Superando del 20/08/2021
In questo 2021 ricorre il trentesimo anniversario dalla scomparsa del grande oftalmologo ceco-elvetico Hans Goldmann il cui nome ricorre assai spesso, ancor oggi, negli ambulatori e negli studi oculistici. Portano infatti l’appellativo “di Goldmann” parecchi strumenti da lui inventati o perfezionati: la lampada a fissura, il tonometro, il perimetro (campimetro) manuale, la lente a tre specchi e altri. I pazienti, dunque, si trovano spesso ad orecchiare il nome di questo scienziato, ma ben pochi sanno qualcosa sulla sua vita e attività. Scopriamone qualcosa di più
In questo 2021 ricorre il trentesimo anniversario dalla scomparsa del grande oftalmologo ceco-elvetico Hans Goldmann il cui nome ricorre assai spesso, ancor oggi, negli ambulatori e negli studi oculistici. Portano infatti l’appellativo “di Goldmann” parecchi strumenti da lui inventati o perfezionati: la lampada a fissura, il tonometro di Goldmann, il perimetro manuale di Goldmann, la lente a tre specchi ecc. I pazienti, dunque, si trovano spesso ad orecchiare il nome del grande oftalmologo, ma ben pochi sanno qualcosa sulla sua vita e attività.
Goldmann nacque a Chomutov, nell’attuale Repubblica Ceca, il 25 novembre 1899. Studiò presso il locale Liceo dei Gesuiti e poi all’Università Carolina di Praga. Era dotato, fin da piccolo, di una prodigiosa memoria, tanto da poter ripetere, dopo averlo letto una sola volta, tutto il primo canto dell’Iliade. Si racconta che fosse, soprattutto, appassionato di astrofisica, ma che si convinse a specializzarsi in oftalmologia perché tale scienza, a parere dei familiari, presentava una maggiore utilità pratica per la vita quotidiana.
Dopo avere lavorato a Praga per cinque anni, si trasferì a Berna, nel 1924, svolgendo l’attività di assistente del famoso oculista svizzero August Siegrist. Dopo qualche anno succedette al maestro, diventando così Direttore della Clinica Oculistica Universitaria di Berna, ciò che diede inizio a una lunga e luminosa carriera accademica conclusasi solo nel 1968.
Fra le numerose ricerche che portò avanti, vi furono importanti studi sulla patogenesi della cataratta. In tale àmbito si ricorda, soprattutto, una celebre disputa circa l’origine della cataratta da energia radiante, anche detta “dei soffiatori di vetro”. Nello specifico, il professor Alfred Vogt, direttore della Clinica Universitaria di Zurigo, sosteneva che l’opacizzazione del cristallino fosse causata principalmente dall’assorbimento diretto dei raggi infrarossi, mentre Goldmann era convinto che l’energia radiante giungesse alla lente tramite l’iride. Intorno agli Anni Ottanta, infine, dopo numerose verifiche sperimentali, si stabilì che, in un certo senso, avevano ragione entrambi.
Goldmann si interessò molto anche di uveite e glaucoma, ottenendo risultati molto significativi su entrambi i fronti. Grazie inoltre alla collaborazione con la Società Haag-Streit Holding ag, riuscì a progettare numerosi strumenti tecnologici innovativi, ad esempio migliorando notevolmente la lampada a fessura, inventata nel 1911 da Allvar Gullstrand. Nel 1954, poi, presentò per la prima volta il tonometro che ancor oggi porta il suo nome e che portò indubbiamente a un passo avanti fondamentale per la misurazione della pressione oculare e per il monitoraggio del glaucoma.
Risale invece al 1959 l’invenzione della lente a contatto con tre specchi che consentiva una misurazione precisa e non invasiva dell’angolo irido-corneale.
Molte persone con retinopatia ricorderanno infine di essere stati più volte sottoposti, fino a qualche decennio fa, all’esame del campo visivo con il perimetro (campimetro) manuale di Goldmann. Questo dispositivo fu sviluppato negli Anni Quaranta e consentiva di valutare meglio, rispetto ai sistemi precedenti, le alterazioni del campo visivo periferico tipiche della retinite pigmentosa. Oggi, con l’avvento dei computer, questo metodo appare ormai superato, ma non è difficile trovare, ancora ai giorni nostri, alcuni esemplari del campimetro manuale in studi oculistici privati e pubblici.
Presidente dell’APRI di Torino (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti).
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