mercoledì 14 febbraio 2018

Sulla via della croce con il cuore e le mani


Superando.it del 14-02-2018

«Sarà realmente un percorso accessibile a tutti, tra arte e spiritualità, una meditazione sulla Via Crucis attraverso un’esperienza visiva, tattile e uditiva»: viene presentata così la mostra dedicata alle sculture sulla Via Crucis di Emilia Pozzo La Ferla, intitolata "Metti la tua mano". Sulla via della croce con il cuore e le mani”, che sarà ospitata dal Santuario della Consolata di Torino. A curare l’accessibilità dell’esposizione, che prenderà il via il 15 febbraio, è stata l’Associazione Tactile Vision, con il patrocinio dell’UICI e dell’ENS.

TORINO. Curata dall’Associazione Tactile Vision, per tutto quanto concerne l’accessibilità, con il patrocinio dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e dell’ENS (Ente Nazionale Sordi), la mostra dedicata alle sculture sulla Via Crucis di Emilia Pozzo La Ferla, intitolata “Metti la tua mano”. Sulla via della croce con il cuore e le mani e ospitata dal Santuario della Consolata di Torino (Via Maria Adelaide, 2), verrà presentata nel corso di una conferenza stampa giovedì 15 febbraio (ore 11), presso lo stesso Santuario della Consolata.

«L’opera in terracotta della scultrice Emilia Pozzo La Ferla – ha scritto monsignor Giacomo Maria Martinacci, rettore del Santuario della Consolata di Torino – viene a integrare i dipinti, non leggibili per i non vedenti, con una proposta realizzata in altorilievo, che consente quindi di essere toccata e letta con le mani – e non solo dai non vedenti – a tutto vantaggio di una comprensione anche più viva, capace quasi di favorire il dialogo diretto con le persone rappresentate nelle singole Stazioni. Con quest’opera l’Autrice ha cercato quindi di favorire questa ulteriore dimensione: non solo gli occhi, ma anche le mani come strumento di conoscenza e di incontro. È davvero una Via Crucis da toccare!».

«Questo – aggiungono da Tactile Vision – è realmente un percorso accessibile a tutti, tra arte e spiritualità, una meditazione sulla Via Crucis attraverso un’esperienza visiva, tattile e uditiva. Grazie infatti all’utilizzo delle nuove tecnologie, le opere di Pozzo La Ferla sono fruibili dal più ampio pubblico possibile, con un’attenzione particolare alle persone con disabilità sensoriale: mediante il codice QR-Code è possibile attivare l’audiodescrizione in italiano, inglese e francese, con la guida all’esplorazione delle opere ed è disponibile anche il video con i testi in LIS (Lingua dei Segni Italiana)». (S.B.)

Per ulteriori informazioni ed approfondimenti: Rocco Rolli (rrolli@gmail.com).

martedì 13 febbraio 2018

Non vedente denuncia "A causa degli incivili non esco più da solo"

La Provincia di Como del 13-02-2018

«Da non vedente, non sono più libero di girare da solo per il paese per colpa della maleducazione di troppi proprietari di cani». La denuncia di Giovanni Clerici, che da quattro anni porta avanti una battaglia di civiltà. «Se da solo volessi andare in banca, in posta, al bar o dal macellaio, rischierei di calpestare e poi portarmi appresso qualcosa che non piace a nessuno - afferma Clerici - Possibile che questo sia ritenuto "normale" e che nemmeno i reclami possano smuovere qualcosa? È una triste battaglia che sto conducendo da quattro anni, attraverso segnalazioni al sindaco. Ultimamente ho scritto l'ennesima lettera, questa volta indirizzata anche ad assessori e consiglieri di maggioranza e minoranza. Gli esponenti dell'opposizione mi hanno risposto, più che altro dicendo che come minoranza non possono fare molto». Una battaglia finalizzata innanzitutto a pretendere un doveroso rispetto delle regole. «Quello che chiedo da anni è una presa di posizione da parte delle istituzioni, un controllo che porti a sanzionare questa banda di incivili - sostiene Clerici - Quello che è stato fatto in questi anni, complice il buonismo, è stato mettere i distributori di sacchetti, qualche cartello di carta durato meno di una settimana, inviare una lettera ai possessori di cani invitandoli a comportarsi bene. I risultati, documentati con tanto di fotografie, sono deiezioni canine sempre presenti sui marciapiedi di Oltrona». Clerici non si è limitato alla denuncia, ma ha avanzato anche qualche proposta. «Ho suggerito alla polizia locale la soluzione adottata a Tirano (Sondrio) ma questa, sebbene abbia dato risultati positivi, è stata snobbata. A Tirano è stata emessa un'ordinanza mirata al fenomeno con tanto di sanzioni amministrative per i trasgressori, dopodiché è stata esposta in tutte le attività e i luoghi pubblici e, dopo aver debitamente informato la cittadinanza, si è passati alle multe. Questo modo di procedere denota una volontà seria di affrontare il problema, senza nascondersi dietro la giustificazione che non sia facile prendere sul fatto i trasgressori». (M.Cle.)

lunedì 12 febbraio 2018

Cecità e stereotipi nel mondo del lavoro

Superando.it del 12-02-2018

Il primo ciak della settimana scorsa ha dato inizio alle riprese del documentario Cecità e stereotipi nel mondo del lavoro, ambientato in quattro diverse città d’Italia e centrato su alcune interviste riguardanti soprattutto le nuove tecnologie che possono sostenere una maggiore inclusione delle persone con disabilità visiva nel mondo del lavoro.

Dietro la macchina da presa, la veronese Alessia Bottone, giornalista che questa volta cercherà di curare un approfondimento su come valorizzare le potenzialità di chi vive questa condizione.

Le nuove frontiere della tecnologia, infatti, consentono di fare cose impensabili, ma molte persone – forse la maggior parte – non se ne rendono ancora conto. E la capacità lavorativa dei disabili visivi spesso è soggetta a stereotipi che ormai è indispensabile superare, eliminando le discriminazioni e permettendo a tutti di valorizzare le proprie potenzialità anche nel mondo del lavoro.

Come fare, quindi, a superare i pregiudizi nell’era del digitale? Lo abbiamo chiesto alla stessa Alessia Bottone, ideatrice e responsabile di questo progetto, dedicato ad alcune storie di persone che “ce l’hanno fatta”, riuscendo ad abbattere il cosiddetto stereotipo del “cieco = centralinista tipo” e arrivando a conquistare posizioni rilevanti all’interno del mondo del lavoro.

Già promotrice del documentario Vorrei ma non posso: quando le barriere architettoniche limitano i sogni, cui anche il nostro giornale ha dedicato ampio spazio, con questo nuovo progetto Alessia è partita da Verona per realizzare un documentario attraverso le città di Roma, Milano, Bologna e Bolzano. L’iniziativa è finanziata dalla Fondazione Zanotto, con il supporto dell’UICI di Verona (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), enti che si occuperanno di organizzare l’evento pubblico conclusivo, presso la Banca Popolare di Verona, nel prossimo mese di maggio, aperto a scuole e famiglie, ma soprattutto alle aziende locali, per sensibilizzare e diffondere un’adeguata cultura senza più pregiudizi.

«Dopo il mio precedente progetto sull’accessibilità nella città di Verona – spiega Bottone – ho intrapreso questo nuovo percorso con l’aiuto di Roberta Mancini, presidente dell’UICI di Verona, per conoscere i problemi affrontati dalle persone con disabilità visiva e raccontare le barriere architettoniche/culturali che ruotano dietro a questa forma di disabilità, per le persone che lavorano. Grazie alla Banca Popolare di Verona abbiamo trovato i fondi necessari e abbiamo quindi intrapreso un percorso di conoscenza della realtà lavorativa attuale, individuando cinque nuovi profili che, grazie alle nuove tecnologie informatiche, hanno coinciso con una migliore posizione lavorativa».

Da qui è nata dunque l’idea del documentario: «Il progetto – prosegue Alessia – diventerà pubblico attraverso il web, e ci permetterà di creare un dibattito attraverso le scuole, le università e le aziende, con l’obiettivo di fare informazione e sensibilizzare le realtà lavorative verso un nuovo concetto di lavoro e accessibilità. Ognuno di noi, infatti, ha delle capacità, e per le persone con disabilità visiva è lo stesso: “Non vedo, ma so fare le cose in un altro modo”. Per cui dobbiamo guardare a queste persone senza pregiudizi, creando un mondo ove finalmente le aspirazioni di tutti ottengano il giusto valore e riconoscimento».

Le persone selezionate per la realizzazione del documentario sono rispettivamente:

Michele Landolfo, social manager di una community di non vedenti, impiegato al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e consulente per l’Istituto Cavazza del capoluogo emiliano, dove si occupa di consulenza software e formazione nell’utilizzo delle tecnologie assistive volte a rendere accessibili i prodotti informatici alle persone con disabilità.

Federico Borgna, sindaco di Cuneo, che porterà la propria esperienza di amministratore pubblico.

Consuleo Battistelli di Mantova, attualmente manager impiegata presso IBM Italia, esperta in temi dell’Inclusion Disability, ovvero di formazione riguardante profili competenti per la gestione di strutture cui partecipano persone con disabilità.

Gabriella Ferri di Milano, già centralinista per Banca UniCredit, ora attiva al recupero crediti per il Progetto Si Può, promosso dal medesimo gruppo.

Carlo Carletti, pensionato non vedente, che si racconterà in un confronto “tra ieri ed oggi” legato alla cecità vissuta negli anni passati, quando non esisteva ancora la tecnologia applicata per il mondo della disabilità.

Cinque persone con altrettante storie diverse, che hanno “dato una svolta” alla propria posizione lavorativa, lottando per le loro aspirazioni: «Per noi – sottolinea ancora Bottone – è una buona occasione per conoscere persone che possono essere un esempio per tutti. Vogliamo stimolare volontà, ma anche suscitare curiosità, per far guardare oltre, con la consapevolezza che non tutti, magari, vogliano raggiungere obiettivi di carriera, ma che al tempo stesso tutti abbiano lavorato tantissimo per superare gli ostacoli della vita. Per questo la nostra idea di fare informazione e incuriosire punta sostanzialmente a valorizzare le potenzialità di ognuno».

a cura di Laura Sandruvi

giovedì 8 febbraio 2018

Bergamo. Mappe tattili per turisti non vedenti o ipovedenti

Anci.it del 08-02-2018

Mappe turistiche tattili per non vedenti o ipovedenti: è quello che sperimenta da domani la città di Bergamo, sempre più attenta alle esigenze del turismo nazionale e internazionale. Il Comune di Bergamo e Visit-Bergamo (con il contributo di Regione Lombardia), per la prima volta in Italia, propongono delle speciali mappe da consegnare a turisti non vedenti grazie alle quali visitare e conoscere le attrazioni e i luoghi principali della città: una serie di otto mappe tattili che realizzano un percorso ideale dalla stazione ferroviaria a Bergamo Alta, in modo da migliorare o garantire l’autonomia di turisti e visitatori non vedenti o ipovedenti.

“Si tratta di un’iniziativa di straordinario valore – sottolinea l’Assessore alla cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti – soprattutto se inscritta nel percorso di crescita della vocazione turistica della nostra città, che da domani si dimostra accogliente anche nei confronti di visitatori ipovedenti o non vedenti. Un’iniziativa di questo tipo è unica finora in Italia e speriamo possa fare scuola nel nostro Paese.”

Un progetto ambizioso: ci sono voluti oltre 6 mesi di lavoro in stretta collaborazione con l’UICI, Unione Nazionale Ciechi e Ipovedenti, per realizzare l’iniziativa. A produrre le mappe l’azienda Happy Vision, specializzata in questo tipo di soluzioni e con sede nella bergamasca.

Le mappe evidenziano in braille per i non vedenti e a caratteri molto grandi per gli ipovedenti tutti i luoghi principali della città: sono otto le mappe a disposizione presso l’infopoint del Comune di Bergamo, mappe con monumenti, fontane, edifici in rilievo per agevolarne l’identificazione. Le aree di interesse vanno dal piazzale della stazione – luogo di grande rilevanza non solo per i visitatori non vedenti, ma anche per i cittadini con problemi visivi – al centro città (piazza Pontida e via XX Settembre, ma anche l’area del Centro Piacentiniano e del Teatro Donizetti) e a Bergamo Alta (con mappe che evidenziano i monumenti, ma anche i punti di interesse sulle Mura patrimonio Unesco e un focus su piazza Duomo). 

lunedì 5 febbraio 2018

Rifiuto del cane guida: se ci si mettono anche gli oculisti delle ASL ...

Superando.it del 05-02-2018

«Non è certo la prima volta – dichiara Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino, riferendosi a quanto accaduto nel capoluogo piemontese a una persona cieca – che dobbiamo prendere posizione contro discriminazioni ai danni di non vedenti, accompagnati dal loro cane guida, ma questa volta l’aggravante è che il rifiuto è arrivato da un'oculista dell’ASL, cioè da chi, per professione, dovrebbe conoscere bene la realtà delle persone con disabilità visiva e sapere che la legge consente ai cani guida di andare ovunque, tanto più in un luogo di cura».

«Con quella bestia qui non si entra. Punto». Arriva da Torino un nuovo caso di discriminazione ai danni di una persona cieca, accompagnata dal suo cane guida. Non è certo il primo episodio del genere, come ben sa chi legge «Superando.it», ma questa volta l’aggravante è che il rifiuto è arrivato da un'oculista dell’ASL, cioè da chi, per professione, dovrebbe conoscere bene la realtà delle persone con disabilità visiva e sapere che la legge consente ai cani guida di andare ovunque, tanto più in un luogo di cura.

Protagonista della spiacevole esperienza è stato Sergio Muzzolon, un uomo cieco di 66 anni che abita a Torino, nel Quartiere Mirafiori. Per ben due volte, nei mesi scorsi, si è presentato all’ASL di Via Monginevro, 130, accompagnato dal fedele Fuego, il bellissimo labrador addestrato presso la Scuola Nazionale Cani Guida di Scandicci (Firenze), che da anni lo affianca nella vita quotidiana. Ma una volta giunto in sala d’aspetto, ecco l’amara sorpresa. «L’oculista dell’ASL – racconta – non ha voluto sentire ragione. Si è impuntata, dicendo “questa è casa mia e qui la bestia non entra”».

La prima volta Muzzolon, pur di non rinunciare all’appuntamento prenotato da tempo, ha lasciato correre e Fuego è rimasto ad aspettarlo fuori dalla porta. Ma al secondo episodio, verificatosi nella stessa struttura e con la stessa oculista, ha deciso di non demordere. Dopo avere tentato tutte le strade, perfino una chiamata al 112, si è presentato in Questura e da lì sono partite varie indagini, compreso un procedimento disciplinare dell’ASL a carico dell’oculista.

«Siamo semplicemente costernati – commenta Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) – e costretti a ribadire per l’ennesima volta che la Legge 37/74 (integrata e modificata dalla Legge 376/88 e infine dalla Legge 60/06), garantisce ai cani guida l’accesso in qualsiasi luogo pubblico. Non è certo la prima volta che dobbiamo prendere posizione contro discriminazioni di questo genere. Uno degli ultimi episodi torinesi, risalente all’estate dello scorso anno, riguardava un signore non vedente che si era visto negare l’accesso al taxi, proprio perché affiancato dal suo accompagnatore a quattro zampe. Mai però ci saremmo immaginati un simile trattamento da parte di un’oculista. Ricordiamo, ancora una volta, che i cani guida sono, a tutti gli effetti, gli “occhi di chi non vede”. Non è uno slogan, ma semplicemente la realtà. Ed è inaccettabile che le persone cieche debbano continuare a subire queste discriminazioni. Faremo di tutto perché episodi simili non si ripetano in futuro». (L.M. e S.B.)

Delle battaglie per il diritto all’accesso dei cani guida – condotte con forza, oltreché dall’UICI, anche dall’Associazione Blindsight Project – il nostro giornale si è occupato molto spesso in questi anni.