Vita.it del 18.03.2020
«Il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento»: firmata da Max Bruschi la nota sulla didattica a distanza. Un paragrafo sugli alunni con disabilità.
«Le attività di didattica a distanza, come ogni attività didattica, per essere tali, prevedono la costruzione ragionata e guidata del sapere attraverso un’interazione tra docenti e alunni. Qualsiasi sia il mezzo attraverso cui la didattica si esercita, non cambiano il fine e i principi. […] Il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento. La didattica a distanza prevede infatti uno o più momenti di relazione tra docente e discenti, attraverso i quali l’insegnante possa restituire agli alunni il senso di quanto da essi operato in autonomia, utile anche per accertare, in un processo di costante verifica e miglioramento, l’efficacia degli strumenti adottati, anche nel confronto con le modalità di fruizione degli strumenti e dei contenuti digitali – quindi di apprendimento – degli studenti, che già in queste settimane ha offerto soluzioni, aiuto, materiali. È ovviamente da privilegiare, per quanto possibile, la modalità in “classe virtuale”».
È arrivata ieri la nota con le indicazioni operative per la didattica a distanza del MIUR, firmata da Max Bruschi, neo dirigente al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione. La nota si apre con «un sincero grazie [va] a tutti coloro che hanno voluto e saputo governare l’emergenza ed esserci» e si chiude con un «Siamo tutti consapevoli della sfida che il Paese tutto sta affrontando e che richiede a ciascuno sacrifici e responsabilità nei comportamenti. La scuola è in prima linea perché ritiene che la cultura sia un fattore decisivo perché il nostro Paese sappia affrontare, superare e vincere la battaglia in corso. Nessuno deve essere in sosta, in panchina, a bordo campo. “Ibi semper est victoria, ubi concordia est”». L’obiettivo della nota, ferma restando l’autonomia di ogni scuola, è dare un quadro rispetto alla sostenibilità operativa, giuridica e amministrativa della didattica a distanza, cominciando dai tanti problemi legati alla privacy degli studenti.
«La didattica a distanza, in queste difficili settimane, ha avuto e ha due significati. Da un lato, sollecita l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e del fare, per l’appunto, “comunità”. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combatte il rischio di isolamento e di demotivazione. Le interazioni tra docenti e studenti possono essere il collante che mantiene, e rafforza, la trama di rapporti, la condivisione della sfida che si ha di fronte e la propensione ad affrontare una situazione imprevista. Dall’altro lato, è essenziale non interrompere il percorso di apprendimento», si legge nella nota.
Un paragrafo specifico è dedicato agli alunni con disabilità, il cui «punto di riferimento rimane il Piano educativo individualizzato». La nota afferma che «la sospensione dell’attività didattica non deve interrompere, per quanto possibile, il processo di inclusione.Come indicazione di massima, si ritiene di dover suggerire ai docenti di sostegno di mantenere l’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e gli altri docenti curricolari o, ove non sia possibile, con la famiglia dell’alunno stesso, mettendo a punto materiale personalizzato da far fruire con modalità specifiche di didattica a distanza concordate con la famiglia medesima, nonché di monitorare, attraverso feedback periodici, lo stato di realizzazione del PEI». Poiché ciascun alunno con disabilità, in Italia, «è oggetto di cura educativa da parte di tutti i docenti e di tutta la comunità scolastica» - ricorda la nota – «è richiesta una particolare attenzione per garantire a ciascuno pari opportunità di accesso a ogni attività didattica». È inoltre «compito del Dirigente scolastico, d’intesa con le famiglie e per il tramite degli insegnanti di sostegno, verificare che ciascun alunno o studente sia in possesso delle strumentalità necessarie»: la nota ricorda che i Centri Territoriali di Supporto (CTS), gestiscono l’assegnazione di ausili e sussidi didattici destinati ad alunni e studenti con disabilità e che oltre alle apparecchiature hardware, possono essere acquistati e concessi in uso anche software didattici (https://ausilididattici.indire.it).
Un altro paragrafo è dedicato agli alunni con DSA e con Bisogni educativi speciali non certificati, in cui si fa cenno anche a ciò che il DS deve fare qualora avesse nelle sue scuole alunni ricoverati presso le strutture ospedaliere o in cura presso la propria abitazione.
di Sara De Carli
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