Osservatorio Malattie Rare del 30/06/2021
Il progetto vede coinvolti Alfasigma, Utopia SIS, Istituto David Chiossone e Club202.
Una piccola iniezione di una sospensione di nanoparticelle polimeriche biocompatibili e fotoattive - cioè capaci di reagire allo stimolo luminoso - nell’area retro-oculare. Consiste più o meno in questo la retina artificiale liquida pensata per sostituire i fotorecettori danneggiati e ripristinare la stimolazione dei neuroni retinici che inviano le informazioni visive al cervello. Un’innovazione in grado di cambiare il futuro dei pazienti affetti da cecità parziale provocata da malattie degenerative della retina, fra cui la retinite pigmentosa.
Infatti, in patologie come la degenerazione maculare legata all’età e la retinite pigmentosa è la progressiva perdita dei fotorecettori a determinare l’ineluttabile perdita della visione: il ricorso a protesi di ultima generazione si propone di contrastare questa situazione con sistemi che fanno la funzione dei fotorecettori stessi. Ma la soluzione descritta sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Nanotechnology da un gruppo di ricercatori, di cui fanno parte gli italiani Fabio Benfenati, Guglielmo Lanzani e Grazia Pertile, non necessita del ricorso a occhiali, telecamere o fonti di alimentazione e viene somministrata localmente come un farmaco, tramite iniezione, nel corso di un intervento chirurgico breve e minimamente invasivo.
Nel corso dei test pre-clinici il progetto ha prodotto risultati sperimentali talmente promettenti da indurre alla nascita di una start-up, frutto dell’attività di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona): infatti, grazie anche alle competenze tecnologiche di Alfasigma, è nata una start-up innovativa allo scopo di sviluppare la retina artificiale liquida: si chiama Novavido S.r.l. e ha alle spalle un progetto di ricerca sviluppato nel corso di 10 anni dal Center for Nano Science and Technology (CNST-IIT Milano), guidato da Guglielmo Lanzani, e dal Center for Synaptic Neuroscience and Technology (NSYN-IIT Genova), guidato da Fabio Benfenati, in collaborazione con Maurizio Mete e Grazia Pertile, primario di oftalmologia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.
“La nascita di Novavido è un caso emblematico di come la ricerca persegua il fine di migliorare la qualità della vita delle persone, avvicinandosi agli obiettivi di sostenibilità sociale alla quale una società sempre più inclusiva deve puntare. Le tecnologie sviluppate nei nostri laboratori hanno raggiunto un grado di maturità che, unito alle competenze e al lavoro del nostro team per il trasferimento tecnologico, hanno consentito di attirare finanziamenti privati molto importanti”, ha commentato Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’IIT. “L’Istituto dimostra così di realizzare in pieno la sua doppia missione: svolgere attività di ricerca di alto livello di rilevanza internazionale e trasferire i frutti dell’attività scientifica sul mercato, impattando concretamente sul tessuto sociale del nostro Paese favorendone lo sviluppo economico”. Da sempre l’Istituto Italiano di Tecnologia sostiene l'eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata per favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale, concentrando la propria attività su quattro grandi aree scientifiche: la robotica, le scienze computazionali, le tecnologie per la scienza della vita e i nanomateriali.
Novavido SrL ha concluso un contratto di licenza per l’utilizzo dei 3 brevetti depositati durante le attività di ricerca di IIT e dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore e, una volta che la tecnologia sarà validata nei primi test clinici, seguirà i pazienti dalle fasi preliminari alla riabilitazione finale e, nel contempo, continuerà l’attività di ricerca per l’ottimizzazione di questo trattamento e la messa a punto di altre soluzioni per affrontare la varietà di malattie neurodegenerative legate alla visione.
“Siamo molto soddisfatti di avere concluso questa operazione e onorati della fiducia che i partner hanno riposto nel nostro progetto che si propone di trasferire la retina artificiale all’uomo”, hanno dichiarato Giovanni Manfredi, Guglielmo Lanzani e Fabio Benfenati, fondatori di Novavido. “L’interesse suscitato e la caratura dei soggetti coinvolti rappresentano una forte spinta per trasformare Novavido in una realtà di successo. Questa iniziativa è un esempio di sinergia tutta italiana tra attori provenienti da diverse realtà che lavorano per uno scopo comune. È il risultato della collaborazione tra ricerca pubblica, ricerca industriale, sistema sanitario, esponenti del mondo imprenditoriale e finanziario e associazioni di pazienti”. Un esempio virtuoso da cui ci si augura di ricavare risultati concreti e di grande interesse nei prossimi anni.
Nessun commento:
Posta un commento