venerdì 28 ottobre 2022

Il metodo Braille, un’invenzione resiliente come poche altre

Superando del 28/10/2022

Il metodo Braille, che consente alle persone non vedenti di leggere e scrivere, è un’invenzione resiliente come poche altre. Nato nell’Ottocento, ha attraversato quasi duecento anni, modificandosi per seguire le mutate esigenze delle persone che ne usufruiscono. Di seguito parleremo di alcuni dei suoi volti, cominciando con una breve parentesi storica e tecnica, per meglio “inquadrare” come funziona il metodo e come si è arrivati ad idearlo.

L’inventore dell’alfabeto tattile, Louis Braille, era un ragazzo non vedente che visse buona parte della sua breve vita in solitudine, impegnando il vivace intelletto di cui era dotato per aprire le porte dell’istruzione e della cultura, e quindi dell’inclusione sociale, alle persone prive della vista come lui. Nel 1824 pose le basi di quello che diventò l’attuale metodo che porta il suo nome, codificato ufficialmente cinque anni dopo.

Braille semplificò il sistema pensato dal militare Charles Barbier de La Serre, per trasmettere informazioni in trincea, nel buio della notte. Dodici punti in rilievo rappresentavano differenti suoni; Braille li ridusse a sei, in modo che con il polpastrello si potesse leggere l’intera cella contenente i punti senza bisogno di spostare il dito, ottenendo così un’immediata comprensione del segno. Differenti combinazioni di punti gli permisero quindi di riprodurre le lettere dell’alfabeto, le vocali accentate, le cifre, i segni di interpunzione, perfino la notazione musicale.

Nel 1949 l’Unesco uniformò gli alfabeti Braille e spianò la strada alla diffusione in ogni continente. Attualmente sono ottocento le lingue e i dialetti che hanno una trasposizione Braille, inclusi l’arabo, gli idiomi orientali e quelli africani.

Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma il metodo inventato dal timido ragazzo non vedente non ha mai trovato validi sostituti. Hanno provato ad aumentare il numero dei punti, a diminuire la dimensione dei caratteri, ma invano: l’originale alfabeto tattile del XIX secolo è rimasto il più pratico da utilizzare e si è dimostrato molto duttile. Man mano infatti che la tecnologia ha progredito, è stato impresso sulla carta con macchine da scrivere speciali, è uscito dalle stampanti, si è integrato in tastiere virtuali come mezzo di scrittura touch screen, è l’anima dei moderni screen-reader che leggono lo schermo del PC in tempo reale, filtrando i contenuti e restituendo all’utente le informazioni secondo una certa logica.

Louis Braille, al pari dei geni della storia, ebbe intuizioni precorritrici che a posteriori sono state confermate dalla scienza. Nel 1853, un anno dopo la sua morte, vennero scoperti i corpuscoli di Meissner, recettori epidermici dal campo ristretto che cessano di lavorare quando la stimolazione tattile si prolunga. Ecco spiegata, dunque, la difficoltà nel comprendere i caratteri normali in rilievo (per intenderci, una comune lettera dell’alfabeto in rilievo): i polpastrelli devono toccare troppo a lungo il foglio. In seguito arrivò il concetto di “soglia percettiva”, formalizzato dalla Legge di Weber e Fechner, secondo cui la distanza tra i punti che costituiscono una lettera non può essere inferiore a due millimetri e mezzo. Braille non poteva saperlo, ma il suo metodo rispetta anche questa regola. Aveva sperimentato infatti che il tatto coglie meglio il punto piuttosto che la linea, riuscendo a ideare il suo sistema basandolo su tre semplici princìpi: successione, discontinuità e breve estensione. In altre parole, trasformò l’esperienza personale in fattore di conoscenza, pur senza avere a disposizione basi scientifiche. La lucidità intellettuale e la costanza fecero il resto, consentendogli di sostituire gli occhi con le mani. Un’operazione, questa, che continua ai giorni nostri, se è vero che la ricerca di nuovi strumenti di lettura e scrittura tattile che sfruttano il metodo Braille non si ferma.

Vediamo dunque le novità più promettenti e, infine, facciamo un salto a Napoli, per scoprire l’installazione di un artista, un’esperienza sensoriale aperta a tutti che, ne siamo certi, sarebbe piaciuta molto a Louis Braille.

A braccetto con la tecnologia

In Corea del Sud esiste un’azienda, la Pct, che ha fatto della tecnologia coniugata al Braille la propria cifra distintiva. Da anni ricerca e sviluppa prodotti informatici che consentono alle persone con problemi alla vista di accedere alle informazioni in rete; l’ultimo in ordine di tempo è un tablet che funziona con il sistema operativo Android e si interfaccia tramite Bluetooth, traducendo in descrizioni vocali oppure in Braille le notizie contenute nelle pagine online, quelle che si consultano ogni giorno per lavoro o divertimento.

Il Tactile Pro Braille, questo il nome del dispositivo, è dotato di un display e di una tastiera con perni mobili che traduce le parole sullo schermo nell’alfabeto tattile. Toccando cioè la tastiera con i punti in rilievo si legge quanto è scritto sullo schermo; il tempo di caricamento di una pagina web equivale ad un terzo di secondo.

Il tablet ha ricevuto nel 2020 un riconoscimento all’Innovation Award di Las Vegas e si distingue per la molteplicità di attività che è in grado di supportare. Gestibile in diverse lingue, non consente soltanto di navigare in internet, ma con esso è possibile divertirsi con i videogiochi, comunicare con la messaggistica istantanea e modificare documenti. Chi lo utilizza può anche digitare un testo in Braille che viene automaticamente trasposto nella lingua scelta. La memoria di esso, inoltre, è in grado di contenere migliaia di libri; pertanto si può usare come “biblioteca e-reader”.

Quello dei testi disponibili in alfabeto tattile è un problema annoso, dal momento che soltanto circa il 3% dei contenuti sparsi nel mondo è accessibile alle persone non vedenti.

Sempre da un’azienda della Corea del Sud specializzata in dispositivi di assistenza, arriva Dot Pad, un display tattile che utilizzando 2.400 perni mobili, traduce .pdf, file di testo, mappe stradali e pagine web. Il punto di forza è la capacità di trattare anche le immagini, trasformandole in informazioni di profondità tramite la modellazione 3D. In altre parole, si possono toccare sul display le immagini che si vedono sullo schermo del PC.

Si tratta di una tecnologia complessa, attualmente compatibile con dispositivi iOS, ma che si sta lavorando per estendere ad altri sistemi operativi e che ha richiesto un lungo lavoro di ritocco degli algoritmi che ne governano il “motore”. Il prodotto finale è un concentrato di tecnologia dalle enormi potenzialità: si pensi ad esempio se venisse esteso nelle scuole e negli uffici pubblici, oppure nel mondo del lavoro, consentendo alle persone non vedenti di interagire in modo indipendente con il mondo che li circonda.

Fin qui abbiamo parlato di prodotti supertecnologici e di certo non alla portata di tutte le tasche. I convertitori di testo normalmente costano intorno ai 2.500 euro e hanno il “limite” di dover essere collegati a un computer. Stanno cercando di ovviare a questi inconvenienti sei studentesse di ingegneria del MIT (Massachusetts Institute of Technology), una delle più importanti università di ricerca del mondo con sede a Cambridge, negli Stati Uniti. Dal 2016 lavorano al progetto Tactile, un dispositivo portatile grande quanto un portaocchiali, che si fa scivolare sopra una qualsiasi pagina scritta su carta. La fotocamera incorporata all’apparecchio inquadra il testo e in tempo reale lo traduce in punti in rilievo, che si attivano sotto forma di piccoli “pistoni” su una tavoletta sotto le dita della persona. Una scansione, insomma, che potrebbe risolvere piccole incombenze pratiche, come leggere menù, manuali di istruzione, volantini ed etichette al supermercato. Una volta in commercio potrebbe rendere accessibile qualsiasi libro alle persone non vedenti e il tutto ad un costo che le giovani ricercatrici prevedono di contenere al di sotto dei 200 dollari (poco meno di 200 euro).

Tactile, nato durante una competizione per informatici, è ora posto sotto brevetto ed è in fase di miglioramento. Si punta infatti a potenziarne la visuale d’insieme, in modo che possa inquadrare l’intero foglio e non solo le righe su cui viene puntato; in tal modo diventerebbe uno scanner portatile vero e proprio e non sarebbe più necessario ricordare a che punto del testo si è arrivati.

Dimensioni e prezzo contenuti sono anche l’obiettivo del progetto europeo BlindPAD, coordinato dal Politecnico Federale di Losanna (Svizzera) e dall’IIT di Genova (Istituto Italiano di Tecnologia), che per la parte sperimentale ha visto una collaborazione tra l’Istituto Chiossone del capoluogo ligure e l’Istituto Firr di Cracovia (Polonia).

Qui ci troviamo di fronte a un prototipo di tavoletta tattile di 15×12 centimetri, una griglia 3D di circa duecento taxel (gli equivalenti tattili dei pixel), dotata di un meccanismo magnetico che forma in rilievo un’immagine comprensibile toccandola con le dita. Non una tradizionale tavoletta Braille, quindi, ma un sistema che sempre utilizzando punti in rilievo, anziché trasmettere parole, traduce ciò che si vede dal visuale al tattile.

Le duecentocinquanta prove cui è stato sottoposto BlindPAD hanno evidenziato un miglioramento delle capacità spaziali delle persone coinvolte, in quanto la trasmissione di disegni, mappe e forme geometriche facilita l’apprendimento delle informazioni visive. La messa in commercio è vincolata alla speranza di futuri finanziamenti, perché questa tavoletta si è capito che potrebbe svolgere un ruolo importante nella riabilitazione e in àmbito scolastico, ad un costo inferiore rispetto alle attuali tecnologie.

Una stretta collaborazione tra gli istituti che insegnano il metodo Braille nel mondo ha portato pochi anni fa alla realizzazione di Dot, il primo smartwatch Braille, un dispositivo dalle molteplici funzioni, tra cui le più importanti sono quelle legate alla comunicazione. Connettendosi infatti via Bluetooth allo smartphone, esso permette l’invio e la ricezione di messaggi attraverso le principali app.

Il vantaggio di esso, rispetto ad altri prodotti simili, consiste nell’avere eliminato la necessità di tenere le cuffie per sentire i messaggi o per ricevere informazioni anche semplici come l’orario, cosa che obbliga ad estraniarsi per alcuni momenti dal contesto circostante.

Dot è composto da quattro celle Braille dinamiche che trasmettono nell’alfabeto tattile le informazioni necessarie all’utente il quale può impostare la velocità con cui i caratteri appariranno sul quadrante. L’orologio è in grado inoltre di comprendere dal movimento delle dita quando la persona ha finito la lettura; in questo modo passa alla schermata successiva, cambiando la disposizione dei perni che riproducono i punti in rilievo.

La commercializzazione di Dot è stata accompagnata da una campagna pubblicitaria di grandi proporzioni, con nomi illustri a fare da testimonial in veste di utilizzatori dello smartwatch; personaggi del calibro di Andrea Bocelli, Stevie Wonder e dell’atleta paralimpico Henry Wanyoike hanno fatto schizzare il preordine a 60.000 dispositivi.

Ogni apparecchio analizzato, dunque, apre scenari di inclusione futuristici, l’unica pecca, però, rimane al momento la scarsa diffusione, anche per i costi, e la ricerca che ha continuamente bisogno di fondi per realizzare prototipi alla portata di tutti, che possano davvero entrare nella vita quotidiana dei 285 milioni di persone non vedenti del mondo, e non restino invece un beneficio per pochi.

Il panorama di Napoli si ammira con l’alfabeto tattile

Si chiudono gli occhi, si fanno scorrere le dita sopra al corrimano. I punti in rilievo solleticano i polpastrelli di quelli che aprendo gli occhi possono vedere cosa hanno di fronte, mentre per chi non vede quei punti sono la “fotografia” tattile del panorama.

Ci troviamo sulla terrazza di Castel Sant’Elmo, uno dei simboli di Napoli, che offre una veduta mozzafiato sul Golfo della città. È qui, sull’unica fortificazione al mondo che si distingue per la caratteristica forma a sei punte, che l’artista partenopeo Paolo Puddu ha collocato un corrimano metallico che rappresenta molto più di un semplice punto d’appoggio per chi passeggia.

Si tratta di un’installazione dal titolo Follow the Shape (“Segui la forma” in italiano), che permette alle persone non vedenti di godere della bellezza che si trovano davanti, leggendola attraverso la descrizione in alfabeto Braille impressa sull’acciaio. La possono leggere anche i viaggiatori stranieri, visto che i simboli sono quasi universalmente riconosciuti e usati in molte lingue diverse.

Le parole scelte da Paolo Puddu sono tratte da La terra e l’uomo di Giuseppe De Lorenzo, uno dei più noti intellettuali napoletani dello scorso secolo, geologo e geografo innamorato del Meridione d’Italia al quale dedicò gran parte delle sue ricerche.

Ciò che può sembrare soltanto una bellissima idea per fare turismo accessibile, nasconde in realtà significati più profondi, a partire dalla scelta del luogo che dal XIV secolo ad oggi ha vissuto da protagonista i cambiamenti e gli eventi storici più importanti di Napoli, comprese guerre e rivolte popolari.

Quella del corrimano in Braille è una “rivoluzione” buona che coinvolge tutti. Chi ha il dono della vista impara ad apprezzarlo, a non dare per scontato ciò che gli occhi raccontano, percorre il panorama con le mani e poi lo svela con lo sguardo, imparando quanto è importante a volte soffermarsi e gustare i dettagli.

L’avevamo detto all’inizio: questa idea sarebbe piaciuta molto a Louis Braille, perché il suo alfabeto, inventato per le persone non vedenti, amplifica per chiunque passi da Castel Sant’Elmo la meraviglia di trovarsi davanti a un panorama spettacolare.

di Stefania Delendati

venerdì 21 ottobre 2022

Test di Amsler: come valutare la salute della vista

Al Femminile del 21/10/2022

Il test di Amsler rappresenta un ottimo sistema per l’autovalutazione della visione centrale, un metodo pratico che può rappresentare un concreto aiuto per conoscere lo stato di salute dei nostri occhi.

Che cos’è la griglia di Amsler? A cosa serve? E chi è Amsler? Queste sono solo alcune domande che possono scaturire pensando a questo test che ci permette di valutare autonomamente lo stato di salute generale della nostra vista. Ci troviamo di fronte a uno strumento molto utile per capire se soffriamo di diversi problemi e che rappresenta un ottimo modo di tenere “sott’occhio” la nostra vista. Vediamo, quindi, insieme di cosa si tratta, la sua utilità e come svolgere il test per saperne di più.

Cos’è il test di Amsler?

Il test di Amsler è una prova diagnostica che venne usata per la prima volta nel 1945, nello specifico consta di una specifica griglia. Si tratta di un reticolo di linee verticali e orizzontali intersecate su uno sfondo bianco. Al centro del quadrato che si viene a formare si trova un pallino nero. Il primo test di Amsler era costruito da un foglio a quadretti, i colori erano però invertiti e lo sfondo era nero a differenze delle righe e del pallino che erano bianchi. Si trattava di un reticolato delle dimensioni di 10x10cm, il quale conteneva 400 quadratini. Come abbiamo visto oggi il test ha subito una semplice variazione di colori.

Si tratta di uno strumento utile per capire se sono presenti problematiche alla macula, una piccola regione specifica della retina che regola la nitidezza della visione. Si tratta di un sistema che ci permette di riconoscere i primi sintomi di un possibile disturbo ma che non sostituisce in alcun modo una visita specifica dall’oculista.

Qual è la sua utilità?

Il test di Amsler permette una prima autodiagnosi di possibili problemi alla retina e più specificatamente alla macula.

Nello specifico, attraverso l’osservazione della griglia è possibile individuare l’insorgere di un caso di metamorfopsia, uno dei sintomi più classici della degenerazione della macula. Quando parliamo di metamorfopsia facciamo riferimento a un disturbo visivo che consiste nella visione di oggetti deformati e distorti. Si tratta di un disturbo che è evidente quando il paziente si trova a percepire oggetti quali righe come ondulate o spezzate. È un sintomo molto insidioso perché spesso facilmente ignorabile, il soggetto potrebbe infatti accorgersi del problema solo in una fase avanzata quando ormai la degenerazione della macula ha portato alla compromissione dell’occhio nella sua interezza.

I soggetti diabetici dovrebbero prestare particolare attenzione a questo test, poiché il diabete predispone al rischio di patologie retiniche e maculari quali l’edema maculare diabetico. Il diabete può infatti portare alla compromissione dei vasi sanguigni della retina e la conseguente perdita di fluidi.

Questi, formando dei veri e propri ristagni all’altezza della macula, possono sollevarla portando a una visione deformata.

Da qui l’importanza dei controlli oculistici periodici per i diabetici e l’utilità del test di Amsler. È infatti molto facile accorgersi della distorsione visiva attraverso l’osservazione di linee dritte che potrebbero apparire storte o spezzate per via dell’insorgere della patologia.

Da sottolineare come questo test non sia in alcun modo un sostituto di una adeguata visita oculistica ma rappresenti in ogni caso un piccolo passo per tenere controllata la propria situazione.

A chi è consigliato?

I soggetti diabetici non sono gli unici a cui è consigliato sottoporsi a questo test. Possiamo dire, infatti, che quasi tutti possono sviluppare nel corso della propria vita una degenerazione maculare e chiunque potrebbe fare questo esame di autovalutazione.

Esistono comunque delle categorie per il quale è fortemente consigliato:

- Chi soffre di miopia particolarmente pronunciata;

- Soggetti che in passato hanno già sofferto di maculopatia;

- Individui con più di 50 anni;

- Persone a cui sono stati accertati fattori di rischio alla retina, quali drusen.

Come eseguire il test

Per eseguire il test è necessario munirsi di una griglia come quella nell’immagine alla fine del paragrafo.

Per rendere la prova valida è necessario utilizzare gli occhiali qualora ne facessimo normalmente uso e soprattutto far sì che l’ambiente dove verrà svolto il test sia sufficientemente luminoso.

Ora poniamoci a circa 30 cm di distanza dalla nostra griglia, una distanza che potremmo definire da lettura.

Dopodiché dobbiamo chiudere un occhio. Questo passaggio è fondamentale! Utilizzare entrambi gli occhi renderebbe vano il test, qualora ci fosse un problema a uno degli occhi quello sano compenserebbe la vista per l’altro.

È giunto quindi il momento di osservare la griglia per una decina di secondi, utilizziamo il pallino centrale come riferimento.

Analizziamo bene il riquadro e cerchiamo di capire se siamo in grado di vedere tutte le linee verticali e orizzontali dritte, il pallino e lo sfondo bianco.

Ripetiamo poi l’esercizio con l’altro occhio.

Ora giungiamo ai risultati del nostro test!

Esistono dei casi in cui questo piccolo esame può segnalarci qualcosa che non va, questo avviene quando:

- Le righe ci appaiono spezzate o fuori fuoco;

- Non vediamo bene il pallino;

- Ci appaiono delle macchie sulla griglia;

- Il reticolo ci appare deformato.

In questi casi è necessario contattare un oculista per svolgere ulteriori accertamenti sulla propria condizione.

Eseguire questo test è molto semplice, per questo motivo è consigliato munirsi di una griglia di Amsler per poter verificare la propria condizione a intervalli regolari di tempo. È da sottolineare come questo test non sostituisca in alcun modo una visita accurata da parte del personale medico predisposto.

Chi era Marc Amsler?

Marc Amsler (1891-1968) fu un importantissimo oculista svizzero. Primario a Losanna fino al 1935, divenne in seguito professore di oftalmia presso la prestigiosa università di Zurigo. Divenne particolarmente famoso per l’invenzione del test che porta il suo nome ma non è il suo unico merito. Produsse importantissimi studi sul distacco della retina e sulle patologie che interessano la macula, facendo così da pioniere a una specifica branca dell’oftalmia. Fu anche uno dei primi accademici a interessarsi allo studio delle cause e delle problematiche legate all’uveite.

Nel 1951 Amsler eseguì il primo trapianto di cornea al mondo a Zurigo.

di Matteo Baraldo (SEO editor)

VILLA LITTA e la bellezza PER TUTTI - Sabato 22 ottobre ore 15.30

VILLA LITTA e la bellezza PER TUTTI distillata nella brochure di supporto alle visite accessibili:

presentazione e prima visita guidata H. 15.30 SABATO 22 ottobre.

Prosegue il progetto #VillaLittaforEnlightenment presentato a fronte del bando per la Cultura di Fondazione Cariplo in collaborazione con Istituto dei Ciechi. L’accessibilità è il cuore di questo progetto e della valorizzazione dei luoghi culturali che ha saputo costruire itinerari di visita e proposte dedicate nella mission che la bellezza senza tempo di Villa Litta è e deve sempre più essere sinonimo di gioia per TUTTI, in tutte le epoche.

Il progetto è stato concretizzato dall’associazione Amici di Villa Litta (che da oltre trent’anni si occupa, unitamente al Comune di Lainate, della valorizzazione di Villa Visconti Borromeo Litta) e alla preziosa collaborazione con Ente nazionale Sordi sez. provincia di Milano e dell’Istituto Ciechi di Milano.

Tante azioni importanti una prima visita esplorativa effettuata in Novembre 2021 con Dott. Franco Lisi, la formazione in aula tenuta da Dott. Aurelio Sartori seguita da visita di verifica con Dott.ssa Elisabetta Corradini, la conferenza stampa congiunta di giugno con ENS. Non possiamo non ricordare “Dialogo nel buio” due appuntamenti di cui l’ultimo seguito da formazione in aula tenuto sempre dalla Dott.ssa Elisabetta Corradini (esperta in sensorialità).

Successo anche nei diversi appuntamenti con Dott. Aurelio Sartori (responsabile settore materiale didattico) per la preparazione della brochure che verrà utilizzata come supporto alla visita e proprio dal 22 ottobre sarà prenotabile la prima visita direttamente dal sito della Villa che si arricchirà dunque di una nuova attenzione all’inclusione perché la cultura è di tutti e per tutti a partire dal magnifico Ninfeo che grazie a un video in Lingua dei Segni per i non udenti e alle pubblicazioni e guide in braille per i non vedenti verrà raccontata in un modo speciale e inclusivo.

Il dott. Franco Lisi, dell’Istituto Ciechi di Milano: “Il risultato a cui siamo arrivati e che presentiamo orgogliosamente è frutto di un reciproco scambio tra professionisti, partito grazie al progetto #VillaLittaforEnlightenment presentato a fronte del bando per la Cultura di Fondazione Cariplo.

La sintonia che si è da subito creata ha fatto sì che, addirittura di là dei contenuti del previsti nel bando stesso, sia nato e abbia germogliato un prezioso confronto non solo tra professionisti ma tra persone, uomini e donne che con vera passione si sono dedicate a questo progetto. Tutti i partecipanti si sono messe in gioco, anche al di là dei singoli ruoli ed è questo che mi fa pensare senza indugio al prosieguo di questa stimolante collaborazione con Villa Litta.

La differenza la fanno le persone, soprattutto sugli elementi di fruizione tattile, dove sta alla sensibilità di ognuno segnalare le zone più importanti e soffermarsi su particolari interessanti di indubbio fascino. Sono ansioso di verificare la reazione dei non vedenti nell'utilizzo dei nuovi strumenti messi a disposizione a Villa Litta per avere feedback concreti."

APPUNTAMENTO DUNQUE ALLE ORE 15.30 DI SABATO 22 OTTOBRE ALLE ORE 15.30 PER VIVERE LE PARTICOLARI EMOZIONI DI QUESTA VISITA SENSORIALE

Info:

Prenotazione obbligatoria: Link -> Villa Litta Lainate - Villa Litta accessibile: visita sensoriale per non vedenti e ipovedenti

Tel. 029374282 - Mail: segreteria@villalittalainate.it

giovedì 20 ottobre 2022

Ancora più accessibile il progetto “Doppio Senso” alla Guggenheim di Venezia

Superando del 20/10/2022

VENEZIA. È un’iniziativa decisamente meritoria, che il nostro giornale ha seguito sin dagli inizi, nel 2015, il progetto Doppio Senso: percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim, con il quale il noto museo di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia ha per la prima volta aperto il proprio patrimonio artistico anche al pubblico con disabilità visive, iniziando un processo di sensibilizzazione alla conoscenza dell’arte attraverso il tatto, grazie a una serie di visite guidate e laboratori per non vedenti, ipovedenti e vedenti.

In tal modo, infatti, la Collezione Peggy Guggenheim ha reso il proprio patrimonio artistico ancora più fruibile, grazie alle tante visite guidate proposte nel corso degli anni, che hanno consentito di condurre persone adulte, bambini e bambine con disabilità visiva alla scoperta di alcuni capolavori conservati nel museo, riprodotti in termoform e resina, con matrice realizzata a mano presso il Centro del Materiale Didattico della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano.

Negli ultimi tre anni, tuttavia, la pandemia ha imposto una battuta di arresto, ma ora, grazie al sostegno dell’azienda ceramica italiana Florim, che dal 2015 è anche parte di Guggenheim Intrapresæ, Doppio Senso può ricominciare, presentando anche un’importante novità. Ad implementare infatti il format oramai consolidato che prevede la visita tattile con Valeria Bottalico, ideatrice e curatrice del progetto, e il laboratorio condotto dal noto artista non vedente Felice Tagliaferri, il museo mette a disposizione un vero e proprio catalogo, che raccoglie le riproduzioni tattili di diverse opere in collezione accompagnate dalle rispettive schede tecniche descrittive, in italiano e inglese, redatte in Braille e in caratteri ad alta leggibilità. Un vero e proprio kit di accessibilità, dunque, sempre disponibile gratuitamente presso la biglietteria della Collezione, fruibile dal pubblico che ne faccia richiesta, e di supporto a una visita condotta in totale autonomia.

Già dal 15 settembre, Superficie 236 (1957) di Giuseppe Capogrossi, La nostalgia del poeta (1914) di Giorgio de Chirico, Verso l’alto (1929) di Vasilij Kandinskij, Uomini in città (1919) di Fernand Léger e La voce dell’aria (1931) di René Magritte, sono esposte all’interno delle sale della collezione permanente con le rispettive riproduzioni tattili.

Il percorso tattile, inoltre, include sculture di Max Ernst e Alberto Giacometti, esplorate in originale, in seguito alla valutazione sullo stato di conservazione delle opere e della loro leggibilità al tatto.

A seconda infine dei diversi riallestimenti della collezione, il catalogo a disposizione del pubblico con disabilità visiva integrerà il percorso, già accessibile in museo, con le riproduzioni tattili e la guida all’esplorazione dei capolavori di altri artisti, quali Paul Klee, Piet Mondrian e Pablo Picasso.

«Fin dalla sua nascita – sottolinea la direttrice della Collezione Karole P. B. Vail – Doppio Senso si è affermato come un percorso innovativo e sperimentale di accessibilità museale rivolto a persone non vedenti, ipovedenti e vedenti, sia adulti che bambini, pensato e realizzato in chiave inclusiva. Un percorso teso alla formazione di una comunità sempre più ampia e partecipe alla vita museale e finalizzato dunque alla diffusione dell’arte moderna, nonché alla promozione del ruolo sociale ed educativo del museo stesso».

A rendere possibile la ripartenza dell’iniziativa, come detto, è stata Florim, prima industria ceramica in Italia ad essere “Società Benefit” e unica al mondo “Certificata B Corp”, che attraverso il marchio CEDIT – Ceramiche d’Italia ha realizzato Hotel Chimera, un’opera d’arte in ceramica composta da ottanta pezzi unici, disegnati dalla designer e artista Elena Salmistraro, il cui ricavato dalla vendita è andato interamente a sostegno di Doppio Senso.

«Crediamo che l’arte e la bellezza – afferma Claudio Lucchese, presidente di Florim – possano essere alla portata di tutti, anche delle “categorie più deboli. Siamo molto orgogliosi di aver preso parte a questo progetto che conferma l’importanza della relazione tra impresa e museo, arte e design».

Le visite e i laboratori stanno dunque per riprendere, a cadenza mensile e a partecipazione sempre gratuita (fino esaurimento posti), con il primo appuntamento in programma per il 22 ottobre, destinato agli adulti, così come quello del 3 dicembre, mentre quello del 12 e 13 novembre sarà aperto anche a bambini e bambine. (S.B.)

di Maria Rita Cerilli

lunedì 17 ottobre 2022

Glaucoma nemico subdolo: “Meglio visite frequenti per evitare il peggio”

Giornale di Monza del 17/10/2022

MONZA. “Prevenire è meglio che curare: non è uno slogan, ma una verità. Prima una malattia viene diagnosticata, meglio viene curata– esordisce Paolo Pecoraro, medico oculista vicino all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Monza Brianza– Facciamo un esempio pratico che riguarda i più piccoli. L’ambliopia, conosciuta come occhio pigro, se diagnosticata e curata prima dei tre anni consente un totale recupero dell’occhio. Al contrario, la possibilità di miglioramento o di guarigione totale diminuisce con il passare degli anni. Dopo la pubertà il recupero è pressoché nullo”.

I consigli del medico oculista: “Attenzione a abbassamenti di vista, bruciore e prurito”

Un nemico subdolo che gli adulti devono imparare a conoscere è il glaucoma, un’otticopatia, ovvero una malattia del nervo ottico, dovuta a un aumento di pressione all’interno dell’occhio. “Il glaucoma porta a una progressiva riduzione del campo visivo fino all’estinzione-spiega lo specialista- Il glaucoma detto ad angolo aperto è asintomatico. Il paziente non se ne accorge e lo scopre solo durante una visita oculistica. Per questo è utile recarsi regolarmente da uno specialista. Esistono diversi tipi di terapia: colliri, laser o la chirurgia nei casi più estremi”. Oltre a queste patologie silenti ve ne sono altre che si manifestano con sintomi evidenti: “Prestiamo attenzione agli abbassamenti della vista, a problemi come bruciore, lacrimazione, prurito, alla sensazione di una tenda che cala sugli occhi. Quest’ultima indica un improvviso calo della retina ed occorre andare immediatamente in ospedale, pena la cecità”.

I consigli del medico oculista: “Per gioco fate leggere le targhe delle auto ai vostri figli”

Il dottor Pecoraro dà alcuni suggerimenti pratici ai genitori e agli insegnanti di bambini in età prescolare e scolare. “È importante osservare i loro gesti quotidiani-sottolinea- il modo di afferrare gli oggetti e di girare la testa alla ricerca di qualcosa, l’avvicinarsi troppo al televisore, un’eventuale stanchezza che si manifesta mentre leggono o disegnano. Facciamo un giochino quando siamo in macchina: invitiamoli a leggere le targhe degli altri veicoli: se un bambino non legge lettere e numeri che gli altri riescono a individuare vuol dire che c’è qualcosa di anomalo”. Le visite oculistiche sono sempre raccomandate indipendentemente dall’età: “I bambini e i ragazzi crescono in fretta-spiega Pecoraro-gli adulti, invece, possono avere una serie di patologie che, ribadisco, devono essere prese in tempo. In linea di massima bisogna recarsi da uno specialista una volta all’anno salvo alcune problematiche che richiedono un controllo ben più frequente”.

di Annamaria Colombo

A Pordenone un eccezionale triplice intervento oculistico

Il Friuli del 17/10/2022

PORDENONE. Eccezionale triplice intervento per cataratta, glaucoma e pucker maculare, quello eseguito con successo dal Direttore della SC Oculistica dell’Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, Flavio Foltran che, supportato dalla sua equipe, ha operato un paziente affetto da tali patologie che avevano causato una grave compromissione della capacità visiva.

Per la prima volta in Italia è stato eseguito questo intervento chirurgico (Vitrectomia + Faco + IOL + HFDS) per risolvere contemporaneamente, nella stessa seduta operatoria, le tre patologie. Il vantaggio per il paziente è stato quello di essere sottoposto a un unico intervento mini-invasivo in anestesia locale, senza necessità di punti di sutura, con dimissione in giornata, per risolvere tre diverse malattie coesistenti.

L’intervento di cataratta consiste nel rimuovere il cristallino opacizzato e ispessito e la sua sostituzione con una lente intraoculare artificiale, il cosiddetto cristallino artificiale o IOL (Intra Ocular Lens). L’intervento chirurgico per il glaucoma evita un danno al nervo ottico, quando la terapia laser o i farmaci del glaucoma non risultino efficaci nell’abbassare la pressione intraoculare. L’intervento in questo caso eseguito è HFDS (High Frequency Deep Sclerotomy). Ha lo scopo di facilitare il deflusso dell'umor acqueo e di abbassare la pressione oculare.

Per il pucker maculare, patologia che interessa la parte centrale della retina detta “macula” e che causa graduale calo della vista e distorsione delle immagini, l’intervento chirurgico eseguito dal reparto di Oculistica di Pordenone, in combinata con gli altri due interventi, è stato quello della vitrectomia, procedura chirurgica con cui si rimuove l'umor vitreo presente all'interno della camera vitrea dell'occhio.

Grazie al triplice intervento, al quale farà seguito una pubblicazione nelle riviste scientifiche specializzate, la vista del paziente è migliorata sensibilmente. Lo staff medico del reparto di Oculistica dell’Ospedale di Pordenone entro fine anno, potrà essere numericamente a pieno regime. Il ripristino dell’organico in servizio consentirà di potenziare l’attività interventistica di alta professionalità così come l’attività con ambulatori dedicati alle diverse patologie oculari come la cataratta, il glaucoma, le maculopatie, le patologie corneali, le patologie oculistiche pediatriche e altro ancora. Molto promettente, inoltre, è l’attività che riguarda gli utilizzi di membrana amniotica e gli interventi di chirurgia palpebrale. La Struttura punta a sviluppare contenuti di innovazione delle terapie, la ricerca e la formazione.

domenica 16 ottobre 2022

Vittorino e il suo cane guida «Vedo grazie ai suoi occhi ma taxi e hotel lo rifiutano»

Corriere della Sera del 16/10/2022

TORINO. «Mi dispiace ma il cane non entra». E a nulla serve, in molti casi, obiettare, argomentare che c'è una legge. Che è un diritto. Insomma che i cani guida, gli «occhi» delle persone non vedenti, (dice la legge) possono entrare in tutti i luoghi aperti al pubblico. «Quante volte mi tocca ricordarlo. Ma poi mi dicono: "La legge? Qui il cane non passa"». Vittorino Biglia, non vedente, referente nazionale dei cani guida dell'Unione nazionale ciechi, sintetizza così le difficoltà che deve affrontare con il suo inseparabile Spritz, 13 anni di vita insieme. Per cose semplici. Come salire su un taxi, entrare in un ristorante, in un supermercato, in un ospedale, in un albergo. Il suo è il racconto di un disagio vissuto sulla propria pelle ma anche un pezzo di storia sociale, di diritti negati, di una legge che non è rispettata. «Per ignoranza o malafede», spiega. E lo fa nel giorno in cui cade la 17esima «Giornata nazionale del cane guida» che sarà celebrata oggi a Torino.

Biglia narra la trama di una storia poco conosciuta. Ricorda cose apparentemente scontate, come il fatto che durante l'anno un cieco va in vacanza, cena in un ristorante, viaggia in treno, sale su un taxi, entra in chiesa per pregare o in ospedale per curarsi.

«È frustrante, stancante, dover ricordare che c'è una legge, la 37 del 1974. Eppure spesso perdo la battaglia». Traghetto. Lui narra uno dei tanti episodi minori di una storia più grande, dei diritti. «Da Salerno sarei dovuto andare a Catania. Al momento dell'imbarco mi dicono: "Qui i cani non salgono". Ho invocato la legge. Mi hanno chiesto di firmare un documento in cui mi sarei assunto la responsabilità per il cane. Un atto illegale. Non ho firmato. Sono sceso».

Biglia vive a Torino. Lì prendere un taxi è un disastro. «Se chiamo il Radio Taxi e dico che sono un cieco con un cane mi fanno stare 30 minuti al telefono finché non desisto. Se poi arriva il taxista mi rimprovera: perché non l'ha detto? E resto a piedi». Ospedale Cottolengo. «Ci ero andato per fare vista a un parente. Un dottore mi ha sbarrato la strada. Lei qui non può entrare con il cane». Biglia ci ha fatto l'abitudine. Perché, dice, alla fine succede questo nella vita: «Ci si abitua. E lasci cadere la cosa». Nella sua lista, ci sono tre ostacoli quasi insormontabili: «Taxi, ristoranti e supermercati». Poi viene il resto.

Pisa. Era in città. Avrebbe voluto fare un giro sull'autobus per turisti. «Sono salito ma l'autista si è avvicinato e mi ha detto di scendere immediatamente». Il racconto continua. Ristoranti. «A volte telefono per prenotare ma quando dico che ho il cane mi sento rispondere: "è pieno". Una volta sono andato a verificare, il ristorante era vuoto». Il cliente non vuole il cane, si sente ripetere, e Biglia, a sua volta, ripete che il cane guida è pulitissimo e super addestrato proprio per queste evenienze. «Combattere ogni volta è stressante, il più delle volte mi stufo e vado dove accettano i cani, però non è il posto che avrei scelto».

La Giornata nazionale del cane guida è stata voluta proprio per sensibilizzare. «Anche per evitare che pure in chiesa un cieco possa subire lo sguardo severo del parroco». A lui è successo: «Stavo pregando. Mi hanno detto che mi ha guardato storto per tutto il tempo. Non accettava che io fossi lì con il mio cane». Aggiunge Mario Barbuto, presidente dell'UICI: «Sono animali meravigliosi, addestrati per assistere il conduttore senza causare disagio.

Dovrebbero sempre essere accolti con gioia e invece assistiamo a una escalation di episodi: dai negozi alle scuole dove cane e conduttore sono allontanati». Prossimi obiettivi: «Offrire anche agli under 18, oggi esclusi, la possibilità di ricevere un cane guida». E in tempi più rapidi: «Oggi le liste di attesa possono arrivare fino ai due anni».

di Agostino Gramigna

sabato 15 ottobre 2022

Giornata nazionale del cane guida. “Continua la discriminazione!”

Redattore Sociale del 15/10/2022

Domenica 16 ottobre si celebra la Giornata nazionale del cane guida e l’Unione italiana ciechi e ipovedenti organizza una serie di manifestazioni in tutta Italia, a partire da Torino. Barbuto: “Vogliamo fare luce sulla necessità, ormai non più rinviabile, di far conoscere i diritti delle persone non vedenti a circolare con i loro cani guida e di poter accedere a qualsiasi luogo pubblico, come prevede la legge”.

ROMA. Sono sempre pazienti, affidabili nel condurre in sicurezza per le strade sempre più caotiche delle nostre città. Aiutano ad accrescere la fiducia in sé stessi e a stabilire nuovi rapporti interpersonali. E non tradiscono mai, né ci deludono, neanche quando vengono maltrattati o cacciati via da un luogo solo perché hanno assunto il compito di accompagnarci in ogni momento della nostra giornata per farci vivere in libertà e pienezza con il resto della società. Questo e molto di più è il mondo del Cane Guida per ciechi, probabilmente il più prezioso tra gli amici a quattro zampe e i cani da lavoro. Tuttavia, afferma l’Unione italiana ciechi e ipovedenti (UICI), “nonostante ci sia una legge dello Stato che già dal 1974 (n. 37 del 1974, integrata e modificata dalle leggi n. 376/1988 e n. 60 del 2006) sancisce il diritto del cieco ad accedere liberamente in qualsiasi luogo pubblico o mezzo di trasporto in compagnia del suo fedele amico, queste prerogative vengono sempre più spesso ignorate, con una vera e propria escalation in questi ultimi mesi. E questo avviene su un piano non soltanto numerico ma anche simbolico, a testimoniare quanto ancora sia profonda e pervasiva la tendenza a negare questi diritti”. La denuncia dell’UICI arriva a 17 anni di distanza dall’istituzione della Giornata Nazionale del Cane Guida, “per valorizzare questi animali meravigliosi dai quali dipende tanta parte dell’autonomia e della qualità della vita di un non vedente e che per questo dovrebbero essere accolti e tutelati in qualsiasi comunità”.

“Ma non è così – aggiunge l’UICI -, se ancora oggi, è di poche settimane fa la notizia, addirittura in una scuola per ciechi di Napoli, è stato impedito a un giovane di partecipare alle lezioni in classe in compagnia del suo Cane Guida. O se in un albergo di Torino un ospite cieco ha dovuto lottare per avere la conferma del suo soggiorno una volta giunto sul posto insieme al suo inseparabile amico a quattro zampe regolarmente provvisto di pettorina di riconoscimento e in assetto di guida. Mentre è di pochi mesi fa l’episodio che ha riguardato il divieto di accesso in Duomo a un non vedente di una città moderna e all’avanguardia come Torino. Episodi emblematici di una discriminazione che da nord a sud interessa tutta la penisola con decine e decine di denunce ricevute da UICI ogni mese”.

È in questo contesto che UICI torna a celebrare la XVII Giornata nazionale dedicata al Cane Guida proprio con l’obiettivo di alzare un velo sulla necessità di far conoscere e tutelare il diritto del non vedente a poter essere accompagnato dal suo amico fedele in tutte le sue attività, perché allontanare il cane vuol dire allontanare anche lui.

L’appuntamento è a Torino, domenica 16 ottobre alle 11.30 in Piazza Castello, con il raduno di rappresentanti di UICI, dell’Apri, operatori delle scuole, famiglie e conduttori con i loro splendidi esemplari, in cui i cittadini potranno assistere a sessioni di addestramento dei cani guida, al termine di una passeggiata-corteo per le vie della città che prenderà il via dalla stazione ferroviaria di Porta Nuova (lato corso Vittorio Emanuele II).

Il programma prevede un momento di riflessione con i saluti istituzionali del presidente nazionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, Mario Barbuto, della presidente del Centro Regionale-Scuola cani guida “Hellen Keller”, Linda Legname, del presidente del Consiglio Regionale UICI Franco Lepore, del Presidente UICI di Torino Gianni Laiolo, del presidente dell’Apri Marco Bongi, e altri interventi. Inoltre, a partire dalle 15 del pomeriggio, dimostrazioni a cura dell’Unità Cinofila della Polizia di Stato.

“Con questa Giornata nazionale vogliamo fare luce sulla necessità, ormai non più rinviabile, di far conoscere i diritti delle persone non vedenti a circolare con i loro cani guida e di poter accedere a qualsiasi luogo pubblico, come prevede la legge. Sono animali, oltre che meravigliosi, che vengono addestrati proprio per assistere il loro conduttore senza arrecare alcun tipo di disagio e che per questo dovrebbero sempre essere accolti con gioia – commenta il presidente di Unione italiana ciechi e ipovedenti, Mario Barbuto -. Mentre invece assistiamo a una escalation di episodi che riguardano esercizi pubblici, hotel, mezzi di trasporto, addirittura scuole dove cane e conduttore sono allontanati. Per questo abbiamo promosso anche una Campagna informativa per far conoscere i diritti di legge che partirà proprio da Torino e ci impegneremo per farne ampliare il perimetro. Proporremo ad esempio che la possibilità di ricevere un Cane guida venga estesa anche ai giovani minori di 18 anni, che ad oggi non possono farne richiesta, e ci impegneremo affinché siano potenziate con nuove risorse le poche scuole di addestramento cani autorizzate, per superare le liste di attesa che possono toccare fino a 2 anni di tempo, prima di poter affidare un cane ben formato al suo padrone”.

E il presidente regionale dell’UICI Piemonte, Franco Lepore, afferma: “Il ruolo che i cani guida ricoprono per le persone cieche non è affatto scontato. Ancora oggi la normativa che li tutela rimane spesso disattesa. I cani guida rappresentano gli occhi di chi non vede. Sono amici e alleati insostituibili delle persone cieche, sono compagni di viaggio lungo la strada dell’autonomia”.

Iniziative di sensibilizzazione sul tema di carattere locale saranno organizzate in tutta Italia attraverso le sezioni territoriali dell’UICI. In occasione della manifestazione di Torino verrà anche avviata una Campagna di informazione che ha previsto la realizzazione di una Guida informativa a cura dell’UICI e la distribuzione di adesivi in negozi e pubblici esercizi con la scritta “Anche io ho il diritto di entrare” che a partire da Torino verrà poi estesa in tutta Italia. La Guida dell’UICI ricorda innanzitutto le disposizioni previste dalla legge, l’iter da seguire per richiedere un Cane Guida, il percorso di addestramento di questi animali, le razze di cani più adatte a svolgere il compito e in base a quali caratteristiche, con tutti i consigli indispensabili per gestire la convivenza all’arrivo del cane nella nostra vita e come comportarsi nel momento in cui si incontra un non vedente con quello che diventerà il suo compagno inseparabile.

Aggiunge Marco Bongi, presidente dell’Apri: “Ritengo importante questa capacità delle associazioni a sapersi unire sulle grandi questioni comuni a tutti. Al di là delle legittime specificità occorre, specialmente in un periodo storico come questo, saper difendere i diritti messi in pericolo dalle continue emergenze”.

venerdì 14 ottobre 2022

Nuovo Governo, Fish e Fand: “Sulla disabilità sfide antiche. Necessario avviare subito un confronto”

Redattore Sociale del 14/10/2022

Le due Federazioni apprezzano gli interventi in occasione dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato e ricordano al nuovo Esecutivo “le tante istanze quotidiane che ancora non hanno trovato adeguate e strutturali risposte”. E aggiungono: “Auspichiamo la prosecuzione del percorso avviato con il ministero per le Disabilità, costituendo, da subito, un Organismo di coordinamento tra i diversi ministeri”.

ROMA. Gli “apprezzati interventi”, così si legge in una nota, della senatrice a vita Liliana Segre e dell’onorevole Ettore Rosato, che hanno presieduto rispettivamente la prima seduta della XIX Legislatura del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, nonché gli interventi dei neo eletti presidenti Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, hanno portato la Fish (Federazione Italiana per il superamento dell’handicap) e la Fand (Federazione tra le associazioni nazionali di persone con disabilità) ad esprimere “conseguenti aspettative per le condizioni di vita di milioni di persone con disabilità e per i loro familiari”.

“Sono istanze complesse, drammaticamente presenti in tante quotidianità di cittadini e cittadine che vivono in Italia, ma che ancora non hanno trovato adeguate e strutturali risposte, precisano le due federazioni. Che affermano: “Le sfide sono tante e sempre più urgenti. Dai decreti attuativi della Legge Delega al Governo in materia di disabilità al monitoraggio degli impegni assunti con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dall’aumento delle pensioni di invalidità alla lotta alla segregazione e un maggiore sostegno alle persone con disabilità per la loro autodeterminazione e la vita indipendente. Le misure e i servizi per il supporto all’occupazione e al mantenimento del posto di lavoro per le persone con disabilità, sostegno per i caregiver familiari, pari opportunità, sostegni e i servizi per l’abitare, il miglioramento dell’inclusione scolastica. Ed ancora: l’accesso ai diritti e alla partecipazione civile, interventi per migliorare la mobilità e l’accessibilità, il diritto alle cure migliori, il contrasto alla discriminazione multipla delle donne con disabilità. Altri nodi fondamentali sono già ben indicati nella Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità che attende ancora adeguata attuazione, a ben tredici anni dalla ratifica attraverso la legge 18/2009”.

Per Fish e Fand, “il nuovo Esecutivo dovrà inoltre impegnarsi da subito nel prorogare il mandato dell’attuale Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e del Comitato tecnico scientifico, per poter completare i provvedimenti in essere. In questo senso – continuano - auspichiamo la prosecuzione del percorso avviato con il Ministero per le Disabilità, costituendo, da subito, un Organismo di coordinamento, trasversale tra i diversi ministeri, così come previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, disegnandone il ruolo, la struttura, le competenze, rafforzandone le attribuzioni delegate. In modo che non possa essere ritenuto una ‘riserva’ in cui confinare un tema considerato erroneamente marginale, ma che diventi davvero la cabina di regia e di monitoraggio affinché tutte le politiche, e non solo quelle di settore, assumano sempre come rilevanti i temi della disabilità”.

“Un’indicazione il nuovo Governo ce l’ha già – concludono le due federazioni -: è il secondo Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità. È necessario, quindi, avviare da subito un confronto ed un coinvolgimento tra il nuovo Esecutivo e le due federazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie, come indicato dall’articolo 4, comma 3 della citata Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità. Fish e Fand sono disponibili, come hanno dimostrato già con gli ultimi Governi. Ora tocca al nuovo Parlamento e Governo avviare da subito questo confronto, anche perché il lavoro da fare è davvero tanto ed è l’ora di dare finalmente una svolta alle politiche sulla disabilità nel nostro Paese”.

A Milano sfilano i cani guida. Gli occhi di chi non può vedere

I cani guida sfilano davanti al Duomo di Milano. Un appuntamento importante e particolarmente suggestivo quello in programma domenica 16 ottobre davanti alla Basilica del capoluogo meneghino. In occasione della Giornata nazionale del cane guida – che si celebra il 16 ottobre – alle 11.30 e alle 15.30 sono previste due dimostrazioni pratiche delle metodologie di addestramento dei cani guida, cani che diventeranno gli occhi di chi non può vedere, permettendo così alle persone non vedenti di vivere una vita lavorativa e sociale in totale autonomia.

La Giornata nazionale del cane guida è stata istituita nel 2006 dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti per far comprendere l’importanza di questo amico che, grazie a un particolare e preciso addestramento, permette alla persone cieche di muoversi in libertà. Tra il cane e la persona non vedente si crea così una perfetta simbiosi. E proprio in Lombardia c’è un prestigioso centro di addestramento dei futuri cani guida: il Servizio Cani Guida dei Lions di Limbiate, in provincia di Monza e Brianza che con i suoi addestratori e volontari sarà presente domenica in piazza Duomo.

Il Servizio cani guida dei Lions di Limbiate è un ente morale istituito nel 1959, che ogni anno consegna in comodato gratuito 50 cani addestrati. Sono oltre 2.200 i cani che dall’inizio di questa avventura - avviata a Milano dall’ingegner Maurizio Galimberti, rimasto cieco durante un gravissimo incidente di volo e che aveva preso un cane guida addestrato in Germania – sono stati consegnati a persone non vedenti in tutta Italia.

La legislazione garantisce al cane guida molti diritti quali l’accesso a tutti gli esercizi pubblici; l’esonero dell’obbligo di portare la museruola (a meno che non sia richiesto in una data situazione); l’esonero del proprietario di avere paletta e sacchetto per la raccolta delle deiezioni. Il cane guida sale gratis sui mezzi pubblici, può accompagnare la persona non vedente anche su traghetti e aerei sia in Italia sia all’estero; può viaggiare sul sedile posteriore insieme alla persona cieca senza incappare in sanzioni.

Ma prima di essere consegnato al suo nuovo compagno di vita c’è un lungo e impegnativo percorso di addestramento che avviene a Limbiate. È lì che c’è l’allevamento con cinque sale parto, dove lavorano 16 professionisti, dove sono stati realizzati quattro mini appartamenti dove la persona non vedente e il suo accompagnatore soggiornano prima di ritornare a casa con il cane guida, per apprendere i comandi e conoscere da vicino quello che diventerà gli occhi dell’uomo o della donna con disabilità visiva. All’età di tre mesi i cuccioli vengono affidati a famiglie selezionate, chiamate Puppy Walker, che li allevano per il primo anno di vita. Poi parte l’addestramento che dura circa sette mesi, fino alla fase finale quando il cane viene affiancato al non vedente, imparando a vivere in perfetta simbiosi con lui.

Una realtà, quella del Servizio Cani Guida Lions, che va avanti grazie al sostegno dei benefattori: un progetto che “non è solo un aiuto per l’autonomia, ma soprattutto un compagno di libertà” afferma Giovanni Battista Flaccadori, Presidente del Consiglio Regionale Lombardo dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.

mercoledì 12 ottobre 2022

13 OTTOBRE: Giornata mondiale della vista

“C’è solo un modo per vedere il futuro: fare prevenzione oggi”.  Questo lo slogan scelto dall’Agenzia internazionale per la prevenzione delle malattie della vista (IAPB Italia Onlus) in occasione della Giornata mondiale della vista che si celebra il secondo giovedì di ottobre. 

L’evento - che quest’anno ricorre il 13 ottobre - ha l’obiettivo di accendere i riflettori sull’importanza della prevenzione e sulla necessità di prendersi cura dei propri occhi. 

Quest’anno la campagna promossa da IAPB Italia Onlus, con la partecipazione dell’UICI, vanta anche la collaborazione della Federazione italiana tabaccai. La locandina dell’iniziativa verrà esposta nelle oltre 48 mila tabaccherie presenti in Italia. In circa 3 mila tabaccherie verranno distribuiti un milione e mezzo di opuscoli della campagna, con l’obiettivo di raggiungere un target di popolazione - quella dei fumatori - fortemente a rischio di sviluppare patologie oculari.

Fondamentale sottoporsi alla visita oculistica anche in assenza di particolari sintomi. “In alcune malattie oculari - si legge sul volantino diffuso da IAPB Italia Onlus - la perdita della vista è lenta, graduale e senza sintomi. Quando ci si accorge del problema il danno è ormai avanzato e irreversibile”. Fondamentale anche un corretto stile di vita per il benessere della vista: bere molta acqua per evitare di sviluppare ‘mosche volanti’ o occhio secco, proteggere gli occhi dai raggi solari troppo forti, evitare di stare troppo davanti agli schermi ritagliandosi pause.

 “La vista è un dono prezioso che rende ogni momento della nostra vita indimenticabile – ricordano da IAPB Italia Onlus -, ma molte malattie e comportamenti la minacciano. Proteggila eseguendo regolarmente visite oculistiche”.

Al link: https://www.iapb.it/gmv2022/ le iniziative sul territorio.

martedì 11 ottobre 2022

I servizi per l'impiego delle persone con disabilità

SuperAbile INAIL del 11/10/2022

Il Decreto Legislativo n. 150/2015 emanato in attuazione della Legge n. 183/2014 (Jobs Act) ha operato un complessivo riordino dei servizi per il lavoro e delle politiche attive. L'articolo 18 - comma 3, del decreto legislativo n. 150/2015 prevede che le norme del Capo II si applicano al collocamento dei disabili, di cui alla legge n. 68/1999, "in quanto compatibili". Si ricorda che il Capo II del decreto legislativo n. 150/2015 riguarda "principi generali comuni in materia di politiche attive del lavoro".

La circolare del Ministero del Lavoro n. 34 del 23 dicembre 2015 precisa quali sono le novità introdotte dal decreto legislativo n. 150/2015 compatibili con la legge n. 68/1999 in materia di collocamento mirato e sottolinea che le attività di politica attiva del lavoro previste dall'articolo 18 del decreto legislativo n. 150/2015 devono essere svolte anche ai fini del collocamento mirato. La persona priva di impiego, che dichiara la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa ed alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro, si iscrive nell' elenco del collocamento mirato dove ha la residenza o in altro elenco nel territorio dello Stato. Pertanto il Centro per l'Impiego rimane il punto di riferimento per l'avvio al lavoro della persona con disabilità.

La persona iscritta negli elenchi del collocamento mirato è tenuta alla stipula del patto di servizio personalizzato previsto dall'articolo 20 del decreto legislativo n. 150/2015. Il patto di servizio è lo strumento per formalizzare un accordo sul progetto personale scelto, sia come sostegno all'inserimento lavorativo o la partecipazione ad un percorso formativo. Il patto vincola l'utente e il Centro per l'Impiego a rispettare una serie di impegni reciproci.

In merito ai contenuti del patto di servizio, la circolare n. 34/2015 sottolinea che nell'individuazione del profilo personale di occupabilità, della definizione degli atti di ricerca attiva e delle tempistiche, della frequenza ordinaria di contatti con il responsabile, dell'accettazione di congrue offerte di lavoro, si dovrà tener conto di quanto annotato nella scheda dal Comitato tecnico in merito alle capacità lavorative, alle abilità, alle competenze e alle inclinazioni, nonché alla natura e al grado della disabilità. Nel caso in cui la scheda non fosse disponibile, il patto potrà essere aggiornato sulla base della stessa.

La circolare n. 34/2015 preannuncia che ulteriori indirizzi operativi potranno derivare dalle Linee guida in materia di collocamento mirato che saranno adottate anche in materia di valutazione bio-psico-sociale della disabilità, secondo quanto previsto dall'articolo 1 del decreto legislativo n. 151/2015.

Alla persona iscritta negli elenchi del collocamento mirato è inoltre applicabile la disciplina prevista dall'articolo 21 del decreto legislativo n. 150/2015 recante "rafforzamento dei meccanismi di condizionalità e livelli essenziali delle prestazioni relative ai beneficiari di strumenti di sostegno al reddito".

L'articolo 21, comma 2, del Decreto Legislativo richiede in particolare che, entro trenta giorni dalla decorrenza di uno dei trattamenti di disoccupazione i soggetti siano convocati dai centri per l'impiego per la stipulazione del patto di servizio personalizzato.

In proposito la circolare n. 34/2015 specifica che, quanto alle sanzioni, invece dell'articolo 10, comma 6, della legge 68/1999, riferito all'indennità di disoccupazione ordinaria, si applicano i commi 7, 8 e 9 dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 150/2015, considerato che la disciplina dei benefici ordinari connessi alla disoccupazione è stata del tutto innovata rispetto alle norme previgenti e che, in generale, le nuove disposizioni sono più favorevoli rispetto alle precedenti con particolare riferimento alla decadenza dal beneficio economico e dallo stato di disoccupazione. Infatti, l'articolo 21 del decreto legislativo n. 150/2015, disponendo la decadenza dalla prestazione alla terza mancata presentazione alle convocazioni (art. 21, comma 7, lett. a) e la decadenza dallo stato di disoccupazione per due mesi (comma 9), risulta più favorevole all'iscritto al collocamento mirato rispetto all'articolo 10, comma 6, della legge 68/1999 che prevede "la decadenza dal diritto all'indennità di disoccupazione ordinaria e la cancellazione dalle liste di collocamento per un periodo di sei mesi del lavoratore che per due volte consecutive senza giustificato motivo non risponda alla convocazione".

In merito all'articolo 25 del decreto legislativo n. 150/2015, ed in particolare ai principi indicati per la definizione di offerta di lavoro congrua, il posto di lavoro offerto deve essere corrispondente ai requisiti professionali e alle disponibilità dichiarate all'atto della iscrizione.

Inoltre, considerato che l'articolo 10, comma 1, della legge n. 68/1999, prevede che al lavoratore con disabilità si applica il trattamento economico e normativo previsto dalle leggi e dai contratti collettivi, al lavoratore assunto ai sensi della Legge 68/99 si applicano le norme degli articoli 22 e 26 del decreto legislativo n. 150/2015.

Si ricorda che l'articolo 22 reca norme specifiche sugli obblighi in materia di ricerca attiva del lavoro dei disoccupati parziali titolari di un trattamento di integrazione salariale, con riduzione dell'orario di lavoro superiore al 50 per cento.

Mentre l'art. 26 prevede che, allo scopo di mantenere e sviluppare le competenze acquisite, i lavoratori che fruiscono di strumenti di sostegno del reddito in costanza di rapporto di lavoro possono essere chiamati a svolgere attività a fini di pubblica utilità a beneficio della comunità territoriale di appartenenza, sotto la direzione ed il coordinamento di amministrazioni pubbliche.

La circolare n. 34/2015 precisa che, per quanto riguarda queste attività, che comunque non determinano l'instaurazione di un rapporto di lavoro, resta fermo il principio generale secondo cui al lavoratore con disabilità non può essere chiesto lo svolgimento di una prestazione non compatibile con le sue "minorazioni" secondo quanto prevede l' articolo 10, comma 2 della legge n. 68/1999.

Infine la circolare n. 34/2015 auspica, in merito alla nozione di "uffici competenti", più volte richiamata dalla legge n. 68/1999, un raccordo con quanto prevede il decreto legislativo n. 150/2015.

In particolare, al fine di garantire livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale e di rendere meno onerosi gli adempimenti in merito al collocamento mirato da parte dei datori di lavoro, le regioni devono individuare almeno un ufficio, su base territoriale provinciale, deputato agli interventi volti a favorire l'inserimento lavorativo dei soggetti con disabilità.

Per ulteriori informazioni sulle misure di politica attiva e rete dei servizi per l'impiego consultare https://www.cliclavoro.gov.it/Cittadini/tutele_del_lavoro/Pagine/Misure-di-politica-attiva.aspx

Normativa di riferimento

- Legge 12 Marzo 1999, n. 68: "Norme per il diritto al lavoro dei disabili";

- Legge 10 dicembre 2014, n. 183: "Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro";

- Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n. 22: "Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183;

- Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 150: "Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183;

- Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 151: "Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183"

- Circolare Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 23 dicembre 2015, n. 34: "D. Lgs. n. 150/2015 recante "disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183" - prime indicazioni.

di Alessandra Torregiani

sabato 8 ottobre 2022

Street art per ipovedenti, a Castegnato nasce il murale da toccare e ascoltare

BresciaOggi del 08/10/2022

Un'opera multimediale fruibile anche da chi ha deficit visivo, installata nel parco del Brolo su iniziativa dell'associazione Skarti d'Autore.

CASTEGNATO (BS). Guardare, toccare, ascoltare. «Osservando i sogni» non è solo uno slogan, ma la sintesi su cui si fonda il progetto sociale e culturale messo a punto dall'associazione Skarti d'Autore con il patrocinio del Comune di Castegnato. Il traguardo da tagliare è quello di realizzare un'installazione audiovisiva nel parco del Brolo. Il progetto multisensoriale permetterà di vivere un'esperienza del tutto particolare, ottenendo una percezione diversa di un dipinto murale e di come si possa trasformare uno spazio pubblico rendendolo accessibile e «interpretabile».

Il progetto prevede tre step, durante i quali sarà possibile scoprire la stampa 3D, il muralismo e la traduzione in bassorilievo. Insieme all'artista di Cuneo IbanilTerribile, a EliaJungle e Kettypare, rispettivamente presidente e vice dell'associazione, verrà realizzata l’opera nel parco, sede del centro sociale Anziani di Castegnato e del bocciodromo del paese.

«L'idea è quella di offrire anche agli ipovedenti delle percezioni legate allo spazio urbano in un contesto di street art – spiega Elia Gavezzoli di Skarti d'Autore -. L'installazione sarà una sorta di performance, con l'idea che tutti riescano a “vedere” i graffiti, anche chi ha un deficit visivo. Con Maurizio Pasetti, artista ipovedente, scrittore, regista e musicista, nonché ex insegnante, abbiamo provato a capire come tradurre dal punto di vista percettivo l'arte open. Ci sono venute in soccorso le nuove tecnologie: la stampa in 3D, i bassorilievi e apparati sonori anche più strani, come gli acchiappasogni - simbolo del progetto -, per creare suoni e rumori che riportino emotivamente all'opera pittorica».

Il tema dell'installazione è l'acqua. «Nel parco del Brolo c'è una piccola riserva naturale ricca di pesci e tartarughe, e il rumore dell'acqua verrà amplificato – aggiunge Gavezzoli -. Perché gli acchiappasogni? Perché chi è diventato ipovedente nel tempo, “vede” attraverso i sogni cose che gli erano familiari». A livello pratico, il murale potrà essere ammirato da chiunque, mentre attraverso una «mappatura» a livello digitale tutti potranno «toccarlo» e apprezzarne la creatività, ipovedenti compresi. I laboratori serviranno proprio a capire come realizzare effettivamente la performance, che resterà installata nel parco del Brolo in forma permanente.

L'associazione auspica che questo progetto-pilota venga adottato anche da altri Comuni, non solo a livello locale. Il percorso inizierà lunedì 10 ottobre alle 14.30 con il laboratorio, al quale parteciperà anche la sezione di Brescia dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti, per un confronto sulle nuove tecnologie e sulle percezioni sensoriali. Si continuerà martedì 25 con il test dei prototipi e degli elaborati, mentre domenica 13 novembre alle 10.30 ci sarà l'inaugurazione dell'opera. Per informazioni è possibile contattare il numero 388 7706601 oppure scrivere una mail a info.skarti@gmail.com.

di Cinzia Reboni

giovedì 6 ottobre 2022

A Bellusco l'arte è davvero per tutti grazie ai percorsi multisensoriali

Giornale di Monza del 06/10/2022

BELLUSCO. Il Comune si è aggiudicato la vittoria del bando "Ogni giorno in Lombardia" promosso dalla Regione. Sabato 15 ottobre 2022 il lancio dell'iniziativa.

Si comincia da Camuzzago

Verrà inaugurato sabato 15 ottobre nella Chiesa di Santa Maria Maddalena di Camuzzago il progetto: "Arte davvero per tutti. Percorsi multisensoriali per fruitori con disabilità sensoriali e cognitive" per rendere accessibile a ciechi, sordi, persone che utilizzano la Comunicazione Aumentativa Alternativa, i tre beni storico architettonici più importanti del paese: il quattrocentesco Castello Da Corte, la chiesa di Santa Maria Maddalena di Camuzzago del XII secolo, l’ottocentesca Chiesa parrocchiale. Il Comune ha partecipato ad un bando di Regione Lombardia: “OgniGiorno inLombardia” e ha ottenuto il massimo del finanziamento richiesto, pari a 6.300 euro. Anche la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza ha concesso il suo patrocinio oneroso per contribuire a sostenere economicamente il percorso. Il progetto prevede la realizzazione, in Castello, nella Chiesa di Camuzzago e nella Chiesa parrocchiale, di: un servizio di audiodescrizione attraverso qrcode, video in LIS, sottotitolati e messi in voce, solo in lingua itaiana, l’organizzazione di una visita guidata con la presenza dell’interprete LIS, mappe tattili degli elementi più interessanti dei tre siti e scansione 3D di un affresco del Castello da Corte, presentazione in carattere facile da leggere e caratteri ingranditi, tavole in CAA, visite guidate al buio o nel silenzio e materiale informativo cartaceo e on line specifico per promuovere il progetto. Le audio e video descrizioni saranno disponibili tramite qr code e quindi sempre utilizzabili tramite telefono cellulare da chiunque vorrà utilizzarle, previo accordo per l’apertura dei tre siti. Le mappe tattili e le mappe in CAA saranno sempre messe a disposizione. La prima inaugurazione avverrà sabato 15 ottobre nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Camuzzago alle 16.30. Il 12 novembre sarà la volta della chiesa di San Martino Vescovo, quindi il 18 dicembre del Castello Da Corte.

Percorsi per tutti

Il progetto, accolto con grande entusiasmo anche dalla parrocchia, non coinvolgerà solo persone disabili. Le visite guidate audio e videodescritte saranno aperte, al buio (con una benda nera) o nel silenzio (con cuffie insonorizzanti) anche a chi vede o sente, per accorgersi di tutto quello che ci si perde quando si partecipa ad una visita guidata utilizzando soprattutto uno dei nostri sensi, dimenticando gli altri.

"Per un ente pubblico è un dovere - spiegano il sindaco di Bellusco Mauro Colombo e l’assessore alla Cultura Leila Codecasa - Progettare e realizzare azioni concrete affinché ci siano uguali e specifiche opportunità per tutti anche in campo culturale. Perché, davvero, il mondo cambia con i nostri gesti, non con le nostre parole e spesso i limiti sono solo segno della nostra incapacità di superarli. Davvero ci sono tanti modi, per tutti e per ciascuno, di scoprire preziosi beni che ci circondano".

Il progetto è stato realizzato grazie anche al sostegno entusiasta della Parrocchia San Martino Vescovo e della famiglia Colombo, proprietaria della Chiesa di Camuzzago. È stato realizzato dal Comune di Bellusco, da Associazione Culturale Fedora di Milano, associazione culturale Art u di Bellusco e Associazione Culturale Teatro dell’Aleph di Bellusco. La scansione 3D dell’affresco in Sala della Fama in Castello è stata realizzata da Aerariumchain.

"Papa Francesco, parlando il 29 marzo 2016 al Movimento Apostolico Ciechi e alla Piccola Missione per i Sordomuti, si esprimeva con questi termini: “Vi sono due culture opposte: la cultura dell’incontro e la cultura dell’esclusione” - spiega don Arnaldo Mavero, parroco della parrocchia di San Martino Vescovo - Il progetto “Arte davvero per tutti. Percorsi multisensoriali per fruitori con disabilità sensoriali e in CAA”, promosso dal Comune di Bellusco per rendere accessibile a ciechi, sordi segnanti e non segnanti, persone che utilizzano la Comunicazione Aumentativa alternativa, i tre beni storico architettonici più importanti del paese, tra i quali la chiesa parrocchiale di San Martino, si pone nella linea non solo di permettere a persone con disabilità sensoriali di accostare la bellezza delle realtà più significative di un paese, ma lancia anche un messaggio per tutti: quello dell’attenzione a ciascuno e della solidarietà. Si tratta di un messaggio che educa alla cultura dell’incontro e che non può se non essere accolto in modo più che favorevole dalla comunità cristiana della nostra Parrocchia. Si tratta forse di un piccolo segno, che comunque va ad aggiungersi ad altri già presenti nel nostro territorio e il coinvolgimento della società civile, di diverse agenzie educative, associazioni, gruppi e della comunità cristiana fa sì che “nella concordia anche le piccole cose crescano".

"Per noi come famiglia, è un onore essere spettatori partecipi di un’iniziativa culturale e soprattutto sociale di così grande valore", commenta Roberto Colombo esponente della famiglia proprietaria della chiesa.

"Partecipare a questo progetto è al tempo stesso una sfida e un'opportunità: ci porta a studiare nuove modalità di approccio al nostro patrimonio culturale e nuovi linguaggi per trasmetterne i valori; ci spinge a sperimentare il teatro sensoriale per rendere percepibile l’atmosfera, la storia, il clima spirituale e la solennità dei luoghi visitati", spiegano Ilaria Caldirola di Art-U e Lucia Usuelli del Teatro dell’Aleph.

L'impegno di Regione Lombardia

L'iniziativa di Bellusco, come detto, è legata alla vittoria del bando regionale "Ogni giorno in Lombardia". Un'iniziativa promossa dalla Regione e che potrebbe prevedere ulteriori sviluppi. Il Comune, infatti, ha recentemente chiesto un altro contributo a Regione Lombardia per poter rendere accessibili anche i 12 totem turistici dislocati sul territorio e per costruire un tour accessibile della memoria Lombarda per le vie del paese.

"Si tratta di un progetto davvero interessante e dall’alto valore etico e sociale, che intende promuovere percorsi artistici accessibili a tutti, alla scoperta delle bellezze di Bellusco - commenta l'assessore regionale al Turismo Lara Magoni - Un’iniziativa lodevole, che pone al centro le persone con disabilità, che dimostra come l’arte, la storia, la cultura e le tradizioni siano percorsi fruibili da tutti i cittadini, grazie a strumentazioni tecnologiche adeguate. Rivolgo i miei complimenti agli enti organizzatori che hanno colto in pieno lo spirito del bando Ogni giorno in Lombardia: valorizzare le eccellenze locali, permettendo a tutti di apprezzarne le caratteristiche e peculiarità".

Soddisfatta anche Marta Petenzi, segretario generale della Fondazione della Comunità Monza Brianza.

"L’arte è per tutti”: quante volte l’abbiamo sentito? Tutti noi crediamo che l’arte sia per tutti. Almeno, che dovrebbe essere così. Ma quante volte è davvero così? Quando la visita a un bene storico e architettonico o a una mostra d’arte si trasforma davvero in un’esperienza in grado di soddisfare le esigenze di tutti i potenziali fruitori? Forse capita troppe poche volte. E allora dobbiamo lavorare, insieme, perché quel “troppo poche” si ribalti, a favore di un “quasi tutte le volte”. Meglio: “sempre”. Il progetto che sta per prendere il via a Bellusco si inserisce proprio in questa prospettiva, puntando oltretutto alla valorizzazione dei beni del territorio e all’organizzazione di iniziative che possano favorire la diffusione della cultura all’interno della comunità: obiettivi da sempre cari alla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, che ha sostenuto con piacere l’innovativo “Arte davvero per tutti”.

Un commento, infine, anche "Fedora", associazione di Milano specializzata nel turismo accessibile.

"Ringraziamo il Comune di Bellusco per aver coinvolto la nostra Associazione in questo primo e importante progetto. Promuovere azioni nell’ambito dell’'accessibilità culturale non significa esclusivamente dare pari opportunità alle persone con disabilità, ma fornire un servizio a tutta la comunità. Con l'auspicio che questo progetto possa servire a sensibilizzare le vecchie e le nuove generazioni ed essere attivatore di buone pratiche e prassi, ci congratuliamo con tutte le realtà coinvolte".