BresciaOggi del 08/05/2022
LIMBIATE. Il progetto Cani Guida dei Lions si sviluppa a Limbiate (MI) e punta ad addestrare ogni anno circa 50 cani per persone non vedenti. Tutto comincia nella nursery dove nascono i futuri cani guida, segue una prima fase con i Puppy Walker, ovvero una famiglia affidataria che si occupa dell’affiatamento cioè di educare il cane ad esempio a non sporcare in casa o a giocare nel modo giusto, infine rientrano in struttura per un periodo di addestramento con dei trainer qualificati. Il centro è attrezzato con una grande area che simula i percorsi che il cane si trova ad affrontare nella vita reale.
«Ogni anno abbiamo una lista d’attesa di 150 persone delle quali 50 vengono soddisfatte - spiega Ivo Benedetti Governatore del distretto 108ib2 Brescia, Bergamo e Mantova -. I fondi per sostenere questa iniziativa (ogni cane addestrato per la guida costa circa 15.000 euro) sono sostenuti dai 40.000 soci Lions in Italia. Nel nostro distretto abbiamo 1500 soci ed ogni anno raccogliamo fondi per donare dai 3 ai 5 cani alle persone non vedenti del nostro territorio». Il cane rimane di proprietà del centro di Limbiate ma di fatto viene donato a chi ne ha bisogno: «Se uno dei nostri conduttori per qualche motivo resta senza cane, scala la graduatoria perché non potrebbe più farne a meno - prosegue Benedetti -. Sono davvero due occhi per chi non vede, si crea una simbiosi, inoltre i cani permettono loro di acquistare una forte autonomia oltre ad un amico». Questo progetto rientra in una delle cause umanitarie globali per la vista promosse dai Lions.
«Proprio venerdì scorso abbiamo promosso a Desenzano un’iniziativa proposta da un nostro socio che ha inventato LETIsmart – chiude Benedetti -: si tratta di un upgrade del bastone elettronico normale che interagisce con i radiofari ubicati sul territorio in modo da dare al non vedente tutta una serie di informazioni aggiuntive per renderlo ancora più autonomo quando si deve muovere». (G.Fer.)
Cani guida, Logan è la certezza per Irene
Il progetto dei Lions dà frutti da anni: uno degli esempi è la simbiosi che si è creata tra la donna, cieca dalla nascita, e il suo labrador, ormai punto di riferimento irrinunciabile.
Tra le celeberrime frasi di Antoine de Saint-Exupéry spicca: «Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore». Ne è prova vivente Irene Verzeletti, 45 anni di Brandico, che, cieca dalla nascita, ha sintonizzato i suoi battiti con quelli di Logan, il suo inseparabile Labrador di undici anni e mezzo e compagno di avventure da ben dieci. «È arrivato da me in un momento molto difficile - racconta Irene -, mio papà stava facendo la chemioterapia e stavamo per perderlo. Da allora Logan è stato l’angelo di questa casa: ha portato tanta serenità».
Sì perché Logan è tutto per Irene: non solo un fedele amico sul quale contare ma anche un supporto concreto, in quanto si tratta di un cane guida addestrato. Logan è arrivato ad Irene grazie al progetto Cani Guida dei Lions che dal 1959 addestra e dona questi animali alle persone non vedenti dislocate sul territorio nazionale a titolo completamente gratuito: «I Lions forniscono anche libri parlati, borse di studio con la quale da ragazza ho comprato una bright light, uno strumento che all’epoca ci aiutava a prendere appunti, a leggere e si collegava ai computer, insomma insieme ne abbiamo passate tante - dice Irene -. Un cane pensavo di non riuscire a gestirlo, ma avrei dovuto fare prima questa scelta perché con Logan la vita è un’altra, ho imparato a fare tutto con lui: mi ha regalato l’indipendenza». Per aiutare Irene, Logan ha imparato vari comandi: di affiatamento come seduto, sdraiato, in piedi, e quelli di guida ad esempio destra, sinistra, dritto, andiamo, uscita, tutti in lingua tedesca: «I cani guida non sono robot ai quali dici “portami in ufficio” e lui come un navigatore ti guida. Il percorso lo devi conoscere tu, lui ti accompagna, evita gli ostacoli, ti fa capire se ci sono dei gradini o dei pericoli, trova l’uscita e, se ti perdi, ti riporta nel luogo che per abitudine è più familiare e vicino».
Per imparare una strada nuova serve una terza persona: «Sonia abita vicino a me e ci aiuta in questo contesto – spiega Irene -: facciamo la strada insieme prima per mano, poi con Logan al guinzaglio e continuiamo a percorrerla finché non iniziamo ad andare da soli. Le prime due volte è garantito che ci perdiamo, ma piano piano la strada diventa conosciuta per tutti e due». Nasce così una simbiosi con il cane ed è importante, quando è in guida e sta lavorando, che non venga distratto. Esistono infatti alcune piccole regole fondamentali per aiutare il cane guida e il suo proprietario nel momento della camminata, ad esempio: non dare da mangiare all’animale, non salutarlo o toccarlo, non ostacolare il passaggio. Un grande sostegno dunque ma soprattutto un compagno di vita irrinunciabile ed insostituibile: Una volta mi ha davvero salvato la vita - dice ancora Irene -. Eravamo alla stazione di Rovato, io sono arrivata davanti ad un gradino e noto che Logan si inchioda, nonostante lo tirassi non veniva perciò con il bastone ho controllato e mi sono resa conto che non era un gradino ma il binario!».
Logan la avvisa quando sta arrivando qualcuno alla porta, esita se nota che stanno sbagliando strada, la protegge la sera quando deve prendere l’autobus e soprattutto la sostiene in tutti i momenti della sua vita: È come se fosse metà di me e poi è il mio migliore amico. È molto bello essere accompagnati da un cane: ci dà libertà».
di Giada Ferrari
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