martedì 22 ottobre 2019

La Camera ha "scoperto" la discriminazione multipla delle donne con disabilità, di Simona Lancioni

Superando.it del 22.10.2019

Il 15 ottobre scorso la Camera dei Deputati sembra finalmente essersi resa conto delle difficoltà che incontrano le donne con disabilità nell’incarnare simultaneamente nella propria persona due caratteristiche che le espongono a discriminazione.

Quella vissuta dalle donne con disabilità, infatti, non è una “semplice” discriminazione, bensì una discriminazione “multipla”, nella quale le variabili del genere e della disabilità, intersecandosi, finiscono col produrre dinamiche di esclusione che si alimentano vicendevolmente.

Studio, lavoro, opportunità economiche, mobilità, autonomia, assistenza, rappresentazione mediatica, pari riconoscimento davanti alla legge, possibilità di partecipare alla vita politica, esposizione alla violenza di genere, condizioni abitative, accesso ai servizi sanitari, sessualità, genitorialità, esercizio del controllo in molti ambiti della propria vita… sono davvero tante le aree con le quali queste donne sono chiamate a fare i conti.

Il 15 ottobre, dunque, alla Camera dei Deputati sono state discusse e approvate all’unanimità quattro differenti Mozioni presentate da diversi schieramenti, e finalizzate a contrastare la discriminazione multipla che colpisce le donne con disabilità.

Le indichiamo in ordine di numerazione: Mozione 1-00243 (Lisa Noja e altri); Mozione 1-00262 (Francesco Lollobrigida e altri); Mozione 1-00263 (Giuseppina “Giusy” Versace e altri); Mozione 1-00264 (Alessandra Locatelli e altri).

Non si tratta, a dire il vero, di un fulmine a ciel sereno. Si può dire infatti che tutto ebbe inizio l’11 dicembre dello scorso anno, quando, a Roma, nella prestigiosa sede del Senato, si tenne l’incontro pubblico intitolato Donne con disabilità, violenze e abusi: basta silenzi!, promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Un evento al quale parteciparono anche diverse Senatrici e Deputate, tra le quali, appunto, Lisa Noja, che già in quell’occasione, sollecitata dalle argomentazioni esposte, uscì dall’incontro determinata a portare il tema della violenza e della discriminazione multipla nei confronti delle donne con disabilità all’attenzione del Parlamento. Un impegno che ha mantenuto.

Tutte le Mozioni sono introdotte da premesse che richiamano la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (ratificata dall’Italia con la Legge 18/09) e diversi altri atti, studi, deliberazioni di rilievo; tutte mettono in luce le dimensioni (drammatiche), la pervasività e le caratteristiche della discriminazione multipla; tutte prestano un’attenzione particolare al tema della violenza di genere (le donne con disabilità vi sono esposte in una percentuale da due a cinque volte superiore rispetto alle donne non disabili); tutte impegnano il Governo con una serie di proposte che è importante esaminare nel dettaglio.

Dopo la votazione della prima Mozione depositata, quella di Lisa Noja e altri, le altre sono state poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti. Vediamole disaggregate per temi.

Impegno di carattere generale di contrasto alla discriminazione multipla

È contenuto nella Mozione Noja, nella Mozione Versace e nella Mozione Locatelli.

La prima impegna il Governo a tenere sempre in considerazione la discriminazione multipla cui sono soggette le minori e le donne con disabilità e la gravità delle conseguenze che essa comporta per le loro vite e, conseguentemente, ad assicurare che siano sempre integrate – nella realizzazione delle politiche pubbliche – azioni e misure in tema di parità di genere nonché quelle inerenti alla disabilità.

La seconda propone di avviare tutte le iniziative utili volte a promuovere realmente e concretamente la non discriminazione nei confronti delle donne con disabilità, anche attraverso l’utilizzo delle risorse e dei fondi dell’Unione Europea, e di considerare la variabile del genere nell’approccio alle tematiche legate alla disabilità.

La terza mira ad adottare iniziative per riconoscere adeguata tutela alle donne con disabilità, quale categoria soggetta a discriminazioni multiple e trasversali, predisponendo azioni finalizzate a rimuovere gli ostacoli e i limiti esterni che tuttora si frappongono ad una loro piena inclusione nel tessuto sociale, e ad integrare in maniera biunivoca le politiche pubbliche in tema di parità di genere con quelle relative alla protezione e all’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Diritti sessuali e riproduttivi.

La Mozione Noja impegna il Governo a tutelare la dignità e la libertà di scelta e di autodeterminazione delle donne e delle ragazze con disabilità, garantendo loro pieno accesso alle cure mediche, anche con riferimento all’àmbito ginecologico, della salute sessuale e riproduttiva; l’espressione dell’affettività e della sessualità va tutelata prestando particolare attenzione alle esigenze delle donne con disabilità intellettive, cognitive e comportamentali, assicurando loro il supporto di personale sanitario, socio-sanitario e sociale professionalmente formato.

La Mozione Lollobrigida propone di assumere iniziative per garantire l’autodeterminazione delle donne con disabilità, assicurando l’offerta di informazioni, in modo specifico e adeguato alla tipologia di disabilità, per consentire e favorire la libera scelta circa la propria salute, con riguardo anche all’àmbito ginecologico, della salute sessuale e riproduttiva, promuovendo, altresì, iniziative di formazione specifica e aggiornamento del personale medico e dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali.

Diritto alla salute.

Nella Mozione Noja si propone di assicurare che alle pazienti con disabilità siano fornite tutte le necessarie informazioni, con le forme e le modalità adeguate secondo le diverse condizioni di disabilità, per permettere loro di assumere decisioni sulla propria salute e sul proprio corpo senza alcuna coercizione, un obbiettivo, questo, da conseguire attraverso la formazione specifica e l’aggiornamento del personale medico e dei servizi (sanitari, socio-sanitari e sociali) e rendendo pienamente accessibili i relativi servizi e presìdi.

La Mozione Versace impegna il Governo ad adottare le iniziative necessarie per migliorare la fruibilità dei servizi di assistenza sanitaria per le donne con disabilità, laddove gli stessi problemi di accessibilità fisica finiscano per escludere le medesime troppo spesso da misure di medicina preventiva.

Infine, la Mozione Locatelli propone le seguenti azioni: adottare iniziative volte a garantire, sul piano sanitario, pieno accesso alle prestazioni e ai trattamenti da parte delle donne con disabilità, in condizioni di uguaglianza con gli altri cittadini e in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale; valutare l’opportunità di adottare iniziative finalizzate a tutelare la piena libertà di scelta delle donne con disabilità, anche in ambito sanitario, sradicando ogni forma di coercizione e prevedendo, all’interno delle strutture, personale preposto a garantire la loro autodeterminazione, in grado di fornire le necessarie informazioni con le forme e le modalità adeguate in base alle diverse tipologie di disabilità; assumere iniziative per assicurare che gli ambulatori, gli ospedali e la rete dei presidi sanitari e socio-sanitari siano sempre strutturalmente accessibili per persone con disabilità motorie.

Contrasto alla violenza di genere

La Mozione Noja mira a far sì che tutte le ragazze e le donne con disabilità siano sempre poste nelle condizioni di ricevere ogni informazione per sporgere denuncia e adire la tutela giudiziaria nel caso siano vittime di violenza o discriminazione, dando piena attuazione, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, a quanto previsto dalle «Linee guida nazionali per le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza», oltreché promuovendo e monitorando la formazione specifica e l’aggiornamento del personale che, a vario titolo, opera con le vittime di discriminazione che hanno una disabilità. Le peculiari problematiche che devono affrontare le ragazze e le donne con disabilità vittime di violenza vanno considerate e richiedono risposte sia nella fase della denuncia, che nel successivo percorso di assistenza, di cura e di individuazione di percorsi per l’uscita dalla violenza.

La Mozione Lollobrigida propone misure molto simili, ovvero assumere iniziative per assicurare che le donne disabili ricevano tutte le informazioni utili per sporgere denuncia e adire la tutela giudiziaria nel caso siano vittime di violenza o discriminazione e, nell’àmbito della attuazione del «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne», che siano individuate tutte le azioni atte a rispondere adeguatamente alle specificità ed esigenze delle donne con disabilità vittime di violenza sia nella fase della denuncia che nel successivo iter di presa in carico e dell’assistenza, della cura e del pieno recupero della persona.

La Mozione Versace propone di istituire, all’interno dell’Osservatorio Nazionale sul Fenomeno della Violenza Sessuale e di Genere, un’apposita sezione dedicata all’approfondimento del fenomeno della violenza sulle donne con disabilità. Propone inoltre di valutare l’opportunità di assumere iniziative concrete volte ad agevolare la denuncia dei maltrattamenti subiti dalle donne con disabilità, e a sostenere economicamente e psicologicamente le donne con disabilità vittime di violenza, istituendo percorsi gratuiti di assistenza e supporto e pubblicizzandone l’esistenza; infine, propone di istituire corsi di formazione specifica sul trattamento di casi di violenza subiti da donne con disabilità.

La Mozione Locatelli impegna il Governo ad adottare iniziative per contrastare efficacemente la violenza, i maltrattamenti e gli abusi perpetrati in danno delle persone con disabilità, dedicando particolare attenzione alle donne, quali vittime di discriminazione multipla, e intervenendo secondo le quattro linee di intervento principali della prevenzione, della protezione, del sostegno e della repressione dei reati; ad adottare le iniziative di competenza per garantire che le ragazze e le donne con disabilità si trovino sempre nelle condizioni di poter sporgere denuncia e adire la tutela giudiziaria contro le violenze subite, assicurando piena attuazione di quanto previsto sul punto dalle già citate «Linee Guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza»; ad introdurre, nell’ambito del pure già citato «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne», azioni di sostegno nei confronti delle donne con disabilità vittime di violenza, garantendo un’assistenza continua a partire dalla fase della denuncia sino al successivo percorso di riabilitazione, di cura e di definizione di percorsi per l’uscita dalla violenza; ad adottare, infine, iniziative per avviare percorsi di formazione specifica degli operatori sanitari e socio-sanitari tenuti a rapportarsi, a qualsiasi titolo, con la persona con disabilità vittima di violenza.

Diritto allo studio.

Se ne parla nella Mozione Lollobrigida, che impegna il Governo a promuovere ogni utile iniziativa finalizzata ad integrare le donne con disabilità all’interno dei sistemi di istruzione ordinari, e soprattutto a porre in essere specifici percorsi di formazione professionale volti a fare acquisire competenze, adeguate alla condizione psicofisica delle donne, che risultino realmente spendibili nel mercato del lavoro.

Un cenno a tale tema è contenuto anche nella Mozione Locatelli che, in un punto dedicato al lavoro, propone anche di adottare iniziative volte a rendere pienamente accessibile il sistema dell’istruzione.

Diritto al lavoro.

Su questo tema la Mozione Noja propone di promuovere l’inserimento lavorativo delle ragazze e delle donne con disabilità, favorendo il loro accesso a forme di flessibilità adeguate alle peculiari esigenze connesse alla specifica condizione di disabilità considerata caso per caso, con particolare riferimento agli orari lavorativi e ai congedi di maternità.

La Mozione Lollobrigida impegna il Governo ad adottare iniziative per garantire il principio della parità di retribuzione a parità di lavoro svolto, anche attraverso l’introduzione di incentivi/sanzioni, contrastando quindi le discriminazioni salariali e garantendo la parità tra donne e uomini, in particolare per quanto riguarda le persone con disabilità.

La Mozione Versace parla di assumere iniziative per promuovere e favorire l’inclusione sociale delle donne con disabilità attraverso un effettivo inserimento nel mercato del lavoro, anche con riguardo ai congedi per maternità e alla flessibilità degli orari, rafforzando la normativa vigente in materia o, se necessario, tramite l’elaborazione di nuove discipline normative.

Infine, la Mozione Locatelli propone di adottare iniziative volte a rendere pienamente accessibile il sistema dell’istruzione e del lavoro alle donne con disabilità, anche attraverso la previsione di forme di flessibilità adeguate e la promozione del lavoro agile ai sensi della Legge 81/17, in maniera tale da garantire la loro piena realizzazione professionale.

Campagne di sensibilizzazione.

La Mozione Noja propone di inserire riferimenti specifici alla discriminazione multipla ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità in tutte le campagne di sensibilizzazione relative al tema della parità di genere e della lotta alla discriminazione, diffuse sui media e sui vari mezzi di informazione, nonché nelle iniziative destinate alle scuole su queste tematiche.

La Mozione Lollobrigida prescrive di sostenere campagne di sensibilizzazione e informazione sul tema della parità di genere in riferimento alla discriminazione multipla delle donne disabili, in particolare nel contesto scolastico, anche tramite il servizio pubblico radiotelevisivo, mediante pubblicità sociali, la carta stampata e i social media.

La Mozione Versace impegna il Governo ad avviare un’efficace campagna di sensibilizzazione sui diritti delle persone con disabilità e sulla lotta alle discriminazioni, al fine di fornire maggiore visibilità alla condizione delle donne con disabilità, contribuendo a combattere la discriminazione multipla e i pregiudizi cui sono soggette, nonché a favorire la conoscenza delle normative vigenti in materia.

La Mozione Locateli propone di integrare i temi delle discriminazioni multiple alle quali sono soggette, in particolare, le donne con disabilità nell’ambito delle campagne di sensibilizzazione concernenti la parità di genere, prevedendo un coinvolgimento attivo anche del mondo scolastico.

Accessibilità.

La Mozione Lollobrigida affronta questo tema in due punti. In primo luogo, quando impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa necessaria, soprattutto nei settori della sanità, dell’istruzione, dello sport, dei trasporti, della pianificazione urbana e dell’edilizia abitativa, in modo da assicurare la reale accessibilità per le donne con disabilità, intesa, quest’ultima, sia in senso fisico (motoria e sensoriale) che psichica.
In secondo luogo, quando propone di assumere iniziative volte ad utilizzare i fondi dell’Unione Europea per aiutare gli Stati Membri a promuovere l’accessibilità e la non discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze con disabilità.

Sport.

Questo tema è considerato solo nella Mozione Versace, che propone di sviluppare progetti che favoriscano la partecipazione delle donne con disabilità ad attività di carattere sportivo; nonché di valutare l’opportunità di assumere iniziative per prevedere specifici contributi, al fine di facilitare l’inserimento lavorativo delle atlete paralimpiche che si siano distinte per meriti sportivi di livello nazionale e internazionale.

Raccolta dati.

Tale aspetto, pur essendo propedeutico a qualsiasi attività di programmazione politica, è considerato solo in due Mozioni.

La Mozione Noja impegna il Governo a promuovere strumenti e procedure di rilevamento e valutazione della diffusione, della gravità e delle conseguenze del fenomeno della discriminazione multipla ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità, nonché dell’efficacia dei mezzi di prevenzione e di contrasto messi in campo dalle istituzioni.

La Mozione Locatelli, dopo avere enumerato le diverse iniziative in tema di contrasto alla violenza, prescrive di valutare l’opportunità di prevedere indicatori per la valutazione dell’impatto delle iniziative adottate e delle relative risorse stanziate, in modo da orientare le future strategie di intervento, garantendo in ogni caso la partecipazione attiva delle Associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e dei centri antiviolenza.

In un ulteriore punto, la Mozione impegna il Governo a promuovere sistemi di rilevamento e valutazione della diffusione, della gravità e delle conseguenze del fenomeno della discriminazione multipla ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità.

Qualche considerazione finale.

È un fatto di grande rilevanza politica che la Camera dei Deputati abbia affrontato il tema della discriminazione multipla che colpisce le donne con disabilità, specie se si considera che non era mai successo prima, ed è certamente rincuorante che vi sia stata un’adesione trasversale agli schieramenti politici. Crediamo che chi ha lavorato per conseguire questo risultato meriti certamente un ringraziamento.

Molte delle azioni proposte, se attuate concretamente, potrebbero davvero migliorare la qualità della vita delle ragazze e delle donne con disabilità. Posto questo, ragionando in termini pratici, possiamo osservare che lo strumento della Mozione è, purtroppo, poco vincolante. Sarà dunque compito delle Associazioni delle persone con disabilità e delle stesse donne con disabilità vigilare perché queste dichiarazioni d’intenti non rimangano sulla carta.

Fa piacere che in almeno una delle Mozioni (Locatelli) sia previsto il coinvolgimento delle Associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità nella programmazione/attuazione delle azioni indicate, mentre lascia quanto meno perplessi che tale riferimento sia assente nelle altre Mozioni. Non è infatti un dettaglio, giacché la partecipazione delle persone con disabilità ai processi decisionali sulle questioni che le riguardano è uno degli elementi cardine della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, e ha, se possibile, un peso ancora maggiore quando la persona con disabilità è esposta a discriminazione multipla (donne, minori).

Molto importante è l’attenzione dedicata al tema della violenza di genere, e le azioni proposte sono tutte pertinenti, fondamentali e urgenti; notiamo però un netto sbilanciamento sul versante della risposta alla violenza, mentre quello della prevenzione è appena accennato nella Mozione Locatelli, quando anche quest’ultimo meriterebbe pari attenzione.

Il complesso delle disposizioni contenute nelle Mozioni può dunque considerarsi esaustivo? Se proviamo ad utilizzare come “lista di controllo” le aree di intervento previste nel Secodno Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea (adottato nel 2011 dall’Assemblea Generale dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, in seguito a una proposta del Comitato delle Donne del Forum stesso), notiamo che mancano diverse voci che avrebbero meritato una trattazione specifica. Ne citiamo solo due a titolo esemplificativo: il tema dei soccorsi nelle situazioni di rischio e nelle emergenze umanitarie (il territorio italiano è sempre più soggetto a terremoti e alluvioni, e anche in questi frangenti le donne con disabilità sono maggiormente discriminate); il tema del pari riconoscimento davanti alla legge che, neanche a dirlo, ha una rilevanza strategica nel contrasto alla discriminazione multipla.

Ci fermiamo qui. Si dice che «Roma non è stata costruita in un solo giorno». Ed è vero. Quando si parla di libertà – e qui di libertà stiamo parlando -, l’importante è iniziare a costruirla. Quello che manca si può recuperare strada facendo, con il necessario e doveroso coinvolgimento delle donne con disabilità. Se anche venissero realizzati solo gli interventi enunciati, sarebbe comunque un buon inizio. Lo faranno?

Simona Lancioni,

Responsabile di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito questo approfondimento è già apparso. Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Per approfondire ulteriormente i temi trattati nel presente testo, oltreché fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, si può anche accedere, nel sito del Centro Informare un’h, alle Sezioni La violenza nei confronti delle donne con disabilità e Donne con disabilità.

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