lunedì 11 gennaio 2021

La storia del runner cieco che ha sfidato Google e ha corso da solo grazie a un’app

La Gazzetta dello Sport del 11/01/2021

Si chiama Thomas Panek il runner americano che ha testato una nuova tecnologia che gli ha permesso di eseguire una 5K a Central Park senza un cane o un'altra persona a guidarlo.

USA. “La liberazione è una grande motivazione“, come “l’idea di essere autosufficienti“. Sono le parole di Thomas Panek il runner statunitense cieco che, grazie a una nuova tecnologia ha corso 5 km a Central Park senza il suo cane guida o l’aiuto di un’altra persona. Da anni sognava di correre come faceva prima di perdere la vista, senza paura e senza un cane legato al polso come guida.

IL SOGNO DI PANEK E LA LINEA GIALLA.

Un sogno che è diventato realtà alla soglia dei cinquant’anni (Panek ha perso completamente la vista da ventenne a causa della retinite pigmentosa, una condizione genetica) una fredda mattina a nord di Central Park dove si è recato per provare su strada qualcosa che un giorno potrà liberare migliaia di altre persone con gravi problemi di vista. Quella mattina di un paio di mesi fa era lì per correre finalmente da solo, ma non era solo, ma insieme ad una troupe televisiva e un team di ingegneri che hanno apportato le modifiche finali prima che Thomas si mettesse a cavalcioni sulla linea gialla, dipinta per lui e, prima che il segnale di partenza partisse.

LA SFIDA A GOOGLE.

Solo un anno prima fu lo stesso Panek a lanciare una sfida a un gruppo di ingegneri negli uffici di Google a Manhattan durante un hackathon aziendale. Un hackathon è un evento in cui vengono avviati progetti innovativi, sviluppate idee insolite una specie di conferenza per sviluppatori di software e hardware, i quali lavorano per un periodo di tempo limitato su un problema, raggiungendo risultati sorprendenti. Potreste sviluppare un modo per farmi correre da solo, con una chiara idea di dove sto andando senza dovermi preoccupare dei pericoli lungo la strada? Gli chiese Panek. Ma dopo diversi tentativi e soluzioni tecnologiche al problema, nessuno riuscì a svincolare i runner dalle loro guide umane o animali. Così per Panek, che era un ragazzo quando smise di vedere le stelle nel cielo notturno, sembrava lontano il sogno di correre da solo senza la paura di sbattere contro un albero. Ma non per questo ha mai smesso di correre con il suo cane guida Blaze che però, non riesce a correre più veloce di un miglio in nove minuti.

VELOCITÀ.

“Sono un po’ più veloce di così“, ha detto Panek nelle sue interviste. Infatti ha completato la maratona di Boston 2015 in 3 ore e 42 minuti, con Scott Jurek, un ultramaratoneta che lo guida. Ciò si traduce in circa un miglio in otto minuti e mezzo per la maratona, anche se Panek può andare più veloce a distanze più brevi. Alla fine di quell’hackathon nel 2019, gli ingegneri avevano abbozzato un’idea di base per trovare una soluzione. Hanno posizionato una linea di nastro adesivo sul pavimento e l’hanno fatta seguire a Panek e al suo cane. Quindi la missione è diventata l’ideazione di un’app che funzionasse allo stesso modo del cane e, nel processo, forse risolvere un problema per lui e molte altre persone. “Se inizi con una persona e le sue sfide, puoi portare un grande vantaggio a lui e anche a persone come lui“, ha affermato Ryan Burke, leader del Google Creative Lab. Panek è anche amministratore delegato di Guiding Eyes for the Blind, che fornisce cani guida a persone con grave perdita della vista. Tre anni fa, l’organizzazione ha avviato un programma per addestrare i cani come guide di corsa e da allora ha fornito cani a 75 corridori. Generalmente, più di 50 corridori non vedenti completano la Maratona Internazionale della California con guide; 53 corridori che si sono identificati come affetti da disabilità visiva hanno terminato la maratona di New York City nel 2019. Molti altri hanno corso gare più brevi.

IL PROGETTO DI GOOGLE.

Dror Ayalon, un tecnologo creativo del progetto ispirato alla sfida di Panek, ha detto in un’intervista al The New York Times, che un piano è diventato chiaro abbastanza rapidamente. Il progetto di Google che usa l’intelligenza artificiale, permette di connettere lo smartphone del runner con una imbracatura da mettere attorno alla vita del runner. Un’app sfrutta la fotocamera del cellulare per tracciare il percorso mentre il software (utilizzato per la progettazione di videogiochi) invia in automatico segnali audio a delle cuffie a conduzione ossea che vibrano se il corridore si allontana dal tracciato. Ma cosa succede se la luce del sole cambia facendo sembrare la linea gialla diversa a seconda delle ore della giornata? E cosa accade se le foglie volano sulla linea coprendone una parte? Che interpretazione ne darà l’app? “Prendiamo esempi e li inseriamo nel modello”, ha dichiarato Ayalon, riferendosi agli ostacoli che potrebbero bloccare la vista della linea. “Il modello impara nel tempo.”

CORRERE PER 5 KM DA SOLO.

Anche il runner impara nel tempo. Panek ha testato la tecnologia per mesi su brevi distanze, guadagnando lentamente fiducia, imparando a fidarsi dei messaggi direzionali nelle sue orecchie. Poi, a novembre 2020 , è arrivato il momento di una corsa di 5 chilometri. Nonostante il freddo, Panek indossava maniche corte. Ha la corporatura robusta di un corridore veterano. L’unico indizio della sua perdita della vista è che i suoi occhi a volte sembrano concentrarsi in direzioni diverse. Ma compensa abilmente, seguendo una voce e cogliendo i suoni unici delle persone, guardando verso di loro mentre parla. “Andiamo“, disse quando fu il momento. Fatta eccezione per alcuni passi balbettanti mentre girava i primi angoli, batteva la linea con sicurezza, raramente allontanandosi a più di pochi centimetri da entrambi i lati. Per la prima volta da decenni, Panek correva come faceva da bambino. Ha tagliato il traguardo. Un funzionario dell’organizzazione podistica gli ha drappeggiato una medaglia al collo. “Perfetto“, le parole di Panek. “È stato semplicemente perfetto.”

LA APP.

Non è chiaro dove arriverà la tecnologia da qui. Gli ingegneri hanno ancora dei problemi da risolvere. Sarebbe utile se l’app potesse navigare intorno a un’auto parcheggiata. Ma una volta che sarà possibile, i funzionari dei vari parchi potrebbero essere persuasi a dipingere linee gialle che segnano anelli per i corridori non vedenti su percorsi privi di auto, consentendo loro di correre liberamente e in sicurezza. Forse un giorno, dopo che l’app imparerà a seguire una linea gialla che è in parte coperta da bicchieri di carta scartati, i corridori ciechi potranno essere in grado di correre un 5K ufficiale, o anche una maratona. “C’è quella linea blu sul percorso della maratona di New York City“, ha detto Panek, riferendosi al segno distintivo della gara del percorso di 26,2 miglia. “Forse un giorno saremo anche in grado di ottenere la nostra linea gialla.”

di Annabella D'Argento

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