martedì 10 agosto 2021

Metodo Maris: il ‘braille della pittura’ che fa vedere l’arte anche ai disabili visivi

Salute del 10/08/2021

Alla scoperta del metodo inventato dall’artista giapponese Liku Maria Takahashi che con sabbie di granulometria diversa ed essenze odorose permette alle persone cieche di apprezzare l’arte.

Rendere i dipinti accessibili a persone con disabilità visiva, e offrire a costoro il piacere della pittura. È questo l’obiettivo del metodo Maris inventato nel 2009 da Liku Maria Takahashi, pittrice, scultrice, teorica dell’arte, docente, nonché maestra di arti marziali e presidente della World Diversity Art Society. La texture di un'opera Maris, realizzata con sabbia di diversa granulometria ed essenze odorose, permette alle persone cieche di 'vedere’ le tonalità di colore e le forme dipinte.

Il percorso di Liku Maria Takahashi

Dopo essersi laureata alla Tokyo Zokei University specializzandosi in scultura nel 1993, la ricerca artistica di Liku Maria Takahashi si è focalizzata principalmente sulla scultura fino al 2008. Nel 2009 ha inventato il metodo Maris, sviluppato per rendere i dipinti accessibili a persone con disabilità visiva e offrirgli così il piacere della pittura. Nel 2010, l’artista ha avviato il Maris Art Project, che si è sviluppato con la pubblicazione della Maris World Standard Table (rivista nel 2014), la realizzazione ed esposizione di opere, e la presentazione del progetto presso diverse istituzioni, inclusa la Perkins School for the Blind di Boston (Massachusetts) e sette musei di New York nel 2011. L’anno dopo, l’artista giapponese ha dato il via al Maris National Flag Project con cui, in aggiunta alle mostre itineranti e ai workshop, Takahashi ha avvicinato all’arte realizzata con il metodo Maris persone di diversi paesi. Recentemente ha vinto il 118° Concours Lépine, concorso internazionale di opere di ingegno, tenutosi a Parigi. Nel 2019 è stata ospite alla XII Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Firenze e quest’anno è stata selezionata a partecipare alla Biennale d’Arte Contemporanea di Londra.

Che cos’è il metodo Maris

Il metodo Maris è una forma di pittura multisensoriale. È il primo metodo di pittura al mondo concepito per essere accessibile a chiunque, a prescindere dall’abilità visiva e dall’età. Le opere d’arte realizzate con il metodo Maris possono essere apprezzate mediante elementi visivi, tattili, e olfattivi percepibili attraverso i sensi. Per questo si usano grani di sabbia disponibili in dieci granulometrie corrispondenti ad altrettanti colori e fragranze con dieci valori di luminosità cromatica e intensità olfattiva. Una sorta di braille della pittura che permette anche a chi non vede di percepire non solo le forme e i loro contorni, ma anche i colori e le sfumature.

La Maris World Standard Table

Attraverso le granulometrie di sabbia nella Maris World Standard Table è possibile identificare dieci livelli di luminosità del colore: più è grande la granulometria della sabbia, più scura è la tonalità del colore ad essa associata. Inoltre, ciascuna tonalità è abbinata a una fragranza specifica. Una volta apprese le semplici regole della Maris World Standard Table, chiunque può iniziare a cimentarsi nella pittura con questa tecnica che permette di superare barriere fisiche che impediscono o inficiano il coinvolgimento di persone con disabilità visiva nel processo creativo e cognitivo, e consente alle persone di superare anche le barriere culturali che impediscono, in tutto o in parte, l’apprezzamento dell’arte di tradizione diversa.

Il Maris National Flag Project

Lanciato il giorno della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra (2012), è un progetto che ha previsto numerosi seminari teorico-pratici per offrire a bambini e adulti l’opportunità di apprendere facilmente e in modo divertente i principi e la tecnica del metodo Maris. Collaborando insieme, i partecipanti hanno dipinto con la tecnica Maris la bandiera di un Paese diverso dal proprio e al contempo auguravano felicità al popolo del Paese in questione. Con questo progetto, Liku Maria Takahashi ha completato tutte le bandiere delle nazioni del mondo, inclusa la bandiera della nazione dei rifugiati creata per il contingente di rifugiati che hanno gareggiato nel 2016 ai giochi olimpici di Rio de Janeiro.

La mostra al Museo del Tessile di Chieri

Di recente, questo metodo artistico è arrivato in Italia con la mostra “Il Metodo Maris: sinestesie d’arte per abilità differenti” che si è svolta al Museo del Tessile di Chieri, a Torino. Oltre a due delle sue famose Zebre e ad una selezione delle Bandiere del Maris National Flag Project (2012—2019) realizzate da bambini e adulti di tutto il mondo, sarà esposta la Maris World Standard Table, che mostra la corrispondenza fra diverse granulometrie di sabbia, essenze e nuances di colore. In quell’occasione si è svolta anche la cerimonia di conferimento del Premio “Navetta arcobaleno” del Museo del Tessile di Chieri che esprime la volontà della Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile di valorizzare il talento nelle sue molteplici espressioni legate al mondo delle arti tessili. A Liku Maria Takahashi il riconoscimento è stato assegnato “per essersi distinta nel coniugare un linguaggio multisensoriale d’inedito conio con l’arte tessile, le sue suggestioni e i suoi intrecci culturali così da stimolare creatività e realizzare una comunione d’intenti fra persone di ogni dove”.

I laboratori artistici

Nei giorni successivi alla premiazione di Takahashi e all’inaugurazione della sua mostra (18, 19 e 20 luglio) al Museo del Tessile di Chieri, si sono svolti anche dei laboratori artistici con l’impiego della tecnica Maris, riservati a bambini e adulti con disabilità visiva individuati dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Torino. I partecipanti hanno riprodotto con la tecnica Maris un disegno tessile creato negli anni ’20 dallo Studio Serra & Carli di Chieri, un motivo vegetale stilizzato, per la precisione un Trifoglio blu, di cui il Museo del Tessile conserva la messa in carta millimetrata nel suo archivio storico.

Nessun commento:

Posta un commento