giovedì 23 aprile 2020

La lettera di York: "Sono un cane guida e non un geometra ..."

ATnews del 23.04.2020

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di York, il cane guida di Renata Sorba.

Da 50 giorni sono in quarantena con Renata, non vedente.

In questi giorni ho dovuto cambiare ritmi e abitudini. Il mio adorato parco è stato recintato per garantire un giustificato contenimento ed eventuali contatti per combattere il Covid-19.

Esco regolarmente per espletare i miei bisogni ma sono sempre uscite rapide e limitate anche nelle poche aree verdi disponibili nei dintorni di casa. Regole che Renata sta rispettando e nello stesso tempo anche io devo assolutamente condividere.

In questi giorni non sono più uscito per una passeggiata in città, salito sui mezzi pubblici, frequentato locali e ambienti abituali che da anni conosco e vivo con lei.

Quando usciamo di casa c’è un silenzio e incontriamo pochissime persone, anche i miei amici a quattro zampe non ci sono più! Probabilmente anche loro hanno limitato, come me, le uscite e le passeggiate.

Tutto mi pare strano, mi riposo molto e mi annoio anche molto. Ogni tanto mi fermo e guardo Renata.. Lei mi dice delle cose che io non comprendo.. Forse mi vuole spiegare il perché di tutto ciò.. Ma un biscotto e una carezza concludono sempre la sua conversazione.

Presto ci sarà la fase 2, si dovrà riprendere lentamente le vecchie abitudini e la vita quotidiana. Si dovrà mantenere una distanza di due metri, fare le file davanti ai negozi e rispettare la cosiddetta distanza sociale. Ci vorranno molta prudenza e responsabilità da parte di tutti.

Io dovrò svolgere il mio lavoro come sempre ma Renata dovrà sempre essere rassicurata e muoversi in sicurezza. Io non potrò mantenere le distanze prefissate e lei non può controllare quello che avverrà intorno a noi.

Il mio compito è di guidarla e di segnalare ingombri, barriere architettoniche ma non potrò prevenire eventuali trasgressioni di regole.

Confido pertanto nel buonsenso e nell’aiuto delle persone che incontreremo, saranno anche loro a darci una mano, ovvero ad agevolarci a mantenere la giusta distanza sociale.

Non posso privare Renata di questo grande bisogno di mantenere la sua autonomia e indipendenza ma il mio ruolo ha dei limiti.

Un senso civico e un senso di generosità umana potranno colmare questo grande problema che si sta prospettando per la vita di tanti disabili visivi.

Rispettiamoci a vicenda, collaboriamo e solo con questi buoni presupposti potremo tutti insieme riprendere, piano piano, la tanto rimpianta vita precedente e possiamo aprirne ad una nuova che sarà caratterizzata da nuovi comportamenti e rapporti relazionali.

Mi impegnerò pertanto a fare il mio lavoro con grande responsabilità e soprattutto serietà.

A voi la zampa,

York

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