Io Donna Blog del 30/06/2022
La maggior parte delle persone sordocieche non viene riconosciuta come tale a causa di una legge che va urgentemente aggiornata. L'appello della Lega del Filo d'Oro e dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
I diritti delle persone sordocieche sono ancora molto lontani da un riconoscimento dignitoso e giusto. Ecco perché, in occasione della V Giornata Nazionale che si celebra il 27 giugno, la Lega del Filo d’Oro e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti invitano tutti a una riflessione urgente sulla Legge 107/2010 “Misure per il riconoscimento dei diritti alle persone sordocieche”. Ancora oggi, infatti, ci sono alcune incongruenze nel testo di legge che impediscono a un numero notevole di sordociechi di essere riconosciuti tali.
Che cosa vuol dire essere persone sordocieche
Attualmente, In Italia, una persona si può definire sordocieca se oltre alla minorazione visiva – che può essere insorta durante tutto l’arco della vita – si aggiunge anche una disabilità uditiva purché la minorazione sia congenita o, se acquisita, insorga durante l’età evolutiva e sia tale da aver compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato. Non sono quindi considerate sordocieche le persone che, pur non vedenti, siano diventate sorde dopo il dodicesimo anno di età, o coloro che, nati senza alcuna minorazione sensoriale, siano stati colpiti da sordocecità in età successiva ai dodici anni.
Per la Lega del Filo d’Oro e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti è dunque necessario e urgente rendere la legislazione vigente più attuale e porre rimedio a questo limbo normativo.
Anche il Ministro per la Disabilità Erika Stefani ha dichiarato: «L’attenzione a queste particolari situazioni è massima e deve essere quotidiana, non soltanto in occasione della giornata odierna. Bisogna lavorare al fine di modernizzare i sistemi di tutela e di assistenza, affinché questi siano sempre più inclusivi e riescano a raggiungere tutti i cittadini che ne hanno diritto, risanando così le criticità conosciute e aggiungendo nuovi diritti a quelli già esistenti».
Quasi 190 mila persone sordocieche solo in Italia
Secondo lo studio ISTAT commissionato dalla Lega del Filo d’Oro nel 2016 sulla popolazione di persone con disabilità sensoriali e plurime in condizioni di gravità, in Italia le persone con problematiche legate sia alla vista che all’udito sono circa 189 mila. Di queste, circa 108 mila sono di fatto confinate in casa, perché non in grado di provvedere autonomamente a sé stesse a causa della comorbilità di altre forme di disabilità.
Il Parlamento europeo e la dichiarazione sui diritti delle persone sordocieche
Con l’approvazione della Dichiarazione sui diritti delle persone sordocieche (1° aprile 2004), il Parlamento europeo ha riconosciuto la sordocecità quale disabilità distinta, invitando gli Stati membri a riconoscere la specificità di questa disabilità complessa e a garantire alle persone che ne sono colpite i diritti e le tutele normative che ne conseguono. Queste raccomandazioni hanno trovato attuazione nel nostro Paese grazie alla Legge 107/2010 “Misure per il riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche”, che riconosce la sordocecità come disabilità specifica unica (in precedenza si riferiva alla sommatoria delle due minorazioni).
Che cosa manca alla legge
La Legge 107/2010 rappresenta solo un primo passo per il riconoscimento dei diritti delle persone con sordocecità. Sono infatti ancora molte le incongruenze del quadro normativo che lo rendono inefficace nella tutela giuridica che includa tutte le persone con disabilità aggiuntive. Basti pensare che in Italia una persona si può definire sordocieca se oltre alla minorazione visiva – che può essere insorta durante tutto l’arco della vita – si aggiunge anche una disabilità uditiva purché la minorazione sia congenita. O, se acquisita, che insorga durante l’età evolutiva e sia tale da aver compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato.
Chi resta escluso dal diritto
Non sono quindi considerate sordocieche le persone che, pur non vedenti, siano diventate sorde dopo il dodicesimo anno di età, o coloro che, nati senza alcuna minorazione sensoriale, siano stati colpiti da sordocecità in età successiva ai dodici anni. Questo di fatto esclude un numero consistente di persone sordocieche. Secondo l’ISTAT, infatti, buona parte delle persone con problemi legati alla vista e all’udito riscontra tali minorazioni in età avanzata.
«Per garantire una maggiore inclusione e il pieno riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche è essenziale fare chiarezza sull’applicazione della legge n.107 e promuovere un coordinamento efficace fra il livello centrale e le regioni per superare le discrasie operative», dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro Onlus.
Inoltre, stando alle ultime rilevazioni INPS richieste dalla Lega del Filo d’Oro (settembre 2021), nonostante le persone pluriminorate che percepiscono contemporaneamente le prestazioni di invalidità civile, di cecità e di sordità siano 664 e siano oltre 8000 i certificati medici di sordocecità prodotti dai medici legali INPS dal 2016 ad oggi, attualmente in Italia il numero di persone sordocieche riconosciute da INPS è pari a zero. Ecco perché è necessario e urgente aggiornare la legislazione vigente, per offrire la possibilità a tutte le persone sordocieche di realizzare se stesse e accedere al mondo del lavoro.
Un paradosso da superare al più presto
«Le rilevazioni che la Lega del Filo d’Oro ha richiesto all’INPS evidenziano come non siano state implementate in Italia infrastrutture e procedure che riconoscano le persone con sordocecità ai sensi della suddetta legge. A oggi nessuna persona contemporaneamente sorda e cieca viene riconosciuta come sordocieca. È necessario riconoscere come sordocieche le persone affette da una minorazione totale o parziale combinata della vista e dell’udito, congenita o acquisita, che comporta difficoltà nell’orientamento e nella mobilità, nell’accesso all’informazione e alla comunicazione», conclude Bartoli.
Lega del Filo d’Oro
«L’attenzione a queste particolari situazioni è massima e deve essere quotidiana, non soltanto in occasione della giornata odierna. – ha dichiarato Erika Stefani, Ministro per le disabilità – Bisogna modernizzare i sistemi di tutela e di assistenza, affinché siano sempre più inclusivi e riescano a raggiungere tutti i cittadini che ne hanno diritto. Risanando così le criticità conosciute e aggiungendo nuovi diritti a quelli già esistenti».
Agire subito per la disabilità
«La Giornata della sordocecità costituisce soltanto una occasione, anche se forse la più importante, per ribadire l’impegno dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti accanto alle decine e decine di migliaia di persone interessate e colpite da questa disabilità complessa che ancora oggi non vedono riconosciuti a pieno la propria condizione specifica e i propri diritti – commenta Mario Barbuto, Presidente di Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Urge una modifica della legge 107/2010 che non può più essere rinviata e per la quale chiediamo un impegno preciso al Governo e al Parlamento italiano. Parlare di disabilità, soprattutto di questi tempi, non è facile. Agire per la disabilità, purtroppo, molto, molto più difficile. Per questo attendiamo risposte normative precise e azioni concrete di sostegno e supporto che non si debbono più procrastinare».
di Laura Salonia
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