La Provincia di Sondrio del 09/02/2022
L'esperienza di una cittadina sondriese «Molte persone vanno dai privati, ma servono i soldi» Asst: «Situazione nazionale così, occorre pazienza».
«Nove mesi per una cataratta, ma sono certa che se accettassi di spendere duemila euro privatamente, duemilacento euro a occhio per l'esattezza come mi è stato detto, allora riuscirei ad avere una data prima. E pure in ospedale». Arriva dalla signora Vanda, residente in città, la segnalazione, l'ultima in ordine di tempo della lunga attesa necessaria per poter accedere alle cure del servizio pubblico.
La vicenda
Il problema all'occhio è quello del marito, già affetto da altre patologie. «Dopo aver fatto tutte le visite specialistiche privatamente speravamo di potergli far fare l'intervento rivolgendoci alla sanità pubblica - spiega Vanda -, quando però ho saputo che bisogna attendere nove mesi sono trasecolata». Il marito non rientra nelle categorie per cui, da protocollo, è prevista priorità (monocoli piuttosto che lavoratori, ad esempio). «Non lo trovo corretto. Ci sono anche persone che hanno altre patologie, altri problemi di salute e dovrebbero rientrare nelle priorità» protesta la donna a cui però, proprio per andare incontro alle esigenze di salute del marito, l'Asst ha proposto di andare a Milano, al centro oftalmologico per una valutazione, martedì prossimo. «Ma come si fa? - dice lei -. Io non guido, mio marito con quell'occhio e gli altri problemi, neppure. Andare a Milano a farsi operare significherebbe doversi fermare a dormire in albergo. Non credo che sia corretto che da Sondrio si debba sempre spostarsi altrove per potere avere accesso alla sanità pubblica. O, altrimenti, accettare di affidarsi al privato». « Credo che sia ora di ribellarsi a questa situazione - afferma - . In Valtellina paghiamo la sanità come tutti e invece ci ritroviamo ad avere liste d'attesa lunghissime, reparti che non funzionano o addirittura chiusi, medici inesistenti. So di gente che proprio per la cataratta alla fine ha ceduto e ha deciso di farsi operare privatamente, solo che anziché fare l'intervento su entrambi gli occhi si è limitato a uno perché non poteva permettersi di spendere quattromila euro. Questo non è giusto. Chi deve vivere con la pensione minima come fa? Sembra che ormai sia diventata la norma». Come dimostra, fa notare, il proliferare di centri privati per le visite specialistiche e gli esami diagnostici. Ed è proprio contro questo, al di là del caso particolare del marito, che la signora sondriese si ribella.
Non un'eccezione
Un caso noto alla direzione generale dell'Asst, così come ben conosciute sono le difficoltà di accesso ai servizi e le liste d'attesa. «È una situazione che riguarda l'intera Lombardia, l'intero Paese - dicono dall'Asst -. Bisogna avere pazienza. Stiamo facendo il possibile e l'impossibile, ma questi due anni di pandemia hanno creato disagi e difficoltà a tutti coloro che hanno patologie diverse dal Covid. Abbiamo dovuto riorganizzare l'attività, spostare i medici nei reparti Covid, impiegarli per somministrare le vaccinazioni, ed è evidente che in tutto questo a risentirne siano stati i malati non Covid». Nel caso specifico del reparto di oculistica mancano tre specialisti che hanno impedito di effettuare gli interventi come in passato «e poi comunque ci sono protocolli e priorità da rispettare». «I problemi ci sono e lo sappiamo bene - concludono dalla direzione generale -. Le indicazioni che arrivano anche dalla Regione sono quelle di recuperare le liste d'attesa, lo faremo, ma ci vorrà un po’ di tempo perché, tra l'altro, pur con numeri di contagio in calo, il Covid non è passato. La pandemia non è finita. Piano piano cercheremo di recuperare, ma la situazione è quella che è. Serve pazienza».
Nessun commento:
Posta un commento