sabato 22 maggio 2021

Monteverde abbatte le barriere con AbleUpp e il progetto «tutti inclusi»

Corriere della Sera del 22/05/2021

Il sistema «AbleUpp» connette un bastone smart a un percorso tattile-plantare-vocale che guida le persone non vedenti e dà informazioni anche sui servizi collegati. Sabato la presentazione al pubblico. L’Unione italiana ciechi: «Va replicato»

MONTEVERDE. Si chiama «Un paese accessibile» il progetto che verrà annunciato sabato a Monteverde (Av) e che, per la prima volta in Italia, promette di rendere barriere-free, per dirla in stile Covid, una località intera. Un miracolo per un centro di 770 abitanti che vuole abbattere la distinzione stessa fra disabili e normodotati, reso possibile da un piccolo ingrediente segreto: l’entusiasmo. L’intera comunità, infatti, incarnando alla perfezione lo spirito dell’iniziativa, si è prodigata in una gara di volontariato senza la quale, probabilmente, non si sarebbe mai arrivati in fondo. La tecnologia presentata domani, sotto la direzione dell’ingegner Giovanni Caliendo, è rivolta a ipovedenti e non vedenti. Grazie a un sistema denominato AbleUpp, che connette un bastone smart a un percorso tattile-plantare-vocale (L-V-E), è infatti possibile ricevere non solo informazioni relative al percorso stesso, ma anche a tutti i servizi collegati, compresa la descrizione delle bellezze naturalistiche e artistiche.

Mappe tattili e audioguide accompagnano chi non può vedere

Non si tratta dunque di una rete generalista di informazioni (come quella fruibile collegandosi ad esempio a Google maps), ma di un sistema autonomo, i cui gangli si diramano sotto il manto stradale, dotato di mappe tattili e adioguide, capace di guidare una persona non vedente all’interno di una stazione, fino al punto esatto di salita di una specifica carrozza, ma anche di permettere a un ristoratore di aggiornare in tempo reale il proprio menù. Le tecnologie utilizzate sono varie e, grazie a quella fornita da Huawei, la «sessione utente» viene mantenuta sempre attiva nonostante il passaggio da un «access point Wifi» all’altro, consentendo assoluta libertà di movimento.

Un progetto nato dal basso che ha coinvolto studenti, artisti, scienziati

L’idea iniziale nacque nel 2006 da una collaborazione fra il Comune di Monteverde e l’Istituto Scolastico Superiore «A.M. Maffucci» di Calitri (Av), con l’intento di esportare sul territorio le pratiche di inclusione già utilizzate all’interno della scuola. Per rompere il dualismo disabilità/incapacità, prima a scuola e poi a Monteverde, furono invitate persone diversamente abili, distintesi per le loro straordinarie capacità: Simona Atzori, danzatrice/pittrice priva delle braccia; Claudio Imprudente, scrittore e presidente del centro studi Accaparlante, spastico/distonico, che comunica con una lavagnetta in plexiglass, muovendo solo gli occhi; la band musicale I ladri di Carrozzelle; lo scienziato Fulvio Frisone, esperto mondiale di fusione fredda, cui la Rai ha dedicato il film Il Figlio della Luna. Importantissimo il ruolo svolto dalle associazioni, in particolare da I.Ri.Fo.R. (Formazione, ricerca e riabilitazione per la disabilità), nella persona del direttore per la Campania Vincenzo Del Piano, e dall’U.I.C.I. (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), attraverso il presidente nazionale Mario Barbuto: «Il modello Monteverde - ha detto Barbuto - va seguito e replicato, come esempio di buona prassi che favorisce la fruizione del territorio da parte delle persone con disabilità, in una logica inclusiva che non lascia indietro nessuno».

Dalla Ue il premio per l’inclusione Access City Award

Quella di Monteverde è insomma una vera e propria proposta di turismo accessibile, capace di muovere l’economia e di trasformare la disabilità in risorsa. Per questo, nel 2018, il Comune ha ricevuto l’Access City Award , riconoscimento assegnato dall’Unione Europea ai migliori progetti di inclusione: «Grazie anche ai fondi Europei abbiamo realizzato un piccolo villaggio turistico ad accessibilità totale e siamo orgogliosi di essere fra i pionieri di un modello innovativo, che coniuga sviluppo economico e progresso sociale», spiega Franco Ricciardi, sindaco di questo «paese per tutti» che, insieme al vicesindaco Tonino Vella, è stato infaticabile sostenitore di un’iniziativa volta anche a ribaltare il rassegnato luogo comune per il quale i piccoli centri interni del Mezzogiorno sarebbero ineluttabilmente condannati al silenzio e allo spopolamento. Monteverde vive, prospera e il suo nome è destinato a varcare altri confini.

di Flavio Pagano (scrittore)

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