sabato 18 marzo 2023

Mastropasqua: «In Abruzzo fermiamo il ladro della vista»

Il Centro del 18/03/2023

CHIETI. Da oggi la lotta al glaucoma, il ladro silenzioso della vista, ha un nuovo alleato. Si tratta di un intervento di ultimissima generazione che è stato eseguito in questi giorni dal professor Rodolfo Mastropasqua nel Policlinico dell'Università d'Annunzio di Chieti-Pescara. Per la prima volta in Abruzzo e tra i primissimi in Italia, il chirurgo ha impiantato una speciale valvola posteriore intelligente negli occhi di tre pazienti affetti da glaucoma intrattabile con altre terapie e con la chirurgia tradizionale. Tutto ciò nella Settimana mondiale del glaucoma.

Rodolfo Mastropasqua, professore ordinario dell'Ateneo d'Annunzio, è rientrato in Italia dopo una lunga esperienza nel più prestigioso ospedale oculistico d'Europa, il Moorfields Eye Hospital di Londra, e poi a Bristol come primario. Oggi dirige il Centro retina, maculopatie e riabilitazione visiva chirurgica del Policlinico universitario di Chieti.

Professore, il glaucoma cos'è?

«È una patologia cronica diffusa nel 3-4% della popolazione, molto pericolosa e insidiosa perché asintomatica. Il paziente non si accorge di nulla, tanto che oltre il 50% dei glaucomatosi non sanno di esserne affetti. Si definisce pertanto ladro silenzioso della vista perché la vista persa non è più recuperabile. Rappresenta la prima causa nel mondo di cecità irreversibile ed è caratterizzato dall'aumento della pressione all'interno dell'occhio, che nel tempo provoca un danno permanente al nervo ottico, la struttura deputata a trasmettere l'informazione visiva dall'occhio verso il cervello. Se non diagnosticato e curato per tempo, può quindi condurre alla cecità».

La diagnosi precoce è allora fondamentale.

«Assolutamente sì. Basta un minuto per salvarsi la vista, andando dal proprio oculista per misurare la pressione dell'occhio. Lo specialista provvederà poi a esami di secondo livello per accertare l'eventuale presenza della patologia».

La pressione dell'occhio è correlata in qualche modo alla pressione arteriosa?

«No, sono due cose slegate. Si può avere una pressione arteriosa normale ma essere affetti da glaucoma e quindi avere la pressione endoculare alta».

Come si può curare il glaucoma e quando è necessario l'utilizzo di questa valvola, detta di Paul?

«Una volta diagnosticato, si parte prima con la terapia medica, i colliri. Se nonostante il loro corretto utilizzo il glaucoma non è ancora compensato, si passa alla terapia laser e se nemmeno questa risulta sufficiente, lo step successivo è l'approccio chirurgico. In alcuni casi anche quest'ultimo può fallire per problemi legati alla cicatrizzazione, ed è a quel punto che è indicata una chirurgia avanzata come quella con la valvola di Paul che, posizionata in una zona molto posteriore dell'occhio e difficilmente raggiungibile chirurgicamente, evita l'eccessiva cicatrizzazione e favorisce il deflusso del liquido endoculare, portando alla stabilizzazione della pressione e quindi al successo chirurgico. L'intelligenza di questa valvola sta nel fatto che per i primi tre mesi si adatta all'occhio del singolo paziente e successivamente si stabilizza su una pressione nella norma».

Vi sono quindi glaucomi che nonostante qualsiasi terapia non sono dominabili.

«Si definiscono glaucomi recalcitranti o refrattari, spesso legati a pazienti già sottoposti a terapie chirurgiche come distacchi di retina, trapianti di cornea o già operati per glaucoma. Anche in questi casi oggi, in Centri che dispongono di alta tecnologia ed expertise chirurgica, è possibile intervenire con chirurgia avanzata e tecnologicamente complessa. La valvola di Paul che abbiamo impiantato in questi pazienti è un gioiello tecnologico che consente di ridurre la pressione endoculare anche nei glaucomi recalcitranti e refrattari».

Come stanno i pazienti operati nel Policlinico dell'Ateneo d'Annunzio?

«In tutti loro, al controllo post operatorio, si è evidenziato un successo pieno, con la pressione che è rientrata nei limiti della norma. Ovviamente dovranno effettuare controlli periodici ma hanno un'alta possibilità di non perdere la vista e quindi di vivere serenamente la loro vita».

La procedura si può effettuare a qualsiasi età?

«Sì, anche nei giovanissimi, perché se la patologia è aggressiva va affrontata in maniera risolutiva».

Stiamo guardando il futuro da vicino.

«È questo il futuro, anzi il presente, visto che nel nostro Centro questo intervento diventerà di routine offrendo una grande opportunità agli abruzzesi e anche ai pazienti che arriveranno da altre regioni. Per questo, devo ringraziare la struttura del Policlinico di Chieti, la Regione Abruzzo e l'Università d'Annunzio perché grazie alla elevata tecnologia disponibile mi consente di effettuare interventi di chirurgia avanzata in pazienti con patologie complesse».

di Melissa Di Sanow

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