Corriere della Sera del 22/06/2021
La pellicola, che valorizza il rapporto umano, è anche lo specchio del crescente interesse nel Paese per le gare di lunga distanza. Un mese fa la tragedia nella quale hanno perso la vita 21 ultra-maratoneti.
di Cesare Balbo
Chissà quante volte avremo sentito dire dallo starter «On your mark», ossia ai vostri posti, la formula che precede la partenza. Ma questa volta si tratta del titolo di un film sulla maratona al primo posto al botteghino della Cina continentale con un incasso di 3,37 milioni di dollari anche grazie alla festa del papà che i cinesi celebrano la terza domenica di giugno. È una commedia familiare dai risvolti drammatici che racconta di un padre che allena il figlio disabile a prepararsi per correre la gara più lunga. Padre e figlio resteranno uniti nella vita e in corsa grazie a un cordino lungo venti centimetri che terrà a distanza ravvicinata l’atleta non vedente all’accompagnatore «guida» non solo paterna. Diretto dal regista malese Chiu Keng Guan, famoso per aver girato Ola Bola ( 2016), film sulla squadra di calcio della Malesia, per il lancio internazionale verrà re-intitolato con The Big Dad per esaltare la grandezza del padre mentre in Cina esce col titolo slogan di Qi Pao, ossia la forza della corsa, anche per non confonderlo con l’omonimo film di animazione di Miyazaki. Nella vicenda del giovane Xiao Erdong che sogna di diventare un maratoneta come sua madre c’è anche un senso di rivalsa contro la sorte sfavorevole che ha bersagliato la famiglia e, grazie al padre, il figlio per scommessa riuscirà a superare i propri limiti. Nel cast ci sono nomi famosi per il cinema cinese come Wang Yanhui ( il padre) e delle serie tv come Youhao Zhang ( il figlio) ma il film ambisce a imporsi prima in Malesia e poi sul mercato internazionale.
Il boom delle ultra in Cina
È significativo che nella Cina ipertecnologica abbia successo un film incentrato su un rapporto umano anziché sull’intelligenza artificiale che consente ai non vedenti, come nel caso di Thomas Panek, di correre in autonomia. Il film, metafora della rivincita della tradizione millenaria sulla modernità emergente, un dualismo che divide la Cina, è uscito a un mese di distanza dalla morte di 21 ultra-maratoneti per ipotermia, tra cui Liang Jing tra i migliori al mondo e Huang Guanjun, vincitore della maratona maschile per i non udenti ai Giochi Paralimpici Nazionali del 2019, a causa del forte maltempo che d’improvviso ha colpito la gara nel nordovest della Cina nella provincia del Gansu vicino alla Foresta di pietra nei pressi del Fiume Giallo.
In Cina c’è il boom delle gare podistiche nonostante più di 60 tra maratone e gare di corsa campestre siano state annullate o rinviate come la «Lanzho International Marathon» (13 giugno) a causa delle crescenti preoccupazioni in merito alla sicurezza, dopo la disgrazia del Gansu. Pare che a contribuire al successo della gare di lunga corsa ci sia stata oltre alla reazione per il lockdown a seguito della pandemia anche una certa cinematografia wuxia, i nostri action movie, che spinge alle imprese epiche. Del resto «l’uomo non esiste veramente che nella lotta contro i propri limiti» a ricordarlo stavolta è il film Qi Pao dove un semplice sottile cordino aiuta a superarli.
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