giovedì 11 febbraio 2021

Quali sono le barriere digitali più frequenti per gli utenti non vedenti? di Fabio Lotti

Webaccessibile del 11/02/2021

Abbiamo ormai ripetuto più volte come l’accessibilità dei contenuti delle pagine web sia non solo un obbligo di legge, ma anche un modo per garantire a tutti l’accesso alle informazioni digitali. Pur ribadendo che curare l’accessibilità va a vantaggio di qualunque utente, in questo articolo di approfondimento, analizzeremo quali sono le barriere digitali che più di frequente incontrano gli utenti ciechi che utilizzano uno screen reader (lettore di schermo) e che ne pregiudicano la navigazione.

Link vuoti e/o non comprensibili

Navigando le pagine web, è molto frequente imbattersi in link vuoti, molto spesso relativamente ai collegamenti dei social. Inoltre, svariati link non danno informazioni sufficienti sulla pagina a cui conducono.

Un utente che utilizza uno screen reader non è in grado di capire quale pagina si aprirà cliccando questi link. È fortemente raccomandato di evitare link generici come “Scopri”, “Clicca qui” o di assegnare l’attributo “Title” per descrivere la funzione del collegamento.

Le immagini “fantasma”

Ancora oggi, molte immagini non hanno il testo alternativo oppure ce l’hanno, ma non corretto. Per rendere accessibili le immagini, è fondamentale inserire il testo alternativo, una sorta di etichetta che ne descrive il contenuto. Capita sovente di incontrare immagini non etichettate o con etichette che si creano automaticamente incorporando il nome del file. In questo caso la sintesi vocale reciterà “Img_123-mare.jpg”. Se l’immagine è puramente decorativa, è consigliato di inserire l’attributo “testo alternativo nullo”, così l’immagine non sarà captata dallo screen reader.

I reCAPTCHA

I recaptcha sono utilizzati come filtro anti-spam, per impedire ai computer di compilare i form contatti, inviando richieste indesiderate.

Spesso i recaptcha diventano una barriera anche per le persone, ad esempio, quando si chiede all’utente di confermare la propria identità inserendo stringhe alfanumeriche illeggibili o di compiere operazioni matematiche difficili, o altre operazioni che richiedono l’uso della vista (es. “Seleziona le immagini che contengono un automobile”) Si consiglia, pertanto, di porre attenzione al recaptcha scelto. Accessibile è, ad esempio, quello che chiede all’utente di spuntare la casella di controllo “Io non sono un robot”.

Struttura gerarchica delle pagine

Molti siti web non hanno una struttura gerarchica logica: capita di trovare titoli (con tag H1, H2, H3, ecc.) utilizzati senza un ordine. Il corretto utilizzo dei livelli di intestazione, non solo aiuta gli utenti ciechi a navigare le pagine, ma altresì migliora il posizionamento del sito sui motori di ricerca.

Moduli (Form)

Se un campo di input o di selezione non ha un’etichetta di testo (label) correttamente associata, la funzione o lo scopo di tale controllo potrebbe non essere accessibile. Spesso i form contatti o di prenotazione, i moduli per l’iscrizione alla newsletter e i pulsanti “Cerca nel sito” sono privi di etichettatura (elemento “label”). Le etichette non vanno però confuse con i segnaposto, in genere sempre presenti nei campi di editazione.

Lingua della pagina

Impostare la lingua di ogni pagina web è spesso trascurato: la lingua può essere definita programmaticamente, servendosi degli appositi attributi e dev’essere coerente con la lingua dei contenuti della pagina. Se ciò non avviene, un utente cieco non sarà in grado di comprendere il contenuto di ciò che è vocalizzato dal suo lettore di schermo.

Interazione con la tastiera

L’utente deve avere la possibilità di navigare il sito e tutte le sue parti non solo col mouse ma anche con la tastiera, utilizzando le frecce e il tasto di tabulazione (tab). Molto spesso le voci del menù principale non sono cliccabili con la tastiera e ciò pregiudica la navigazione delle voci di sottomenù, rendendo parziale l’accesso alle pagine interne a chi usa la tastiera per navigare le pagine web.

Slider automatici

Quando vengono utilizzati slider o caroselli che scorrono automaticamente, il focus dello screen reader non riesce a seguire ciò che si vede a schermo, pertanto è impossibile leggerne il contenuto. La soluzione è utilizzare la modalità statica, lasciando all’utente la libertà di scegliere quando andare avanti o indietro nello scorrimento. Fare attenzione che le frecce direzionali o i pulsanti siano etichettati correttamente.

Il paradosso delle barriere digitali

Il digitale può essere, in specifici casi, proprio il modo per aggirare le più famigerate e conosciute barriere architettoniche. Per comprendere il concetto, si pensi al caso in cui una persona cieca debba recarsi allo sportello di una pubblica amministrazione per una pratica: in primo luogo lo sportello deve essere raggiungibile in sicurezza, in secondo luogo deve essere attrezzato di un sistema per la gestione delle code con chiamata vocale, in terzo luogo il personale deve essere in grado di gestire un cliente privo della vista e da ultimo, ma non meno importante, allo sportello dovrebbe esserci la possibilità di compilare il modulo digitalmente, dato che è quasi sempre richiesta la compilazione cartacea. Tutto ciò è superabile attraverso i servizi digitali delle PA, che se accessibili, potrebbero essere comodamente fruiti anche da una persona cieca in autonomia dal proprio computer, evitando tra gli altri, il disagio degli spostamenti.

Conclusioni

Com’è facile intuire, sono ancora molte le barriere digitali presenti sui siti web, pubblici e privati, ma ciò che più fa rabbia è che sarebbero facilmente rimuovibili applicando le linee guida WCAG 2.1. Tali situazioni di inaccessibilità minano l’autonomia delle persone cieche, perché sono pressoché impossibilitate a compiere in modo indipendente le più comuni operazioni sul web, subendo una grave discriminazione rispetto a tutti gli altri cittadini.

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