lunedì 7 febbraio 2022

«Bene parlare di cecità a Sanremo ma non è facile»

La Provincia di Lecco del 07/02/2022

È vero, da un lato, che sul palco del Festival di Sanremo i disabili hanno fatto più che altro da spalla a Maria Chiara Giannetta, interprete della cecità nella serie Tv "Blanca"; ma, dall'altro, occorre riconoscere che, comunque si parli di disabilità, il tema è complesso, le sensibilità svariate»;. Per il valmadrerese Franco Lisi - direttore scientifico dell'Istituto dei ciechi di Milano, presidente della RSA "Casa del Cieco di Civate, diplomato programmatore a Bologna e con due lauree, delle quali una conseguita a Urbino - va «riconosciuto ai grandi comunicatori il coraggio di rendersi interpreti di chi voce non ha; e tanto più in un evento forte come Sanremo, portando un tema come la disabilità al grande pubblico».

Tuttavia, all'indomani ci sono state polemiche. «Senz'altro non è corretto far leva sulla disabilità per un tornaconto di immagine personale né - per Lisi - lasciarsi trascinare (come è avvenuto) dall'emotività; diciamolo, un po' di strumentalizzazione c'è stata, ma è comunque una grande responsabilità trasferire all'opinione pubblica un messaggio fatto di emozioni senza eccessi o finti sorrisi. Ciò che a noi disabili e cittadini serve - afferma Lisi - è una comunicazione seria ed efficace per dire la potenzialità dei non vedenti, senza dipingerli come "poverini", ma neanche supereroi che, senza bastone né cane, partono per vincere l'argento alle Olimpiadi: o (altro esempio citato dall'attrice) che possono vivere una dimensione senza tempo, in cui tutti sono lì pronti a dargli una mano. Lo spunto che ci ha offerto Giannetta non è stato di basso profilo - secondo Lisi - Certo, mentre cammino col cane e il bastone tra i tavolini dei bar, in città ridisegnate dal Covid negli spazi aperti e pubblici, io ho problemi di mobilità; nel mio lavoro, come tutti i disabili che lavorano, sto alle regole del tempo e a tutte quelle dei nostri tempi. Anzi, in istituto a Milano arrivano ciechi a seguito di incidenti o malattie, ad un passo dal suicidio per la perdita della vista, come di qualsiasi altra abilità e senso; ciò che non va mai persa, e in ciò cerchiamo di aiutarli, è la dignità: invece, tuttora, per norme inadeguate e ignoranza, le barriere persistono: nell'accesso al mondo del lavoro, dello studio, architettoniche e anche digitali e culturali». (P.Zuc.)

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