Corriere del Veneto del 07/02/2022
Il bimbo e la sua famiglia sono di Conegliano. La mamma: «Le sue esplorazione prima con i piedini e poi con le mani. Su facebook il racconto.
CONEGLIANO. «Quando ti dicono che tuo figlio di un anno e mezzo non vedrà mai più ricevi uno schiaffo che ti toglie lucidità. Ti senti sopraffare. A farmi reagire è stato Cesare, con la sua grinta mi ha dimostrato che tutto si può fare». A parlare è Valentina, la mamma di Cesare un frugoletto biondo di 3 anni che a causa di un tumore al nervo ottico ha perso la vista per sempre. E che oggi, con l’energia e la spontaneità dei bambini, sta imparando a conoscere il mondo: «Prima lo ha fatto con i piedi, ora lo sente con le mani ed è un bimbo sereno e felice».
La malattia
La vita con Cesare non è stata gentile, a soli 9 mesi al piccolo è stata diagnosticata la neurofibromatosi. Una manciata di mesi dopo è arrivato il tumore che ha spento i suoi occhi: «È successo tutto in poche ore. Ci siamo resi conto che il bambino non stava bene e la visita dalla pediatra lo ha confermato. Ci ha subito detto che avrebbe dovuto fare una risonanza urgente, siamo andati al Burlo di Trieste dove è arrivato lo schiaffo. I medici ci hanno detto che aveva un glioma delle vie ottiche di 4.6 centimetri. Ci ho messo 3 mesi per capire dove aveva questo tumore e la sua grandezza spaventosa. Almeno 7 mesi per comprendere che non avrebbe visto mai più». Il bimbo non ha avuto bisogno di un intervento ma sono seguiti due anni di chemioterapia e cure molto difficili.
La forza di Cesare
A dare a lei e al marito Federico — la famiglia vive a Conegliano — la forza di andare avanti e affrontare tutto è stato proprio Cesare. «Ha perso del tutto la vista nel giro di un mese e mezzo — racconta la mamma —, per questo non dormiva di notte e non voleva più uscire di casa, anche solo varcare la porta scatenava in lui il pianto. Poi è arrivato il lockdown e, visto che i suoi fratelli più grandi Alessandro e Teresa erano a casa, ha iniziato con loro a riscoprire il mondo. All’inizio piangeva per tutto, il contatto con l’erba i sassi sotto i piedi, tutto lo spaventava. Pian piano però, prima con i piedini, poi con le mani e anche con la bocca ha cominciato a riconoscere il mondo». Il percorso che Cesare ha fatto e fa con il sorriso è aiutato dalla forza che solo una mamma può avere. «I medici si sono concentrati sul tumore da sconfiggere io invece, da mamma, avevo bisogno di concentrarmi sul futuro di Cesare. Mentre loro gli salvavano la vita io mi davo da fare perché quella vita avesse un senso e lui potesse avere le possibilità che hanno tutti i bambini».
Lo sport
Così è arrivato il contatto con l’istituto la Nostra Famiglia e la Fondazione Hollman di Padova ma soprattutto, con Daniele Cassioli, cieco dalla nascita, pluripremiato campione mondiale ed europeo di sci nautico e membro del Consiglio Nazionale del Cip (Comitato Italiano Paralimpico): «Grazie alla sua associazione Real Eyes Sport quasi ogni sabato portiamo Cesare a Padova a far sport insieme ad altri bambini. Conoscere Davide e leggere il suo libro mi ha dato tantissima forza, mi ha fatto capire che il mio bambino nonostante la cecità potrà avere una vita piena, forse anche più dei suoi coetanei, nonostante la cecità». E il piccolo lo sta già dimostrando ai genitori. Oggi Cesare è un bimbo che ha forza e coraggio incredibili.
La scuola
Frequenta la scuola materna Zandonai. «Maestre e compagni l’hanno accolto con affetto e in questi mesi ha già mostrato grandi miglioramenti. Stare con gli altri bambini è gioia pura per lui che, a causa della chemio e dei ricoveri, è stato tanto da solo». Cesare inoltre fa equitazione e ama le passeggiate durante le quali: «Tocca e annusa ovunque, facendoci scoprire tante cose. Come ad esempio i pannelli tattili per i turisti che emettono certi suoni e rumori che lui ascolta mentre noi siamo distratti dal nostro vedere». Accanto a lui da qualche tempo c’è Joy, un cucciolone: «Essendo così piccolo Cesare non avrà un cane guida, ma Joy sarà un amico con cui crescere che lo potrà aiutare a individuare i gradini o avvertire me se il piccolo è in difficoltà. Per questo ci sono Caterina Russo, che è ormai diventata “zia Cate” e Davide Salmaso, gli educatori che lo stanno addestrando». Intanto Cesare cresce sereno e mamma Valentina spera che la sua storia, che racconta anche nel profilo Facebook «La storia di Cesare», «possa essere d’aiuto ad altre famiglie come la nostra per capire che di fronte a queste difficoltà terribili ci deve sempre essere la speranza e la consapevolezza che tutto è possibile».
di Milvana Citter
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