La provincia di Como del 02.06.2020
«È giorno, il colore del cielo è azzurro, quindi io riesco a vedere il dissuasore e a evitarlo quando cammino. Il problema è quando diventa buio: diventa molto più complicato notarlo, perchè noi ipovedenti non riusciamo a distinguere i dettagli».
Non serve andare lontano, assicura Domenico Cataldo, residente a Como Borghi e consigliere dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti di Como. È sufficiente restare nel fazzoletto di strada fra viale Giulio Cesare e l'inizio di via Leoni. Problemi già fuori casa. Per chi come lui, ha problemi di vista («vedo un decimo») le difficoltà nel muoversi cominciano già nella propria via, nel quartiere, dove solo l'abitudine consente di evitare gli ostacoli. «Per farvi capire - dice - non riesco a leggere la scritta collocata sul cartellone pubblicitario dall'altra parte della strada. Quando diventa sera, in questa zona, come in altre di Como, l'illuminazione è scarsa e talvolta i lampioni restano spenti. Il rischio è di andare a sbattere o inciampare, ed è un problema anche per chi non ha problemi di vista. È un discorso portato avanti per noi stessi e per gli altri». Proseguendo per via Leoni fino a via Anzani, la superficie del marciapiede è dissestata. Ancora peggio all'incrocio con via Anzani, di fronte ai parcheggi blu. «Il dislivello - precisa Domenico - finisce con due gradini. Ora sto scendendo con tranquillità perchè li conosco, ed è vero che il condominio è stato costruito negli anni Ottanta, quando l'attenzione verso le barriere architettoniche era diversa. Però, dopo quarant'anni, si potrebbero livellare. Inoltre, il tombino è soprelevato rispetto al terreno e i dossi non mancano. Per onore del vero, va detto che la situazione è simile, se non peggio, in altri punti della città». Proseguendo per via Anzani si arriva in via Milano, davanti alle strisce pedonali. Qui, come quasi ovunque a Como, mancano i semafori sonori. Si contano sulle dita di una mano, ed è un peccato perchè, insieme ai tappeti tattili (i loges) sono un prezioso contributo per chi non vede. «Senza il segnale è davvero complicato - fa notare - le macchine arrivano a velocità sostenuta». Alla fermata del busAlla fermata del bus di fronte al Pessina, sotto la pensilina, gli orari non sono in rilievo, nè esiste un indicatore vocale che segnala l'arrivo del bus. È presente un piccolo qr code: se inquadrato col cellulare, consente di visualizzare i pullman in arrivo, con tanto di sintesi vocale. Però ovviamente, bisogna sapere dov'è collocato e la situazione cambia secondo le fermate. In quella di fronte, per esempio, è collocato in alto, sopra gli orari. «Il Comune non solo dovrebbe assicurarsi che Asf metta a disposizione più corse per evitare pericolosi assembramenti sui mezzi. Devono esserci anche posti sufficienti affinchè i passeggeri disabili possano essere adeguatamente distanziati - spiega Domenico - c'è poi bisogno di un segnalatore acustico alla pensilina e a bordo che indichino rispettivamente quale bus sta arrivando e a quale fermata si è giunti. Altrimenti come è possibile orientarsi?».Ora si sta parlando delle piste ciclabili. L'importante è capire come saranno le segnalazioni. Se saranno solo a terra, si presenterà un duplice rischio: «Essere investiti e, al contempo, far male al ciclista», conclude Domenico.
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