giovedì 29 aprile 2021

Università e Istituto dei Ciechi: insieme per affrontare la crisi

Lucemagazine del 29/04/2021

L’eccezionalità dei tempi che stiamo vivendo ha portato cambiamenti profondi nelle nostre abitudini, nelle relazioni sociali, nel modo di lavorare e di studiare. Ed è proprio in quest’ultimo ambito che si stanno verificando le trasformazioni maggiori: la didattica a distanza è ormai una realtà accettata e diffusa nella scuola, dalla primaria fino all’università. In ambito universitario le lezioni a distanza, che fino a soli due anni fa erano relegate alle poche realtà online, sono diventate una prassi consolidata, che molto probabilmente verrà mantenuta una volta cessata l’emergenza. Tanti i cambiamenti all’orizzonte: gli studenti fuori sede diminuiscono, nasce un nuovo galateo di comportamento durante le lezioni online (ad esempio il gesto di tenere spento il microfono è una forma di educazione altrettanto importante del non interrompere chi parla), cambia l’abito mentale degli studenti che sempre di più devono orientarsi a un atteggiamento improntato al risultato e non alla mera presenza fisica (un po’ come sta accadendo per chi lavora in smart working).

In questa improvvisa rivoluzione, che di sicuro non ci lascerà uguali a prima, nascono nuove esigenze, spuntano nuovi bisogni. Per l’Istituto dei Ciechi di Milano, che per statuto si occupa di inclusione e formazione delle persone cieche e ipovedenti, è il momento di rimanere sintonizzati sulla realtà, cercando di cogliere i segni del cambiamento e dare risposte adeguate. Leggere le criticità del nostro tempo e immaginare soluzioni ai nuovi problemi è l’unica via praticabile per uscire dall’attuale crisi.

Arrivano così nuove richieste da parte degli studenti universitari con disabilità visiva: se fino a ieri erano sufficienti i corsi di mobilità e orientamento per muoversi in sicurezza negli spazi dell’ateneo, oggi gli stessi studenti devono anche essere in grado di padroneggiare le varie piattaforme interattive attraverso cui seguono le lezioni: Zoom, Meet, Teams, Classroom, etc. Molto spesso, infatti, per destreggiarsi con programmi nuovi lo studente cieco necessita dell’aiuto di un tiflo-informatico qualificato (informatico esperto di tecnologie assistive per non vedenti), per imparare a gestirle e acquisire quella confidenza che permette di dedicare tutta l’attenzione ai contenuti e non al mezzo con cui vengono trasmessi.

Ed è quello che fanno in questo momento i tiflo-informatici dell’Istituto con gli studenti ciechi e ipovedenti dell’Università Statale di Milano, nell’ambito di una collaborazione avviata da una ventina d’anni. Nell’ambito di questa collaborazione l’Istituto dei Ciechi garantisce un sostegno specifico agli studenti con disabilità visiva durante il loro percorso di studi, attraverso Corsi di Informatica, di Mobilità e Orientamento, di Scrittura e Lettura in Braille, di Lingua Inglese. In questo momento, le richieste di aiuto riguardano in gran parte l’utilizzo delle nuove piattaforme digitali per poter seguire le lezioni a distanza.

Il sostegno agli studenti è solo uno dei tanti elementi che compongono la rete di relazioni creatasi fra mondo accademico e Istituto dei Ciechi. Da una decina d’anni, infatti, l’ente di via Vivaio è l’interlocutore principale di molti atenei per quanto riguarda i temi della disabilità visiva, soprattutto in relazione alla formazione degli insegnanti, di sostegno e curricolari, e all’accessibilità.

Così, in questo periodo di lezioni online, proseguono le attività di formazione a distanza con il Corso di specializzazione per Insegnanti di sostegno (con le università Milano-Bicocca e Cattolica) e con il Corso di Laurea Magistrale dell'Università Cattolica. Se in epoca pre-covid predominava l’aspetto laboratoriale, ossia gli studenti venivano in Istituto per fare esperienza di come legge o usa il computer una persona cieca, di come è strutturata una scheda didattica tattile, di come si realizzano le trascrizioni di libri in braille o a caratteri ingranditi, adesso mancando questa dimensione concreta i nostri tiflologi e tiflo-informatici si adoperano in molti modi diversi per far passare attraverso eterei flussi digitali i saperi e le conoscenze maturati in decenni di esperienza sul campo. Non è facile, certo. Non si può ad esempio ripetere l’esperienza delle lezioni al buio dove gli studenti, profondamente coinvolti sul piano emotivo, potevano rendersi conto in prima persona di come fosse possibile leggere una dispensa o seguire una lezione senza la vista. Adesso sono necessarie altre strategie di insegnamento, ad esempio mostrando il funzionamento delle stesse tecnologie in video-lezioni, preoccupandosi di incoraggiare il dialogo e l’interazione.

Un altro ambito di collaborazione è quello con l’Università Bocconi, con cui l’Istituto dei Ciechi sta valutando miglioramenti dell’accessibilità degli spazi dell’ateneo e ha già fornito un’importante consulenza per rendere pienamente accessibili i contenuti digitali del sito web, nonché i documenti amministrativi e didattici dell’Università. Concludiamo questa panoramica con una nuova proposta di collaborazione giunta dall’Università Bicocca, volta a migliorare i servizi dello sportello disabilità “b-inclusion”, con l’obiettivo di contribuire a diffondere la cultura dell’inclusione e di migliorare l’accessibilità degli spazi del campus.

La Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano Onlus continuerà a dedicare risorse e conoscenze per ampliare la rete di relazioni con le università del territorio, con l’intento di creare un ambiente di apprendimento sempre più inclusivo, innovativo e accessibile, per gli studenti con disabilità visiva e non solo.

di Marco Rolando

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