Redattore Sociale del 20.05.2020
L'ordinanza ministeriale del 16 maggio dà indicazioni (art. 5). Per il Coordinamento insegnanti di sostegno, è "il decreto dell'improvvisazione", che "cambia le carte in tavola quando il gioco sta finendo".
ROMA. La scuola si avvia verso la fine di un anno stroncato, nella sua normalità, dall'arrivo della pandemia. Dopo una lunga e complicata gestazione, la ministra Azzolina pare aver messo un punto sul complesso tema della valutazione degli studenti. Una valutazione per lo più a distanza (fatto salvo l'esame di maturità, che si svolgerà in presenza) su un'attività scolastica che si è svolta in buona parte a distanza. Di qui la difficoltà di definire modi, strumenti, termini della valutazione finale: quanto e come misurare il livello di apprendimento e di impegno dimostrati in assenza di un'attività in aula? Come tener conto delle difficoltà e delle diverse fragilità, accentuate dal ricorso alla didattica digitale? Un problema spinoso, soprattutto per quelli alunni con disabilità che, come in tanti hanno denunciato, sono stati per lo più esclusi o almeno particolarmente svantaggiati da questa modalità.
Proprio al tema della valutazione degli studenti con disabilità o particolari difficoltà è dedicato l'articolo 5 dell'Ordinanza 11 del 16 maggio, che fornisce indicazioni, appunto, su "come procedere per valutare gli alunni con disabilità, gli alunni con diagnosi di Dsa, gli alunni con bisogni educativi speciali, gli alunni per i quali è stato predisposto un "piano di apprendimento individualizzato". Tra le indicazioni, ce n'è una che lascia particolarmente perplessi gli "addetti ai lavori": "I docenti contitolari della classe e i consigli di classe aggiornano, ove necessario, le progettazioni definite a inizio anno scolastico", si legge nel provvedimento.
Il "decreto dell'improvvisazione": così il Coordinamento italiano insegnanti di sostegno definisce l'Ordinanza ministeriale sulla valutazione. Il problema è, innanzitutto, la tempistica di "novità introdotte per questi ultimi 16-19 giorni effettivi di scuola. Si possono cambiare le carte in tavola quando il gioco sta finendo?", domanda il Coordinamento. E "la risposta è no". Poi, nel merito: "Come possono i docenti 'rivedere’ le progettazioni annuali se non conoscono, nel dettaglio, le singole situazioni degli alunni? Che cosa devono modificare, a soli effettivi 16 giorni dalla conclusione dell'anno scolastico, in una condizione di 'sospensione delle lezioni’ a causa della gravissima emergenza sanitaria?".
Continuando con l'analisi dell'Ordinanza, il comma 1 dell'articolo 5 prevede che "per gli alunni con disabilita certificata ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, si procede alla valutazione sulla base del piano educativo individualizzato, come adattato sulla base delle disposizioni impartite per affrontare l'emergenza epidemiologica. Il piano di apprendimento individualizzato di cui all'articolo 6, ove necessario, integra il predetto piano educativo individualizzato". A tal proposito, commenta il Ciis, "il Piano educativo individualizzato è, di per sé, il documento che riguarda unicamente l'alunno con disabilità, è un piano costruito su misura, frutto dell'interazione e della condivisione fra i seguenti soggetti (che lo sottoscrivono): tutti gli insegnanti della classe in cui è iscritto l'alunno con disabilità, i genitori dell'alunno con disabilità, gli specialisti che seguono l'alunno con disabilità; ed eventuali altre figure (come l'assistente all'autonomia personale e/o alla comunicazione, il collaboratore scolastico o la collaboratrice scolastica, ecc.). Pare inverosimile (e sicuramente, a nostro parere, sussistono limiti di correttezza) che si aggiunga, ad un documento ufficiale come il PEI, un foglio denominato 'piano di apprendimento individualizzato’, in quanto esso è frutto unilaterale della scuola e non della condivisione, come deve essere, in sede di GLO".
Ancora, si domanda il Ciis, "che senso ha un piano di apprendimento individualizzato quando per ciascun alunno con disabilità si predispone un Piano educativo individualizzato? E perché il 'piano di apprendimento individualizzato’ è previsto per tutti e non per gli alunni con diagnosi di DSA? Si tratta di un refuso?", domanda il coordinamento.
In sintesi, per il Coordinamento, quanto previsto per la valutazione degli alunni con disabilità non tiene conto delle effettive esigenze e degli strumenti e supporti già esistenti per garantire l'inclusione scolastica. Una carenza che si sta manifestando, a detta di tanti, durante tutto lo svolgimento della didattica a distanza.
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