Altreconomia.it del 09.07.2019
Un gruppo di studenti ha sviluppato “BlindConsole” che permette alle persone non vedenti di divertirsi in uno spazio virtuale, grazie all’uso dell’udito e del tatto. Sfidando (anche) i propri amici normodotati, ad armi pari.
Immaginate di chiudere gli occhi e di indossare un paio di cuffie collegate al vostro cellulare. In mano avete un piccolo controller, un oggetto poco più grande di un telecomando, anch’esso collegato allo smartphone tramite un’apposita app che vi “proietta” davanti a un tavolo di ping-pong virtuale ma che non potete vedere. Grazie all’audio a 360 gradi potete invece sentire tutti i rumori attorno a voi: i movimenti dell’avversario, il suono della pallina che rimbalza sul tavolo e, quando la colpite con la vostra racchetta per rispedirla nel campo avversario, oltre al suono, potrete percepire l’impatto attraverso la console, con una particolare vibrazione.
L’insieme di sensazioni uditive e tattili permette di superare il limite dello schermo di un tradizionale videogame e di immergersi nel mondo creato da “BlindConsole”, un “videogioco” per non vedenti messo a punto da un gruppo di studenti del Politecnico e dell’università di Torino che si sono incontrati a febbraio 2018 durante un corso della School of Entrepreneurship and Innovation della città di Torino.
Dall’incontro tra quattro giovani, con competenze e formazione diverse, è nata l’idea di sviluppare un videogioco che potesse essere usato “oltre i limiti”: “Le persone non vedenti sono tradizionalmente escluse dal mondo dei videogiochi”, spiega Flavio Accossato, CEO di Novis, la startup che ha dato vita al progetto sviluppando l’app da collegare al proprio smartphone (e che permette di trasformarlo in una console virtuale) e il controller. Grazie all’investimento di SocialFare Seed, il veicolo finanziario dell’acceleratore di startup ad impatto sociale “SocialFare”, “Novis” ha potuto realizzare i primi prototipi della console.
Fondamentale in questo senso per lo sviluppo di “BlindConsole” è stata la co-progettazione assieme a persone con disabilità visiva: i ragazzi della polisportiva della sezione torinese dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti (UICI) e con “Apri”, un’associazione che lavora con i giovani affetti da retinopatia. “Per chi, come me, ha una disabilità visiva si tratta di una novità assoluta”, spiega Mara La Verde, 21 anni, che ha partecipato alle fasi di co-sviluppo del “videogioco”. “Abbiamo testato il prototipo e la sua accessibilità: sia per quanto riguarda il controller, sia per quanto riguarda l’attivazione e la gestione della app -spiega Mara La Verde-. Per chi è ipovedente come me, ad esempio, è importante che i colori e i font usati abbiano determinate caratteristiche di leggibilità e ho dato qualche consiglio su come intervenire per migliorare questo aspetto”.
Tre i giochi attualmente a disposizione (il ping pong, un gioco musicale e uno “sparatutto”) ma con diverse idee già in cantiere per svilupparne di nuovi: giochi da tavolo, di ruolo e per la simulazione di guida. “Il nostro obiettivo principale è stato quello di creare un prodotto inclusivo, che non fosse rivolto solo alle persone non vedenti, chiunque può giocarci. E soprattutto, un ragazzo con disabilità visiva può giocare con i propri amici alla pari -spiega Flavio Accossato-. Anzi, all’inizio una persona non vedente può essere avvantaggiata. Ma poi con il tempo e l’allenamento si arriva a giocare ad armi pari”.
“Di solito siamo noi disabili visivi ad ‘adattarci’ a quello che fanno le persone senza disabilità -riflette Mara-. Con questo strumento, invece, abbiamo la possibilità di invitare gli altri nel nostro mondo. A mio avviso si tratta di un’esperienza che permette di scoprire una realtà diversa, di immergersi in un mondo dominato dal senso dell’udito”. Dall’8 luglio sarà possibile acquistare le prime 30 “BlindConsole” in occasione del lancio del progetto sulla piattaforma “Kickstarter”.
di Ilaria Sesana
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