lunedì 15 febbraio 2021

Gli studenti di informatica di Luino imparano a far navigare su internet i non vedenti

Varesenews del 15/02/2021

Hanno imparato un linguaggio che per chi è cieco vuol dire tutto: poter vedere attraverso siti internet e rimanere così collegati col mondo.

Così il 28 gennaio scorso gli alunni della classe IV A INF del corso Informatica e Telecomunicazioni dell’I.S.I.S. “Città di Luino – C. Volonté” hanno svolto un importante incontro on line con le guide non vedenti di Dialogo nel Buio-Istituto dei Ciechi di Milano.

Durante l’incontro, le guide Elisabetta Corradin, Maria Lucchet, Marinella Monachella e Giovanna Tamagnini hanno affrontato con gli alunni alcuni aspetti teorici e pratici riguardanti l’applicazione della legge del 9 gennaio 2004, n. 4, recante “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”.

Le guide hanno mostrato agli alunni l’utilizzo degli strumenti hardware e software tramite i quali un non vedente ha la possibilità di accedere, con pc o app dello smartphone, alle informazioni presenti su Internet oltre che alle applicazioni e ai servizi quotidiani quali la consultazione degli orari ferroviari, l’accesso all’internet banking o ai servizi quali l’INPS e altri servizi burocratici di cui necessita un cittadino. Si è trattato di un’attività didattica decisamente formativa sia dal punto di vista della sensibilità individuale (infatti il modulo è stato svolto nell’ambito dell’Ed. Civica) che da quello dell’acquisizione di conoscenze e competenze qualificanti e specializzanti per il futuro anche professionale degli alunni del corso di Informatica dell’I.S.I.S. Città di Luino. Un ringraziamento particolare va alle guide di Dialogo nel buio per la loro cortesia e attenzione nell’approntare un percorso didattico proficuo e mirato alle necessità dei nostri futuri informatici. Nella speranza di poter quanto prima poter incontrare le guide “dal vivo” presso il percorso Dialogo nel buio di Milano…

Così hanno commentato alcuni studenti della IV A di informatica: «L’incontro è stato illuminante su alcuni problemi in cui incorre un non vedente quando naviga su internet ma ci ha anche spronato a trovare soluzioni concrete per facilitare l’uso del web a tutte le persone che, in generale, trovano difficoltà nel fare ciò che a noi ragazzi sembra estremamente facile dato che nel mondo digitale ci siamo cresciuti. La simpatia, la gentilezza e l’apertura al confronto delle guide di “Dialogo nel buio” hanno poi dato un tocco di colore in più all0incontro», scrive Matteo Bianchi.

«È stato molto più interessante di quello che ci mi aspettavo, ho scoperto cose nuove e soprattutto un nuovo modo di “vedere” le cose. Grazie a questo incontro ho capito che al giorno d’oggi le persone non vedenti sono molto più “avanti” di quanto si pensi, come ad esempio nell’uso della sintesi vocale, nel modo in cui si orientano in internet, insomma… come se fosse tutto “normale”! Con le guide di “Dialogo nel buio” abbiamo affrontato i temi dell’accessibilità dei disabili ai servizi informatici, delle difficoltà che i non vedenti hanno nel fare alcune cose come per esempio il semplice leggere una pagina web. Prima magari mi chiedevo: come fanno se devono leggere un articolo? Oppure come fanno a trovare qualche argomento su internet?”. Ho ottenuto in modo esauriente le risposte alle mie domande, capendo a fondo piccoli aspetti che magari do per scontati, ma che invece adesso ho capito che non sono da sottovalutare. Con il docente di informatica abbiamo successivamente analizzato più a fondo lo strumento “sintesi vocale” tanto che grazie alle nuove conoscenze che abbiamo acquisito abbiamo poi progettato un nostro prototipo di sintesi vocale. Propongo a tutti, se si ha l’occasione, di partecipare a incontri di questo tipo perché ne vale la pena. Sia per la propria crescita umana personale che professionale (se si vuole fare gli informatici in futuro)» spiega Kevyn Arena.

Per Matteo Volpi «l’esperienza dell’incontro con “Dialogo nel buio” credo sia stata molto interessante e formativa. Ci ha permesso di conoscere realtà che non ci appartengono, facendoci vivere, anche solo per qualche ora, quello che le persone non vedenti affrontano nella loro quotidianità. Azioni molto semplici, che si possono dare per scontate ai nostri giorni, come leggere o inviare messaggi sul proprio cellulare, sono per loro piuttosto difficili. Mi sono messo nei loro panni, cercando di capire quanto impegno mettono ogni singolo giorno nei loro gesti. E ho capito che dobbiamo mettere tutto il nostro impegno e le competenze di informatica che fanno parte del nostro piano di studi per facilitare tali operazioni a tutte le persone in difficoltà».

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