domenica 26 febbraio 2023

Busto: è non vedente, gli negano di ritirare la raccomandata

La Prealpina del 26/02/2023

BUSTO ARSIZIO. Burocrazia cieca: lo sfogo di un 67enne e la spiegazione delle Poste. «In tanti anni non mi era mai successa una cosa del genere». È ancora scosso Ettore Bianchetti - 67enne non vedente bustese - per quello che gli è accaduto nei giorni scorsi all’Ufficio postale di piazza Volontari della Libertà. In sintesi: Bianchetti si è presentato alle Poste per ritirare una raccomandata del suocero ricoverato in ospedale. Pur essendo in possesso della delega del parente, il signor Bianchetti non ha potuto ritirare il documento. Il perché lo spiega lui stesso: «Gli addetti allo sportello, pur dicendo di comprendere la mia situazione, non mi hanno consegnato la missiva, dicendomi che, essendo non vedente, non avrei potuto firmare. E che sarei dovuto tornare con due testimoni al di fuori della famiglia per adempiere alla commissione».

Bianchetti è rimasto sbigottito: «Nel corso degli anni - ricorda - ho firmato e ritirato più volte raccomandate e altri documenti. Ho anche firmato per avere la procura su documenti bancari e finanziari, nonché per lo Spid regolarmente ottenuto».

Solo al terzo tentativo (effettuato in presenza di un testimone) il cittadino è riuscito a ritirare la raccomandata, ma Bianchetti ha comunque presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, denunciando la violazione della legge 18 del 3 febbraio 1975, che riconosce a tutti gli effetti la validità della firma dei non vedenti.

Per Poste Italiane, però, il problema non riguardava la firma. La società fa sapere che, in presenza di un impedimento fisico (ed è il caso della cecità) che renda impossibile all’utente riconoscere ciò che sta ritirando allo sportello, viene richiesta la presenza di due testimoni.

«Questo - puntualizza Poste Italiane - a esclusiva tutela dell’utente».

In sostanza, i testimoni servirebbero a garantire al non vedente che il documento consegnato (in questo caso la raccomandata) sia proprio quello richiesto dall’utente.

Stavolta il regolamento delle Poste è stato applicato in maniera particolarmente rigorosa, mentre evidentemente in altre circostanze era stata usata maggior flessibilità.

L’Unione Italiani Ciechi e Ipovedenti definisce l’episodio «increscioso e sconcertante». Osserva Giovanni Battista Flaccadori, presidente della sezione lombarda dell’UICI: «Gli sportellisti hanno giustificato il loro comportamento spiegando che devono attenersi a un loro regolamento interno. Ma queste regole non vengono applicate in tutti gli uffici postali, tant’è vero che il signor Bianchetti non ha mai avuto problemi di questo tipo. E comunque il regolamento andrebbe modificato, perché a nostro parere è in contrasto con le leggi vigenti. Provvederemo a fare una diffida ufficiale».

Flaccadori rimarca che, ancora nel 2023, nonostante si parli tanto di inclusione, la vita quotidiana di un disabile visivo è ancora irta di “barriere” di tutti i tipi (non solo architettoniche): «I problemi sono numerosi - osserva il presidente regionale dell’UICI -: dagli Uffici pubblici che non consentono l’ingresso dei cani accompagnatori, ai marciapiedi occupati da biciclette e monopattini, alla fruibilità dei mezzi pubblici; anche sui treni dotati di sistemi specifici per l’annuncio delle fermate, capita che il dispositivo venga lasciato spento. Sono cose che fanno rabbia».

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