mercoledì 13 gennaio 2021

Quell’uso dell’intelligenza artificiale che discrimina le persone con disabilità

Superando del 13/01/2021

Algoritmi di smistamento che riducono la possibilità di trovare lavoro alle donne e alle persone con disabilità, grandi società che discriminano persone con disabilità con espressioni facciali e voce “fuori dalla norma”, colpendo in particolare le persone sorde, cieche e sordocieche, quelle con disturbi del linguaggio o quelle con esiti da ictus: sono alcuni tra i principali pericoli derivanti da un uso dell’intelligenza artificiale non conforme ai diritti umani, sottolineato dal Forum Europeo sulla Disabilità, insieme ad altri Enti, in una lettera aperta inviata alla Commissione Europea.

«Ci sono diversi esempi in cui le tecnologie legate all’intelligenza artificiale sono state utilizzate in maniera tale da portare a discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità in diversi settori della vita. Per questo abbiamo voluto pubblicamente sottolineare i pericoli derivanti dall’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, nel determinare l’accesso ai diritti sociali e ai benefìci per le persone con disabilità».

Lo si legge in una nota diffusa dall’EDF, il Forum Europeo sui Diritti delle Persone con Disabilità che già lo scorso anno si era mossa su linee analoghe – come avevamo riferito anche sulle nostre pagine – producendo una serie di raccomandazioni alla Commissione Europea, dopo la pubblicazione, da parte di quest’ultima, di un Libro Bianco sull’intelligenza artificiale, consistente in un insieme di raccomandazioni volte a garantire un’intelligenza artificiale etica. In tal senso, il Forum si è unito questa volta all’EDRi, la Rete Europea per i Diritti Digitali, e ad altre parti sociali, nell’inviare una lettera aperta alla Commissione Europea, con cui sottolineare alcuni punti fermi, in vista dei prossimi provvedimenti da approvare.

Tra gli esempi non virtuosi citati dall’EDF, vi è quello dell’Agenzia per il Lavoro Austriaca, messa sotto accusa per avere implementato un algoritmo di smistamento che conferiva punteggi inferiori alle donne e alle persone con disabilità, riducendone così la possibilità di trovare lavoro.

E ancora, HireVue, un sistema di video-interviste basato sull’intelligenza artificiale, utilizzato da grandi società come Goldman Sachs e Unilever, avrebbe massicciamente discriminato numerose persone con disabilità, con espressioni facciali e voce “fuori dalla norma”, colpendo in particolare le persone sorde, cieche e sordocieche, così come quelle con disturbi del linguaggio o quelle con esiti da ictus.

E da ultimo, ma non ultimo, il Forum denuncia anche l’utilizzo discriminatorio delle tecnologie di intelligenza artificiale nei confronti di persone con disabilità, da parte di enti statali e privati, al momento di assegnare benefici sociali, oltreché per l’accesso all’istruzione. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Mher Hakobyan (mher.hakobyan@edf-feph.org); Alejandro Moledo (alejandro.moledo@edf-feph.org).

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