martedì 1 ottobre 2019

Divertimento e accessibilità: cosa sono i parchi inclusivi

InfoBuild.it del 01.10.2019

L’accessibilità e la rimozione delle barriere architettoniche sono fondamentali per elevare la qualità della vita offerta nelle città, per tutti in modo indifferenziato. Ancora più importante, poi, se l’accessibilità è quella ad un parco dedicato ai bambini.

Barriere architettoniche e accessibilità.

Una barriera architettonica è un ostacolo che limita l’accessibilità a un luogo per alcune persone. In sostanza, si tratta di ostacoli fisici, ma non solo, che impediscono o limitano i movimenti di persone con disabilità motoria o sensoriale.
Il tema dell’eliminazione delle barriere architettoniche viene affrontato da anni, con lo scopo di garantire al più ampio numero di cittadini uguali diritti e libertà di movimento. Non è sempre semplice, poiché quanto un elemento costruttivo possa essere un ostacolo al movimento, dipende da persona a persona.

Grazie anche ad interventi normativi, si è pian piano iniziato a risolvere i problemi legati a scale, porte, pendenze, spazi piccoli, ma anche a ragionare sul tipo di materiale adatto per un sentiero o un pavimento, sulle migliori indicazioni per l’orientamento, sulle dimensione di alcuni componenti d’arredo e sullo sviluppo di apposita segnaletica.

L’accessibilità, soprattutto ai luoghi pubblici, è trattata nella legge 13/1989 e nel decreto attuativo DM 236/1989. Nel decreto si definiscono diversi livelli di accessibilità e si fa una distinzione tra spazi privati e spazi pubblici. Successivamente, il tema delle barriere architettoniche negli spazi pubblici viene approfondito anche nel DPR n.503 del 1996.

Eliminare le barriere architettoniche dai parchi gioco e renderli inclusivi.

Per favorire l’eliminazione delle barriere architettoniche, la legge n. 41 del 1986 introduce i P.E.B.A., ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Si tratta di strumenti utili a favorire interventi a scala urbana per l’eliminazione delle barriere architettoniche diffuse sul territorio, parlando anche di strade, piazze, marciapiedi, giardini e arredo urbano. I PEBA permettono, quindi, di intervenire a scala maggiore rispetto a quella dell’edificio, grazie ad una vera propria pianificazione, che approfondisce il problema, i costi e il coordinamento dell’intervento. Questo è importante perché le città devono essere accessibili e i luoghi pubblici, proprio perché di tutti, fruibili, al fine di migliorare la qualità della vita di ogni persona.

Parchi e giardini inclusivi.

Ribadendo quanto già detto, si parte dal presupposto che il diritto di libertà di movimento e di accessibilità ai luoghi pubblici sia fondamentale per tutti. Per questo è importante trovare soluzioni che rendano anche gli spazi verdi e di divertimento per i più piccoli accessibili ai portatori di disabilità.

Il tema assume ancora maggior rilievo se si pensa che, soprattutto nel caso dei parchi giochi, garantire l’accessibilità significa assicurare a tutti i bambini il loro diritto di giocare.

Da qui nasce la necessità di progettare e sviluppare parchi inclusivi, ovvero un luogo dove tutti i bambini possono, non solo accedere, ma anche utilizzare tutti i giochi installati.

Che cos'è un parco giochi inclusivo.

Questo significa che anche bambini con diverse disabilità, ipovedenti o in carrozzina, possono giocare insieme a tutti gli altri. Un parco inclusivo, quindi, è uno spazio pubblico, con un’area dedicata al gioco, che permette a tutte le persone, disabili e non, di usufruire in tutta libertà di tutto il parco. Attualmente in Italia, ci sono solo alcune decine di parchi realizzati e dichiarati inclusivi, ma la sensibilità al tema sta aumentando e ci si può auspicare che questo numero sia solo destinato a crescere.

Le caratteristiche di un parco inclusivo.

Per quanto possa sembrare banale o ridondante, va comunque ribadito che la prima e fondamentale caratteristica di un parco inclusivo è l’accessibilità.

Questo significa che tutta l’area del parco deve essere realizzata con attenzione ad aspetti come il materiale per la pavimentazione e le pendenze delle rampe.

Pertanto, in un parco inclusivo non sono da utilizzare ghiaia, prato o sabbia, che impediscono il movimento alle persone in carrozzina e le pendenze devono essere contenute, meglio se non oltre il 6%.

L’uso dei colori, delle forme e dei materiali inoltre può aiutare anche nell’orientamento. Un parco inclusivo, però, deve essere dotato di tutte le infrastrutture necessarie e di caratteristiche come parcheggi dedicati ai disabili e servizi igienici adeguati.

Anche i percorsi per arrivare al parco devono essere privi di barriere architettoniche e permettere l’accesso e il movimento non solo ai bambini, ma anche agli adulti con disabilità. Infatti, un parco inclusivo deve poter accogliere tutti, al di là del tipo di disabilità e dell’età. Per questo nei parchi inclusivi, anche i giochi sono scelti con lo scopo di poter essere utilizzati da tutti i bambini, meglio ancora se in autonomia.

In conclusione, è chiaro che la progettazione di un parco inclusivo richiede necessariamente attenzioni in più, che spesso possono richiede la collaborazione con altre figure. L’architetto può confrontarsi con tecnici, ma anche pedagogisti e, perché no, genitori stessi, proprio con lo scopo di riuscire a rispondere alle tante e variegate esigenze di tutti.

di Gaia Mussi

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