mercoledì 20 febbraio 2019

Braille, "nelle scuole mancano docenti che sappiano insegnarlo"

Redattore Sociale del 19-02-2019

I bambini ciechi rischiano di non poter imparare uno strumento importante per la loro formazione culturale: la denuncia di Nicola Stilla, presidente del Club Italiano del Braille in occasione della Giornata nazionale. "Si tende a pensare che sia superato, ma non è vero!". Può essere utilizzato con tablet e smartphone.

MILANO. "Il sistema Braille ha quasi 200 anni ma gode di ottima salute! Si può utilizzarlo con la maggior parte degli smartphone". Nicola Stilla è il presidente del Club Italiano del Braille, fondato nel 2003 dalle principali associazioni di ciechi per promuovere e diffondere l'uso del sistema di scrittura e di lettura per non vedenti, inventato dal francese Louis Braille. Il 21 febbraio è la Giornata nazionale del metodo Braille, istituita nel 2007 con una legge apposita dal Parlamento. "Siamo uno dei pochi Paesi al mondo che ha una solennità civile dedicata a questo metodo", aggiunge Stilla. La Giornata è anche l'occasione per denunciare le difficoltà che incontrano i bambini ciechi nelle scuole. "Si tende a pensare che il Braille sia superato, ma non è assolutamente vero. È compatibile con ogni strumento digitale, dai computer ai cellulari - spiega Stilla - . Purtroppo scarseggiano sempre di più i docenti capaci di insegnarlo agli studenti ciechi. Spesso nelle scuole gli insegnanti di sostegno lo conoscono poco". I lettori vocali non sono alternativi al sistema Braille. "Io stesso uso al pc sia il lettori vocale che il Braille - sottolinea Stilla - . Quello che chiediamo al Ministero dell'Istruzione è di prevedere percorsi specifici per formare insegnanti di Braille".

C'è poi un problema nel reperire testi scolastici per i ciechi. In Italia ci sono centri specializzati nella trascrizione in Braille dei volumi. "Quello che chiediamo agli insegnanti e ai presidi è di scegliere il prima possibile i testi scolastici - spiega Stilla -, così da dare agli alunni ciechi il tempo di farseli trascrivere in Braille. Ci vogliono in media quattro mesi, ma se le richieste si concentrano tutte a settembre, i tempi si allungano. Se invece sapessimo già ora quali libri saranno adottati per l'anno prossimo, con l'inizio dell'anno scolastico sarebbero già pronti anche per gli alunni ciechi".

Per la Giornata del Braille sono numerose le iniziative organizzate in diverse città italiane. L’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, in collaborazione con il Club italiano del Braille, ha scelto Matera per la celebrazione nazionale con una due giorni di incontri e dibattiti (il 20 e il 21 febbraio) dal titolo "La cultura tra le mani". "Per i ciechi la cultura passa proprio dalle loro mani - commenta Nicola Stilla -, perché il Braille si basa proprio sul tatto. Abbiamo voluto così ricordare che è un metodo fondamentale per i ciechi per formarsi e per trasmettere la cultura". (dp)

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