Corriere Adriatico del 27/11/2022
RECANATI. L'Infinito di Leopardi inciso manualmente su una lamina di piombo, in alfabeto braille: un invito ad andare oltre la visione del reale e i limiti della vista fisica, utilizzando il linguaggio per i ciechi come fosse scultura di luce. È questo il senso dell'opera, dell'artista romana Ester Pasqualoni, che da ieri è custodita nella biblioteca del Centro Studi Leopardiani di Recanati. Un'apertura anche verso la disabilità, tanto che la cerimonia di presentazione dell'opera è stata anche l'occasione per raccontare l'avvio, all'Orto sul Colle dell'Infinito, del progetto del Fai per l'accessibilità dei beni che gestisce. Il Fai e il Centro Nazionale di Studi Leopardiani hanno presentato ieri l'opera di Ester Pasqualoni (Roma 1980) donata al Fai da Miramart by Andrea Fustinoni e Fabio D'Amato per l'Orto sul Colle dell'Infinito a Recanati. Nell'opera, l'artista ha inciso manualmente su una lamina di piombo il capolavoro di Leopardi in alfabeto braille. L'opera ha la forma di un kakemono (un prezioso rotolo di tessuto o di carta), dove la stoffa e la carta sono state sostituite dal piombo e le bacchette in legno da tondini in ottone. Il Fai è particolarmente grato ai donatori e all'artista, che ha tradotto in quest'opera il senso profondo dell'esperienza de L'Infinito, che si sente quando non si vede, prendendo a prestito proprio le parole di Leopardi.
Il percorso
Spiegato poi l'avvio, anche all'Orto sul Colle dell'Infinito, del progetto del Fai per l'accessibilità dei beni che gestisce, elevando gli standard di accoglienza inclusiva dei beni e avviando a questo scopo collaborazioni con enti locali e nazionali. All'Orto sul Colle dell'Infinito il Fai sta lavorando per ampliare il percorso ordinario di visita, rafforzandone l'offerta culturale accessibile attraverso visite, supporti multisensoriali, attività e laboratori inclusivi che, in un orizzonte pluriennale, verranno sviluppati insieme a diverse istituzioni. A oggi è stata avviata una relazione con l'istituto Villaggio delle Ginestre di Recanati e il museo tattile Omero di Ancona.
di Giulia Sancricca
Nessun commento:
Posta un commento