La Prealpina del 23/01/2021
«In Italia, durante la pandemia da Covid 19, le visite oculistiche si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia perché non tutti gli ospedali sono disponibili per le prestazioni necessarie, sia perché i pazienti rimandano queste visite per timore di contagiarsi»: è il grido d’allarme lanciato da Matteo Piovella, presidente della Società olftalmologica italiana (Soi), all’ultimo Congresso degli oculisti.
«È un grave errore - fa presente il dottor Piovella - rimandare un controllo della vista perché disponendo oggi dei tamponi rapidi antigenici (se n’è parlato in sede congressuale) si è in grado di sapere in breve tempo se una persona non è potenzialmente contagiata dal virus e se può stare insieme a una persona sana, senza che nessuna delle due rischi di infettarsi».
«Quando tutti i reparti di oculistica riapriranno - conclude Piovella - la ripresa sarà lenta. Sono preoccupato soprattutto per la riduzione della chirurgia per rimuovere la cataratta e per le terapie intravitreali, interventi “salvavista” che non si riescono a fare con la frequenza di un tempo».
In molti ospedali le liste d’attesa per una chirurgia della cataratta arrivano a due anni. Anche per le terapie intravitreali i numeri sono preoccupanti, se si tiene conto che una persona su tre sopra i 75 anni, se non curata adeguatamente, non riesce più a leggere il giornale. Nel 2020 in tutta Europa c’è stata una diminuzione del numero di iniezioni intravitreali del 70 per cento. In Italia, dove ogni anno se ne facevano 300mila, ora se ne fanno 100mila. Questi pazienti, se non vengono curati, richiano di perdere la vista.
All’ultimo Congresso web degli oculisti è stato anche presentato un aggiornamento delle Linee Guida in tema di cataratta, un intervento ormai sicuro, avendo cinquant’anni di vita. Un tempo ci si operava di cataratta quando non si vedeva più nulla, oggi invece si operano i pazienti quando la loro vista è ancora sufficiente, utilizzando cristallini artificiali che correggono i difetti dell’occhio ed eliminano l’uso degli occhiali.
Una parte del Congresso è stata dedicata all’oculistica pediatrica, oggi di grande attualità per la didattica a distanza (Dad) a cui sono costretti molti nostri ragazzi. Quando si sta per ore davanti al computer, lo sguardo è fisso, quindi l’ammiccamento (chiusura rapida e frequente delle palpebre per distribuire il liquido lacrimale sul bulbo) si riduce di tre volte.
Gli insegnanti e i genitori dovrebbero invitare i ragazzi ad interrompere, ogni venti minuti, la messa a fuoco da vicino sullo schermo del computer e guardare per un minuto in lontananza, prima di riprendere. Ricordiamo che la miopia si sviluppa dagli 8 ai 13 anni: nei paesi asiatici (Cina, Giappone) il 97% dei ragazzi presenta questo difetto della vista, mentre in Europa è il 65%.
È anche importante che i ragazzi passino dalle due alle tre ore ogni giorno all’aria aperta, perché la luce del sole rispetto a quella artificiale fa bene ai nostri occhi.
Ultimo consiglio: insegniamo ai bambini di non tenere troppo vicino agli occhi le diverse tecnologie digitali in loro possesso, così come le nostre mamme ci chiedevano di stare distanti dal televisore.
Giancarlo Sansoni
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