giovedì 21 settembre 2023

Unione Italiana Ciechi all’Expo Aid a Rimini: “La prima barriera è l’inclusione”

Redattore Sociale del 21/09/2023

Durante il nuovo evento dedicato al Terzo Settore il 22 e 23 settembre 2023 al Palacongressi di Rimini, UICI intende sottolineare il legame indissolubile tra dimensione sanitaria e sociale. In programma, laboratori Braille, dimostrazioni di addestramento di cani guida e controlli oftalmologici gratuiti.

RIMINI. “In Italia il rischio di cecità cresce perché le malattie che minacciano la vista sono collegate all’invecchiamento. La prevenzione e la diagnosi precoce sono gli strumenti più efficaci per preservare la vista ma, spesso, le persone fragili che avrebbero più bisogno di visite regolari, o dei servizi riabilitativi dopo aver perso la vista, sono anche quelle che hanno più difficoltà ad accedervi. Nell’orizzonte della salute visiva, dell’ipovisione e della cecità, il piano sanitario non è mai distinto da quello sociale e gli interventi per la salute non possono essere distinti da quelli per l’inclusione”. Lo sostiene Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Sarà questo il messaggio che l'UICI porterà a Expo Aid 2023, la prima edizione di un grande evento nazionale dedicato al mondo del Terzo Settore e dell’associazionismo italiano. Si svolgerà venerdì 22 e sabato 23 settembre 2023 al Palacongressi di Rimini e prevede attività sportive e ricreative, area espositiva, seminari di confronto e momenti partecipativi e di formazione. L’evento, al quale hanno dato la loro adesione sia la Presidenza della Repubblica che quella del Consiglio, vuole essere un’occasione per parlare di piena attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, della partecipazione alla vita sociale, politica e civile di ogni persona con la valorizzazione dei propri talenti e competenze.

“La perdita totale o parziale della vista è un grandissimo dolore personale e un altissimo costo sociale sia per l’assistenza necessaria che per la perdita di lavoro e ricchezza che comporta - riprende Mario Barbuto – Quando una persona perde la vista, infatti, perde anche una parte importante della sua autonomia e libertà. Per questo le prime barriere da superare sono quelle che limitano l’inclusione. La persona che non vede può riconquistare la sua libertà e creare ricchezza e valore per la società esattamente come chiunque altro, a patto che si riescono a creare le condizioni per farla accedere ai servizi, alla riabilitazione e alle attività di tutti i giorni; un obiettivo di salute pubblica, di giustizia sociale e di civiltà”. L’UICI sarà presente presso lo stand 31, mentre presso gli stand 51 e 52 si troveranno le aree dedicata ai Laboratori Braille a cura della Federazione delle Istituzioni Pro Ciechi e le dimostrazioni di addestramento di cani guida a cura della Scuola Regionale e Polo per l’autonomia “Helen Keller”. All’esterno, lato ingresso A, sarà presente l'unità mobile della Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia Onlus che offrirà controlli oftalmologici gratuiti per individuare le condizioni che possono rivelarsi lesive della vista e necessitano di ulteriori controlli diagnostici. Sempre lato Ingresso A, in prossimità della Sala dell’Arco, ci sarà uno spazio esibizione che ospiterà “Leti Smart”, il Progetto di “bastone intelligente per ciechi e ipovedenti”.

mercoledì 20 settembre 2023

Giusi Parisi e L’Italia in tandem… alla cieca

L’Espresso del 20/09/2023

Finalmente domani 19 settembre le ragazze in tandem partiranno per il viaggio che hanno chiamato L’Italia in tandem… Alla cieca. È un progetto intrigante che mi ha spinto ad intervistare la sua promotrice Giusy Parisi. Mi ha emozionato sentirla parlare del suo rapporto con il viaggio, del suo «sentirsi parte dell’universo, del tutto» quando è in mezzo alla natura, del suo vivere la vita al di là della cecictà.

Chi è Giusy Parisi?

Sono una ragazza di 35 anni e vivo a Milano da qualche anno, ma sono originaria della Puglia. Mi piace molto stare all’aria aperta e mi piacciono gli sport che mi permettono di muovermi stando in mezzo alla natura. Fra questi c’è il cicloturismo, ma anche la speleologia, subacquea, trekking.

Che lavoro fai?

Lavoro da qualche anno come centralinista alla Soprintendenza delle Belle Arti e Paesaggio di Milano. La considero la cosa meno interessante di me, però mi permette comunque di fare tutto il resto.

Sei fidanzata?

Sono fidanzata da quasi un anno.

Sei una donna cieca?

Sì, esatto, sono cieca da poco dopo la nascita, praticamente dall’età di due anni circa.

Quindi hai dovuto confrontarti ben presto con un mondo senza luci.

Esatto. Infatti non ho ricordi coscienti visivi. Non ricordo che cosa sia la luce a livello visivo o i colori, o tutto ciò che è legato alla vista.

Quali sono le maggiori difficoltà del vivere in un mondo senza luce, nel vivere da persona cieca?

A livello prettamente visivo mi manca un po’ conoscere cosa sia un tramonto, cosa siano le stelle, le cose legate alla natura che sono sì riproducibili tattilmente. Però per quanto si cerchi di dare una riproduzione completa credo che vederle sia tutt’altra cosa. Questa alla fine è una cosa che accetto, tutto sommato non è un grosso peso. Le difficoltà derivano più dalla percezione che la gente ha verso di noi. Cioè quando iniziano a trattarti come qualcuno che non può. Insomma, quando i cosiddetti normodotati non ti ritengono in grado di essere autonomo, di avere una capacità di comprensione. Questo più che difficile è fastidioso.

Quindi non soltanto non ti ritengono capace di fare delle cose, ma addirittura non ti ritengono capace di comprendere appieno le cose?

Esatto. Ti parlano come ad un bambino piccolo in una stanza. Se prima mi dava fastidio, crescendo è diventato ancora più fastidioso. Però diciamo che anche questo tutto sommato ho imparato a farmelo scivolare di dosso. Perché non si può sempre vivere con il sangure amaro. Le altre difficoltà possono essere quando ci si trova di fronte a situazioni di non accessibilità. Banalmente davanti a un sito internet o a delle app che in quel momento ti servono e che non sono accessibili dalle persone cieche. Ovviamente non si può avere sempre qualcuno accanto, un occhio disponibile. Quindi lì cominciano le imprecazioni varie. Anche con questo si vive alla fine in qualche modo. Però diciamo che il mio progetto L’Italia in tandem… alla cieca che fa parte del più ampio progetto che ho chiamato Ragazze in Tandem tra i vari obiettivi mira a sensibilizzare, a migliorare tutte queste situazioni.

Quali sono le caratteristiche del progetto L’Italia in tandem… alla cieca?

È un viaggio in tandem. La partenza è fissata per il 19 settembre. Questo viaggio in tandem mi porterà in giro per tutta l’Italia. L’ho dovuto dividere in due parti fondamentalmente per motivi economici. Nella prima parte partirò da Milano e arriverò a Lecce in una quarantina di giorni. Mentre l’anno prossimo nella primavera percorrerò il versante opposto dell’Italia, da Reggio Calabria a Milano passando per il Piemonte. Per fare la prima parte ho preso un mese di aspettativa non retribuita e qualche giorno di ferie.

Hai degli sponsor?

Non ho uno sponsor. Però l’azienda di abbigliamento Nalini ci ha fornito del materiale tecnico, per me e chiaramente per chi guiderà il tandem.

Tu sarai sul sellino di dietro?

Esatto. E poi anche Givi Bike mi ha confermato che ci fornirà le borse da cicloturismo.

Chi vi fornisce il tandem?

Il tandem è il mio, che ho acquistato un anno e mezzo fa. Userò quello.

Chi ti accompagna?

Mi accompagnerà Chiara nei primi diciassette giorni. Poi mi accompagnerà Pietro per dieci giorni. Nell’ultima parte il tandem lo guiderà Laura.

Chiara è una mia cara amica che ho conosciuto con un post su Facebook l’anno scorso, proprio quando ho acquistato il tandem. Ho postato in diversi gruppi ciclistici cercando qualcuno che volesse condividere con me un giro in bici, e perché no, prima o poi anche un viaggio. Chiara è fra le persone che hanno risposto a uno di questi post. Da allora si è innamorata del tandem. Abbiamo fatto ormai diverse esperienze insieme in tandem e non solo. Guiderà il tandem nella prima parte del giro dell’Italia, utilizzando e finendo totalmente le sue ferie. Chiara fa parte anche del progetto Ragazze in tandem.

Pietro l’ho conosciuto poco tempo fa, un paio di mesi fa circa, l’ho conosciuto per caso ad una cena con il Rotary Club. Parlando del viaggio è venuto fuori che anche lui avrebbe fatto un suo giro dell’Italia con tappe diverse. Alla fine si è offerto di guidare il tandem per una decina di giorni.

Laura invece la conosco ormai da diversi anni. L’ho conosciuta a Firenze perché prima di trasferirmi a Milano ho vissuto un po’ di anni lì. Lei è da tanti anni impegnata nell’educazione di persone con disabilità di diverso tipo, in particolare con i non vedenti, a volte anche con qualche disabilità aggiuntiva. Anche lei recentemente si è appassionata al cicloturismo. Addirittura ha venduto l’auto per scegliere di andare solo in bici. Ha contribuito anche lei alla creazione del progetto Ragazze in Tandem.

Perché hai chiamato il tuo progetto L’Italia in tandem… alla cieca?

L’ho chiamato L’Italia in tandem… alla cieca, un po’ per fare dell’ironia, ma anche perché effettivamente mi sto muovendo un po' alla cieca. Perché è tutto nuovo per me, dal contattare associazioni, enti, ad essere intervistata così tanto, a dover fare presentazioni nei locali, registrazioni in tv. Insomma è tutto abbastanza nuovo, così come viaggiare per così tanto tempo. Quindi alla cieca anche per questo.

Dove dormirete? Quanti chilometri farete al giorno?

I chilometri giornalieri saranno circa una sessantina, poi in alcune tappe saranno ottanta, in altre quaranta. Questo per poter anche incontrare persone. Potevamo concludere il viaggio in minor tempo però non siamo velociste. Inoltre pedalando per un centinaio di chilometri al giorno non ci sarebbe stata la possibilità di fare anche degli incontri.

Quanto al giorno pedalerete? Che velocità pensate di tenere?

Non faremo più di quattro, cinque ore al massimo di pedalata al giorno. La velocità dipende un po’ anche dalla strada, però essendoci abbastanza asfalto potremmo toccare anche i quindici, venti chilometri orari. Poi se c’è da correre possiamo anche superarli.

Per quanto riguarda gli alloggi abbiamo deciso di non usare tende questa volta. Essendo il primo viaggio così lungo ho preferito optare per un letto comodo, anche perché non tutte le guide sono disposte a dormire in tenda per così tanto tempo. Ho preferito optare per alloggi comodi che però possono essere estremamente spartani. Infatti stiamo cercando di farci ospitare dove possiamo e qualcuno ci ha già offerto la sua disponibilità. Nel caso in cui non trovassimo chi ci ospita opteremo per alloggi il più economici possibile.

Quali obiettivi ti proponi con questo progetto?

Vogliamo sicuramente puntare a sensibilizzare sull’inclusione e sull’abbattere più barriere mentali e più stereotipi possibile rispetto ai ciechi e alle persone con disabilità in generale. Vogliamo contribuire a diffondere anche il cicloturismo accessibile. Dopo il giro ci occuperemo anche di progettare dei viaggi aperti a tutti, incontrando associazioni e enti per provare a smuovere un po’ le cose. Oltre a questo incontreremo anche associazioni ciclistiche, sportive in generale per cercare di creare anche una rete di piloti e copiloti di tandem a livello nazionale. Per fare questo abbiamo anche lanciato un sondaggio per vedere anche un pò qual è la situazione in Italia. Perché sappiamo che prima c’era un gran movimento sia agonistico che di cicloturismo. E vogliamo un po’ ricreare questo movimento, vogliamo condividere e far comprendere quanto questa passione per il ciclismo possa dare benefici a chi la pratica.

Perché dovrebbe dare dei benefici alle persone cieche e alle persone disabili in generale?

Intanto perché lo sport in generale fa sempre bene, non solo chiaramente a chi ha una disabilità. Questo non lo dico io, ma lo dicono ricerche di vario tipo. Intanto fa bene stare all’aperto e non stare su un divano rinchiusi in casa.

Aprirsi al mondo?

Sì. Quello per esempio che piace fare a me è stare in mezzo alla natura, sentire i profumi, i suoni, il terreno sotto le ruote come dico sempre. Vogliamo tirare fuori di casa le persone. Per carità, nessuno è obbligato a uscire di casa. Se qualcuno è felice di vivere sul divano ben venga. Però se queste persone vivono con frustrazione la loro condizione vuol dire che qualcosa non va. La soluzione può essere proprio uscire all’aria aperta, stare in mezzo alla natura. Bisogna provarlo.

Io ho sempre in mente questo mio momento di estasi in un ciclo viaggio dell’anno scorso. Ero praticamente nella riserva del Tombolo, vicino a Livorno. Ero in questa riserva naturale circondata da piante, che è vero che non vediamo ma si possono tranquillamente toccare, percepire. Senti che c’è del verde, degli alberi che sono alti, che c’è il rimbalzo del suono. Riesci a percepirli o puoi andare a toccarli fisicamente. Sentivi il cinguettio degli uccelli, altri animali che si muovevano silenziosamente fra le foglie, avverti i profumi di queste piante. C’erano diverse piante aromatiche. Tutto questo con il mare in sottofondo, sia il suono che il profumo. Ho vissuto questo momento davvero emozionante.

Sicuramente è sentirsi parte dell’universo, del tutto.

Tornando alla questione obiettivi, fra le altre cose abbiamo in mente di fare uscire più tandem possibile da scantinati e magazzini. Stiamo scoprendo che ce ne sono davvero tanti. Sono stati magari acquistati e adesso sono lì. Quindi vorremmo ridargli vita. Dietro al viaggio L’Italia in tandem… alla cieca c’è il progetto Ragazze in Tandem. È un progetto al femminile e ci teniamo a farlo rimanere tale. Un obiettivo è quello di spronare sempre più persone ad avvicinarsi al mondo del cicloturismo, ma in particolare donne che sono sono ancora una minoranza nel mondo, sia ciclistico che ciclo turistico.

Il vostro sarà un viaggio prevalentemente al femminile, due conduttori su tre sono donne. In un’epoca in un paese che sembra non amare le donne, considerati gli ultimi avvenimenti di cronaca, avete pensato a strategie particolari per tutelarvi durante il viaggio?

Sinceramente no. Non ho pensato a qualcosa di particolare. Perché il contesto in cui ci muoveremo è un contesto esente da rischi. Quindi non c’è la necessità di prendere particolari precauzioni.

Mi sembra che ci sia un grande impegno personale sia a livello economico che a livello di di progettazione mancando degli sponsor. Si gioca tutto sull’iniziativa personale?

Praticamente sì. Comunque abbiamo lanciato una raccolta fondi. Ci stanno arrivando anche delle piccole donazioni. Qualcosina abbiamo raccolto anche attraverso una cena al buio che abbiamo organizzato qualche mese fa a Milano. Se qualcuno avrà voglia ci sponsorizzerà strada facendo se il progetto piacerà. Però la maggior parte dei costi sono a nostro carico.

Dimmi qualcosa in più su Ragazze in tandem.

Le ragazze in tandem in realtà sono cinque. Siamo in cinque sparse per l’Italia. Siamo io, Chiara e Laura. Poi ci sono anche Giulia e Rossella. Io e Chiara viviamo a Milano.

Giulia e Rossella sono persone cieche?

Sì. Sono cieche. Laura e Rossella vivono a Firenze e Giulia vive a Venezia. Siamo cinque amiche accomunate da questa passione per il tandem. Vogliamo portare avanti iniziative con il tandem inteso come mezzo e come simbolo di inclusione. Oltre a tutti gli obiettivi che ti ho già citato c’è anche quello di promuovere imprese al femminile dislocate in Italia. In merito a questo Giulia e Laura questa settimana stanno pedalando lungo tutta la costa Toscana e andranno ad incontrare imprese prevalentemente al femminile, cercando di capire come ce l’hanno fatta, e capire come fare per sostenerci a vicenda.

Se la gente ci vuole seguire può farlo sui nostri canali social, che sono Facebook e Instagram.

Mi preme sempre esplicitare e specificare che, uno degli stereotipi che vogliamo abbattere è che, chi guida un tandem non è non deve essere una persona che porta a spasso una persona con disabilità, ma semplicemente condivide proprio un giro in bici o addirittura un viaggio. È un compagno di viaggio.

Spesso chi guida viene visto come qualcuno che sta facendo un'opera pia, del volontariato. Questa immagine la vorrei scardinare.

venerdì 15 settembre 2023

Un percorso sensoriale per il Giardino delle Rose di Firenze

Superando del 15/09/2023

FIRENZE. Situato a ridosso di Piazzale Michelangelo a Firenze, il Giardino delle Rose è un parco botanico con più di mille specie e trecentocinquanta tipi di rose antiche, che ospita anche una collezione permanente di opere dello scultore belga Jean-Michel Folon.

Recentemente nel Giardino è stato inaugurato un nuovo percorso sensoriale appositamente pensato per favorire l’accesso alla cultura alle persone cieche e ipovedenti. Il progetto è stato sviluppato dalla Cooperativa MARE (Musei-Accessibilità-Ricerca-Esperienza), realtà che si occupa di innovazione sociale in àmbito culturale con sede a Catania, e finanziato dal Comune di Firenze (il finanziamento rientra nell’àmbito del progetto Enjoy Respect & Feel Florence, uno dei cinque progetti finanziati dal Ministero del Turismo a sostegno delle Grandi destinazioni italiane per un turismo sostenibile–GDITS). Alla realizzazione hanno collaborato anche professionisti del territorio e Associazioni quali l’UICI di Firenze (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e Quartotempo Firenze.

Il percorso sensoriale è stato realizzato attraverso la predisposizione di uno specifico podcast volto a descrivere ai visitatori e alle visitatrici le bellezze naturalistiche e scultoree presenti nel Giardino. La loro descrizione avviene attraverso una narrazione in grado di coinvolgere attivamente il visitatore o la visitatrice. Le narrazioni sono state studiate con una modalità inclusiva, tesa ad appagare tutti gli utenti e non solo le persone con disabilità.

Per accedere ai podcast basta inquadrare con il proprio smartphone il QR-code posto all’ingresso del giardino. I contenuti sono fruibili gratuitamente tramite smartphone e auricolari. I podcast sono caricati su una piattaforma digitale, realizzata appositamente dalla Cooperativa MARE, con specifici accorgimenti di accessibilità, come la presenza degli screen reader (“lettori di schermo”), per agevolare la fruizione alle persone cieche, di testi ad elevato contrasto per le persone ipovedenti, di filmati sottotitolati per le persone sorde e di altre soluzioni tecnologiche utili ad agevolare la fruizione dei contenuti multimediali alle persone con disabilità, o semplicemente a coloro che hanno poca dimestichezza con le tecnologie digitali.

Tutto il percorso è stato studiato coinvolgendo di volta in volta diverse professionalità. L’individuazione delle rose da inserire nei cardini narrativi del percorso è stata operata dalla Cooperativa MARE assieme agli Angeli del Bello cui è affidata la cura del Giardino. Dal canto suo, l’UICI di Firenze ha contribuito a definire l’itinerario, mentre un gruppo di persone cieche dell’Associazione Quartotempo Firenze ha collaborato a testare e revisionare i contenuti del podcast.

«Puntiamo molto a fare scoprire o riscoprire luoghi della nostra città anche da chiavi e punti di vista diversi e, come in questo caso, a rendere sempre più fruibili e accessibili a tutti, residenti e visitatori, dei veri e propri tesori come il Giardino delle Rose», ha dichiarato Alessia Bettini, vicesindaca del capoluogo toscano e assessora alla Cultura e Turismo, in occasione della presentazione pubblica del percorso.

«Ogni progetto che realizziamo è pensato per abbracciare un’ampia platea di fruitori, che non comprende solo persone con disabilità – ha argomentato Francesca Merz, presidente di Cooperativa MARE –. Vogliamo infatti abbandonare una concezione di accessibilità che separa le diverse tipologie di visitatori, progettando percorsi che permettano a persone con diversi bisogni e competenze di poter visitare insieme spazi e luoghi culturali. Il percorso realizzato al Giardino delle Rose va proprio in questa direzione e si inserisce all’interno di una serie di iniziative che ci hanno portato a collaborare con diverse realtà come il Museo Casa Carducci di Castagneto Carducci, o il Comune di Altopascio con il quale abbiamo allestito in luglio una mostra su Banksy accessibile anche a persone cieche».

di Simona Lancioni

Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione. 

giovedì 14 settembre 2023

Le banche e le fondazioni bancarie promuovono la Carta Europea della Disabilità

Superando del 14/09/2023

In virtù di un protocollo d’intesa sottoscritto tra la Presidenza del Consiglio, l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e l’ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio), le persone con disabilità titolari della EU Disability Card, la Carta Europea della Disabilità, potranno accedere in via agevolata a servizi bancari e finanziari sul fronte bancario e, su un fronte comune, alle iniziative di carattere culturale e sociale promosse rispettivamente da soggetti bancari e dalle fondazioni di origine bancaria che aderiranno all’iniziativa.

Come abbiamo avuto più volte occasione di segnalare su queste stesse pagine, la Carta Europea della Disabilità rientra all’interno del progetto europeo EU Disability Card che ha come obiettivo il mutuo riconoscimento della condizione di disabilità fra i Paesi aderenti, allo scopo di facilitare l’accesso delle persone con disabilità a vari servizi, in un regime di reciprocità tra gli stessi Paesi dell’Unione Europea.

«Questa intesa – si legge nel sito dell’ABI – è volta alla promozione e valorizzazione della Carta Europea della Disabilità e si inserisce nel quadro dell’impegno congiunto di ABI e ACRI sui temi della tutela delle diversità e dell’accessibilità in favore delle persone con limitazioni funzionali . L’impegno per l’inclusione è infatti in linea con l’attività sia del mondo bancario sia delle fondazioni di origine bancaria e può essere perseguito anche mediante la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, utilizzato quale leva di sviluppo sostenibile e sociale, proprio attraverso iniziative dirette ai territori e alle loro comunità».

Questi dunque gli obiettivi del protocollo che l’ABI e l’ACRI si impegnano a rispettare a pubblicizzare anche attraverso i rispettivi siti istituzionali:

- favorire la diffusione della conoscenza della Carta Europea della Disabilità all’interno sia del mondo bancario sia delle fondazioni di origine bancaria, al fine di supportare e migliorare sempre più l’accessibilità e l’inclusione delle persone con limitazioni funzionali;

- con specifico riferimento al mondo bancario, facilitare la possibilità per i titolari della Carta Europea della Disabilità di usufruire, secondo le modalità individuate dagli intermediari aderenti al protocollo, di agevolazioni e modalità semplificate di accesso a prodotti o servizi bancari, anche attraverso specifici strumenti dedicati, nonché di fruire in modo agevolato delle proprie iniziative di interesse pubblico, anche culturali o dalla valenza sociale;

- con specifico riferimento alle fondazioni di origine bancaria, di supportare le persone in possesso della Carta Europea della disabilità, consentendo loro di fruire del patrimonio artistico e culturale di proprietà mediante specifiche agevolazioni per l’accesso ai propri spazi in cui siano allestite mostre o esposizioni temporanee ovvero alle proprie esposizioni museali, anche gestite da enti o società strumentali.

La Carta europea della disabilità viene rilasciata a tutti i soggetti con certificazione di handicap medio o grave e di non autosufficienza. Essa può essere richiesta all’INPS. Per conoscere gli ulteriori dettagli è possibile consultare a questo link la scheda esplicativa disponibile nel sito dell’INPS, o quella predisposta nel sito del Ministero per le Disabilità. (Simona Lancioni)

Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

martedì 12 settembre 2023

Gioco al Centro: inaugurazione nuovo parco giochi inclusivo - Milano, domenica 17 settembre alle ore 15:00

Domenica 17 settembre p.v. presso il Giardino Santa Maria alla Fontana (Via Cusio – Milano), si terrà l’inaugurazione della nona area giochi inclusiva del progetto “Gioco Al Centro”, dove prevediamo le seguenti presenze per il consueto saluto iniziale:

- Elena Grandi – Assessore al Verde di Milano

- Anita Pirovano - Presidente Municipio 9

- Maria Chiara Roti - Consigliera della Fondazione di Comunità Milano

- Laura Borghetto - Direttore Generale l’Abilità Onlus.

Ci saranno giochi, spettacoli e animazione per bambini.

Vi aspettiamo!

Bergamo a quattro zampe, nona edizione di “Corri Dog”, domenica 17 settembre

Bergamo, per un giorno, diventa città a quattro zampe con la presenza di cani “speciali”. Eroi di tutti i giorni che per migliaia di persone sono diventati i loro occhi e il loro “amico” fedele che gli permette di vivere in totale autonomia: di andare al lavoro, di prendere i mezzi pubblici, di viaggiare, di uscire con gli amici. Di avere una vita lavorativa e sociale come tutti. Saranno i cani guida i veri protagonisti di questa giornata di festa e di solidarietà.

L’appuntamento è per il 17 settembre quando Bergamo ospiterà la nona edizione di “Corri Dog”, una sorta di carica dei 101 aperta a tutti i cani di tutte le razze e di tutte le età. L’evento è stato organizzato dalla Pro Loco di Bergamo, con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Bergamo e del Comune di Bergamo, in collaborazione con diverse realtà associative che gravitano nel mondo della cinofilia.

Il ritrovo sarà alle 9,00 in piazza Dante . Alle 10 la partenza con un percorso (non competitivo) di circa di 3 km tra le vie del centro storico, e alle 11.30 la cerimonia di premiazione. Ma la festa proseguirà per il resto della giornata. Il pomeriggio dalle 14,30 esibizione delle scuole cinofile e in particolare saranno presenti gli addestratori dei futuri cani guida dei ciechi. La quota di partecipazione è di 10 euro, per ogni cane. Un’occasione per trascorrere una domenica mattina di primavera all’aria aperta con la famiglia e il proprio amico (ma anche amici) a quattro zampe. Naturalmente i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio, e i padroni dovranno essere muniti di sacchetto e paletta per raccogliere le deiezioni.

I fondi raccolti verranno devoluti all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Bergamo. Ad ogni partecipante verrà consegnata una pettorina numerata: chissà che al termine della camminata venga estratto il suo numero e possa portare a casa, anche un premio.

La manifestazione ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza che il cane guida ha per la persona con disabilità visiva. Purtroppo, ad oggi, la lista d’attesa per ricevere il cane guida è lunga e le scuole di addestramento devono anche fare i conti con le difficoltà economiche. Il tutto con ripercussioni negative per chi, non vedendo, si trova quindi a vedere compromessa la propria autonomia.

Inoltre, la giornata sarà l’occasione anche per far conoscere ai cittadini il progetto “puppy”: i cuccioli, futuri cani guida, che nei primi mesi di vita vengono dati in affidamento alle famiglie e poi, una volta raggiunto l’anno di età intraprendono il percorso di addestramento per diventare cani guida.

Offerta formativa per disabili visivi - Anno 2023-2024

A seguito dell'avviso di Città metropolitana di Milano per la realizzazione dell'iniziativa Emergo 2022 Bando MI0287-Azione di Sistema – “Accompagnamento all’inserimento lavorativo di persone con disabilità sensoriali” la Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano onlus comunica la propria offerta formativa in condivisione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia.

Nello specifico trattasi di 2 percorsi professionalizzanti:

- centralinisti telefonici come da L. 113/85;

- professioni equipollenti come da D.M. Salvi 10 gennaio 2000 - Operatore telefonico addetto alle Relazioni con il Pubblico;

Entrambi i corsi, della durata di 900 ore, si svolgeranno nel periodo ottobre 2023 – luglio 2024 (dal lunedì al venerdì nei seguenti orari: 9:00 – 12:00 e 13:00 – 16:00).

Sono previste inoltre attività individuali di allineamento di alcune competenze, propedeutiche ai corsi di formazione proposti.

Si evidenzia che, come da Bando, i requisiti richiesti per l’adesione sono:

  • stato di disoccupazione
  • residenza o domicilio nel territorio di Regione Lombardia

Si precisa che l’iscrizione ai corsi per centralinista telefonico privo della vista ed ai corsi per professioni equipollenti, come da Legge 113/85 e successiva Legge 138/2001, è riservata a:

Ciechi totali

  • coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi;
  • coloro che hanno la mera percezione dell'ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore;
  • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3 per cento

Ciechi parziali

  • coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, anche con eventuale correzione;
  • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10 per cento.

Ipovedenti gravi

  • coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, anche con eventuale correzione;
  • coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30 per cento.

Come iscriversi

Le persone interessate ai corsi di formazione proposti devono confermare la propria adesione entro martedì 26 settembre 2023 scrivendo a: corsi.professionali@istciechimilano.it, in alternativa è possibile contattare telefonicamente la sig.ra Paola Monti al numero 02 7722 6240.

L’ordine preferenziale per la valutazione delle adesioni sarà l’ordine di arrivo delle stesse.

Successivamente le persone interessate saranno convocate per sostenere un colloquio di ammissione.

Tutti i dati forniti saranno trattati secondo la normativa vigente in materia di privacy e riservatezza.

Responsabile Formazione Francesco Cusati

Direttore Scientifico Franco Lisi

lunedì 11 settembre 2023

Come inizierà questo anno scolastico per alunni e alunne con disabilità?

Superando del 11/09/2023

MILANO. «Ci auguriamo che anche i circa 50.000 alunni/alunne e studenti/studentesse con disabilità della nostra Regione possano iniziare le lezioni in condizioni di parità con i loro coetanei, senza ritardi e senza incertezze»: lo dicono dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), alla vigilia dell’avvio del nuovo anno scolastico anche in Lombardia. «E tuttavia – sottolinea la legale Laura Abet, coordinatrice del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA – la nostra esperienza degli anni passati e le prime segnalazioni ricevute a fine luglio dal nostro Centro ci fanno temere che, ancora una volta, molte alunne e alunni con disabilità si troveranno in una condizione di svantaggio e discriminazione rispetto ai loro compagni».

«Una delle principali difficoltà con cui le famiglie devono fare i conti ogni anno – argomentano dalla LEDHA – è il ritardo nell’assegnazione degli insegnanti di sostegno, che spesso avviene ad anno scolastico già iniziato e con supplenze temporanee, a causa della mancanza di figure qualificate. Durante l’anno scolastico 2021-2022, ad esempio, erano oltre 70.000 i supplenti senza specializzazione a livello nazionale. Quello che succede in alcuni casi è che a un solo insegnante di sostegno vengano assegnati due o più minori con disabilità».

«Anche per quanto riguarda l’assistenza educativa – proseguono dalla Federazione lombarda – può succedere che l’assistente all’autonomia e alla comunicazione, figura fondamentale per garantire la frequenza scolastica degli alunni con disabilità, venga assegnato in ritardo, con un numero di ore insufficiente rispetto a quelle stabilite nel PEI (Piano Educativo Individualizzato) o che debba farsi carico di più minori all’interno dello stesso plesso».

«La carenza di queste figure professionali – rileva Abet – fa crescere il rischio che i bambini e i ragazzi con disabilità vengano portati fuori dalle loro classi per “facilitarne” la gestione da parte del personale dedicato. Si tratta però di situazioni che non rappresentano semplicemente un disagio, ma che espongono bambini e ragazzi con disabilità a una discriminazione sanzionabile ai sensi della Legge 67/06, che vieta ogni forma di discriminazione basata sulla disabilità. Occorre inoltre ricordare che nessun problema di carattere gestionale, economico o politico può giustificare la mancata attivazione dei servizi necessari o il mancato riconoscimento di diritti fondamentali, come quello allo studio».

«Lo strumento fondamentale per garantire che vengano rispettati i diritti degli alunni e degli studenti con disabilità – ricordano dalla LEDHA – è il PEI, che deve essere redatto di anno in anno sulla base delle effettive esigenze e dei bisogni dell’alunno e dell’alunna con disabilità. Nel PEI, infatti, sono indicate le risorse necessarie sulla base delle specifiche esigenze del singolo e non, ad esempio, in base alle risorse disponibili o ad automatismi basati sulla tipologia e la gravità di disabilità.

«Una volta che nel PEI è stato indicato il numero di ore di sostegno e/o di assistenza educativa necessaria – sottolinea Giovanni Barin, referente del Gruppo LEDHA Scuola – le amministrazioni competenti non hanno alcuna discrezionalità e, pertanto, devono garantire le risorse così come stabilite nel documento. In altre parole, assegnare a un alunno o studente con disabilità un numero di ore di sostegno o di assistenza inferiore rispetto a quelle quantificate nel PEI costituisce la violazione di un diritto fondamentale e quindi una discriminazione indiretta sanzionabile ai sensi della Legge 67/06».

«Qualora i genitori riscontrassero delle difformità tra quanto indicato nel PEI e la quotidianità della vita scolastica dei loro figli – ricordano in conclusione dalla LEDHA – possono contattare via e-mail il nostro Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi (antidiscriminazione@ledha.it), che mette gratuitamente a disposizione delle persone con disabilità, dei loro familiari e delle loro organizzazioni uno strumento concreto di difesa legale dei propri diritti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.

mercoledì 6 settembre 2023

Riabilitazione visiva: quali sono i requisiti per ottenerla e come si accede ai Centri

Corriere della Sera del 06/09/2023

Si tratta di una prestazione prevista dal Servizio Sanitario Nazionale rivolta a persone in precise condizioni di ipovisione. La distribuzione dell'offerta è ancora disomogenea

Quando si ha una disabilità visiva non è vero che non c'è più niente da fare. «La vista non si recupera ma si può imparare a utilizzare al meglio le potenzialità visive rimaste attraverso un intervento di riabilitazione, per avere la massima autonomia possibile» spiega Filippo Amore, direttore del Polo nazionale di servizi e ricerca per la prevenzione della cecità e la riabilitazione visiva degli ipovedenti, con sede presso l'ospedale Gemelli di Roma e finanziato dal ministero della Salute.

Spesso, però, sottolinea l'esperto, «chi ne avrebbe diritto arriva tardi al centro specializzato, o non vi accede proprio, perché c'è scarsa conoscenza tra gli oculisti sul percorso riabilitativo e sui benefici che procura».

I criteri per la prescrizione

Il percorso riabilitativo di norma si prescrive per coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 3/10. «In realtà si potrebbe intraprendere già a partire da circa 5/10 per ottenere più vantaggi» sottolinea Amore. L'ipovisione si definisce grave a 1/10, moderata a 2/10 e lieve a 3/10. «Prima si interviene sfruttando al massimo la funzione retinica rimasta e maggiori sono i risultati» precisa l'oculista. In età evolutiva l'ipovisione comporta «un ritardo dello sviluppo psicomotorio e problemi di apprendimento» continua Amore, mentre in età adulta «perdita di autonomia, di lavoro e di ruolo in famiglia con conseguenti ricadute psicologiche. Negli anziani sale il rischio di cadute e lesioni».

L'Istat stima che gli italiani dai 15 anni in su con una limitazione grave alla vista siano quasi un milione (di cui oltre il 70% over 65), quelli con una limitazione moderata 8,6 milioni (di cui il 45% over 65).

I centri

La sezione italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia onlus), che ha fondato il polo nazionale al Gemelli, ha censito circa 90 centri riabilitativi in Italia. Ma, come è stato denunciato dal ministero della Salute nell'ultima Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle politiche sulla prevenzione della cecità e riabilitazione visiva (legge 284/97), la distribuzione dell'offerta di questi servizi è ancora disomogenea. La disparità di accesso è evidente se la Basilicata non ha nessun centro, la Sardegna solo uno e la Lombardia ben 16.

I trattamenti

L'equipe, formata da oculista, ortottista e psicologo, dapprima si preoccupa di capire come vede il soggetto, cioè in che modo usa il suo residuo visivo. «Si utilizza un test di sensibilità al contrasto, di adattamento quando la luminosità cambia, di stabilità di fissazione degli oggetti, di sensibilità cromatica e della retina, per individuare l'area che meglio risponde allo stimolo luminoso e riabilitarla» spiega Amore. Poi definisce un piano personalizzato per addestrare al meglio la sua condizione visiva. «Nei casi più semplici si interviene con un ausilio ottico, come lenti di ingrandimento o prismatiche, videoingranditori portatili o da tavolo e software assistivi per facilitare la fruizione del computer. Per scegliere l'ausilio più idoneo servono 2-3 sedute di training in ambulatorio»

lo specialista.

«Nei casi più compromessi, in cui si richiede di potenziare la fissazione, in cui la sensibilità della retina è particolarmente scarsa e l'acuità visiva, cioè l'abilità di definire nitidamente l'immagine, è inferiore o uguale a un decimo, sono necessari esercizi di fotostimolazione, di coordinazione oculomotoria e di fissazione, con sedute bisettimanali per cinque settimane».

La prima visita di controllo è prevista a 3 mesi di distanza, la seconda a 6 mesi e poi 1 volta l'anno. «Proponiamo un questionario sulla qualità di vita percepita all'ingresso, dopo un anno e dopo ogni intervento migliorativo: oltre il 60% degli assistiti riferisce di aver migliorato l'utilizzo della vista» conclude l'oculista.

I requisiti necessari per adulti e bambini

La riabilitazione visiva è destinata agli ipovedenti di qualsiasi età, a prescindere dalla causa. «Devono aver già ricevuto una diagnosi di malattia oculare e aver effettuato nei sei mesi precedenti una visita oftalmologica di accertamento clinico - chiarisce Filippo Amore -. Tra le malattie più frequenti che danneggiano la capacità visiva ci sono la maculopatia senile, la retinopatia diabetica, il glaucoma e le malattie genetiche retiniche. Nonostante le cure, più del 50% dei pazienti va incontro a un progressivo decadimento della vista e ha bisogno di un intervento riabilitativo».

Nei bambini le cause principali di ipovisione sono: «La retinopatia nei neonati pretermine, malformazioni oculari, glaucoma congenito e cataratta congenita» dice Amore. La maggior parte dei centri riabilitativi tratta tutte le fasce della popolazione, altri sono dedicati solo agli adulti e altri ai bambini.

I sintomi

Quali sono i sintomi indicativi di ipovisione da non sottovalutare?

«Difficoltà a leggere e scrivere nonostante la correzione degli occhiali con lenti da presbiopia, difficoltà a passare da un ambiente a un altro con luminosità diversa, campo visivo ridotto, per cui si tende a muovere la testa per visualizzare interamente ciò che si vuole guardare, disorientamento, non accorgersi di ostacoli e scalini, cadute apparentemente inspiegabili, disagio nell'attraversare la strada e nel guidare - risponde Amore -. Vi è, inoltre, una percezione non corretta dei colori e dei contorni, una difficoltà a riconoscere i volti e a compiere le normali attività quotidiane».

La sezione italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia onlus) ha attivato il numero verde 800068506 (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13) per ricevere una consultazione oculistica telefonica da parte di un medico, solo a scopo informativo, che non può in alcun modo sostituire la visita oftalmologica tradizionale.

È possibile richiedere informazioni pure scrivendo a info@iapb.it.

Come si fa ad accedere La riabilitazione visiva è stata inserita nel 2017 nei Livelli essenziali di assistenza che il Servizio sanitario nazionale si deve impegnare ad assicurare, avendone riconosciuto l'efficacia.

Per fissare la prima visita in regime pubblico presso uno dei centri bisogna avere l'impegnativa del medico di medicina generale o dello specialista. Sul sito web polonazionaleipovisione.it è disponibile la lista dei centri distinti per regione. Questo polo, presso il Policlinico Gemelli di Roma, è il punto di riferimento in Italia per la ricerca e la sperimentazione di nuovi modelli riabilitativi. Tra cui la teleriabilitazione a domicilio.

«Abbiamo creato un software di esercizi di difficoltà progressiva da svolgere a casa davanti a un monitor 5 giorni la settimana, da lunedì a venerdì, per un totale di 30 sedute - spiega il direttore Filippo Amore -. L'esecuzione dell'esercizio viene monitorata da un operatore in diretta o differita».

di Chiara Daina

L'ESTATE VIVE NEI TUOI OCCHI - LA PREVENZIONE NON VA IN VACANZA: Mantova, 8 settembre ore 20.00

Venerdì 8 Settembre 2023

Ore 20.00 

presso Ristorante La Fontana

Frazione Ferri n.11 a Volta Mantovana 

La prevenzione non va in vacanza 

Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Mantova e

Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia Onlus in collaborazione con Federfarma e 

Federottica Confcommercio Mantova

Cena con Musica dal vivo a cura di Rodolfo Vivaldini & Friends

dalle ore 19.30 alcuni volontari UICI e ottici saranno a disposizione per fornire informazioni e per la PROVA GRATUITA DELLA VISTA

Quota di partecipazione 28 euro a persona: Menù completo (antipasto, bis di primi, secondo con contorni, dolci, bevande e caffè)

È necessaria la prenotazione nei giorni antecedenti contattando la sezione UICI di Mantova di Via Conciliazione 0376 32 33 17 o la presidente Mirella Gavioli al 333 92 81 815

Verrà distribuito utile materiale informativo e gadget

La prevenzione non va in vacanza è promossa e finanziata dalla sezione italiana dell'agenzia internazionale per la prevenzione della cecità IAPB Italia Onlus in collaborazione con l'Unione italiana ciechi e ipovedenti

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti  ETS

Sezione Territoriale di Mantova

Via della Conciliazione n. 37 - 46100 MANTOVA

Tel. +39 0376 32 33 17  Fax +39 0376 15 90 674

domenica 3 settembre 2023

Scuola, docenti di sostegno cercansi

Avvenire del 03/09/2023

MILANO. Il tempo è scaduto e i sindacati dicono che la situazione è grave. Non quanto si temeva circa un mese fa, ma le difficoltà nelle scuole si presenteranno puntuali anche al suono di questa campanella di inizio anno. Già ai primi di agosto le stesse organizzazioni sindacali avevano lanciato l'allarme: l'Ufficio scolastico regionale non sarebbe riuscito a completare le nomine entro la scadenza dell'8 agosto e il via al nuovo anno scolastico sarebbe stato all'insegna del caos, considerando i buchi non solo per le cattedre ma anche nel personale amministrativo, tecnico e ausiliario.

Ora, quasi 30 giorni dopo, a Milano su 3.391 posti vacanti ne sono stati assegnati 2.164 e su 2.960 posti di sostegno ne sono stati coperti 1.023. Considerato che gli Uffici scolastici territoriali sotto organico avrebbero dovuto coprire oltre 10.000 posti in 20 giorni, quindi, il capoluogo lombardo sembra cavarsela ancora una volta meno peggio del previsto. Non mancheranno però i problemi: la maggior parte si vedranno alle elementari seguiti da quelli alle medie e alle scuole dell'infanzia.

Per quanto riguarda il sostegno, ad esempio, le assegnazioni solitamente provocano l'uscita di 800-1200 docenti e tutti i posti scoperti dopo l'esaurimento della graduatoria saranno assegnati a professori non abilitati, che non hanno cioè seguito il corso aggiuntivo e specifico per il delicato incarico.

Proprio all'inizio di agosto il sindacato Uil scuola Lombardia aveva prospettato 20.000 cattedre scoperte di cui 11.654 a tempo indeterminato con sette procedure diverse per formare le graduatorie che ora sono state utilizzate per riempire almeno qualche posto.

Sembra ormai certo però che lo scenario che si prospetta all'avvio alle lezioni prevedrà cattedre senza docenti e scuole che dovranno ricorrere alle graduatorie d'istituto. E alla mancanza di professori si aggiunge quella del personale Ata e dirigenziale che, insieme agli insegnanti di sostegno, sono tra le categorie in una situazione costantemente allarmante. Secondo gli ultimi dati le scuole lombarde che saranno affidate ai reggenti sono circa il 10 per cento, anche se 61 nuovi presidi hanno scelto di lavorare in Lombardia.

Se si pensa che ad inizio agosto i dirigenti scolastici mancanti in regione erano 154 e le nuovi immissioni in ruolo avrebbero dovuto portare a una copertura garantita da una "coda" di graduatoria formata da 156 direttori scolastici - da distribuire però su tutto il territorio nazionale - la Lombardia potrebbe tirare un sospiro di sollievo ma di sicuro non essere tranquilla. Ci saranno infatti ancora una volta istituti scolastici privi di presidi e si dovrà sopperire con le classiche e ormai note reggenze, che vedranno gli stessi dirigenti costretti ad accettare incarichi in più scuole anche contro la loro volontà perché previsto dal contratto. Tutto ciò avviene mentre in questi giorni negli istituti si stanno affrontando le prove di recupero che vedono impegnati studenti e insegnanti.

Mentre alcune scuole, infatti, stanno pensando di ridurre sempre di più o eliminare del tutto i vecchi "esami di riparazione", in altre gli studenti per cominciare l'anno scolastico senza debiti e voti negativi da recuperare hanno dovuto trascorrere l'estate tra libri e ripetizioni.

***

Ne mancano quasi 2.000. Situazione più difficile alle elementari. I sindacati: temevamo peggio ma va trovata una soluzione Quando mancano meno di 10 giorni all'inizio dell'anno scolastico, restano scoperte ancora molte cattedre.

Va meglio con i nuovi presidi . Tra pochi giorni parte l'anno scolastico e ancora mancano all'appello numerosi docenti. La situazione più difficile è quella degli insegnanti di sostegno. Ne mancano quasi 2.000. (Ansa)

di Monica Lucioni

I nodi

1. Le cattedre scoperte. Nonostante il piano straordinario di reclutamento varato nei mesi scorsi dal ministero dell'Istruzione, il precariato non cessa di affliggere il mondo della scuola. Sono oltre 200mila secondo i sindacati della scuola i supplenti annuali, ai quali sono da aggiungere quelli con supplenze più brevi.

2. Il sostegno che manca. Per la formazione degli insegnanti di sostegno agli alunni disabili sono a disposizione 29mila posti, ma appena 4.175 al Nord, dove più alta è la domanda di docenti specializzati. «Siamo in un vicolo cieco», denuncia il Misosper (Movimento degli insegnanti di sostegno specializzati). Così anche quest'anno comincerà, per tanti alunni, senza aiuto e senza continuità didattica.

3. Reggenti, non presidi. Il MIUR ha annunciato l'assunzione di 280 nuovi dirigenti scolastici. Ma, attaccano i presidi, ben 411 pensionamenti, «da sempre compensati con altrettante assunzioni, saranno compensati, salvo rinunce, con 210 neodirigenti scolastici: 166 del concorso del 2017 e 44 del 2011. Dei restanti 201, 57 sono proroghe, e ben 144 andranno in reggenza».

venerdì 1 settembre 2023

Imbersago: il 2 settembre la mostra ''Io ti vedo così''

Al Centro Polifunzionale di Imbersago, nel contesto dell'attesissimo evento Imberfood del prossimo sabato 2 settembre, sarà possibile vivere un'esperienza unica attraverso la visita della mostra itinerante "Io ti vedo così". L'iniziativa è promossa dall'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ETS di Lecco.

La mostra "Io ti vedo così" si presenta con pannelli fotografici posti ad altezza umana, con l'obiettivo di esplorare le varie prospettive e sfumature delle visioni e delle non visioni degli ipovedenti. Questi punti di vista spesso trascurati o poco compresi saranno messi in luce attraverso una gamma di immagini evocative.

Questa mostra nasce da un lavoro svolto all’interno del gruppo di sostegno mensile del Centro Regionale di Ipovisione dell’Unità Oculistica di Cesena, insieme alla sezione territoriale dell’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Forlì.

L'evento Imberfood, in programma dalle 18:00 alle 23:00, rappresenta un'opportunità straordinaria per sensibilizzare e coltivare l'empatia nei confronti delle sfide quotidiane affrontate da coloro che vivono con limitazioni visive. La mostra "Io ti vedo così" mira a illuminare le diverse realtà di chi non possiede una visione completa, con l'obiettivo di promuovere una comprensione reciproca più profonda.

"La generosa concessione del Comune di Imbersago, guidata dalla sensibilità della consigliera Eleonora Lavelli, ha reso possibile questa esposizione, che gode anche del patrocinio gratuito all'interno di Imberfood" ha commentato la presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS di Lecco, Paola Vassena "L'evento Imberfood, giunto alla sua settima edizione, è un'occasione speciale per sperimentare una varietà di sapori, ascoltare musica e gustare street food italiano e internazionale, coinvolgendo sia adulti che bambini. La referente dell’ipovisione dell'UICI di Lecco, Angela Gianola esprime la sua profonda soddisfazione per questa opportunità. Si auspica una partecipazione numerosa e intrisa di empatia da parte del pubblico. Vi invitiamo dunque a partecipare con entusiasmo a questa straordinaria giornata il 2 settembre. L'ingresso alla mostra "Io ti vedo così" è libero e aperto a tutti, dalle 18:00 alle 23:00".

UICI LECCO (Corso G. Matteotti, 3/a - Tel 0341.284328 - E-mail: uiclc@uici.it)