lunedì 29 agosto 2022

Rientro a scuola: quando serve fare un controllo della vista ai bambini

Io Donna Blog del 29/08/2022

Prima del rientro a scuola è bene sottoporre i bambini a un controllo della vista così da individuare eventuali problematiche. Dalle visite periodiche alle regole di prevenzione, ecco le raccomandazioni del Professor Francesco Bandello, primario dell’Unità di Oculistica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Le vacanze volgono al termine e prima dell’inizio della scuola è bene non sottovalutare i controlli della vista nei bambini. Un difetto visivo, infatti, può rendere difficoltoso per i piccoli riuscire a mantenere un’adeguata concentrazione durante le lezioni, dando origine in alcuni casi anche a mal di testa frequenti. Non solo, sottoporre i bambini a visite oculistiche periodiche è di fondamentale importanza anche per individuare patologie che, se non diagnosticate precocemente, possono comportare, con il passare del tempo, problemi più seri.

Quali sono i controlli da fare? E come riconoscere i più comuni difetti della vista nei bambini? Ne abbiamo parlato con il Professor Francesco Bandello, primario dell’Unità di Oculistica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Controlli della vista nei bambini: si parte dalla nascita

«Il primo controllo della vista va fatto alla nascita – spiega il Professor Bandello – si tratta di un controllo di routine che mira a verificare il riflesso rosso del fondo dell’occhio, ovvero una tipica colorazione che assume il fondo oculare illuminato da una luce opportunamente resa parallela rispetto all’occhio dell’osservatore. Un riflesso normalmente rosso indica che c’è una trasparenza dei mezzi ottici e quindi che sono assenti malattie come, per esempio, una cataratta congenita piuttosto che patologie ancora più gravi che possono presentarsi sin dalla nascita».

Controlli della vista nei bambini prima dell’ingresso alla scuola materna

Un momento altrettanto importante per sottoporre i bambini al controllo della vista è quello dell’ingresso alla scuola materna, intorno ai 3 anni.

«È il momento in cui si può verificare che vi sia una funzione visiva analoga nei due occhi – spiega ancora l’oculista – una ridotta funzione in uno dei due occhi, infatti, può essere l’anticamera di un problema che, nel gergo comune, viene indicato come occhio pigro e che noi definiamo ambliopia».

Occhio pigro o ambliopia: di cosa si tratta?

«Si impara a vedere con il cervello ma perché questo accada è necessario che il cervello riceva immagini di buona qualità da entrambi gli occhi – spiega il Professor Bandello – Se viceversa, per un qualsiasi motivo, come un banale difetto visivo, l’immagine di uno dei due occhi arriva al cervello con una qualità molto peggiore rispetto a quella proveniente dall’altro occhio, il cervello, piuttosto che vedere doppio, impara a sopprimere l’immagine meno bella.

Questo meccanismo, se non rilevato entro i 5 o 6 anni, è di per sé capace di determinare per sempre una ipovisione in quell’occhio. Ecco perché è necessario diagnosticare tempestivamente tale condizione andando a correggere l’eventuale difetto visivo o la causa per cui quell’occhio vede meno bene. Si interviene di solito coprendo con una benda l’occhio buono, così da costringere il cervello a utilizzare l’occhio più debole. Questo deve però avvenire entro i 6 anni altrimenti il cervello si abitua e non riesce più a correggere tale meccanismo».

Controlli della vista nei bambini: quali sono i campanelli d’allarme?

Se dal punto di vista della prevenzione, i controlli periodici sono di fondamentale importanza, è bene poi prestare attenzione a quelli che possono essere i segnali di un difetto della vista già presente nei più piccoli.

«Alcuni atteggiamenti possono aiutarci a capire che c’è qualcosa che non va – sottolinea il Professor Bandello – Se il bambino, per esempio, tende a tenere il capo obliquo o inclinato da una parte si può ipotizzare un problema di astigmatismo. Se invece il piccolo tende ad avvicinarsi molto allo schermo della televisione piuttosto che a un testo, può trattarsi di miopia. Il bambino cerca infatti di solito di assumere delle posizioni che siano capaci di garantirgli una visione migliore».

Tablet e smartphone: quali conseguenze sulla vista?

Sappiamo inoltre che i bambini di oggi trascorrono molto tempo davanti agli schermi di tablet o computer. Una consuetudine che desta preoccupazione anche per quelli che possono essere gli effetti negativi sulla vista.

«Se ne è parlato molto in questi ultimi anni – sottolinea l’oculista – Utilizzando qualsiasi device si mette in atto un processo di accomodazione, ovvero si attiva un muscolo presente all’interno dell’occhio che ci consente di mettere a fuoco gli oggetti che sono a distanza ravvicinata. Questa prolungata e mai interrotta accomodazione che si realizza davanti a uno schermo, si ritiene essere oggi responsabile della miopia, sempre più diffusa negli ultimi anni tra la popolazione».

Tablet e smartphone: la regola utile

Per limitare i rischi legati all’uso prolungato di tablet e computer da parte dei piccoli, la regola da rispettare è quella che vale anche per gli adulti.

«È bene interrompere l’attività dopo un’ora, cercando di osservare qualcosa che sia posto a distanza, magari guardando fuori dalla finestra – spiega il Professor Bandello – così che il processo di accomodazione venga interamente rilasciato e si interrompa quella catena che si ritiene possa generare la miopia».

Gli effetti della luce blu sulla vista

C’è poi un altro aspetto da considerare quando si parla di schermi.

«I device emettono una luce con una lunghezza d’onda molto corta e una componente blu-viola. – spiega l’esperto – È stato dimostrato, in animali da laboratorio e cellule in coltura, che questa luce può avere un effetto citotossico in grado di danneggiare i tessuti, specie quelli oculari, la retina in particolare. Si tratta di una dimostrazione che per ovvie ragioni non può essere condotta sull’uomo ma che deve indurci comunque a ipotizzare che le luci blu-viola degli schermi abbiano una responsabilità nel determinare un danno ai tessuti oculari».

Controlli della vista nei bambini: i disturbi più comuni

Quali sono dunque i disturbi della vista più diffusi tra i bambini? La miopia è senza dubbio uno dei più frequenti ma ne esistono diversi altri su cui spesso si tende a fare molta confusione. Uno di questi è l’ipermetropia.

«È l’esatto opposto alla miopia – spiega il Professor Bandello – si tratta cioè di un difetto visivo per cui gli oggetti vicini appaiono sfocati. Nella miopia il fuoco dei raggi luminosi che entrano nell’occhio si va a formare davanti al piano retinico perché l’occhio è più lungo di quanto dovrebbe essere.

Nell’ipermetropia, al contrario, l’occhio è più corto e il fuoco si forma dietro al piano retinico. Di norma l’ipermetropia si riduce con lo sviluppo dell’occhio, scomparendo del tutto già verso i 6 anni. Se, invece, dovesse persistere è necessario intervenire rapidamente per correggerla con un paio di appositi occhiali».

Ipermetropia e strabismo

«Una delle caratteristiche dell’ipermetropia – continua l’oculista – è che la sua correzione parziale o totale può avvenire anche attraverso uno sforzo accomodativo, ovvero facendo funzionare molto il muscolo responsabile dell’accomodazione. La conseguenza può essere però il riflesso di accomodazione e convergenza, in ragione del quale, contemporaneamente all’accomodamento, si mette in atto la convergenza dei bulbi oculari dando origine allo strabismo convergente. Capita infatti a volte che lo strabismo nei bambini scompaia totalmente semplicemente utilizzando un paio di occhiali per l’ipermetropia».

Tra i disturbi più comuni anche l’astigmatismo. «Si tratta di un disturbo differente perché caratterizzato dal fatto che la superficie corneale è irregolare – spiega il Professor Bandello – e questo comporta una visione distorta sia da lontano sia da vicino».

Bambini e occhiali: le dritte utili

Cosa fare, infine, nel caso in cui i bambini non accettino di buon grado l’idea di dover indossare gli occhiali? Una dritta utile è senza dubbio quella di coinvolgerli nella scelta della montatura, assecondando le loro preferenze ma rispettando sempre un criterio fondamentale, per quanto riguarda comfort e sicurezza.

«Gli occhiali per i bambini devono essere leggeri, con montatura in gomma e lenti infrangibili – conclude l’oculista – cadute o piccoli incidenti, infatti, non devono in alcun modo mettere a rischio la sicurezza dei piccoli».

di Francesca Gastaldi

Nessun commento:

Posta un commento