mercoledì 1 agosto 2018

Liv Aakvik dal palco all'audiolibro: "La mia voce per i disabili"

Avvenire del 31-07-2018

OSLO. Così come l'inverno è stato lungo e molto freddo, con il termometro sceso anche a meno trenta, e lunghe notti gelate, l'estate a Oslo è calda come mai lo è stata negli ultimi trent'anni. Incontro Liv Aakvik all'1B di Observatoriegaten, dove si trova il Norsk lyd - Og Blindeskriftbibliotek, la Biblioteca norvegese audio e braille per i ciechi. Mentre fuori il sole del nord acceca e rischiara ogni cosa, lei se ne sta dentro un minuscolo studio buio e refrigerato a registrare.
È un'attrice dello storico Tramteater, il gruppo più importante di teatro politico norvegese, e in passato ha collaborato anche con Dario Fo e Franca Rame. Entrati nello spazioso edificio, mentre saliamo al secondo piano, mi spiega che ci troviamo in una biblioteca pubblica dove si producono audio-libri, o si traducono quelli cartacei in braille, e non è riservata solo ai non vedenti, ma a tutte le persone che hanno difficoltà a leggere un testo scritto, come per esempio i dislessici.
«Ci sono malattie come la sclerosi multipla - dice mesta - che non ti permettono più di girare le pagine di un romanzo». I libri sono letti anche in inglese, in somalo e persino in urdu, per i pakistani che vivono a Oslo, e da tutta la Norvegia cinquantamila persone ogni anno scaricano sui propri pc libri di tutta la letteratura mondiale, compresa quella italiana, di cui sono state registrate 130 opere, tra le quali quelle di Machiavelli, Dante, Moravia, Pasolini, Pirandello e Primo Levi. Lei viene qua dal 1988, ne ha letti moltissimi in questi anni, per giorni, in completa solitudine dentro la sala di registrazione, a raccontare capitolo per capitolo e a calibrare la voce. In questo periodo sta registrando l'autobiografia del politico socialdemocratico Jen Evensen. «Prima di iniziarlo pensavo che fosse un libro noiosissimo - racconta divertita -, invece l'ho trovato interessante. Lui, ha giocato un ruolo fondamentale nella Norvegia moderna, soprattutto nel periodo del boom del petrolio, quando ha capito che le multinazionali dovevano sfruttare i giacimenti senza che lo stato perdesse la sovranità».
Adesso sta leggendo un «giallo criminale», così lo definisce, di Eva Joly, una norvegese eletta al Parlamento europeo in Francia, che ha combattuto per tutta la vita la corruzione ad ogni livello. «Ogni libro ha la sua voce - dice Liv, con umiltà -, cerco di trovare quella del libro, ma è sempre la mia voce. Faccio prima delle letture per cercare il tono, la chiave interpretativa». Ma a volte mentre registra, pensa alle persone che la ascolteranno, «devono sentire il libro, entrare nel libro, e non pensare a me che leggo, e questo è difficile, perché la mia deve essere una interpretazione naturale ». Dice che alcuni suoi colleghi si commuovono mentre leggono, ha visto anche persone piangere, mentre lei mantiene sempre una distanza professionale. Ha letto libri inglesi, svedesi, francesi tradotti, ma sono storie leggere, rassicuranti, non la grande letteratura, e anche se sono gialli, non si tratta mai di cose molto tragiche. Mentre conversiamo, sbuca dal corridoio un uomo alto e capelluto, il viso molto espressivo, Anders Ribù. «Lui legge la grande letteratura - dice Liv invitandolo -, è uno dei più bravi lettori di audiolibri norvegesi». Il tipo si ferma, mi spiega che adesso sta leggendo la scrittrice tedesca Lesa Fenny Erpenberg, ma con la sua voce ha dato vita anche all'Inferno di Dante Alighieri, Dostoevskij, Tolstoj, molta letteratura russa.
L'idea che Liv leggesse ad alta voce a una platea di ciechi però mi piaceva, e anche quella che ogni uomo è un libro, come succede nel toccante finale di Fahrenheit 451, il film di Truffaut tratto dal romanzo di Bardbury, dove i sopravvissuti a un disastro nucleare si ritrovano sulle rive di un fiume ed ognuno è la memoria di un'opera della letteratura mondiale che conosce e racconta ad alta voce a memoria senza possederne copia per non trasgredire la legge.
di Angelo Ferracuti

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