Corriere della Sera del 23/07/2022
Dalle Gallerie dell’Accademia alle bellezze nascoste del Ghetto, l’arte e i luoghi di Venezia finalmente «visibili» anche ai ciechi grazie ai percorsi tattili, sensoriali e corporei studiati e resi disponibili dalle guide di «Isola Tour».
«Avvicinati, allarga le braccia. Ecco, sì, così. Immagina che il tuo volto sia l’abside, i tuoi piedi l’ingresso della chiesa. Questa che stai rappresentando è una pianta a croce latina». Lisa Maria Antonelli, 15 anni, segue con attenzione la voce di Federica. Si affida a lei. E immagina. Lisa è una ragazzina non vedente. E oggi ha deciso di visitare Venezia con le guide di «Isola Tour» per scoprirne gli angoli nascosti. «L’aiuto che da a noi la rappresentazione fisica, il riproporre con il nostro corpo le posizioni delle cose che stiamo osservando è incredibile - spiega Alessandro Trovato, presidente dell’Unione italiana ciechi - con le guide di «Isola tour» lo abbiamo fatto anche con l’uomo vitruviano alle Gallerie dell’Accademia di Venezia ed è stato molto bello». Anche in quel caso Lucia Bondetti e Federica Montesanto avevano mostrato ai loro ospiti il disegno di Leonardo facendo assumere ad ognuno di loro le due posizioni tracciate dal maestro. «Sono molto brave: un’isola felice dedicata a noi - continua Trovato - in una situazione museale italiana che non ha l’attenzione adeguata alle persone non vedenti».
Isola Tour infatti è un’associazione culturale che si occupa della didattica e divulgazione del patrimonio artistico locale in particolare a Venezia. Dal 2016 ha iniziato una formazione specifica per poter raccontare le opere d’arte a chi soffre di minorazioni visive e da allora svolge percorsi tattili e sensoriali progettati ad hoc in alcuni musei veneziani nella città anche con l’aiuto di diversi materiali. E la riproduzione corporea delle opere d’arte con ognuno dei loro ospiti è uno dei loro cavalli di battaglia. «Nella cecità si ha la necessità di lavorare a livello percettivo - spiega Federica Montesanto, classe 1985 - e quando si riesce a traferire un’immagine esterna sul proprio corpo si sviluppa una percezione efficace».
Questa tecnica usata dalle guide di «Isola tour» arriva dagli insegnamenti di Loretta Secchi, dell’istituto Cavazza di Bologna specializzato in formazione specifica per la restituzione delle opere d’arte ai non vedenti attraverso la restituzione corporea. Poi naturalmente c’è il tatto. Si «sentono» le riproduzioni stampate sulle carte speciali, si toccano i bassorilievi, le opere scultoree. Ma i dipinti sono la parte più complicata. E la descrizione, in quel caso, deve passare attraverso un linguaggio studiato ad hoc. Potrebbe sembrare un eccesso di zelo, ma non lo è affatto.
«Quando siamo piccoli il linguaggio grafico nasce da quello che vediamo, è l’esperienza di quell’oggetto che - dice Montesanto - trasformata in un gesto crea il segno grafico. Una persona non vedente non ha questa esperienza la sua esperienza del mondo è tendenzialmente tattile. Un esempio? Non è affatto scontato che una sfera, in due dimensioni diventa un cerchio. Allo stesso modo la prospettiva non ha praticamente alcun significato per una persona non vedente. L’idea di una stanza è quella di una stanza vera e propria o l’esperienza tattile di una scatola ad esempio. Un bassorilievo con un segno in prospettiva è complesso da capire».
Gallerie dell’Accademia, Palazzo Grimani, Ghetto Ebraico. Ad oggi quasi tutti i musei di Venezia hanno attivato delle convenzioni con Isola tour che, però, è solo all’inizio (per info didattica.isolatour@gmail.com). Ci sono i tour dedicati ai musei, quelli alle passeggiate in città e pure quelli enogastronomici. «Federica e Lucia preparano un po’ di tutto nei loro giri - dice Trovato - c’è la parte descrittiva ma la maggior parte del tempo della visita è occupato dalle parti della conoscenza tattile. Si tratta di persone specializzate nell’accompagnamento e corredano tutto con aneddoti e storie piacevoli e divertenti».
di Alice D’Este
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