mercoledì 13 luglio 2022

«Vedere» l'arte: chi ha detto che serve la vista?

BresciaOggi del 13/07/2022

BRESCIA. «Non dar retta ai tuoi occhi e non credere a ciò che vedi: gli occhi vedono soltanto ciò che è limitato». Da scoprire, invece, c'è molto di più: un universo sinestetico cui accedere attraverso «passi dell'arte», testimonianza di una possibilità per ribadire forte e chiaro che «la disabilità non è un mondo a parte, ma è una parte del mondo». E, al contempo, «l'arte un diritto di cittadinanza che va esteso al massimo e con ogni mezzo, affinché tutti possano avere l'occasione di viverla da protagonisti». Così, in continuità d'intenti con la mostra «Sculture dall'invisibile», allestita fino al 18 luglio al Museo Diocesano, in città, durante il fine settimana il progetto frutto della collaborazione tra Accademia di Belle Arti Laba, Cfp Rodolfo Vantini, Scuola di Arte Sacra di Firenze e patrocinato dall'Uici (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), sezione provinciale di Brescia, si è concretizzato in un nuovo, sperimentale momento d'incontro e confronto sul campo andato in scena proprio nelle aule della Laba e del laboratorio della stessa Vantini di Rezzato. Dove per quattro giorni, da mattina a sera, ha preso forma un workshop per non vedenti e ipovedenti che ha delineato un percorso di formazione originale e all'avanguardia, senza frontiere e senza barriere. Entrato nel vivo prima con la lavorazione dell'argilla, quindi plasmando il marmo di Botticino, materia d'elezione, capace di esprimersi attraverso molteplici sfumature sensoriali colte da Alessandro Tornello (vicepresidente dell'Uici), Marco Venturelli, Renato Hagman e Matteo Vezzoli. Ovvero gli apprendisti scultori che si sono dati da fare con precisione, curiosità e tanta passione, lavorando di fino affiancati dai docenti della Scuola d'arte sacra di Firenze (Fernando Cidoncha Pérez, Massimo Gulisano), dall'artista ipovedente Antonino Ruggeri e, contestualmente, anche dai docenti di scultura della Vantini (Silvia Maffioli, Angelo Bordonari e Pietro Maccioni) con alcuni studenti Laba come assistenti (Domenico Barreca, Luna Belotti e Luca Passeri). Comune il soggetto scelto per l'opera: una mano. Da realizzare con grande meticolosità e altrettanta sensibilità, tra colpi di martello e scalpello, rafforzando i meccanismi di appropriazione e ricostruzione della composizione. Il workshop, che fra i tanti momenti significativi ha contemplato anche una visita al Museo del marmo di Botticino assieme al direttore Maurizio Bettinzoli e un incontro con l'artista Giuseppe Tregambe, non rimarrà ovviamente un episodio isolato. Al contrario, apre la strada a una pianificazione già focalizzata e destinata a nuovi sviluppi. Come hanno sottolineato Marcello Menni e Lara Vianelli, rispettivamente direttore dell'Accademia di Belle Arti Laba e direttrice della Scuola Vantini: «Il nostro convincimento è che non vi sono ostacoli o tabù che non possano essere affrontati con intelligenza, competenza e rispetto». 

(E.Zup.)

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