lunedì 30 marzo 2020

Tokyo 2020, Pancalli: le nuove date, la migliore scelta possibile

Redattore Sociale del 30.03.2020

"Ora gli atleti hanno la possibilità di poter riprogrammare al meglio il proprio percorso di preparazione. Il countdown riparte". Così Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico.

ROMA. "La definizione delle nuove date dei Giochi Olimpici e Paralimpici è una notizia positiva che infonde coraggio e determinazione non solo alla famiglia sportiva internazionale ma a tutto il mondo impegnato in questo momento nella dura battaglia contro la pandemia di Covid-19. I Giochi fissano così un orizzonte di speranza e ci auguriamo tutti possano rappresentare il ritorno alla normalità. Ora gli atleti hanno la possibilità di poter riprogrammare al meglio il proprio percorso di preparazione. Il countdown riparte". Così Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico.

"Le Paralimpiadi si terranno, dunque, dal 24 agosto al 5 settembre 2021. Si tratta della migliore scelta possibile. La saggia decisione degli organismi sportivi internazionali e del Comitato organizzatore, oltre a rappresentare una garanzia per la buona riuscita dell'evento, offre al nostro movimento e alle altre realtà nazionali coinvolte, la possibilità di poter ridefinire con certezza e riprogrammare tutte le attività messe in cantiere nei mesi scorsi", ha concluso Pancalli. (DIRE)

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Tokyo 2020, Giochi Paralimpici al via il 24 agosto 2021
ROMA. I Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, rinviati al prossimo anno per l'emergenza coronavirus, inizieranno il 24 agosto 2021 e termineranno il 5 settembre successivo. È quanto confermato oggi dal Comitato olimpico internazionale, dal Comitato organizzatore e dal Comitato paralimpico internazionale.

"Aver trovato così rapidamente le nuove date per i Giochi di Tokyo 2020 è una notizia fantastica", ha commentato Andrew Parsons, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale. Questo permetterà di offrire "certezza agli atleti e rassicurazioni a tutti i protagonisti coinvolti. I Giochi Paralimpici del prossimo anno saranno uno spettacolo straordinario da parte dell'umanità che si riunirà per celebrare a livello globale la resilienza, oltre che una sensazionale vetrina dello sport. Ora la priorità per tutti coloro che sono coinvolti nel Movimento Paralimpico deve essere quella di concentrarsi sulla sicurezza insieme ad amici e familiari in questo momento difficile e senza precedenti", ha concluso. (DIRE)

Nano Retina annuncia i risultati preliminari dell'impianto della sua retina artificiale

Agenzia AdnKronos del 30.03.2020

HERZLIYA (Israele). Nano Retina Ltd., l'azienda che ha sviluppato NR600, una retina artificiale che imita i processi fisiologici naturali dell'occhio umano e ripristina la vista nei soggetti ciechi a causa di malattie degenerative della retina, tra cui la degenerazione maculare senile e la retinite pigmentosa, ha riportato oggi i risultati preliminari dell'impianto, per la prima volta nell'uomo, della sua retina artificiale nel marzo 2020.

Nell'ambito di uno studio clinico multicentrico europeo che ha arruolato fino a 20 pazienti allo scopo di ottenere l'approvazione CE del dispositivo NR600, i primi due pazienti, resi ciechi dalla retinite pigmentosa, sono stati sottoposti alla procedura minimamente invasiva per l'impianto del dispositivo. Entrambe le procedure sono state eseguite nel Dipartimento di Oftalmologia dell'Ospedale Universitario di Lovanio, in Belgio, dal professor Peter Stalmans, uno dei più eminenti specialisti della retina in Europa.

Dopo l'attivazione del dispositivo, entrambi i pazienti hanno riportato nuove capacità visive che Nano Retina prevede di ottimizzare nei prossimi mesi. Per quanto riguarda il secondo paziente a cui è stato impiantato il dispositivo, il professor Stalmans ha dichiarato: "Il dispositivo è stato attivato per la prima volta e il risultato è stato sorprendente: questa paziente, che aveva completamente perso la vista ormai da 5 anni, ha immediatamente riferito di aver visto un'immagine al centro del suo campo visivo dopo l'attivazione del dispositivo e riusciva mostrare con le mani le dimensioni dell'immagine che vedeva. Questa esperienza mi ha colpito molto. Lavoro da oltre 20 anni come oftalmologo, ma questa è la prima volta che un paziente completamente cieco riacquista una certa percezione visiva".

Yaakov mildation, CEO di Nano Retina, ha dichiarato: "Siamo entusiasti dei risultati riportati oggi. Il dispositivo di retina artificiale NR600 di Nano Retina, che credo sia uno dei dispositivi medici più innovativi e avanzati al mondo, è il frutto di uno sforzo internazionale da parte di un talentuoso team di scienziati nel corso di un decennio. Non vediamo l'ora di ridare la vista a centinaia di migliaia di persone non vedenti colpite da malattie della retina".

Ilan Neugarten, Presidente del Consiglio di amministrazione di Nano Retina e Presidente esecutivo di Rainbow Medical, ha dichiarato: "Siamo estremamente soddisfatti di questo straordinario risultato della Nano Retina e attendiamo con ansia il completamento dello studio clinico e del marketing di questa tecnologia all'avanguardia."

Informazioni su Nano-Retina

Nano-Retina (www.nano-retina.com) è stata fondata nel 2009 da Rainbow Medical. L'azienda ha sviluppato l'NR600, una retina artificiale miniaturizzata, progettata per restituire la vista a chi l'ha persa a causa della degenerazione retinica. Questo dispositivo avanzato viene impiantato con una tecnica minimamente invasiva in anestesia locale e si prevede che fornirà una risoluzione visiva superiore grazie alla sua ampia gamma di elettrodi brevettati in nanocala. 

Informazioni su Rainbow Medical 

Rainbow Medical (www.rainbowmd.com) è una società privata di investimenti che sviluppa e fa crescere start-up, sviluppando dispositivi medici rivoluzionari, inventati da Yossi Gross, per diverse esigenze di natura medica non soddisfatte.

Per maggiori informazioni, contattare: Meital Levi Tal, meital@xmind.co.il 

venerdì 27 marzo 2020

Tutti i diritti umani devono essere tutelati, senza discriminazione alcuna!

Superando.it del 27.03.2020

«La crisi legata al coronavirus non può essere risolta solo con misure di emergenza e di sanità pubblica; anche tutti gli altri diritti umani devono essere affrontati! Tutti, infatti, senza eccezioni, hanno il diritto a interventi salvavita e la scarsità di risorse o l’uso di regimi assicurativi pubblici o privati non deve mai essere una giustificazione per discriminare determinati gruppi di pazienti, a partire dalle persone con disabilità»: lo scrivono in un importante comunicato i più qualificati esperti sui diritti umani delle Nazioni Unite.

Tutti i più qualificati esperti dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani hanno diffuso un importante comunicato che si apre così: «La crisi legata al coronavirus non può essere risolta solo con misure di emergenza e di sanità pubblica; anche tutti gli altri diritti umani devono essere affrontati! Tutti, infatti, senza eccezioni, hanno il diritto a interventi salvavita e questa responsabilità spetta ai Governi dei vari Paesi. La scarsità di risorse o l’uso di regimi assicurativi pubblici o privati non deve mai essere una giustificazione per discriminare determinati gruppi di pazienti, perché tutti hanno il diritto alla salute».

Entrando poi nel dettaglio dei gruppi attualmente a maggior rischio di discriminazione, gli esperti dell’ONU citano in primo luogo proprio «le persone con disabilità», e in successione «le persone anziane, le comunità di minoranza, le popolazioni indigene, gli sfollati interni, le persone colpite dalla povertà estrema e che vivono in ambienti sovraffollati, coloro vivono in istituti residenziali, i detenuti, i senzatetto, i migranti e i rifugiati, le persone in situazione di tossicodipendenza, i gruppi LGBT [lesbiche, gay, bisessuali e transgender, N.d.R.] e persone di genere diverso». «Questi e altri gruppi – si scrive – devono ricevere supporto dai Governi».

Soffermandosi poi sui «progressi nelle scienze biomediche», la nota dichiara che «essi sono molto importanti per realizzare il diritto alla salute», ribadendo però che «ugualmente importanti sono tutti i diritti umani» e a tal proposito «i princìpi di non discriminazione, partecipazione, responsabilizzazione e responsabilità devono essere applicati a tutte le politiche relative alla salute».

Pieno sostegno vieni quindi espresso per tutte le misure raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, necessarie a sconfiggere la pandemia, invitando ogni Stato «ad agire con determinazione per fornire le risorse necessarie a tutti i settori dei sistemi di sanità pubblica, dalla prevenzione e individuazione al trattamento e al recupero».

«Ma affrontare questa crisi – proseguono gli esperti delle Nazioni Unite – è molto più di questo. Gli Stati devono adottare ulteriori misure di protezione sociale affinché il loro sostegno raggiunga coloro che sono maggiormente a rischio di essere colpiti in modo sproporzionato dalla crisi. E questo include anche le donne, che si trovano già in una posizione socioeconomica svantaggiata, che sopportano un onere assistenziale ancora più pesante e che vivono con un aumentato rischio di violenza di genere».

Dopo avere successivamente espresso la propria gratitudine per gli operatori sanitari di tutto il mondo «che devono avere ogni supporto possibile da parte di Stati, imprese, organi d’informazione e opinione pubblica in generale», gli esperti sottolineano che «questa seria sfida globale è anche un campanello d’allarme per la rivitalizzazione dei principi universali dei diritti umani. Sono questi princìpi e la fiducia nella conoscenza scientifica, che devono prevalere sulla diffusione di notizie false, pregiudizi, discriminazione, disuguaglianze e violenza».

«Tutti affrontiamo insieme questa sfida senza precedenti – conclude la nota – e in particolare il settore imprenditoriale continua ad avere responsabilità in materia di diritti umani in questa crisi. Solo infatti con sforzi multilaterali concertati, solidarietà e fiducia reciproca, riusciremo a sconfiggere la pandemia, diventando più resistenti, maturi e uniti. E quando poi arriverà un vaccino per il Covid-19, esso dovrà essere fornito senza discriminazioni. Ma nel frattempo è proprio l’approccio basato sui diritti umani un altro percorso efficace nella prevenzione delle principali minacce alla salute pubblica». (S.B.)

Ringraziamo Luisella Bosisio Fazzi per la collaborazione.

Decreto Legge “Cura Italia” del 17 marzo 2020, n. 18. Estensione dei permessi retribuiti di cui all’articolo 33, commi 3 e 6, della Legge n. 104/1992

Comunicato della Sede Centrale UICI n. 58/2020

Nel famoso Decreto “cura Italia”, ora in discussione al Senato, di particolare rilievo a tale riguardo è l’articolo 24 che stabilisce l’ampliamento del numero dei giorni di permesso retribuito previsti dall’art. 33, commi 3 e 6, della Legge n. 104/1992, incrementandolo di ulteriori 12 giornate complessive, per i mesi di marzo e aprile 2020. La norma recita testualmente: “Il numero di giorni di permesso retribuito coperto da contribuzione figurativa di cui all'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992 n. 104, è incrementato di ulteriori complessive 12 giornate usufruibili nei mesi di marzo e aprile 2020”.

Conseguentemente, i soggetti aventi diritto ai permessi in questione potranno fruire, in aggiunta ai 3 giorni mensili già previsti dalla Legge n. 104/1992 (3 per il mese di marzo e 3 per il mese di aprile), di ulteriori 12 giorni da fruire complessivamente nell’arco dei predetti due mesi.

È bene chiarire, dopo la confusione di notizie circolate in questi giorni, che l’estensione a ulteriori 12 giorni interessa tutti i dipendenti titolari dei benefici previsti dalla Legge n. 104/1992 sia in qualità di persone con disabilità con connotazione di gravità, che impegnati nell’assistenza di familiari con disabilità grave. In sintesi, ne possono usufruire:

1. i genitori di figli con disabilità grave non ricoverati a tempo pieno;

2. il coniuge, i parenti e gli affini entro il secondo grado di persona con disabilità grave (ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con disabilità in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anch’essi affetti di patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti), non ricoverati a tempo pieno;

3. i lavoratori con disabilità grave.

Lo chiariscono in particolare il Ministero del Lavoro con circolare n. 3 del 24 marzo, e l’INPS con circolare n. 45 del 25 marzo 2020. In allegato, i relativi testi.

Per rispondere ai numerosi quesiti che ci giungono dal territorio, riteniamo opportuno esemplificare alcune circostanze, per chiarire meglio la portata della norma e assicurare una corretta applicazione della stessa in tutti gli uffici, pubblici e privati:

• se si ha diritto a 6 giorni di permesso al mese per due familiari, ora si avrà diritto, in virtù del citato decreto, a 36 giorni di permesso retribuito (6 giorni a marzo + 6 giorni aprile + 24 giorni da poter utilizzare fra marzo e aprile);

• il lavoratore con disabilità del settore privato, ovvero chi presta assistenza a familiare disabile grave (in entrambi i casi, c’è già il provvedimento autorizzativo dell’INPS all’uso della Legge n. 104/92) non dovrà presentare una nuova domanda telematica sul portale dell’Istituto previdenziale. L’interessato potrà, infatti, già fruire delle suddette ulteriori giornate, dandone comunicazione al proprio datore di lavoro, che regolarizzerà la posizione assicurativa e previdenziale con l’INPS attraverso il flusso UniEmens.

Lo stesso vale per i lavoratori dipendenti pubblici con disabilità grave, ovvero impegnati nell’assistenza a familiare disabile grave), che si dovranno interfacciare direttamente con la propria Amministrazione pubblica, secondo le consuete modalità. Sul punto, dà garanzie la circolare del Ministero del Lavoro, n. 3/2020, allegata;

• la domanda di permessi ex Legge n. 104/92 sarà, invece, necessaria in assenza di un provvedimento di autorizzazione da parte dell’INPS all’uso di tali permessi, in corso di validità (riguarda esclusivamente coloro che non hanno mai fatto domanda dei permessi Legge n. 104/92). Pertanto, la fruizione delle ulteriori 12 giornate di permesso potrà essere richiesta al datore di lavoro (pubblico o privato) solo successivamente alla data della domanda amministrativa di concessione della Legge n. 104/92;

• le 12 giornate di Legge 104/92 sono frazionabili anche in ore;

• in caso di rapporto di lavoro part-time, va distinta la modalità verticale, da quella orizzontale. Per il part-time verticale, i 12 giorni verranno riparametrati (Orario medio settimanale teoricamente eseguibile dal lavoratore part time/orario medio settimanale teoricamente eseguibile a tempo pieno) X 12). Per il part-time orizzontale, non andrà effettuato alcun riproporzionamento;

• in favore dei genitori di figli con disabilità grave, nel periodo di sospensione dei servizi educativi e scolastici, è possibile cumulare il congedo parentale per emergenza COVID-19 retribuito al 50 per cento (artt. 23 e 25 del Decreto Legge n. 18/2020; vedi anche il Comunicato UICI n. 57 del 25 marzo 2020), o in alternativa il bonus per servizi di baby-sitting, con i giorni di permesso retribuito per Legge n. 104/92 così come estesi dal Decreto “Cura Italia” (6 + 12 per marzo e aprile) e con il congedo straordinario biennale di cui all’art. 42, comma 5, del Decreto legislativo 151/2001.

In alternativa all’estensione dei permessi Legge n. 104/92, c’è la possibilità, per i dipendenti privati e pubblici in stato di disabilità grave, di assentarsi dal lavoro fino al 30 aprile 2020. In tal caso, si avrà totale equiparazione di tale assenza al ricovero ospedaliero (assenza per malattia, non calcolata ai fini del superamento del periodo di comporto).

Per le modalità di accesso a tale beneficio, la cui definizione è rimessa all’art. 26, comma 2, del citato Decreto n. 18/2020, in attesa che l’INPS dirami una apposita Circolare e/o Messaggio, ci si può rivolgere al medico curante, per assumere le necessarie informazioni (qualora il medico curante sollevasse delle perplessità, potrete chiarirgli l’adempimento richiesto suggerendo di fare applicazione del certificato di malattia Codice V07, già in uso presso altri suoi colleghi).

Il file contenente il presente comunicato ed i relativi allegati è scaricabile da qui

giovedì 26 marzo 2020

Le persone sordocieche e l'isolamento assoluto in quarantena: "Non abbandonateci"

La Repubblica del 26.03.2020

Francesco Mercurio, presidente del comitato delle persone sordocieche della Lega del Filo d'Oro, lancia un appello alle Istituzioni: "Non dimenticateci. Per noi il tatto è vista, e per alcuni di noi anche molto di più".

ROMA. La grave emergenza sanitaria in corso causata dal Coronavirus impone alle persone sordocieche una condizione di isolamento assoluto, dovuta alle restrizioni imposte dalle misure di contenimento della pandemia. Data la minorazione sensoriale, infatti, queste persone utilizzano prevalentemente il tatto per comunicare e conoscere l'ambiente circostante e, in un momento in cui la raccomandazione è quella di mantenere la distanza di sicurezza, questo rappresenta per loro un ulteriore, enorme, ostacolo. Difficoltà vissute anche dai familiari delle persone con disabilità plurime, che, da quando si sono viste chiudere tutti i servizi di sostegno, sono state lasciate sole a gestire situazioni estremamente complesse.

Francesco Mercurio, presidente del comitato delle persone sordocieche della Lega del Filo d'Oro, lancia un appello alle istituzioni: "Non dimenticateci! Per noi il tatto è vista, e per alcuni di noi anche molto di più. Eppure siamo chiamati a scegliere: chiedere aiuto - e correre e far correre rischi - oppure rinunciare? Siamo costretti a vivere con un senso di colpa che toglie il sonno - per quelle persone che, inevitabilmente, devono entrare in contatto con noi, le assistenti, che pure cerco di coinvolgere al minimo per la loro e la mia sicurezza".

La Lega del Filo d'Oro, nel 2019, ha seguito circa 950 utenti nei diversi servizi, di cui il 7% sono persone che hanno più di 65 anni e il 3% sono bambini tra 0 e 4 anni, che spesso presentano un quadro clinico complesso. Le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, così come tutte quelle che presentano patologie cronico-degenerative, pluri-disabilità e, più in generale, un quadro clinico già compromesso, rappresentano una delle categorie maggiormente esposte al rischio di contrarre il "Coronavirus”, ma sono anche più vulnerabili alle ricadute sociali derivanti dalla grave epidemia in corso.

Più in generale, si stima che nel nostro Paese ci siano quasi 190.000 persone con disabilità legate alla vista e all'udito (studio Istat per la Lega del Filo d'Oro, 2016) e che più della metà abbiano bisogno di assistenza continua. L'espansione dell'epidemia di Coronavirus, per loro e i loro caregiver, è dunque estremamente rischiosa.

"Non chiediamo deroghe alla normativa, siamo consapevoli che il virus non ne ammette. Tuttavia, - continua Marcurio - il contatto rappresenta per noi una questione di vitale importanza e vorremmo che questa vicinanza necessaria alla comunicazione delle cose essenziali e allo svolgimento delle attività della vita quotidiana, avvenisse in sicurezza per noi e per le persone che ci aiutano".

Francesco, classe 1980, è nato cieco ed è poi diventato sordo all'età di dieci anni. In questi giorni sta vivendo una condizione di particolare difficoltà e preoccupazione dovuta alle restrizioni imposte dalle misure di contenimento del coronavirus: "Questa situazione, difficile per tutti, mette a dura prova chi già viveva una vita difficile prima. La caratteristica di questo virus, infatti, è che si può trasmettere anche con il contatto delle mani. E questo è atroce per chi, come noi persone sordocieche, attraverso il tatto si orienta e comunica con il mondo. Per noi avere accesso ai presidi sanitari di prevenzione è necessario per allentare la morsa dell'isolamento a cui siamo stati confinati".

Circolare INPS n. 44/2020 – Bonus per servizi di assistenza e sorveglianza dei minori

Comunicato della Sede Centrale UICI n. 57/2020

Con propria circolare n. 44, l’INPS ha emanato le prime istruzioni operative per la fruizione del Bonus per servizi di assistenza e sorveglianza dei minori di cui agli articoli 23 e 25 del decreto-legge 17 marzo 2020, n.18, come indicato di seguito.

Le previsioni degli articoli 23 e 25 del decreto-legge citato riguardano il comparto dei lavoratori del settore privato, gli iscritti alla Gestione separata e gli autonomi anche non iscritti all’INPS. Inoltre, le medesime misure di sostegno sono estese al comparto dei lavoratori impiegati nel settore sanitario pubblico e privato accreditato e per il personale addetto alla sicurezza, difesa e soccorso pubblico, attualmente impiegato per le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, con particolare riferimento agli appartenenti alle seguenti categorie:

• medici;
• infermieri;
• tecnici di laboratorio biomedico;
• tecnici di radiologia medica;
• operatori sociosanitari.

I soggetti sopra menzionati hanno diritto a fruire di un bonus per l’assistenza e la sorveglianza dei minori, per i figli di età non superiore a dodici anni e in alternativa allo specifico congedo di quindici giorni.

Il beneficio spetta, con importi complessivi fino a 600 euro, ovvero fino a 1.000 euro a seconda dei casi, sulla base delle modalità operative stabilite dall’INPS, a cui deve essere presentata apposita domanda.

Sulla base delle domande che saranno pervenute, in ordine cronologico, l’INPS attiverà il monitoraggio e comunicherà l’accoglimento dell’istanza fino all’esaurimento dei fondi complessivamente stanziati e destinati alla misura agevolativa.

Le misure trovano applicazione, limitatamente all’anno 2020 e con effetto retroattivo a decorrere dal 5 marzo, data in cui è stata disposta la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, a opera del D.P.C.M. del 4 marzo 2020, e per tutto il periodo di chiusura dei servizi educativi scolastici.

La prestazione spetta a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, esempio, NASPI, CIGO, indennità di mobilità, ecc. o altro genitore disoccupato o non lavoratore, con i quali, dunque, sussiste incompatibilità e divieto di cumulo.

Nell’ipotesi in cui all’interno del medesimo nucleo familiare siano presenti più soggetti minori nel rispetto del limite d’età previsto dalla norma, sarà possibile percepire il bonus relativamente a tutti i minori presenti, ma nel limite del suddetto importo complessivo, dovendo indicare un importo parziale per ciascun minore.

Esempio: con due figli minori di dodici anni, nel caso di un lavoratore dipendente privato, potrà essere indicato, nella domanda che sarà presentata all’INPS, un importo parziale per ciascun minore, sino alla concorrenza dell’importo massimo erogabile pari a 600 Euro.

Il beneficio per servizi di baby-sitting compete in linea generale ai “genitori” del minore. Pertanto, in ipotesi di genitori che non fanno parte dello stesso nucleo familiare, si ritiene che il beneficio debba essere richiesto ed erogato in favore del soggetto che convive con il minore.

Per consentire all’INPS le verifiche del caso e al fine di evitare casi di doppi pagamenti della prestazione, il genitore richiedente, nella compilazione del modello di domanda per la prestazione, dovrà autodichiarare la presenza/assenza dell’altro genitore ovvero di essere genitore unico e la convivenza con il minore. Al riguardo, si ricorda che, ai sensi del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, l’Istituto effettuerà controlli sulla veridicità e completezza dei dati autodichiarati.

Per quanto concerne il limite d’età imposto dalla norma, lo stesso verrà considerato alla data del 5 marzo 2020.

Da notare che il predetto limite d’età fissato in 12 anni non si applica in riferimento ai figli con disabilità in situazione di gravità accertata ai sensi dell’articolo 4, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale.

Le agevolazioni previste dalla norma competono ai genitori naturali, ma sono destinate anche ai soggetti affidatari del minore.

La domanda va presentata secondo una delle seguenti modalità:

• APPLICAZIONE WEB online disponibile su portale istituzionale www.inps.it al seguente percorso: “Prestazioni e servizi” > “Tutti i servizi” > “Domande per Prestazioni a sostegno del reddito” > “Bonus servizi di baby sitting”;
• CONTACT CENTER INTEGRATO - numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (da rete mobile con tariffazione a carico dell'utenza chiamante);
• PATRONATI - attraverso i servizi offerti gratuitamente dagli stessi.

Per fruire del bonus, tramite il Libretto Famiglia, il genitore beneficiario (utilizzatore) e il prestatore dovranno preliminarmente registrarsi sulla piattaforma delle prestazioni occasionali, accessibile sul sito www.inps.it.

L’utilizzatore e il prestatore possono accedere alla procedura:

• direttamente con l’utilizzo delle proprie credenziali;
• avvalendosi dei servizi di contact center INPS, che gestiranno, per conto dell’utente (utilizzatore/prestatore), lo svolgimento delle attività di registrazione e/o degli adempimenti di comunicazione della prestazione lavorativa. Anche in tal caso è necessario il possesso delle credenziali personali;
• tramite intermediari di cui alla legge 11 gennaio 1979, n. 12, o enti di patronato di cui alla legge 30 marzo 2001, n. 152, e ss.mm.ii.

Occorre seguire con cura le istruzioni indicate anche per la cosiddetta “appropriazione telematica” del bonus erogato che ne consentirà la fruizione.

In allegato, estratto della Circolare INPS con il dettaglio delle indicazioni fornite.

Il file contenente il presente comunicato ed il relativo allegato è scaricabile da qui

Lavoratori con disabilità: e alla fine prevale la ragione!

Superando.it del 26.03.2020

Il timore che alla fine i più penalizzati rischiassero di essere proprio i lavoratori con disabilità era fondato, alla luce di quanto stabilito da un messaggio prodotto la scorsa settimana dall’INPS. Fortunatamente, però, alla fine ha prevalso la ragione e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha messo la parola fine ad ogni dubbio, adottando l’interpretazione più favorevole.

Ci riferiamo segnatamente alla questione da noi seguita giorno dopo giorno, relativa alle agevolazioni lavorative previste dal Decreto Legge 18/20, cosiddetto “Cura Italia”, dalle quali il Messaggio n. 1281 diffuso il 20 marzo dall’INPS sembrava escludere proprio i lavoratori con disabilità, riservando i nuovi benefici solo ai familiari di chi assiste persone con disabilità. Ieri però, 24 marzo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha diramato l’importante Circolare 3/20, particolarmente rilevante, vista anche la confusione prodottasi in questi giorni.

Come si legge nel sito del Servizio HandyLex.org, che dedica un’approfondita analisi a quella Circolare, quest’ultima riguarda sia i dipendenti privati che quelli pubblici, e affronta le questioni più rilevanti per i lavoratori con disabilità e per quelli che assistono persone con disabilità: dall’estensione dei permessi lavorativi derivanti dall’articolo 33 della Legge 104/92, al congedo per i lavoratori con disabilità, trattando inoltre particolari quadri clinici a rischio, il diritto al lavoro agile e i congedi ai genitori.

In particolare, rispetto all’ampliamento dei permessi lavorativi, «il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – si legge in HandyLex.org – ha messo la parola fine alla discussione, adottando un’interpretazione più favorevole. E del resto non poteva essere altrimenti, vista la Relazione Tecnica al Decreto Legge 18/20, depositata al Senato, che indicava chiaramente la volontà ampia del Legislatore».

Per approfondire dunque le varie parti della Circolare Ministeriale 3/20, suggeriamo caldamente ai Lettori la consultazione dell’analisi pubblicata da HandyLex.org a questo link. (S.B.)

mercoledì 25 marzo 2020

CRI Lombardia e Federfarma Lombardia: dal 23 marzo Consegna farmaci a domicilio

Si ricorda che dal 23 marzo 2020 il Comitato Regionale Lombardia Croce Rossa Italiana e Federfarma Lombardia hanno attivato un nuovo e utile servizio di consegna farmaci a domicilio.

Il servizio è volto a supportare la Lombardia in questa importante emergenza Covid-19.

Modalità di attivazione: chiamare “CRI Pronto farmaco” al numero 02.3883350

Orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 19.00

Destinatari: in possesso di prescrizione medica (o con codice NRE della ricetta)

- persone con oltre 65 anni
- persone non autosufficienti
- persone sottoposte alla misura della quarantena o risultati positivi al virus COVID-19.

Volontariato con cuffie e pc: "Leggo i libri per le persone non vedenti"

La Stampa del 25.03.2020

NOVARA. Il mistero della conquista dell'Everest» è appoggiato accanto al pc portatile sulla scrivania, le cuffie con microfono pronte per essere infilate, il software avviato. «Sono fortunato in questo durissimo momento, sono un lettore di libri per i ciechi, e visto che non posso uscire ci dedico molto più tempo». Giuseppe Codini, ingegnere in pensione, ha una bella voce che invita all’ascolto. Scrittore di storie di Val Grande, volontario della Croce rossa di Novara, da anni con l'associazione «Il libro parlato» di Novara è anche un volontario della lettura: «L’Unione italiana ciechi manda una lista di libri ai suoi volontari, che scelgono quali leggere. Possono essere romanzi, spesso sono testi scolastici, dall’economia alla storia, per esempio per gli universitari non vedenti che devono affrontare gli esami». Bastano un pc, un software, un microfono e una dizione accurata: «A fine febbraio a Novara avrebbe dovuto partire un corso per diventare lettori insieme all'attrice Elena Ferrari, purtroppo abbiamo dovuto sospendere - racconta -, ma queste giornate sono l’occasione per dedicarvi più tempo: in genere leggo cinque pagine al giorno, ci vogliono 5o minuti, per un libro di 200 pagine impieghiamo circa due mesi. Ora posso leggere qualche pagina in più, sfruttando anche i weekend, facendo attenzione a non sforzare la voce, perché altrimenti chi ascolta se ne accorge. Ho scoperto che leggere ad alta voce è bellissimo, permette di entrare nell'anima del libro. E leggere ad alta voce per un altro, sapendo che non può vedere, è un gesto ancora più importante».

di Elisabetta Fagnola

martedì 24 marzo 2020

Le linee guida mediche non discriminino assolutamente le persone con disabilità!

Superando.it del 24.03.2020

«Nei Paesi in cui gli operatori sanitari non siano in grado di fornire lo stesso livello di assistenza a tutti a causa della mancanza di attrezzature e del finanziamento insufficiente al comparto sanitario, le linee guida mediche devono essere non discriminatorie, e seguire il diritto internazionale e le linee guida etiche esistenti per l’assistenza, in caso di disastri ed emergenze di ogni genere. E questi riferimenti parlano chiaro: le persone con disabilità non possono essere discriminate!»: lo ha scritto l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, a tutti i Paesi dell’Unione Europea.

«Siamo estremamente preoccupati per i rapporti che affermano come, in alcuni Paesi, le linee guida mediche per la pandemia da coronavirus discriminano le persone con disabilità . Per questo motivo abbiamo aggiornato la nostra Lettera aperta ai Capi di Stato dei Paesi dell’Unione Europea: COVID-19 – Risposta inclusiva per la disabilità, con richieste relative appunto allo sviluppo di linee guida mediche non discriminatorie ». Lo si legge in una nota diffusa dall’ EDF , il Forum Europeo sulla Disabilità, ove vengono indicate anche tutti i requisiti che ogni linea guida medica deve possedere, nell’attuale emergenza sociosanitaria, per non discriminare le persone con disabilità. Le riportiamo qui di seguito.

«Nei Paesi in cui gli operatori sanitari non siano in grado di fornire lo stesso livello di assistenza a tutti a causa della mancanza di attrezzature e del finanziamento insufficiente al comparto sanitario, le linee guida mediche devono essere non discriminatorie , e seguire il diritto internazionale e le linee guida etiche esistenti per l’assistenza, in caso di disastri ed emergenze di qualsiasi genere. E questi sono riferimenti che parlano chiaro: le persone con disabilità non possono essere discriminate. Nel redigere questi orientamenti, le autorità devono tenere conto del loro impegno nei confronti della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in particolare l’ articolo 11 della stessa (Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie). Le stesse linee guida mediche devono inoltre seguire le migliori pratiche esistenti come la Dichiarazione dell’Associazione Medica Mondiale sull’etica medica in caso di catastrofi, secondo cui, in riferimento alla “scelta” dei pazienti che possono essere salvati, il medico deve considerare solo il loro stato medico e la risposta prevista al trattamento, escludendo qualsiasi altra considerazione basata su criteri non medici ; il documento specifico sul virus Covid-19 prodotto dal Comitato di Bioetica della Repubblica di San Marino [di quest’ultimo si legga già ampiamente sulle nostre pagine, N.d.R.] ».

«L’attribuzione della priorità delle cure da erogare e delle vittime da curare – concludono dall’EDF, ribadendo i concetti espressi – non può non tenere conto dei princìpi etici fondamentali. L’unico parametro di scelta, quindi, dev’essere la corretta applicazione del triage , nel rispetto di ogni vita umana, in base ai criteri di adeguatezza clinica e proporzionalità dei trattamenti. Qualsiasi altro criterio di selezione, come età, genere, appartenenza sociale o etnica, disabilità, è e ticamente inaccettabile , in quanto implicherebbe una classificazione di vite solo apparentemente più o meno degna di essere vissute, costituendo un’ inaccettabile violazione dei diritti umani ». (S.B.) Ringraziamo Luisella Bosisio Fazzi per la collaborazione.

Rischia di collassare il sistema di aiuto rivolto a migliaia di persone

Superando.it del 24.03.2020

«È necessario distribuire i presìdi sanitari anche ai volontari e agli operatori delle organizzazioni impegnate nelle attività di assistenza alle persone in condizione di fragilità e marginalità, quali le persone con disabilità. Se questo materiale non verrà messo urgentemente a disposizione della rete di Associazioni, rischia di collassare il sistema di aiuto rivolto a migliaia di persone»: lo ha scritto Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, al capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e alla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo.

«È necessario e urgente distribuire i presìdi sanitari anche ai volontari e agli operatori impegnati nelle attività di assistenza alle persone che già si trovavano in una condizione di fragilità e marginalità: in questo periodo difficile, infatti, sono in larga parte le Associazioni, le Organizzazioni di Volontariato e le Cooperative Sociali a provvedere ai bisogni di anziani soli, persone con disabilità, minori in comunità e migranti, ma i loro sforzi rischiano di fermarsi perché non dispongono di presìdi sanitari di protezione, una carenza che sta esponendo sia i volontari che chi viene aiutato ad un rischio enorme di contagio. A tal proposito dobbiamo registrare che sono già molti i volontari ammalati e purtroppo anche quelli che sono deceduti».
Lo ha scritto Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, in una lettera inviata al capo della Protezione Civile e commissario straordinario per l’Emergenza Covid, Angelo Borrelli, e alla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo.
«È stata fatta una verifica fra le principali reti aderenti impegnate nell’emergenza – aggiunge Fiaschi – e quello che emerge è che il fabbisogno minimo di dispositivi sanitari per le prossime quattro settimane è imponente, non riguardando solo le mascherine, da tempo introvabili, ma camici, occhiali di protezione, guanti, liquidi igienizzanti, termometri a infrarossi, tute di protezione per agenti biologici. Se questo materiale non verrà messo urgentemente a disposizione della rete di Associazioni, rischia di collassare il sistema di aiuto rivolto a migliaia di persone in condizioni di marginalità e fragilità, alle quali l’epidemia di coronavirus sta aggiungendo ulteriori sofferenze». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@forumterzosettore.it (Anna Monterubbianesi).

lunedì 23 marzo 2020

Lampadino e Caramella adesso in tv arriva il cartoon senza barriere

La Repubblica del 23.03.2020

Su RaiPlay e dal 29 su Rai YoYo.

Benvenuti nel mondo ideale di Lampadino e Caramella, colorato e gentile, che accoglie tutti. Al parco i fratelli cambiano gioco perché nessuno si senta escluso, e se l'erba starnutina nei cioccolatini fa starnutire allora è giusto che lo facciano tutti, per non mettere in imbarazzo nessuno. Intorno a loro tanti animali fantastici: Raffa giraffa, faine e cagnolini.

Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa (20 episodi da 6 minuti ciascuno), disponibile su Rai-Play e dal 29 marzo alle 16.50 su Rai YoYo (il canale dedicato ai più piccoli) è un cartone animato rivoluzionario per metodologia, inclusivo e senza barriere. «Il primo e unico rivolto a tutti i bambini, con o senza deficit sensoriali. Attori recitano nella Lis (Lingua Italiana del Segni)», spiega Andrea Martini che con la Animundi (fondata insieme a Raffaele Bortoni) e Rai Ragazzi produce la serie, «la voce di Giuseppe Zeno, il nostro magnifico narratore, racconta ai bambini ciechi ciò che accade, così il cartone animato diventa un audio racconto. Il divertimento non deve avere barriere, è di tutti».

Personaggi, forme, colori, parole, musica e ritmo sono pensati per adattarsi alla sensibilità dei bambini tra i 2 e i 6 anni. «L'inclusione è essenziale, il servizio pubblico deve essere vicino anche ai bambini che affrontano maggiori difficoltà e alle loro famiglie», spiega Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi. «La serie promuove lo scambio di esperienze. Il cartoon inclusivo è un'idea nata anni fa con la società Animundi; sono partiti con un prototipo che ci era sembrato bello. Lavorando in coproduzione siamo riusciti a creare un cartone animato sociale, visibile da tutti, anche dai piccoli nello spettro dell'autismo, infastiditi dai colori troppo forti e delle musiche invasive.

Le audio-descrizioni e il linguaggio dei segni coinvolgono chi ha altri problemi: ci piace l'idea che in questi giorni possiamo riunire tutti davanti alla tv».

Lampadino, lentiggini e capelli rossi, e Caramella, con i codini biondi, partendo dal mondo reale, attraverso una formula magica vengono trasportati nel MagiRegno degli Zampa dove incontrano nuovi amici. «Animundi esiste da 20 anni» racconta Martini «la svolta è arrivata con la casa editrice Puntidivista di Rieti, che realizza prodotti per bambini ipovedenti. Un percorso complesso. Il prodotto sembra facile ma è studiato fotogramma per fotogramma, con la consulenza di esperti, insegnanti, educatori, psicologi, medici». Il metodo di lavorazione innovativo è il "Cartoon Able". «È una tecnica», spiega Martini, «che prevede uno schema preciso: linguaggio chiaro con tempi narrativi calibrati, stile di animazione fruibile da tutti, voce narrante. Le musiche sono di Alfredo Sirica, un compositore di 20 anni. Poi usiamo sottotitoli e traduzione simultanea nella LIS, con attori in costume che recitano in live- action inseriti in un fumetto. Tutto è studiato: le forme sono più arrotondate, la grafica e l'utilizzo dei colori, rispettano criteri di percezione particolari ». Molte personalità hanno sostenuto il progetto, dallo stilista Renato Balestra all'étoile Sabrina Brazzo. Hanno prestato la loro voce ai vari personaggi Giovanni Allevi, Beppe Carletti dei Nomadi, la doppiatrice Monica Ward, Raul Cremona, Gigi e Ross, Vladimir Luxuria, Guillermo Mariotto.

di Silvia Fumarola

sabato 21 marzo 2020

"Ti leggo una storia": registra un brano che ami e condividilo

Redattore Sociale del 21.03.2020

L'iniziativa di "ascolto e lettura ad alta voce" lanciata dal Centro nazionale del Libro Parlato di Roma per rompere la noia delle giornata chiusi in casa. In pochi giorni oltre cento gli audio arrivati: non solo fiabe o pagine di romanzi, ma anche barzellette o la formazione della squadra del cuore recitata.

"Ti leggo una storia": chiusi in casa per l'epidemia da coronavirus, è l'ideale per distoglierci dall'ossessione dei numeri dei contagi rilanciati dai mezzi di informazione o dall'alienante navigazione sui social network tra post di chi litiga se è giusto o meno fare jogging. Il Centro nazionale del libro parlato Francesco Fratta dell'Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti di Roma lancia una bellissima iniziativa. Prendete una storia o una pagina di un romanzo che vi piace, oppure una barzelletta per voi strepitosa, o una poesia che vi fa volare con l'anima e la fantasia, o un testo qualsiasi che ritenete interessante. Leggetelo ad alta voce e registratene l'audio o il video. E inviatelo al Centro nazionale del Libro Parlato che lo rilancerà sui suoi profili Facebook, Instagram e Telegram. "L'idea è nata quasi per caso. Chiusa in casa non sapevo bene cosa fare - racconta Francesca Ferraro, coordinatrice dei donatori di voce del Centro -. E ho pensato di registrare una favola per mandarla ad alcuni amici che hanno bimbi piccoli. A quel punto mi son detta: condividiamola sui social network e invitiamo tutti a fare altrettanto". In pochi giorni sono arrivati oltre 100 registrazioni: dalla fiaba alla formazione della squadra del cuore. "Ciascuno decida di leggere quel che ritiene possa essere interessante o utile. Io ho cominciato da oggi con le ricette", aggiunge Francesca.

Il Centro nazionale del libro parlato si occupa di produrre audiolibri per ciechi e ipovedenti. Ha una biblioteca di 50mila titoli: dai Promessi Sposi alla Divina Commedia ai romanzi più recenti, ma anche testi scientifici e scolastici. Francesca è la coordinatrice dei volontari che registrano gli audio. Sono persone che dedicano alcune ore della settimana per la registrazione di opere specificatamente richieste, spazianti in ogni campo culturale (dalla filosofia alla scienza, dall'elettronica alla letteratura). Si può fare tutto da casa. Attività che non va confusa con l'iniziativa di questi giorni, che serve invece a farci sentire tutti più vicini e a scambiarsi una storia. "Chi pensa di essere interessato a questa forma di volontariato ci contatti -conclude Francesca-. C'è sempre bisogno di persone che con la loro generosità rendano la cultura e la conoscenza accessibile a tutti".

di Dario Paladino

giovedì 19 marzo 2020

Dobbiamo godere degli stessi diritti degli altri cittadini! di Giampiero Griffo

Superando.it del 19.03.2020

Il Comitato di Bioetica della Repubblica di San Marino ha prodotto un importante documento, centrato sull’attuale emergenza sanitaria, che si occupa del trattamento medico nei confronti di pazienti di ogni età o con gravi disabilità. Esso stabilisce che l’unico criterio di cui tenere conto «non sia quello dell’età o della condizione di disabilità, ma quello delle condizioni cliniche di ogni persona». «Un documento – scrive Giampiero Griffo – che ribadisce con forza un concetto: noi persone con disabilità siamo cittadini come gli altri, che devono godere degli stessi diritti degli altri!».

Su richiesta del Governo Sammarinese il Comitato di Bioetica della Repubblica di San Marino ha fornito un parere sull’eventuale selezione delle persone da trattare in terapia intensiva: nessuna distinzione per età e condizione di disabilità, ma solo sulle condizioni cliniche che ogni medico deve valutare per decidere gli interventi di cura, così come stabilisce il Codice Deontologico dei medici. I princìpi di non discriminazione e di eguaglianza di opportunità si applicano a tutte le persone anche in situazione di emergenza.

Nei giorni scorsi, le Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili (disponibili a questo link), diffuse dalla SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) e riguardanti le modalità di intervento in una situazione di emergenza pandemica, con una valutazione delle risorse strumentali e logistiche disponibili, aveva avviato un serrato dibattito tra i medici, e in particolare tra gli anestesisti e i responsabili dei reparti di terapia intensiva.

Se le risorse di posti letto e di macchinari sono limitate, se si dovesse scegliere chi assistere per primi, chi si dovrebbe “scartare” (per usare una terminologia simile a quella di Papa Francesco)? I giovani o gli anziani? Le persone “normali” o le persone con limitazioni funzionali gravi? Ebbene, il triage (termine francese che indica il metodo della selezione) di valutazione su coloro che dovessero essere selezionati negli interventi di terapia intensiva, in situazione di emergenza e scarsità di risorse strumentali, logistiche e di personale, dovrebbe includere, secondo le Raccomandazioni della SIAARTI, le probabilità di sopravvivenza, le aspettative di vita, le comorbilità severe, lo status funzionale, con l’ottica della «massimizzazione dei benefìci per il maggior numero di persone».

Leggendo però fra le righe, le persone più colpite risulterebbero quelle anziane (probabilità di sopravvivenza, aspettative di vita) e quelle con disabilità (comorbilità severe, status funzionale, disabilità stessa).

Come detto, quindi, il Comitato Sammarinese di Bioetica – che dedica una peculiare e costante attenzione alle tematiche della disabilità, inserendola in tutti i documenti approvati – ha licenziato ieri, 17 marzo, un documento all’unanimità (Risposta alla richiesta di parere urgente su aspetti etici legati all’uso della ventilazione assistita in pazienti di ogni età con gravi disabilità in relazione alla pandemia da Covid-19, disponibile integralmente a questo link), su richiesta del Commissario Straordinario per l’Emergenza da COVID-19 della Repubblica di San Marino, chiarendo che «solo il quadro clinico deve essere utilizzato per valutare le condizioni dei pazienti».

Citando infatti la Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani dell’Unesco, nonché la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, il documento ricorda che i princìpi di base da applicare sono quelli della non discriminazione e dell’eguaglianza di opportunità. Esso si rifà in tal senso proprio alle Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie cui la Convenzione ONU dedica un apposito articolo (l’11°), che obbliga gli Stati Parti ad adottare, «in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali», richiedendo «agli specialisti sanitari di prestare alle persone con disabilità cure della medesima qualità di quelle fornite agli altri» (articolo 25).

Già in precedenza il Comitato di San Marino si era pronunciato su temi analoghi in tre diversi documenti, vale a dire L’approccio bioetico alle persone con disabilità (25 febbraio 2013), Bioetica delle catastrofi (10 luglio 2017) e La persona malata nel momento della fine della vita (marzo 2019). Quindi, facendo riferimento alla premessa delle Raccomandazioni prodotte dalla SIAARTI, che riconducono i propri suggerimenti all’attuale pandemia da COVID-19 come a «uno scenario […] sostanzialmente assimilabile all’àmbito della “medicina delle catastrofi”», il Comitato stesso sottolinea che «unico parametro di scelta è la corretta applicazione del triage, nel rispetto di ogni vita umana, sulla base dei criteri di appropriatezza clinica e proporzionalità delle cure. Ogni altro criterio di selezione, quale ad esempio l’età, il genere, l’appartenenza sociale o etnica, la disabilità, è eticamente inammissibile, in quanto attuerebbe una graduatoria tra vite solo in apparenza più o meno degne di essere vissute, costituendo una inaccettabile violazione dei diritti umani».

Va ricordato, a questo punto, che i più recenti documenti delle Nazioni Unite raccomandano, in questo tipo di situazioni emergenziali, di attivare gli interventi sulla base del rispetto e della promozione dei diritti umani di tutti. Così sono stati licenziati dall’ONU, nell’ottica degli aiuti umanitari e degli interventi di emergenza, il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction (2015) e la Charter of Istanbul for Inclusion of Persons with Disabilities in Humanitarian Action (2016). In base a quest’ultima, nel luglio 2019 un task team dello IASC delle Nazioni Unite (Inter-Agency Standing Committee) ha licenziato le Guidelines on the Inclusion of Persons with Disabilities in Humanitarian Action, dopo un lavoro di due anni che ha coinvolto i maggiori attori nel campo.

L’elemento che lega tutti questi documenti è quello di garantire che l’aiuto umanitario sia rispettoso dei diritti umani di tutte le persone. Infatti, l’approccio umanitario è stato basato, prima della Convenzione ONU, su un intervento rapido che ha prodotto un prevalere di competenze di filosofie vicine a quelle dei corpi militari o delle organizzazioni caritatevoli (Esercito, Croce Rossa ecc.). Questa impostazione di tipo militare è basata sulla limitazione delle perdite, quella caritatevole, invece, sull’idea che i beneficiari degli interventi siano inabili e bisognosi unicamente di assistenza. E anche l’approccio del triage*, la selezione di quali persone dovrebbero essere assistite per prima, penalizza le persone con disabilità.

L’approccio cosiddetto caritatevole, inoltre, si basa tradizionalmente su un intervento a due tempi nel primo dei quali vanno garantiti gli elementi essenziali per il salvataggio e la prima accoglienza (cibo, salute e un luogo di ricovero), mentre solo in un secondo momento vanno posti in essere interventi relativi ad altri bisogni ritenuti “speciali”. E così, si è visto ad esempio che i campi di accoglienza spesso non vengono resi accessibili a tutti sin dall’inizio, che le specifiche esigenze dietetiche vengono ignorate, e che le stesse toilette sono inaccessibili per mesi alle persone con disabilità e anziane.

Gli elementi comuni di questi documenti sottolineano la partecipazione delle persone con disabilità a tutte le fasi dell’emergenza; la formazione degli operatori del sistema di emergenza sui diritti delle persone con disabilità e sulle soluzioni tecniche da adottare; il superamento delle barriere e delle discriminazioni in tutti gli àmbiti dell’emergenza (salvataggio, prima accoglienza, accoglienza di lunga durata); il coinvolgimento delle persone con disabilità beneficiarie degli interventi umanitari in tutte le attività comunitarie (educazione, lavoro ecc.).

Questo quadro di princìpi è applicabile anche in una pandemia come quella attuale: andrebbero cioè formati gli operatori del sistema di emergenza sui diritti delle persone con disabilità e sulle soluzioni tecniche da adottare; andrebbero superate le barriere e le discriminazioni in tutti gli ambiti dell’emergenza (prima accoglienza, triage, appropriata assistenza alle persone e alle famiglie) e costituite immediatamente, in ogni Regione, «Unità Speciali atte a garantire l’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a domicilio in favore di persone con disabilità che presentino condizione di fragilità o di comorbilità tali da renderle soggette a rischio nella frequentazione dei centri diurni per persone con disabilità» (articolo 9, comma 2 del Decreto Legge 14/20, prodotto il 14 marzo scorso), dotandole di appropriate risorse.

Il documento del Comitato Sammarinese di Bioetica si conclude con l’indicazione doverosa che «il rispetto della dignità umana si concretizza permettendo ad ogni persona di vivere una buona morte, attraverso il prezioso strumento delle Cure Palliative, che garantiscono il controllo del dolore e della sofferenza, nella profonda consapevolezza che la vita di una persona gravemente malata e inguaribile non perde mai il suo valore intrinseco né il diritto ad essere sostenuta e protetta. Pertanto anche alle vittime “non trattabili” va garantita uguale dignità, attraverso la presa in carico e l’eventuale sedazione del dolore».

Non c’è molto da aggiungere, se non che l’aggiornamento dei nostri professionisti dovrebbe prevedere, come richiede la Convenzione ONU, una formazione sui diritti umani e sulla stessa Convenzione, perché pregiudizi e stigma antichi prevalgono nella percezione di chi siano le persone con disabilità: noi siamo cittadini come gli altri e dobbiamo godere degli stessi diritti degli altri cittadini!

*“Triage” è un termine francese che indica “cernita”, “smistamento”. È un sistema utilizzato per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni secondo classi di urgenza/emergenza crescenti, in base alla gravità delle lesioni riportate e del loro quadro clinico. Le persone con disabilità coinvolte in disastri naturali e umani spesso non vengono assistite prioritariamente, anche se ferite, e vengono soccorse dopo le altre.

Giampiero Griffo,
Presidente di DPI Italia (Disabled People’s International), organizzazione aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Su temi analoghi a quelli trattati nella presente Opinione, suggeriamo anche la lettura dell’intervento intitolato Gli anestesisti e la legge del mare: “Prima le donne e i bambini”, firmato da Marco Balistreri, ricercatore di Filosofia Morale e Bioetica presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, per «Quotidiano Sanità.it».

mercoledì 18 marzo 2020

Didattica a distanza, nuove indicazioni ministeriali per gli studenti con disabilità

OrizzonteScuola.it del 18.03.2020

NOTA 17 MARZO.
Il Ministero, con la nota n. 388 del 17 marzo 2020, ha fornito ulteriori informazioni sulla didattica a distanza, precisando e integrando le indicazioni già fornite con le note del 6 e dell’8 marzo.

Coronavirus, didattica a distanza: nuove indicazioni del Ministero. Nota.

La nota del 17 marzo fornisce indicazioni in merito a:

◾ didattica a distanza: cosa si intende;
◾ privacy;
◾ progettazione delle attività;
◾ alunni con disabilità;
◾ alunni con DSA e BES non certificati;
◾ valutazione.

Cosa fanno il docente di sostegno e i docenti curricolari.

Il docente di sostegno, si suggerisce nella nota, mantiene l’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e gli altri docenti curricolari.

Laddove non sia possibile interagire direttamente con l’alunno disabile, l’interazione avviene con la famiglia, con la quale concordare modalità specifiche di didattica a distanza. Tali modalità al fine di far fruire all’alunno il materiale didattico personalizzato predisposto dal docente di sostegno. In sintesi, il docente di sostegno predispone il materiale e concorda con la famiglia le modalità di fruizione.

Il Ministero suggerisce, inoltre, di monitorare lo stato di realizzazione del PEI, attraverso feedback periodici, quindi attraverso la verifica dei risultati delle attività svolte in relazione a quanto previsto nel predetto Piano Educativo Individualizzato.

Quanto ai docenti curricolari, nella nota si evidenzia quanto segue:

Resta inteso che ciascun alunno con disabilità, nel sistema educativo di istruzione e formazione italiano, è oggetto di cura educativa da parte di tutti i docenti e di tutta la comunità scolastica. È dunque richiesta una particolare attenzione per garantire a ciascuno pari opportunità di accesso a ogni attività didattica.

I docenti curricolari, quindi, laddove possibile, garantisco agli allievi con disabilità la fruizione delle attività svolte per il resto degli alunni, naturalmente sempre raccordandosi con il docente di sostegno e calibrano le predette attività all’alunno in questione.

Cosa progettare.

Il punto di riferimento rimane sempre il Piano Educativo Individualizzato, naturalmente da calibrare in relazione alla nuova modalità di didattica a distanza, in base alla disabilità dell’allievo.

Il Ministero non fornisce (e non potrebbe farlo) indicazioni uniformi ma evidenzia che:

◾ per gli alunni con disabilità cognitiva gli interventi vanno progettati, sulla base di una disamina congiunta (docente-famiglia) delle variabilità e specificità caratterizzanti ciascuna situazione;
◾ per gli alunni e studenti con disabilità sensoriali (non vedenti, ipovedenti, non udenti e ipoacusici) bisogna considerarne le specifiche esigenze.

Strumenti per didattica a distanza.

Il dirigente scolastico, d’intesa con le famiglie e per il tramite degli insegnanti di sostegno, verifica che ciascun alunno o studente sia in possesso delle strumentalità necessarie allo svolgimento delle attività.

Il monitoraggio del Ministero servirà anche a questo, ossia a verificare i fabbisogni delle scuole, in materia di strumenti per attuare la didattica a distanza, anche per gli studenti con disabilità.

Quanto agli ausili e ai sussidi, l’assegnazione agli alunni con disabilità spetta ai Centri Territoriali di Supporto (CTS), in collaborazione con il Ministero, ai sensi dell’art. 7, comma 3, del D.Lgs. 63/2017.

Oltre alle apparecchiature hardware, possono essere acquistati e concessi in uso anche software didattici (per un elenco degli ausili e sussidi disponibili, si veda l’allegato tecnico denominato “Classificazione dei sussidi didattici, delle attrezzature e degli ausili tecnici per la didattica inclusiva” su https://ausilididattici.indire.it).