mercoledì 16 ottobre 2019

La tua zampa, la mia mano… la nostra Storia! di Mario Barbuto

Giornale UICI del 16.10.2019

Il 16 ottobre ricorre la Giornata Nazionale del Cane Guida che l’Unione celebrerà in due distinti momenti a carattere nazionale a Messina e a Firenze e con tante iniziative territoriali in decine di città italiane.

La Giornata e le celebrazioni sono soprattutto una occasione per instaurare e proseguire il dialogo con i cittadini e con le istituzioni per confermare e ribadire il ruolo prezioso svolto da questi amici a quattro zampe nella vita quotidiana di tantissimi ciechi e ipovedenti e per sollecitare le autorità, il Governo e il Parlamento a porre speciale attenzione al tema, provvedendo a fornire le necessarie risorse alle Scuole e agli utenti.

I tempi di attesa per avere un Cane Guida, infatti, superano spesso i due anni dalla richiesta e rendono intollerabilmente lungo il periodo nel quale un cieco è costretto a privarsi della propria guida e a rinunciare in tutto o in parte alla propria indipendenza personale.

Le Scuole di addestramento in Italia si contano sulle dita di una mano e operano spesso in condizioni di ristrettezza finanziaria e di carenza di mezzi e di strutture, prevalentemente grazie all’impegno, spesso volontario, degli operatori, degli addestratori e degli amministratori, costretti a fare i conti con le dure leggi del Bilancio: spese di gestione, oneri di allevamento e reperimento cuccioli, mantenimento, addestramento e cura dei cani.

La formazione di un Cane Guida comincia praticamente dalla nascita. Anzi, dal momento della selezione degli esemplari da accoppiare alle fattrici preposte alla riproduzione.

Dopo i primi due mesi di vita con la mamma, i cuccioli vanno presso famiglie affidatarie che curano la loro educazione di base, iniziando quel lungo e complicato cammino che porterà alla formazione di un Cane Guida, in genere in un percorso complessivo di 18-24 mesi.

All’età di un anno circa, i cani ritornano alla Scuola e iniziano il vero e proprio addestramento specifico che al termine li condurrà a condividere le proprie giornate con una persona priva di vista, in quella che diventerà una vita di simbiosi pressoché totale.

Qualche anno fa, abbiamo voluto conferire il Premio Braille proprio a una famiglia affidataria, perché fosse il segno della nostra riconoscenza e gratitudine verso le tante persone che offrono il proprio impegno, la propria disponibilità e il proprio amore, accogliendo un cucciolo per quegli otto, dieci mesi, propedeutici all’addestramento vero e proprio.

Ho già avuto modo anche di persona di constatare con quale affetto e con quale dedizione queste persone si dedicano al proprio compito educativo, sebbene consapevoli che dovranno presto privarsi della compagnia e della presenza del cucciolo loro affidato, preparandosi dunque a quello strappo dell’anima e a quella ferita del cuore, a causa di una separazione, necessaria e prevista, dopo alcuni mesi di convivenza che sviluppano legami forti tra cane ed essere umano.

Le lacrime che accompagnano spesso il giorno di questa separazione, sia pure nella consapevolezza e con la gioia di aver reso un nobile servizio e compiuto un grande gesto d’amore, segnano il momento in cui il cucciolo torna a Scuola e lascia definitivamente le persone affidatarie che lo hanno accolto, accudito e coccolato nei primi mesi di vita.

Qui a Scuola ha inizio ora l’addestramento specifico, grazie al lavoro di istruttori competenti e qualificati che offrono tutta la loro professionalità per una decina di mesi che condurranno il cane, se tutto va bene, a divenire la guida inseparabile di un cieco per gli anni avvenire.

Un processo articolato e complesso che richiede mezzi, spazi, competenze, dedizione… Un percorso a ostacoli tra fasi di socializzazione, esami clinici e comportamentali, faticosi momenti di addestramento, indirizzati a questi fantastici esseri a quattro zampe, pronti a donare a una persona non vedente tutto il loro amore incondizionato e tutte le loro abilità, rendendone più facili le giornate, più ricca la vita sociale, più intense le relazioni umane.

L’emozione gioiosa dei non vedenti nel momento in cui ricevono il proprio cane, basta da sola a ripagare delle fatiche e delle difficoltà quotidiane nella conduzione, gestione e amministrazione di una Scuola di addestramento per Cani Guida.

Abbiamo ancora dinanzi a noi le immagini forti dell’ultima consegna di quattro cani, svoltasi in luglio a Palermo, nella prestigiosa sede del Parlamento siciliano. Abbiamo nelle orecchie le parole commosse dei non vedenti assegnatari; nel cuore, il loro racconto di questo incontro “fatale” tra una zampa fedele e una mano amica, per costruire insieme una Storia di vita.

A Firenze, e più precisamente a Scandicci, la Scuola della Regione Toscana festeggia i novant’anni della propria attività, segnati da consegne di centinaia e centinaia di Cani Guida che hanno recato sollievo, conforto e indipendenza ad altrettanti ciechi in Italia.

A Messina, nella sede prestigiosa del dipartimento di medicina veterinaria dell’Università, l’incontro tra istruttori, operatori, studenti, docenti e cittadini tutti, a sancire una alleanza intorno a un progetto di vita che recherà luce, gioia e autonomia a tante persone in difficoltà nel muoversi per recarsi al lavoro e per ogni altra incombenza della vita quotidiana.

Ecco dunque a caratterizzare la nostra Giornata Nazionale del Cane Guida, lo slogan che illustra la condivisione che si instaura e si sviluppa ogni qualvolta un cane e un conduttore entrano in simbiosi:

“La tua zampa, la mia mano… la nostra Storia!”.

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