giovedì 21 febbraio 2019

12^ giornata nazionale del Braille a Matera con il percorso del gusto realizzato da agricoltori e artigiani del cibo

SassiLive.it del 21-02-2019

Agricoltori e Artigiani del cibo hanno realizzato un percorso del gusto per i 50 delegati nazionali giunti a Matera per la dodicesima giornata del Braille promossa dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in collaborazione con il Club Italiano del Braille. L’idea nasce dalla collaborazione tra CIA e Confartigianato, con il sostegno dei Produttori de La Spesa In Campagna e gli Operatori Culturali di Orto Sociale. La delegazione regionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha accolto favorevolmente la proposta, che richiama a pieno titolo il tema “la cultura tra le mani”, “perchè anche il cibo è cultura – hanno sottolineato le due dirigenti regionali dell’Uic Maria Buoncristiano e Giovanna Ruggieri- oltre che essere una buona occasione per presentare la Basilicata al Presidente Nazionale dell’Unione e ai delegati giunti da ogni regione d’Italia.”. Attraverso i suoni del peperone crusco, i profumi dell’olio lucano, le forme del caciocavallo podolico, la storia raccontata della lucanica di Picerno e del pane di Matera, abbinati a tanti prodotti della tradizione contadina (come il cotto di fichi)- spiega Rudy Marranchelli di Agia-Cia – abbiamo provato a raccontare la lucanità. Una terra fatta di pascoli, campi di grano e frutteti. Un quadro bucolico dove si pratica la transumanza e la tradizione trova la sua massima espressione nell’artigianato tipico, nell’agroalimentare e nella cucina che segue i ritmi lenti delle stagioni. Naturalmente la giornata è stata anche occasione di confronto, dove si è capita l’importanza della scrittura in rilievo ““La giornata Nazionale del Braille è per noi – dichiara Mario Barbuto, presidente Nazionale UICI – l’occasione annuale più grande per ricordare ai cittadini e a noi stessi che i ciechi devono istruirsi e dotarsi degli strumenti adeguati per promuovere quel riscatto civile e quella inclusione sociale che sono la ragione stessa di esistenza della nostra Associazione. Dobbiamo tuttavia sottolineare che a oggi nessuna risorsa pubblica viene destinata alla promozione e alla diffusione del Braille in Italia”. Matera rappresenta il luogo ideale per questa giornata, con l’alfabeto in rilievo, per milioni di ciechi nel mondo si sono aperte le porte dell’istruzione, del lavoro, della cultura e della conoscenza, da qui l’idea di studiare etichette “intelligenti” capaci di integrare innovazione e scrittura a rilievo, per mettere in luce il contenuto anche per chi è abituato a cenare al buio. Per Rosa Gentile di Confartigianato un’ulteriore occasione per testimoniare che nell’artigianato l’impegno per il sociale come per il welfare aziendale hanno una storia antica. Confartigianato raccoglie la sfida di investire sulle risorse umane, sul loro benessere, per migliorare la competitività delle nostre aziende artigiane che si basa su capacità delle persone, sul connubio tra sapere e saper fare. Siamo noi delle piccole e medie imprese, con i nostri soldi e l’impegno del volontariato sociale, Intendendo il nostro ruolo come identità dei nostri valori etici, a sostituirci al pubblico che – aggiunge Gentile – non è in grado di garantire nemmeno i servizi socio-sanitari-assistenziali primari”.

Il Braille, il sistema di scrittura a sei punti in rilievo inventato oltre due secoli fa, continua a essere ancora oggi un indispensabile strumento di integrazione e cultura per tutte le persone con disabilità visiva, rimanendo fedele nell’uso e nell’efficacia a come lo aveva concepito Louis Braille.

Per continuare a promuoverne la conoscenza e la diffusione, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in collaborazione con il Club Italiano del Braille, celebra la XII Giornata Nazionale del Braille con due convegni a Matera, il 20 e il 21 febbraio.

“La cultura tra le mani” è il titolo che abbiamo voluto dare a questi due giorni di incontri e dibattiti scegliendo Matera come città simbolo di un tema – la cultura – che per i ciechi e gli ipovedenti passa innanzitutto attraverso il tatto”, dichiara Mario Barbuto, Presidente UICI, “l’individuo con disabilità visiva impara a leggere con le dita, sente nascere la parola attraverso di esse, la può toccare, tradurre. È una fase fondamentale della vita poiché è in questo momento che egli acquisisce gli strumenti indispensabili per avviare il 2 proprio percorso d’inclusività e di cittadino; attraverso l’uso del braille le persone cieche e ipovedenti possono accedere al patrimonio culturale scritto dell’umanità”.

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