mercoledì 6 settembre 2023

Riabilitazione visiva: quali sono i requisiti per ottenerla e come si accede ai Centri

Corriere della Sera del 06/09/2023

Si tratta di una prestazione prevista dal Servizio Sanitario Nazionale rivolta a persone in precise condizioni di ipovisione. La distribuzione dell'offerta è ancora disomogenea

Quando si ha una disabilità visiva non è vero che non c'è più niente da fare. «La vista non si recupera ma si può imparare a utilizzare al meglio le potenzialità visive rimaste attraverso un intervento di riabilitazione, per avere la massima autonomia possibile» spiega Filippo Amore, direttore del Polo nazionale di servizi e ricerca per la prevenzione della cecità e la riabilitazione visiva degli ipovedenti, con sede presso l'ospedale Gemelli di Roma e finanziato dal ministero della Salute.

Spesso, però, sottolinea l'esperto, «chi ne avrebbe diritto arriva tardi al centro specializzato, o non vi accede proprio, perché c'è scarsa conoscenza tra gli oculisti sul percorso riabilitativo e sui benefici che procura».

I criteri per la prescrizione

Il percorso riabilitativo di norma si prescrive per coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 3/10. «In realtà si potrebbe intraprendere già a partire da circa 5/10 per ottenere più vantaggi» sottolinea Amore. L'ipovisione si definisce grave a 1/10, moderata a 2/10 e lieve a 3/10. «Prima si interviene sfruttando al massimo la funzione retinica rimasta e maggiori sono i risultati» precisa l'oculista. In età evolutiva l'ipovisione comporta «un ritardo dello sviluppo psicomotorio e problemi di apprendimento» continua Amore, mentre in età adulta «perdita di autonomia, di lavoro e di ruolo in famiglia con conseguenti ricadute psicologiche. Negli anziani sale il rischio di cadute e lesioni».

L'Istat stima che gli italiani dai 15 anni in su con una limitazione grave alla vista siano quasi un milione (di cui oltre il 70% over 65), quelli con una limitazione moderata 8,6 milioni (di cui il 45% over 65).

I centri

La sezione italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia onlus), che ha fondato il polo nazionale al Gemelli, ha censito circa 90 centri riabilitativi in Italia. Ma, come è stato denunciato dal ministero della Salute nell'ultima Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle politiche sulla prevenzione della cecità e riabilitazione visiva (legge 284/97), la distribuzione dell'offerta di questi servizi è ancora disomogenea. La disparità di accesso è evidente se la Basilicata non ha nessun centro, la Sardegna solo uno e la Lombardia ben 16.

I trattamenti

L'equipe, formata da oculista, ortottista e psicologo, dapprima si preoccupa di capire come vede il soggetto, cioè in che modo usa il suo residuo visivo. «Si utilizza un test di sensibilità al contrasto, di adattamento quando la luminosità cambia, di stabilità di fissazione degli oggetti, di sensibilità cromatica e della retina, per individuare l'area che meglio risponde allo stimolo luminoso e riabilitarla» spiega Amore. Poi definisce un piano personalizzato per addestrare al meglio la sua condizione visiva. «Nei casi più semplici si interviene con un ausilio ottico, come lenti di ingrandimento o prismatiche, videoingranditori portatili o da tavolo e software assistivi per facilitare la fruizione del computer. Per scegliere l'ausilio più idoneo servono 2-3 sedute di training in ambulatorio»

lo specialista.

«Nei casi più compromessi, in cui si richiede di potenziare la fissazione, in cui la sensibilità della retina è particolarmente scarsa e l'acuità visiva, cioè l'abilità di definire nitidamente l'immagine, è inferiore o uguale a un decimo, sono necessari esercizi di fotostimolazione, di coordinazione oculomotoria e di fissazione, con sedute bisettimanali per cinque settimane».

La prima visita di controllo è prevista a 3 mesi di distanza, la seconda a 6 mesi e poi 1 volta l'anno. «Proponiamo un questionario sulla qualità di vita percepita all'ingresso, dopo un anno e dopo ogni intervento migliorativo: oltre il 60% degli assistiti riferisce di aver migliorato l'utilizzo della vista» conclude l'oculista.

I requisiti necessari per adulti e bambini

La riabilitazione visiva è destinata agli ipovedenti di qualsiasi età, a prescindere dalla causa. «Devono aver già ricevuto una diagnosi di malattia oculare e aver effettuato nei sei mesi precedenti una visita oftalmologica di accertamento clinico - chiarisce Filippo Amore -. Tra le malattie più frequenti che danneggiano la capacità visiva ci sono la maculopatia senile, la retinopatia diabetica, il glaucoma e le malattie genetiche retiniche. Nonostante le cure, più del 50% dei pazienti va incontro a un progressivo decadimento della vista e ha bisogno di un intervento riabilitativo».

Nei bambini le cause principali di ipovisione sono: «La retinopatia nei neonati pretermine, malformazioni oculari, glaucoma congenito e cataratta congenita» dice Amore. La maggior parte dei centri riabilitativi tratta tutte le fasce della popolazione, altri sono dedicati solo agli adulti e altri ai bambini.

I sintomi

Quali sono i sintomi indicativi di ipovisione da non sottovalutare?

«Difficoltà a leggere e scrivere nonostante la correzione degli occhiali con lenti da presbiopia, difficoltà a passare da un ambiente a un altro con luminosità diversa, campo visivo ridotto, per cui si tende a muovere la testa per visualizzare interamente ciò che si vuole guardare, disorientamento, non accorgersi di ostacoli e scalini, cadute apparentemente inspiegabili, disagio nell'attraversare la strada e nel guidare - risponde Amore -. Vi è, inoltre, una percezione non corretta dei colori e dei contorni, una difficoltà a riconoscere i volti e a compiere le normali attività quotidiane».

La sezione italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia onlus) ha attivato il numero verde 800068506 (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13) per ricevere una consultazione oculistica telefonica da parte di un medico, solo a scopo informativo, che non può in alcun modo sostituire la visita oftalmologica tradizionale.

È possibile richiedere informazioni pure scrivendo a info@iapb.it.

Come si fa ad accedere La riabilitazione visiva è stata inserita nel 2017 nei Livelli essenziali di assistenza che il Servizio sanitario nazionale si deve impegnare ad assicurare, avendone riconosciuto l'efficacia.

Per fissare la prima visita in regime pubblico presso uno dei centri bisogna avere l'impegnativa del medico di medicina generale o dello specialista. Sul sito web polonazionaleipovisione.it è disponibile la lista dei centri distinti per regione. Questo polo, presso il Policlinico Gemelli di Roma, è il punto di riferimento in Italia per la ricerca e la sperimentazione di nuovi modelli riabilitativi. Tra cui la teleriabilitazione a domicilio.

«Abbiamo creato un software di esercizi di difficoltà progressiva da svolgere a casa davanti a un monitor 5 giorni la settimana, da lunedì a venerdì, per un totale di 30 sedute - spiega il direttore Filippo Amore -. L'esecuzione dell'esercizio viene monitorata da un operatore in diretta o differita».

di Chiara Daina

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