Si apre così l’ampia e approfondita Memoria (disponibile integralmente a questo link), presentata ieri, 15 novembre, dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in occasione di un’audizione presso la Commissione Affari Sociali della Camera, cui la stessa Federazione ha partecipato insieme alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), sul Disegno di Legge Delega al Governo in materia di disabilità (Atto C. 3347), approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, come avevamo segnalato anche sulle nostre pagine.
Su tale Disegno di Legge, la FISH, tramite le parole del proprio Presidente Vincenzo Falabella, aveva espresso un parere in generale positivo, «apprezzando l’assunzione di responsabilità da parte del Governo, che aveva recepito, tra l’altro, le istanze della nostra Federazione». «Continuando a produrre nostra documentazione – aveva concluso -, guarderemo ora con attenzione ai Decreti Attuativi che dovranno dare corpo e sostanza ai princìpi affermati con l’approvazione di questo Disegno di Legge Delega».
La Memoria citata, dunque, che contiene anche una serie di proposte emendative al testo presentato dal Governo, è il primo tassello di quella documentazione preannunciata dal Presidente della FISH.
Durante l’audizione, oltre a sottolineare con forza i punti della Memoria citati inizialmente, Falabella ha voluto dare particolare evidenza a quella che viene ritenuta «una raccomandazione centrale, anch’essa presente nella Convenzione ONU, quella cioè in cui si chiede di porre in atto garanzie del mantenimento del diritto a una vita autonoma e indipendente in tutti i territori di uno Stato, ossia, nello specifico, in tutte le Regioni del nostro Paese. E per raggiungere questo obiettivo occorre appunto reindirizzare le risorse dell’istituzionalizzazione a servizi radicati nelle comunità e aumentare il sostegno economico».
Al centro poi dell’intervento della FISH in Commissione Affari Sociali della Camera, vi sono stati altri due passaggi ritenuti fondamentali, vale a dire innanzitutto la definizione di “condizione di disabilità”, con il conseguente riconoscimento di essa, «utile a determinare l’approntamento dei giusti sostegni per le persone con disabilità – come è stato sottolineato -, affinché possano seguire il proprio percorso di vita, liberamente scelto, ancorché supportato nel superare ogni tipo di barriera (fisiche, organizzative e culturali) che nei vari contesti di vita si frappongono alla fruizione libera e su base di uguaglianza rispetto agli altri dei diritti umani, sociali, civili».
Riprendendo quindi uno dei concetti-chiave della Convenzione ONU, ci si è soffermati sulla «definizione di “accomodamento ragionevole”, non pensato come ragionevole contenimento della spesa, ma come individuazione degli accorgimenti, degli adattamenti e delle modifiche da mettere in campo in modo adeguato e pertinente, per raggiungere gli obiettivi di sostegno del percorso di vita di ciascuna persona con disabilità».
A questo punto, nel rimandare i Lettori e le Lettrici ad un testo allegato alla Memoria della FISH (disponibile a questo link), che “isola” ed esplicita i principali punti nodali di cui, secondo la Federazione, si dovrà tenere conto nell’iter della Legge (se ne legga l’indice nel box in calce), va ricordato in conclusione che nello strutturare le proposte emendative, la FISH, insieme alla FAND, ha anche tenuto conto del fatto che la Commissione Affari Sociali della Camera ha stabilito di svolgere congiuntamente l’analisi del Disegno di Legge con altre due Proposte di Legge (Atto C. 424: Norme per garantire la vita indipendente delle persone con disabilità e Atto C. 1884: Istituzione dell’Autorità garante della persona disabile), sulla seconda delle quali la FISH ha espresso in audizione la propria contrarietà. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione: ufficiostamnpa@fishonlus.it.
Legge Delega in materia di disabilità: i punti nodali secondo la FISH
1. Riferimento internazionale di cui tenere conto: Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
2. Quanto prevede il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sulla Legge Quadro sulla disabilità.
3. Riforma degli accertamenti delle condizioni invalidanti in direzione del riconoscimento della condizione di disabilità.
4. Unità di Valutazione Multidimensionale per individuare la condizione di disabilità nei vari contesti della persona e conseguente progettazione.
5. Autodeterminazione.
6. Progettazione in Amministrazione Condivisa con Terzo Settore e Comunità.
7. Deistituzionalizzazione e sostegni e servizi per l’abitare.
8. Budget di Progetto al posto del Budget di Salute.
9. Portabilità del progetto individuale e del progetto di vita indipendente.
10. Accesso ai servizi – livelli essenziali.
11. Interventi di sistema.
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