDÌ 12 OTTOBRE

“NON SERVONO IMMAGINI PER DESCRIVERE IL BUIO.

La vista è un bene prezioso. Siamo al tuo fianco per custodirla.

”Dalla cura al prendersi cura… Guarda che è importante!“

La Sezione territoriale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS di Mantova, in collaborazione con la Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia onlus, i Lions club mantovani e con il patrocinio del Comune di Mantova, in occasione della Giornata Mondiale della Vista, che verrà celebrata Giovedì 12 Ottobre, aderisce attuando iniziative di informazione e prevenzione perché “Le malattie che minacciano la vista interessano milioni di persone in Italia. La prevenzione è il modo migliore per conservare al meglio la tua vista per tutta la vita”.

“Come UICI di Mantova, insieme a IAPB Italia e con la collaborazione di medici oculisti e dei Lions mantovani, realizzeremo diverse iniziative informative e di screening gratuiti a favore della cittadinanza più fragile e/o più restia a sottoporsi a periodici controlli oculistici”:

Giovedì 12 Ottobre, volontari e soci dell’U.I.C.I., saranno presenti dalle ore 9.30 alle 12.30, presso le Pescherie di Giulio Romano a Mantova, per la distribuzione di materiale informativo sulla prevenzione delle malattie della vista, e di divulgazione di iniziative e servizi della sezione a beneficio della cittadinanza e delle persone affette da disabilità visiva.

Sempre giovedì 12, dalle ore 14.30 alle 19.30 e venerdì 13, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.30, volontari e soci dell’U.I.C.I. in collaborazione con i Lions mantovani e grazie alla disponibilità volontaria di medici oculisti, saranno presenti in Piazza Martiri di Belfiore lato Rio, dove, oltre alla distribuzione di materiale informativo realizzato da IAPB Italia Onlus, verranno effettuati screening oculistici gratuiti a beneficio della cittadinanza, a bordo unità mobile oftalmica attrezzata, messa a disposizione dal Distretto Lions 108 Ib2. Si informa che IAPB Italia Onlus ha predisposto un apposito sito dedicato all’evento https://iapb.it/gmv2023

Si ringraziano i Lions mantovani per il supporto e per la messa a disposizione della moderna APLOUD, i medici oculisti per la loro professionalità e disponibilità a favore della cittadinanza, comune di Mantova per il patrocinio e per l’importanza riservata all’iniziativa e tutti i soci e volontari impegnati a beneficio della collettività.i medici oculisti per la loro professionalità e disponibilità a favore della cittadinanza, comune di Mantova per il patrocinio e per l’importanza riservata all’iniziativa e tutti i soci e volontari impegnati a beneficio della collettività.

Per informazioni contattare UICI Mantova allo 0376 323317 Whatsapp 333 2627082 www.uicimantova.it

La Presidente

Mirella Gavioli