InVisibili Blog del 29/04/2023
Telecronaca è fusione di due elementi: visione e cronaca. Senza visione sembra impossibile ci sia trasposizione dei fatti sportivi che generano la cronaca. Daniele Cassioli, uno dei più grandi atleti del nostro Paese che non ci vede dalla nascita, scardina questo principio all'apparenza sacrosanto.
Lui commenta in diretta eventi sportivi di varie discipline coinvolgendo pienamente il pubblico. Senza vedere, appunto. Magia, truffa, condizionamento o mistero? Abilità.
Ci conosciamo da anni e l'ho intervistato per farmi dire come riesce in questa esperienza visibile su O anche no, di Rai 3.
Daniele Cassioli, romano del 1986, è venticinque volte campione del mondo di sci nautico, laureato in fisioterapia e attualmente coach e formatore. Sportivo polivalente, nel 2019 ha ricevuto il Collare d'oro, massima onorificenza italiana paralimpica. È fondatore dell'associazione che fa avvicinare i bambini ciechi allo sport Real Eyes Sport ed è presidente onorario di Piramis onlus.
Daniele, come fai le telecronache?
«Per fare le telecronache senza vedere occorrono tanti ingredienti: il primo è l'esperienza. Ho passato tanto tempo fuori dal campo ad ascoltare lo stadio, l'energia del pubblico e, quando andavo a vedere i miei amici (partite senza pubblico), avevo modo di ascoltare per bene tantissimi rumori. Se a questo aggiungiamo che ho sempre guardato tantissimo sport in tv, gli elementi a mia disposizione sono davvero tanti per capire cosa sta succedendo. È un mix di rumori che arrivano dal campo, indicazioni derivanti dai sospiri e dalle esultanze dei tifosi, fischi e chiamate arbitrali e, quando tutto questo non basta, ci sono gli occhi degli altri che, quando appartengono a persone sensibili che hanno piacere a condividere, mi restituiscono immagini e scenari che da solo mai potrei cogliere».
Dove possiamo ascoltarle?
«L'idea nasce da Paola Severini Melograni, con cui ho l'onore di lavorare per il programma O anche no, in onda su Rai 3 tutte le domeniche alle 10.15. Su Raiplay si trovano le telecronache del tennis e calcio. Sui miei canali social inoltre sono presenti tanti video a riguardo».
Pensi che altri possano replicarle?
«Sicuramente sì, ma purtroppo temo che in pochi tra chi non vede abbiano un contatto con lo sport così costante come ho la fortuna di avere».
Come ti è venuto in mente di fare telecronache?
«I miei amici mi hanno sempre riconosciuto questa capacità di capire le dinamiche che accadono in campo pur senza poterle vedere. A questa cosa si è aggiunta l'intuizione di Paola che ha pensato di raccontare questo aspetto di me al pubblico del programma. Nella partita di calcio che ho raccontato (Roma Empoli di questa stagione), ho avuto il privilegio di essere affiancato a Italo Cucci, icona del giornalismo sportivo. Emozioni quindi decuplicate!».
Che effetto suscita nelle persone?
«Tanta sorpresa perché spesso si associa il non vedere al non capire. Ma voi capite tutto ciò che vedete?»
Qual è il valore del suono?
«Il valore del suono è assoluto e prezioso. Assoluto perché in tutte le situazioni può essere utile anche più della vista. Prezioso perché proprio la vista disallena l'ascolto. Siamo invasi un da rumori che ci condizionano e hanno un impatto sul nostro stato d'animo e allo stesso tempo ci sono un sacco di suoni, quasi sussurrati, che sono magici ma non li sentiamo quasi più. In questo periodo è sensazionale il cinguettio degli uccellini già di buon mattino, un segnale chiaro e inequivocabile che la primavera sta entrando nel vivo».
Siamo abituati a percepire il mondo per come lo vediamo. Imparassimo ad acquisirlo anche per come lo sentiamo avremmo molti più elementi per sentirci immersi nella totalità che ci circonda.
di Antonio Giuseppe Malafarina, @Antonio Giuseppe Malafarina
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