Avvenire del 18.07.2019
Il club toscano dal prossimo torneo di C mette a disposizione per ogni tifoso non vedente un biglietto di tribuna e una radiolina per la radiocronaca della gara.
AREZZO. Liverpool, stadio Anfield, 11 dicembre 2018, minuto 34. Salah beffa Ospina con il solito magico sinistro e porta avanti i Reds sul Napoli: i tifosi esplodono e a gioire in tribuna c'è anche Michael Kearney, un ragazzo non vedente. Di fianco a lui è seduto suo cugino, che si avvicina a Michael e gli racconta l'azione del gol, secondo per secondo. Proprio guardando questo video Luigi Alberto Dini, responsabile della comunicazione dell'SS Arezzo, si chiede: perché lasciare questa possibilità alla buona volontà dei singoli? Dalla risposta nasce un'idea brillante: mettere a disposizione dei tifosi ciechi delle radioline, un modo per permettere loro di vivere la partita seguendo lo svolgimento dell'azione vivendo l'atmosfera dello stadio. Una proposta subito accolta dalla dirigenza e concretizzata grazie alla disponibilità della squadra. Così, dopo l'esperimento perfettamente riuscito nelle ulti- me tre partite casalinghe della scorsa stagione, quest'anno il progetto diventerà pienamente operativo. L'iniziativa si chiama "Viviamo la partita" ed è frutto della collaborazione tra l'Arezzo, squadra che milita nel campionato di Serie C di Lega Pro, e l'Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici) del capoluogo toscano. In ogni partita interna dieci tifosi non vedenti avranno a disposizione un biglietto d'ingresso e una radiolina per ascoltare la radiocronaca della partita stando seduti in tribuna. Un'idea che è piaciuta fin da subito anche ai giocatori, a cominciare dal capitano Aniello Cutolo, attaccante tutto mancino, proprio come il Salah di cui sopra. Lui per primo, infatti, ha acquistato uno dei portachiavi ideati dall'ufficio comunicazione per raccogliere i fondi necessari all'acquisto delle radioline. La stessa cosa hanno fatto gli altri giocatori e i componenti dello staff, dando così il via al primo passo di "Viviamo la partita". Il riscontro è stato positivo fin da subito, come dimostrano anche alcuni video disponibili sul canale You-Tube dell'Arezzo che ricordano quello di Michael Kearney, anche se l'atmosfera, per forza di cose, non è quella della Champions. E la speranza, ora, è di poter allargare il bacino di tifosi non vedenti anche nella prossima stagione facendo conoscere ancor di più l'iniziativa. «Per noi è un modo di restituire qualcosa ai tifosi e alla città - spiega il responsabile della comunicazione Dini - lo abbiamo fatto questa volta e cerchiamo di farlo anche coinvolgendo scuole e disabili nei nostri progetti, perché il calcio deve essere un veicolo per trasmettere valori sociali».
L'idea messa a punto dall'Arezzo potrebbe essere un caso di studio per le società calcistiche italiane delle categorie superiori. Infatti, una normativa della Fifa renderà presto obbligatorie le radioline per i tifosi non vedenti negli stadi. Anfield compreso.
di Antonio Cardarelli
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