Superando del 04/05/2022
«Ogni cittadino dell’Unione Europea, a partire dai 16 anni di età, comprese le persone con disabilità, indipendentemente dalla loro capacità giuridica, ha diritto di voto alle elezioni del Parlamento Europeo»: basta citare questo articolo, per capire l’importanza della Risoluzione approvata a maggioranza dal Parlamento Europeo, per modificare la Legge Elettorale dell’Unione. La parola passerà ora agli Stati Membri, ma se la riforma andrà in porto, essa avrà inevitabilmente un effetto positivo sui diritti delle persone con disabilità anche in sede di elezioni nazionali, regionali e locali
BRUXELLES. La Risoluzione adottata alla fine di marzo dalla Commissione per gli Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, comprendente la proposta di una nuova Legge Elettorale dell’Unione Europea, di cui avevamo riferito anche sulle nostre pagine, è stata adottata ieri, 3 maggio, dall’Assemblea Plenaria dello stesso Parlamento Europeo, con 323 voti favorevoli, 262 contrari e 48 astenuti. Il testo verrà ora presentato al Consiglio dell’Unione Europea, poiché la decisione finale di modificare la Legge Elettorale dell’Unione, che risale al 1976 ,dovrà essere presa dagli Stati Membri.
Per capire l’importanza di questa Risoluzione per le persone con disabilità, basterà citarne alcuni articoli, a partire dal 4°, che recita: «Ogni cittadino dell’Unione a partire dai 16 anni di età, comprese le persone con disabilità, indipendentemente dalla loro capacità giuridica, ha diritto di voto alle elezioni del Parlamento Europeo».
L’articolo 6, quindi, obbliga gli Stati Membri dell’Unione «a garantire che le persone che vivono in contesti residenziali chiusi possano esercitare il loro diritto di voto», mentre l’articolo 7 si occupa di varie prescrizioni relative all’accessibilità del voto, ovvero: «Gli Stati Membri garantiscono che tutti i cittadini, comprese le persone con disabilità, abbiano eguale accesso ai materiali pertinenti, alle strutture elettorali e ai seggi elettorali» (comma 1), «Sulla base dei loro sistemi di voto nazionali, gli Stati Membri mettono in atto disposizioni adeguate allo scopo di facilitare l’esercizio del diritto di voto da parte delle persone con disabilità in modo indipendente e segreto» (comma 2) e «gli Stati Membri provvedono affinché le persone con disabilità ricevano, su loro richiesta, assistenza al voto da una persona di loro scelta» (comma 3).
E da ultimi, ma non ultimi, gli articoli 8 e 17 stabiliscono anche obblighi di accessibilità rispettivamente per il voto per corrispondenza e rispetto alle campagne elettorali.
Particolare soddisfazione viene espressa dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, che nel testo approvato vede sostanzialmente riconosciute quasi tutte le proprie proposte di questi anni sulla materia del diritto al voto. «Con questa Risoluzione – commenta infatti Yannis Vardakastanis, presidente del Forum -, il Parlamento Europeo dimostra il proprio impegno per una democrazia europea più forte e inclusiva. Da parte nostra continueremo a lavorare con i nostri membri europei e nazionali per trasformare questa nuova Legge Elettorale in realtà e garantire che tutte le persone con disabilità godano degli stessi diritti politici di qualsiasi altro cittadino e cittadina».
«Avere infatti una nuova Legge Elettorale dell’Unione Europea in linea con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – aggiunge – avrà inevitabilmente un effetto positivo sulle elezioni nazionali, regionali e locali».
Permane per altro una criticità non ancora risolta, nel testo approvato, da individuare nell’articolo 5, riguardante il diritto alla candidature, in cui quest’ultimo non viene esplicitamente garantito indipendentemente dallo stato di capacità giuridica. Questo, secondo l’EDF, farà sì che nella maggior parte dei Paesi dell’Unione continuerà a impedire alle persone con disabilità intellettive e psicosociali di candidarsi alle elezioni. (Stefano Borgato)
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