Il Giornale di Vicenza del 25/02/2022
VICENZA. Mezzo ecologico o barriera architettonica? Per trasformare un gesto green - come quello di usare le due ruote per spostarsi - in un atto di mancanza di senso civico basta un attimo: è sufficiente abbandonare la bici in giro per la città fuori dai luoghi preposti, legarla lungo le ringhiere o ai pali della segnaletica stradale, parcheggiarla su un marciapiede. E non è tanto la questione del decoro a pesare, anche se l'effetto disordine può in effetti disturbare la sensibilità di qualcuno; quel che si crea, chiudendo i lucchetti delle bici senza troppo pensarci, è un vero percorso ad ostacoli per chi si muove in carrozzina, chi spinge un passeggino e, ancor più, per le persone non vedenti, che su quegli ostacoli rischiano di finirci addosso e farsi anche male. Una questione concreta che l'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti-sezione di Vicenza ha intenzione di affrontare con il Comune per capire se possa essere trovata una soluzione efficace e duratura. A condividere queste difficoltà è Matteo Marini, presidente dell'unione ciechi vicentina, proprio a margine della presentazione del nuovo percorso sensoriale inaugurato a palazzo Chiericati il 15 febbraio. Un'iniziativa che rappresenta un passo in avanti nell'ottica dell'inclusività e che mette ancor più in rilievo le criticità di contesti "meno protetti", con il passo indietro cui si assiste in giro per le strade e le vie del centro. «Il dialogo con l'amministrazione comunale è buono - precisa il presidente dell'associazione - e quando sono emerse delle situazioni critiche, il Comune ha sempre cercato di sistemarle, compatibilmente con i tempi burocratici e i vari bilanci. Anche perché in periodo di pandemia le problematiche non sono state solo legate ai percorsi, ma anche ad altre situazioni, come ad esempio l'utilizzo dei mezzi pubblici». Altre barriere, come detto, vengono create di giorno in giorno dagli stessi cittadini. E Marini non usa mezzi termini: «Le biciclette per noi sono un dramma - precisa - il bastone bianco si incastra su quelle parcheggiate. In passato l'amministrazione aveva provveduto ad eliminarle da viale Roma e anche a mettere la segnaletica per indicare il divieto di sosta. Ora stiamo tornando ad interfacciarci con il Comune perché la problematica sta crescendo in quelle zone. La stazione per noi è un punto centrale». L'apice del paradosso si raggiunge quando «troviamo bici agganciate al piedistallo con le indicazioni in braille».«Le rastrelliere le individuiamo e le evitiamo - spiega - perché sono riconoscibili. Il problema è quando ci orientiamo, sapendo ad esempio che in quel preciso punto si trova una ringhiera, oppure una pianta o un cartellone che ci indica il percorso podotattile, e non immaginiamo di trovarci una bici in mezzo». Una questione, appunto, di sensibilità civica. Il bilancio, nel complesso, è comunque buono. «Migliorare si può sempre - conclude il presidente - ma all'interno della città, al di là delle difficoltà legate appunto al senso civico, non abbiamo in ballo grosse problematiche. Siamo stati contattati per la creazione di un percorso podotattile in un quartiere, iniziativa sulla quale lavoreremo».
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