Superando.it del 12-02-2018
Il primo ciak della settimana scorsa ha dato inizio alle riprese del documentario Cecità e stereotipi nel mondo del lavoro, ambientato in quattro diverse città d’Italia e centrato su alcune interviste riguardanti soprattutto le nuove tecnologie che possono sostenere una maggiore inclusione delle persone con disabilità visiva nel mondo del lavoro.
Dietro la macchina da presa, la veronese Alessia Bottone, giornalista che questa volta cercherà di curare un approfondimento su come valorizzare le potenzialità di chi vive questa condizione.
Le nuove frontiere della tecnologia, infatti, consentono di fare cose impensabili, ma molte persone – forse la maggior parte – non se ne rendono ancora conto. E la capacità lavorativa dei disabili visivi spesso è soggetta a stereotipi che ormai è indispensabile superare, eliminando le discriminazioni e permettendo a tutti di valorizzare le proprie potenzialità anche nel mondo del lavoro.
Come fare, quindi, a superare i pregiudizi nell’era del digitale? Lo abbiamo chiesto alla stessa Alessia Bottone, ideatrice e responsabile di questo progetto, dedicato ad alcune storie di persone che “ce l’hanno fatta”, riuscendo ad abbattere il cosiddetto stereotipo del “cieco = centralinista tipo” e arrivando a conquistare posizioni rilevanti all’interno del mondo del lavoro.
Già promotrice del documentario Vorrei ma non posso: quando le barriere architettoniche limitano i sogni, cui anche il nostro giornale ha dedicato ampio spazio, con questo nuovo progetto Alessia è partita da Verona per realizzare un documentario attraverso le città di Roma, Milano, Bologna e Bolzano. L’iniziativa è finanziata dalla Fondazione Zanotto, con il supporto dell’UICI di Verona (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), enti che si occuperanno di organizzare l’evento pubblico conclusivo, presso la Banca Popolare di Verona, nel prossimo mese di maggio, aperto a scuole e famiglie, ma soprattutto alle aziende locali, per sensibilizzare e diffondere un’adeguata cultura senza più pregiudizi.
«Dopo il mio precedente progetto sull’accessibilità nella città di Verona – spiega Bottone – ho intrapreso questo nuovo percorso con l’aiuto di Roberta Mancini, presidente dell’UICI di Verona, per conoscere i problemi affrontati dalle persone con disabilità visiva e raccontare le barriere architettoniche/culturali che ruotano dietro a questa forma di disabilità, per le persone che lavorano. Grazie alla Banca Popolare di Verona abbiamo trovato i fondi necessari e abbiamo quindi intrapreso un percorso di conoscenza della realtà lavorativa attuale, individuando cinque nuovi profili che, grazie alle nuove tecnologie informatiche, hanno coinciso con una migliore posizione lavorativa».
Da qui è nata dunque l’idea del documentario: «Il progetto – prosegue Alessia – diventerà pubblico attraverso il web, e ci permetterà di creare un dibattito attraverso le scuole, le università e le aziende, con l’obiettivo di fare informazione e sensibilizzare le realtà lavorative verso un nuovo concetto di lavoro e accessibilità. Ognuno di noi, infatti, ha delle capacità, e per le persone con disabilità visiva è lo stesso: “Non vedo, ma so fare le cose in un altro modo”. Per cui dobbiamo guardare a queste persone senza pregiudizi, creando un mondo ove finalmente le aspirazioni di tutti ottengano il giusto valore e riconoscimento».
Le persone selezionate per la realizzazione del documentario sono rispettivamente:
Michele Landolfo, social manager di una community di non vedenti, impiegato al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e consulente per l’Istituto Cavazza del capoluogo emiliano, dove si occupa di consulenza software e formazione nell’utilizzo delle tecnologie assistive volte a rendere accessibili i prodotti informatici alle persone con disabilità.
Federico Borgna, sindaco di Cuneo, che porterà la propria esperienza di amministratore pubblico.
Consuleo Battistelli di Mantova, attualmente manager impiegata presso IBM Italia, esperta in temi dell’Inclusion Disability, ovvero di formazione riguardante profili competenti per la gestione di strutture cui partecipano persone con disabilità.
Gabriella Ferri di Milano, già centralinista per Banca UniCredit, ora attiva al recupero crediti per il Progetto Si Può, promosso dal medesimo gruppo.
Carlo Carletti, pensionato non vedente, che si racconterà in un confronto “tra ieri ed oggi” legato alla cecità vissuta negli anni passati, quando non esisteva ancora la tecnologia applicata per il mondo della disabilità.
Cinque persone con altrettante storie diverse, che hanno “dato una svolta” alla propria posizione lavorativa, lottando per le loro aspirazioni: «Per noi – sottolinea ancora Bottone – è una buona occasione per conoscere persone che possono essere un esempio per tutti. Vogliamo stimolare volontà, ma anche suscitare curiosità, per far guardare oltre, con la consapevolezza che non tutti, magari, vogliano raggiungere obiettivi di carriera, ma che al tempo stesso tutti abbiano lavorato tantissimo per superare gli ostacoli della vita. Per questo la nostra idea di fare informazione e incuriosire punta sostanzialmente a valorizzare le potenzialità di ognuno».
a cura di Laura Sandruvi
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